La nostra storia inizia quando viene a mancare mia figlia Aurora (aveva 7 mesi) a causa di una grave e rara malattia nel dicembre del 2015.
Noi viviamo a Villaverde, un bellissimo quartiere in estrema periferia, confinante con la borgata Finocchio con torre Gaia e Tor Bella Monaca.
Villaverde sta più o meno lì... nel mezzo.
Quello che manca(va) a Villaverde -a dispetto del nome- erano gli spazi verdi dove potersi incontrare.
In via Gagliano del Capo c’era un terreno di qualche migliaio di mq “abbandonato a se stesso” (ci andavano gli zingari al bagno e molti ci buttavano la mondezza passando) che il Cdq stava cercando di recuperare. Era stato chiamato “parco archeologico villaverde”, questo in virtù di alcuni reperti archeologici sotterranei che pochi ricordano di aver visto ma che la soprintendenza dice ci siano.
Al tempo in cui Aurora è morta erano riusciti a farlo recintare e pulire e si iniziava a parlare di trasformarlo in un parco giochi. Ovviamente non c’erano fondi a disposizione, quindi per il Momento oltre alla recinzione non si sarebbe potuto fare molto di più.
Quando perdi un figlio, ti ritrovi tuo malgrado in un limbo dal quale non uscirai mai più.
La sola cosa che puoi fare è cercare di trasformare quel purgatorio in modo che sia il più “confortevole” per te.
Noi piuttosto di piangerci addosso pensammo agli altri bambini.
Per ricordare Aurora, con mia moglie Valentina, pensiamo quindi di acquistare un gioco (magari un’altalena) da regalare a quel parco (già all’epoca iniziava ad esser frequentato da famiglie senza che però ci fosse nulla), poi però mi imbatto in un articolo su internet in cui si parla del “crowdfunding “ e inizio a pensare che se fossi riuscito a coinvolgere qualche persona in più, magari invece di una piccola altalena, ne avrei messa una più grande.
Così in un pomeriggio, nasce la pagina “un parco per Aurora”, faccio un breve video dove “recitano” i fratelli di Aurora realizzo un sito in cui mi ripropongo di tener aggiornato al centesimo le donazioni e scrivere le varie iniziative e i nomi dei donatori.. e la campagna parte.
La faccio breve, in quasi 4 mesi di campagna (8 gennaio-29 aprile compleanno di Aurora) la nostra iniziativa diventa “virale”, coinvolgiamo attori, tv, giornali e tantissime persone “normali” dal cuore enorme.
In moltissimi si innamorano di Aurora e della sua storia e -incredibilmente - donano migliaia di euro da tutto il mondo (Usa, Canada, Emirati Arabi Italia e ovviamente Roma).
Alla fine raccoglieremo 55000€ (euro più euro meno) ed il giorno del compleanno di Aurora li abbiamo regalati “virtualmente” al quartiere e al Comune di Roma.
All’epoca c’era la giunta Scipioni, che come ricorderete non stava passando un buon periodo. Il sindaco Marino era “caduto” da qualche mese, e Roma aspettava di conoscere chi l’avrebbe governata.
In tutta questa confusione “politica” inizia il nostro iter “amministrativo burocratico” alla ricerca delle autorizzazioni per costruire il Parco Aurora.
Inizialmente commettiamo degli errori e perdiamo tempo.
Pensando a come muoverci ragioniamo con il presidente del Cdq, con quello del Consorzio Villaverde che il primo passo da fare fosse quello di ottenere l’ok a costruire da parte della Sovrintendenza (essendoci sottoterra dei reperti archeologici). Avviamo -autonomamente- l’iter con quegli uffici che va avanti per tutta l’estate 2016.
Erano ovviamente titubanti a far costruire un parco sopra dei “reperti storici”, tuttavia dopo numerosi incontri e “pacate” discussioni otteniamo l’autorizzazione a poter costruire il nostro parco su quel terreno. Sembrava ce l’avessimo fatta ma in realtà non era così.
Quel parco, non era destinato ad essere un “parco pubblico” nel piano regolatore avrebbe dovuto essere un parco destinato a “servizi” che però - visti i vincoli della soprintendenza - mai avrebbero potuto ospitare nulla che fungesse come “servizio” per la città. Occorreva quindi trasformare la destinazione d’uso del parco da “servizi” a “parco pubblico”.
Di questa cosa, se n’era iniziata ad occupare la giunta Scipioni, in particolare con Pasquale Gidaro (all’epoca mi sembra di ricordare fosse assessore o consigliere) e che fra l’altro vive nel quartiere ed ha un ottima memoria storica.
Prima che la giunta decadesse, era riuscito a far approvare una delibera fondamentale che se utilizzata adeguatamente avrebbe abbreviato i tempi burocratici per il cambio di destinazione d’uso.
Arriviamo a settembre 2017, Roma ha un nuovo sindaco, siamo felici di vedere che sugli scranni del VI Municipio c’è una giunta composta da persone “come noi”, gente di borgata che viene dal basso con tanta voglia di fare. Sentiamo che con loro il Parco vedrà la luce in tempi brevi. L’inizio - fra l’altro - è dei più incoraggianti.
