Bisognerebbe fare un blog apposito, o per lo meno una sottosezione di Roma fa Schifo esclusivamente dedicata alle proteste assurde dei romani. Il romano è un cittadino abbastanza pronto a protestare, ma mai e poi mai sulle cose davvero serie e profonde. Mai. Sempre sulle idiozie, sulle robe simboliche, sulle questioni di principio, mai nel merito, mai sulle faccende che davvero cambiano faccia alla partita del destino della propria città.
Guardate Roma in questi ultimi due anni. Raggi l'ha seviziata, torturata, le ha tolto ogni residua, plausibile e futuribile speranza di risorgere un domani. Eppure tutti muti. Dai partiti all'ultimo cittadino. Poi però basta un qualcosa che ha un qualche minimo e patetico valore simbolico e si presta all'indignazione condivisa (una delibera sulla Casa Internazionale delle Donne) e tutti si sollevano, l'angoscia serpeggia, la protesta monta, la piazza si riempie. Così come il nostro cuore si riempie di tristezza, la tristezza di chi legge chiaramente in filigrana che questa città non ce la può fare.
Un'altra protesta piuttosto ridicola - ne parleremo nei prossimi giorni - è quella contro la chiusura del Cinema Maestoso, per tacere delle ignobili petizioni contro un parcheggio interrato che si sta progettando e speriamo realizzando a fianco del già esistente parking Ludovisi, fino ad arrivare alla protesta per la demolizione e ricostruzione di Villa Paolina, un villino degli anni Venti ignorato per novant'anni (tant'è che come tutto il resto della zona è immerso in un contesto di profondo degrado) e oggi trasformatosi in un bene culturale inestimabile da tutelare a tutti i costi visto che è oggetto di un progetto di demolizione e ricostruzione. Politici, presidenti di municipio, comitati, intellettuali, associazioni (Italia Nostra in testa ovviamente, come ti sbagli!?). Tutti mobilitati perché una società ha ottenuto il permesso per demolire l'edificio e ricostruirlo in virtù della legge del Piano Casa regionale.
A Viale XXI Aprile i cittadini non protestano per la manutenzione delle strade, non protestano per gli ambulanti, non protestano per il verde abbandonato, non protestano per la doppia fila o per i cartelloni abusivi, non protestano per i cassonetti, per i catafalchi gialli della raccolta indumenti, per la monnezza dovunque, per i graffiti sui muri. No. Ma se qualcuno acquista un piccolo palazzo e legittimamente prova farci su un progetto di sviluppo immobiliare apriti cielo: chi sembrava morente, silente o dormiente si risveglia come per miracolo con tutto il suo novello senso civico. E col massimo dell'energia. Roma non deve cambiare mai, soprattutto deve rimanere capitale incontrastata del degrado più assoluto. Così fa comodo a chi manovra.
Dopo le tante protesta tuttavia i costruttori sono tornati sui loro passi e hanno incaricato fior di urbanisti di ripensare il progetto iniziale che effettivamente cambiava molto le dimensioni dell'edificio rispetto all'originale. Le nuove proposte riguardano un edificio più in linea con i circostanti, più studiato, più colto, molto più basso. Tuttavia il Comune invece di accettare le modifiche al progetto, sta puntando a bloccare la demolizione tout court con una Determina dirigenziale. Ovviamente il blocco non reggerebbe al TAR e così facendo (è il solito comportamento ideologico, cui l'amministrazione ci ha abituato), vincendo al tribunale amministrativo, il costruttore verrebbe autorizzato a procedere. Già, ma non col nuovo progetto più sostenibile e opportuno, bensì proprio col vecchio, il primo presentato, quello che ha scatenato le proteste. La rigidità del Comune non potrà insomma che fare gravi danni alla città e gravi esborsi di spese in studi legali e quant'altro con la nuova giunta.
E perché la politica fa questo? Per demagogia, per populismo, per ideologia, certo. (Così si potrà dire: "noi ci abbiamo provato, ma i magistrati hanno dato il permesso al costruttore di andare avanti". E come fa la vecchissima politica si scaricherà la responsabilità). Ma anche per rispondere alle proteste idiote dei comitati e della gggente. Proteste di retroguardia, insomma, mirate solo a distruggere e non a costruire alcunché creano dei danni gravissimi e legittimano la politica a comportarsi in maniera pavida.
