Il progetto di riqualificazione presentato dai residenti della Stazione Tiburtina già approvato dai due municipi, ha sicuramente il merito di aver smosso quel pachiderma che è il Comune di Roma che dopo quasi 10 anni di immobilismo si è messo a riprogettare l’area attorno alla Stazione Tiburtina, quella che la Sindaca Raggi definì il 5 dicembre “cuore pulsante di Roma e il polo direzionale della città”. La Sindaca si lasciò un po’ andare con la fantasia e uscendo dalla seconda Stazione più importante d’Italia sul lato della BNL questo è il panorama. Una zona totalmente abbandonata dove il nostro Comune fenomenale non riesce neanche a curare un’aiuola o a non far parcheggiare le auto in divieto di sosta, benvenuti a Roma sembra dire la scena ai poveri malcapitati!
Veniamo dunque al progetto di riassetto della Stazione Tiburtina presentato venerdì 19 luglio in Commissione Mobilità presieduta da Pietro Calabrese. Come piccola premessa vi diciamo che le tavole sono due non perché ci siano due luoghi differenti, siamo sempre alla Stazione Tiburtina, ma perché il Comune di Roma non è riuscito a stampare nella stessa tavola i due lati della Stazione. Purtroppo riportiamo delle foto perché il progetto essendo ancora in una fase di valutazione non è disponibile su file. Scopriremo che, pur migliore rispetto al precedente assetto, il nuovo progetto comunale è e resta una schifezza.
Nel progetto del Comune l’elemento fondamentale nonché l’unico che può essere realmente realizzato è l’eliminazione dell’autostazione dei pullman Tibus. I progettisti del Comune hanno poi scopiazzato in parte e in brutta copia il progetto dei residenti eliminando il famoso parcheggiaccio al posto della sopraelevata che sta per essere demolita. Proprio grazie ai nostri articoli di un anno fa, che gridavano contro quel progetto, ci si è probabilmente mossi per cambiarlo. C’è poi tra gli obiettivi l’acquisizione da parte del Comune di Roma dell’ex Istituto Ittiogenico dismesso dalla Regione che verrebbe contornato da un parco. Vediamo nel dettaglio gli elementi.
Lato Ovest: eliminata l’autostazione dei pullman e superata l’ipotesi del parcheggione
L'immondo progetto attuale |
Progetto nuovo del Comune |
Progetto dei residenti |
Nelle tre immagini riportiamo il progetto attualmente in esecuzione del Comune di Roma di abbattimento della sopraelevata (lavori partiti che dureranno 450 giorni), il nuovo progetto del Comune di Roma e il progetto di riqualificazione dei residenti sotto. Del progetto di abbattimento della sopraelevata che riduceva la zona ad un enorme parcheggio ne abbiamo già parlato. Il Comune su questo sembra aver preso spunto dal progetto dei residenti creando una stretta piazza ad Elle in continuità con la Stazione Tiburtina. Viene eliminato quindi l’attraversamento delle macchine all’uscita della Stazione creando un viale alberato che non si capisce bene dove porti. Se infatti nel progetto dei residenti il percorso pedonale (arancione nell’immagine) porta e fa da contorno alla Stazione dei pullman in quello del Comune avendo eliminato l’autostazione non si collega a nulla.
Poco visibile ma nonostante questa riscoperta della pedonalità, il Comune sceglie di spostare parte dei capolinea degli autobus Atac tra l’area pedonale e i palazzi a Via Guido Mazzoni. Perché spostare dei capolinea di autobus sotto i palazzi? Nell’intento di eliminare la Stazione dei pullman, nel dogma che lì i pullman non possono stare, i progettisti del Comune hanno eliminato anche Cotral i cui pullman si andrebbero ad aggiungere ad Atac nel piazzale della Stazione tiburtina dove gli stalli anziché essere rivolti verso l’ingresso della Stazione cambierebbero verso e diventerebbero rivolti verso Via della Lega Lombarda. Qualche capolinea non entrava e per questo li hanno buttati sotto ai palazzi a Via Guido Mazzoni.
Grande spazio seppur utopistico nel nuovo progetto del Comune di Roma è il recupero dell’ex Istituto Ittiogenico (in giallo nell’immagine), immobile totalmente vincolato che era di proprietà della Regione Lazio e che la stessa ha ceduto ad un fondo immobiliare di natura privata per rivenderlo al miglior offerente (2,8 milioni il prezzo stabilito). Il Presidente della Commissione Mobilità Pietro Calabrese ha lasciato intuire un interesse da parte del Comune ad acquisirlo ma va tenuto presente che ai 2,8 milioni di euro per l’acquisto vanno aggiunti almeno 7 milioni di euro per il recupero. L’ittiogenico è situato al di sotto del livello della strada. Vediamo dalla tavola che il Comune ha pensato di creare un ingresso inclinato sia dal lato della Stazione Tiburtina che dal lato opposto. Il grande parco verde che verrebbe realizzato, in alto nell’immagine dove ora c’è l’autostazione dei pullman, sarebbe anche questo inclinato per arrivare al livello dell’Ittiogenico. Anche questo livellare e creare un parco ha un costo elevatissimo da aggiungere al costo dell’acquisto e del recupero, la semplicità con cui è stato disegnato il tutto lascia pensare che anche i progettisti del Comune sanno che a Roma trovare 15milioni di euro per creare questa roba di dubbia utilità è fantascienza. Sull’ittiogenico sappiamo che ci sono dei privati che ne stanno trattando l’acquisto, il Comune quindi perché mai si dovrebbe inserire? Per farci cosa? Perché non lasciare che dei privati dotati di fondi e di velocità operativa facciano qualcosa di interessante qui?