Leggiamo che di lì a pochi giorni la commissione lavori pubblici del VI municipio si sarebbe riunita per la prima volta, così vado a presentarmi e a far conoscere il progetto.
Fui lieto di vedere che la cosa fosse ben nota e ancora più lieto nel vedere come la commissione si rese disponibile sin Da subito ad appoggiare il progetto.
Nel giro di poche ore dalla mia visita, venni contattato per prender parte ad una nuova commissione in cui si sarebbe parlato solo del Parco.
A questa commissione ne seguirono altre dov’è venne focalizzato un percorso da seguire (ammetto che questo modo di lavorare mi piaceva, non si navigava a “vista”) che trovó il suo apice quando venne indetta la prima “conferenza dei servizi” fatta apposta per il parco.
La conferenza dei servizi è una riunione in cui allo stesso tavolo si ritrovano i vari dirigenti degli uffici pubblici con i politici, affinché in poco tempo si inquadrino le problematiche e si risolvano più velocemente.
Bene la nostra conferenza andò deserta.
Allo stesso tavolo ci ritrovammo sempre i soliti, la commissione LLPP, il presidente del Cdq, gli esponenti dell’opposizione pochi altri.
Mancavano i dirigenti di alcuni uffici - come il Simu - indispensabili per avere delle risposte chiare.
Quel giorno però accadde una cosa fantastica che non dimenticherò mai. Il presidente Agnini, chiamò il responsabile del Simu che non era potuto venire (mancava una macchina di servizio) e disse che saremmo andati noi da lui. Così facemmo. Al Simu ci venne detto che sarebbe stato possibile fare il cambio di destinazione d’uso del Parco a condizione che il municipio ne facesse richiesta “ufficialmente”. In sostanza avrebbero dovuto emettere una delibera consigliare in cui avallavano questa cosa.
Siamo più o meno a novembre del 2016. Onestamente credevo sarebbe stata una cosa molto semplice, sarebbe bastato riunire il consiglio municipale, deliberare questa cosa, protocollarla e mandarla al Simu. Bene, qui iniziano i veri problemi.
Fino a quando si trattava di “dover parlare”, la giunta si è resa disponibile, quando si è iniziato a dover mettere per iscritto le cose (e quindi occorreva che qualcuno si prendesse delle responsabilità) i dubbi iniziarono a farsi avanti, e con essi la perdita di tempo.
Prima la Commissione aveva pensato di coinvolgere il consorzio Villaverde chiedendogli di provvedere con i loro fondi a fare il parco; il consorzio per dire ufficialmente che non aveva i fondi in quanto vincolati per possibili beghe legali del centro polifunzionale che stava sorgendo a pochi passi dal Parco Aurora c’ha messo comunque del tempo.
Poi mi proposero di “cambiare parco” e costruire il Parco Aurora in altra zona come ad esempio Ponte di Nona.
Ovviamente rifiutai.
Poi mi venne paventata la necessità di “fare una gara d’appalto” per poter appaltare la costruzione del Parco (ma ovviamente questa richiesta non aveva senso essendo io un privato che non donava soldi ma beni e la cosa finì lì) fino a quando la cosa andò in stallo perche quella famosa delibera consigliare con la richiesta del cambio di destinazione d’uso non si riusciva a fare.
Ogni volta c’era un problema che la faceva rimandare.
Poi però dopo un ennesimo sfogo sulla pagina Facebook in cui spiegavo il problema, vengo contattato da Gidaro che mi disse: “guarda che quella delibera l’avevamo fatta noi non potemmo mandarla avanti perché decademmo come giunta pochi giorni dopo ma è valida, scaricatela da internet e portagliela che devono accettarla”. È così arriviamo all’ultimo incontro in cui ci siamo seduti allo stesso tavolo.
Ricordo che erano presenti Agnini, Ilaria, e diversi altri.
La riunione era iniziata con le solite storie, che si stava cercando di capire come avrebbero dovuto “scrivere” questa delibera. Poi interviene mia moglie e dice, scusate ma perché non mandate avanti questa, è pronta. E mostra la delibera fatta dalla giunta Scipioni.
Al di là dello stupore e del lasciare intendere che quella delibera fosse stata “tenuta nascosta” chissà per quale ragione (noi l’abbiamo trovata in 5 minuti su internet nel sito del municipio) si decide di accoglierla e ovviamente modificarla qualora ce ne fosse stata la necessità e farcela avere entro il 31 dicembre 2016.
Ricordo bene questo impegno, perché glielo strappai con un po’ di fatica, considerando che eravamo intorno a metà di dicembre.
Bene la delibera alla fine è arrivata, ovviamente non utilizzarono quella che già c’era, ne fecero un’altra pressoché identica alla precedente ma con firme nuove.
Chiaramente non arrivò per il 31 dicembre ma per febbraio 2017 cosicché perdemmo altri due mesi.