E c'è una cosa che i cittadini non hanno minimamente considerato: la trasformazione urbana genererebbe quasi 700mila euro di oneri concessori. Significa avere le risorse per riqualificare le strade, significa connettere quest'area al pezzo già riqualificato (grazie ad un parking interrato, per l'appunto!) di Viale 21 Aprile, significa trasformare Largo 21 Aprile - oggi un incrocio squallido - in una piazza come non è mai stato.
Non dialogare col privato, dunque, significa perdere soldi in cause legali perse in partenza, significa bloccare il territorio, impedire la creazione di nuovi posti di lavoro, impedire il miglioramento dell'arredo urbano del quartiere e, in definitiva, favorire la realizzazione del primo progetto depositato, molto più impattante dell'ultima versione. E la Soprintendenza? Che dice? E' stata sentita? Prima di revocare il progetto il Comune di Raggi e Montuori ha domandato a Prosperetti se gradisce o meno la nuova progettualità? O si rischia di stoppare un progetto che piace alle belle arti per poi vederne realizzato, via TAR, uno invece sgradito?
Insomma, prima di protestare, informatevi bene. Molto bene. Altrimenti finite nella "Rubrica Proteste Stupide" di Roma fa Schifo...
Guardate Roma in questi ultimi due anni. Raggi l'ha seviziata, torturata, le ha tolto ogni residua, plausibile e futuribile speranza di risorgere un domani. Eppure tutti muti. Dai partiti all'ultimo cittadino. Poi però basta un qualcosa che ha un qualche minimo e patetico valore simbolico e si presta all'indignazione condivisa (una delibera sulla Casa Internazionale delle Donne) e tutti si sollevano, l'angoscia serpeggia, la protesta monta, la piazza si riempie. Così come il nostro cuore si riempie di tristezza, la tristezza di chi legge chiaramente in filigrana che questa città non ce la può fare.
Un'altra protesta piuttosto ridicola - ne parleremo nei prossimi giorni - è quella contro la chiusura del Cinema Maestoso, per tacere delle ignobili petizioni contro un parcheggio interrato che si sta progettando e speriamo realizzando a fianco del già esistente parking Ludovisi, fino ad arrivare alla protesta per la demolizione e ricostruzione di Villa Paolina, un villino degli anni Venti ignorato per novant'anni (tant'è che come tutto il resto della zona è immerso in un contesto di profondo degrado) e oggi trasformatosi in un bene culturale inestimabile da tutelare a tutti i costi visto che è oggetto di un progetto di demolizione e ricostruzione. Politici, presidenti di municipio, comitati, intellettuali, associazioni (Italia Nostra in testa ovviamente, come ti sbagli!?). Tutti mobilitati perché una società ha ottenuto il permesso per demolire l'edificio e ricostruirlo in virtù della legge del Piano Casa regionale.
A Viale XXI Aprile i cittadini non protestano per la manutenzione delle strade, non protestano per gli ambulanti, non protestano per il verde abbandonato, non protestano per la doppia fila o per i cartelloni abusivi, non protestano per i cassonetti, per i catafalchi gialli della raccolta indumenti, per la monnezza dovunque, per i graffiti sui muri. No. Ma se qualcuno acquista un piccolo palazzo e legittimamente prova farci su un progetto di sviluppo immobiliare apriti cielo: chi sembrava morente, silente o dormiente si risveglia come per miracolo con tutto il suo novello senso civico. E col massimo dell'energia. Roma non deve cambiare mai, soprattutto deve rimanere capitale incontrastata del degrado più assoluto. Così fa comodo a chi manovra.
Dopo le tante protesta tuttavia i costruttori sono tornati sui loro passi e hanno incaricato fior di urbanisti di ripensare il progetto iniziale che effettivamente cambiava molto le dimensioni dell'edificio rispetto all'originale. Le nuove proposte riguardano un edificio più in linea con i circostanti, più studiato, più colto, molto più basso. Tuttavia il Comune invece di accettare le modifiche al progetto, sta puntando a bloccare la demolizione tout court con una Determina dirigenziale. Ovviamente il blocco non reggerebbe al TAR e così facendo (è il solito comportamento ideologico, cui l'amministrazione ci ha abituato), vincendo al tribunale amministrativo, il costruttore verrebbe autorizzato a procedere. Già, ma non col nuovo progetto più sostenibile e opportuno, bensì proprio col vecchio, il primo presentato, quello che ha scatenato le proteste. La rigidità del Comune non potrà insomma che fare gravi danni alla città e gravi esborsi di spese in studi legali e quant'altro con la nuova giunta.