La futura Circonvallazione Nomentana
Seppur il nuovo progetto del Comune raffigura solo un piccolo tratto della Circonvallazione Nomentana e della ex Tangenziale che con l’abbattimento della sopraelevata perderebbe la sua funzione visto che non permetterebbe più il collegamento con San Giovanni qualcosa lo intuiamo. Intuiamo ad esempio che seppur diventerebbe una normale strada di quartiere non c’è la volontà di ridurre l’asfalto. Il Comune lascerebbe difatti tre corsie rispetto alle cinque attuali aggiungendo una striscia di parcheggi al centro e un marciapiede lato binari del treno.
Il confronto col progetto dei cittadini, quello coi colori accesi, è d’obbligo. Nel progetto dei cittadini si parte dal presupposto che quella è viabilità di quartiere e pertanto non servono le tre corsie di automobili pensate dal Comune. Il progetto dei cittadini seppur aumenta di poco i parcheggi in superficie rispetto alla situazione attuale posiziona diverse centinaia di parcheggi sottoterra. E’ proprio il privato che si aggiudicherà la realizzazione e la gestione dei parcheggi interrati che pagherà la realizzazione e la gestione del parco lineare in superficie che costeggia il confine coi binari del treno dalla Stazione Tiburtina a Via Nomentana. Un parco lineare lunghissimo dove una pista ciclabile collegherebbe la pista in realizzazione sulla Tiburtina con quella appena inaugurata sulla Nomentana. Quello che oggi è un tratto autostradale in città diventerebbe un punto verde importantissimo per un quartiere altamente popolato come il Nomentano-Italia.
Lato est: l’eterno incompiuto
Il lato est, quello dove sorge la sede della BNL, è ad oggi immerso nel degrado. Andandoci oggi troviamo accampati un centinaio di migranti che potrebbero essere posizionati in maniera più dignitosa e il motivo paesaggistico dominante è fatto di erbacce, rifiuti e macchine parcheggiate in divieto di sosta. Il parcheggio pubblico comunale realizzato su quel lato è chiuso da ormai quasi cinque anni al pari di quello sul lato est realizzato sotto la Città del sole che è chiuso da quasi dieci anni. Entrambi i parcheggi sono stati realizzati dai privati che hanno costruito le loro architetture, sarebbero pronti per essere utilizzati ma il Comune di Roma non li ha mai collaudati e messi a servizio della cittadinanza. La geniale idea che hanno avuto le migliori menti dell’urbanistica e della mobilità del Comune di Roma per riqualificare il lato est è realizzare un parcheggio per i pullman privati del centro Italia che sostituirebbe l’attuale Autostazione dei pullman posizionata sull’altro lato della Stazione.
Questo parcheggio per i pullman che ci troveremmo di fronte appena usciti dalla Stazione Tiburtina è stato definito dai progettisti del Comune di Roma una autostazione che dovrebbe servire 9 milioni di passeggeri. Senza nulla togliere agli illustrissimi progettisti ci preme ripetere a noi stessi che una autostazione oltre a degli stalli a terra deve avere dei servizi tra cui: biglietterie, bagni, sale d’attesa, punti ristoro, deposito bagagli, commerci, spazi per gestire i flussi di persone che partono e arrivano, parcheggi di servizio almeno per il trasporto di anziani e disabili, monitor che indichino le partenze e gli arrivi, ecc. Al contrario viene realizzata questa “cosa” per pullman in questa rotatoria ovale senza alcun servizio e senza possibilità di prevedere nessuno dei servizi prima elencati. A riguardo vogliamo partire da quello che chiedevano i residenti nel loro progetto di riqualificazione ovvero un bando di gara per la realizzazione e gestione di una autostazione moderna anche architettonicamente dove il gestore sarebbe obbligato per tutta la durata della concessione a gestire e ad effettuare la manutenzione a tutti quegli spazi attorno la Stazione Tiburtina che il Comune ha ormai tralasciato. Vediamo le immagini dell’autostazione pensata dai residenti:
La Stazione è totalmente chiusa per limitare al massimo l’impatto acustico e ambientale dei pullman e per far percepire il meno possibile a livello visivo la presenza di mezzi pesanti. L’ingresso e l’uscita dei pullman è dal lato di Via Tiburtina cosicché il transito non tocchi mai i palazzi.
La Stazione pensata dai residenti si collega direttamente alla Stazione dei treni creando un grande hub della mobilità. L’autostazione viene quindi intesa come una architettura moderna che si inserisce tra la Nuova Stazione Tiburtina e la Città del Sole potendo quindi anche essere fattore di rivitalizzazione di quest’ultima.
Per dare l’idea di cosa avviene invece in Europa in tema autostazioni riportiamo le seguenti immagini dove al di là della bellezza vediamo che fuori da Roma le autostazioni non sono intese come quattro strisce disegnate per terra per creare dei finti stalli come nel progetto del nostro Comune ma come architetture vere e proprie.
Il dibattito sul futuro della Stazione Tiburtina entrerà nel vivo nei prossimi mesi. Vi salutiamo elencando delle linee guida fondamentali per poter seguire il dibattito che si verrà a creare:
- Di un intervento di riqualificazione ce ne è assoluto bisogno
- Il Comune di Roma non ha la forza ne la capacità per gestire nessuno degli spazi pubblici fuori dalla stazione
- I privati se messi in condizione possono avere un forte interesse ad insediarsi a Tiburtina e proprio a questi investimenti può essere legata la riqualificazione dell’area