Sottopongo alla vostra attenzione la situazione allarmante presente nelle fermate della metro A di Roma riguardo l'inquinamento.
Le due immagini che invio mostrano i livelli di polveri sottili misurati prima internamente e poi esternamente alla fermata metro Flaminio.
Come è possibile vedere, l'apparecchio segnala l'allarme "pollution" all'interno, riportando valori di particolato di dimensioni 2.5 micron e 10 micron (denominati comunemente PM2.5 e PM10) rispettivamente di 151 e 169 microgrammi al metro cubo, valori rispettivamente maggiori di 6 e 4 volte i limiti di legge pari rispettivamente a 25 e 40 per PM2.5 e PM10, come riportato al sito dell ARPA (in fondo all'articolo).
L'apparecchio segnala "air fresh" all'esterno, con valori di particolato del tutto nella norma ed in linea con i valori medi riportati dall'ARPA relativi alle città italiane, a conferma che lo strumento da me utilizzato è ben tarato e riporta misure attendibili.
Si evince, dunque, che il problema è presente solamente all'interno delle stazioni della metro, per le quali, nel tragitto di test effettuato da Flaminio a Cinecittà, ho riscontrato valori superiori ai limiti di legge in tutte le fermate incontrate. Suppongo quindi ci siano valori alterati anche nelle restanti stazioni e non mi aspetto una situazione più rosea per le fermate della linea B. Ovviamente bisognerebbe misurare.
Dato che, come molti romani, utilizzo la metro tutti i giorni per recarmi a lavoro, mi ero allarmato giorni fa leggendo la notizia del Corriere che riportava l'allarme polveri sottili nelle metro, allarme di cui i cittadini sanno ancora poco, anzi, nulla.
Disponendo di un air detector portatile (IGERESS, Model wp6912, le cui specifiche sono facilmente reperibili in rete) ho deciso di effettuare le misurazioni senza alcuna pretesa di scientificità, ma giusto per provare a toccare con mano il problema.
Mai mi sarei aspettato di trovare una situazione così allarmante: si tratta di valori comparabili a quelli presenti nelle città più inquinate come ad esempio a Delhi in India.
L'OMS e numerosi studi su riviste accreditate ormai da decenni hanno dimostrato come l'esposizione ad alte concentrazioni di particolato presenti nello smog cittadino sia gravemente nociva alla salute (tumori al polmone, danni allo sviluppo cerebrale nei bambini...) e sia statisticamente causa significativa di morte prematura.
Il personale ATAC, il personale militare, il personale addetto alle pulizie e manutenzioni e i numerosi assidui utilizzatori della metro sono esposti a questo rischio e ne sono del tutto inconsapevoli? Oltre al disagio quotidiano, ad un servizio scadentissimo, Atac sta mettendo a rischio la salute stessa dei suoi clienti? Un semplice calcolo può dare l'idea dell'importanza del problema:
in media, nei polmoni di un adulto in movimento circolano poco più di 8 litri d'aria al minuto, che corrispondono a circa 500 litri d'aria ispirata in un'ora. E, dato che i valori riportati per le concentrazioni di PM sono riferite al metro cubo (che contiene 1000 litri d'aria), se ne deduce che mediamente in un'ora spesa in metro un adulto inala una quantità in microgrammi pari alla metà dei valori da me misurati, ossia:
75 microgrammi di PM2.5 e 84 di PM10 (che sommati danno complessivamente circa 160 microgrammi ovvero 0,6 milligrammi di particolato in un'ora).
Alla luce di questo risultato, considerando il dato riportato dall'AIRC, secondo cui: "...per ogni incremento di 5 microgrammi (μg)/m3 di PM 2,5, il rischio relativo di ammalarsi di tumore al polmone aumenta del 18 per cento, mentre cresce del 22 per cento a ogni aumento di 10 μg/m3 di PM 10...", si può capire quanto i valori riscontrati superiori di 4-5 volte ai limiti di legge, se confermati possano essere assai pericolosi per la salute dei cittadini.
Lungi da noi procurare allarmi ingiustificati sia chiaro, ma qui davvero si sta superando il segno e sarebbe il caso, come da più parti si sta richiedendo, che Atac dica la verità e che proceda a ricerche serie (certo più serie della nostra, magari con strumenti più avanzati e tecnologici, magari raffrontando i dati romani con quelli milanesi e di altre città del mondo) per dire un'ultima parola sulla faccenda e tranquillizzare gli utenti. La grave situazione di inquinamento delle stazioni e delle gallerie non sarebbe poi altro che una ulteriore faccia della medaglia che porta alla rottura delle scale mobili, all'incendio degli autobus per le strade, alle fermate chiuse: mancanza di manutenzione, cattiva gestione degli appalti (un appalto per aspirare gli inquinanti è stato fatto, ma evidentemente non sta funzionando), corruzione, sciatteria di funzionari e dirigenti. Questa volta però oltre al disservizio, antipatico quanto si vuole, si parla di un rischio diretto per la salute.
LETTERA FIRMATA