Da quell’incontro di dicembre fino ad ottobre 2017 (giorno dell’inaugurazione) io non ricordo di averli più incontrati, mi sentivo con Agnini raramente tramite whatsapp ma nulla di più.
Da quel momento i rapporti con i vari dipartimenti li prendemmo in mano io e il presidente del Cdq Villaverde, se fosse stato per il municipio avrebbero aspettato tranquillamente che i vari dipartimenti seguissero il loro iter (esattamente come sta accadendo ora per la fontanella) con i tempi che ci sarebbero voluti.
E invece, grazie alla disponibilità di persone coscienziose trovate al Simu, al Pau e nel servizio giardini nel giro di pochi mesi abbiamo avuto l’ok ad iniziare i lavori (partiti a fine agosto 2017) ed arrivare all’inaugurazione il 21 ottobre 2017.
La “resa dei conti” c’è stata il giorno dell’inaugurazione. Per prima cosa non inviarono nessuno (dico NESSUNO nemmeno un usciere) a presenziare al taglio del nastro. Il motivo era valido, andò a fuoco un asilo nido il giorno prima e il presidente era impegnato in questa cosa tuttavia non trovate una persona disposta a presenziare in vostra vece?
Sono poi venuti nel tardo pomeriggio quando la festa stava per concludersi.
Vederli così soddisfatti mi rallegrava, mi chiesero di farci alcune foto vicino ai giochi, le solite cose...
Poi però ebbi la pessima idea (col senno di poi ammetto che fu un passo falso) di chiedere di non pubblicare quelle foto sui vari profili dicendo che quella era “una loro vittoria” perché non era vero, era la vittoria in primis di noi cittadini che c’abbiamo scommesso e investito tempo e danari e poi -solo poi- una vittoria politica.
Apriti cielo, in due secondi si sono trasformati.
Da lì è nata una discussione infinita conclusasi con l’abbandono in blocco della festa dei vari rappresentanti politici del Municipio e l’invio dopo nemmeno 20 minuti di una pattuglia dei vigili urbani che avrebbe dovuto far sgomberare il Parco (dove c’erano non meno di 4-500 persone di cui la metà bambini).
Per fortuna, alla fine non ci sgomberarono e la festa (seppur rovinata) poté andare avanti.
Il giorno dopo sulle pagine Facebook di alcuni di loro si parlava di “vile aggressione politica” avvenuta all’inaugurazione di “un Parco a Villaverde”, di “irriconoscenza”...
Chiaramente si erano guardati bene dal bloccarmi e cancellarono prontamente i commenti di persone presenti che controbattevano.
Il tempo passa, i nostri rapporti diventano inesistenti ma arriviamo al punto in cui ho necessità di dover riallacciare -mio malgrado - dei contatti per chiedere a che punto fosse la pratica della fontanella.
Si perché al Parco Aurora, nonostante il Comune non abbia speso un centesimo, manca una fontanella.
Nella delibera n 12/17 è scritto chiaramente che nel parco dovrà esser messa una fontanella, l’illuminazione notturna, ed altre cose. Il municipio tramite Agnini dice che non è compito loro.
Nel frattempo il presidente del Cdq (uno dei pochi che si sta veramente facendo il mazzo con me) cerca di andare a parlare con l’assessore ai lavori pubblici Margherita Gatta la quale si impegna a fare qualcosa entro breve (passa ovviamente altro tempo) poi Acea viene a fare il preventivo di spesa per installare questa fontanella (circa 2200€) e la palla passa nuovamente all’assessore Pinuccia Montanari e al Simu.
Io non posso far altro che tenere alta l’attenzione inviando mail ad Agnini (nel frattempo mi ha bloccato anche su Whatsapp e al telefono non mi risponde) chiedendo ai miei follower di scrivere alla sindaca (ne sono state inviate centinaia di mail) e informando gli utenti del Parco circa l’immobilita di questa giunta.
Ora nell’ultimo consiglio (vedi video) un consigliere chiede esplicitamente perché non viene installata la fontanella, e la risposta del presidente della Commissione LLPP è chiara e netta “Non occorre sollecitare la pratica che è al
Simu e ci metterà il tempo che ci vorrà.”
Adesso il problema principale della giunta non è cercare di recuperare alla figuraccia che stanno facendo, ma è quello di minacciarmi di querelarmi perché ho divulgato - a loro dire - un video “artefatto” e scrivere sui social che il Parco era bloccato da anni e che se alla fine è stato aperto è grazie a loro.
Ricordiamo che il Parco è autofinanziato, viene manutenuto solo da volontari e il municipio si è perfino lamentato che mettemmo delle telecamere finte (che nonostante avessi chiesto un parere (favorevole) al garante della privacy mi hanno fatto togliere a scopo deterrente.
Quello che chiedo è che ci si muova affinché una benedetta fontanella venga installata al Parco. E che i politici alzino il telefono e rappresentino il nostro disagio è quello di centinaia di bambini che con questo caldo sono costretti a raggiungere una fontanella distante 400 mt o a portarsi l’Acqua da casa.
Guido Troianelli
Guido Troianelli