E perché la politica fa questo? Per demagogia, per populismo, per ideologia, certo. (Così si potrà dire: "noi ci abbiamo provato, ma i magistrati hanno dato il permesso al costruttore di andare avanti". E come fa la vecchissima politica si scaricherà la responsabilità). Ma anche per rispondere alle proteste idiote dei comitati e della gggente. Proteste di retroguardia, insomma, mirate solo a distruggere e non a costruire alcunché creano dei danni gravissimi e legittimano la politica a comportarsi in maniera pavida.
E c'è una cosa che i cittadini non hanno minimamente considerato: la trasformazione urbana genererebbe quasi 700mila euro di oneri concessori. Significa avere le risorse per riqualificare le strade, significa connettere quest'area al pezzo già riqualificato (grazie ad un parking interrato, per l'appunto!) di Viale 21 Aprile, significa trasformare Largo 21 Aprile - oggi un incrocio squallido - in una piazza come non è mai stato.
Non dialogare col privato, dunque, significa perdere soldi in cause legali perse in partenza, significa bloccare il territorio, impedire la creazione di nuovi posti di lavoro, impedire il miglioramento dell'arredo urbano del quartiere e, in definitiva, favorire la realizzazione del primo progetto depositato, molto più impattante dell'ultima versione. E la Soprintendenza? Che dice? E' stata sentita? Prima di revocare il progetto il Comune di Raggi e Montuori ha domandato a Prosperetti se gradisce o meno la nuova progettualità? O si rischia di stoppare un progetto che piace alle belle arti per poi vederne realizzato, via TAR, uno invece sgradito?
Insomma, prima di protestare, informatevi bene. Molto bene. Altrimenti finite nella "Rubrica Proteste Stupide" di Roma fa Schifo...
Grandissimi. Max è tornato alla carica sulla sua bici con due video in due giorni . Non aspetto altro! Miticherrimi! Sindaco subitoh!!!!!!
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Sembra un'espressione contorta di 'benaltrismo'. Non molto convincente, peraltro.
RispondiElimina..."tant'è che come tutto il resto della zona è immerso in un contesto di profondo degrado"....vero di fronte all'accademia tedesca e ad angolo con via g.b. de Rossi una delle strade più esclusive di Roma è un contesto di profondo degrado!!! Giusto demolire un villino anni 20 per costruire un bel palazzone squadrato anni 80 di cui l'unica immagine che gira è un orrendo fotomontaggio da lontano in bianco e nero!! Un intervento che toglie al quartiere un servizio (scuola) aumentando il carico urbanistico sull'area (residenze) tra l'altro di infima qualità architettonica è francamente indifendibile...
RispondiEliminaa me il villino è sempre piaciuto. Quello e gli altri in zona. Così come praticamente in tutta la città. E' vero, verissimo, che a RIFARE (anche se "peggio") i soldi si muovono, però mi pare che a Roma si costruisca tranquillamente, spesso prescindendo dalle necessità reali (o è un mito quello degli appartamenti vuoti, non dico sfitti, proprio vuoti?).
RispondiEliminaE allora abbattiamo il brutto non il bello o, come in questo caso, il decente.
Cordialità
P.S.: i soldi si muovono, ma per il 90% nel lusso di chi ha già...le ricadute sulla gente comune sono modeste, il più delle volte si fa la romanella anche dove le cose (e le case) sembrano brillare.
Cara RfS, ti seguo con affetto da tempo e posso dirti che hai toppato clamorosamente sull'abbattimento dei villini storici.
RispondiEliminaSono uno dei tratti architettonici piu' caratteristici e di valore della nostra citta', abbatterli e' un vero e proprio CRIMINE. Non so cosa ti sia passato per la mente.....
La legge sulla demolizione e ricostruzione si deve applicare agli edifici ex industriali fatiscenti, agli sfasciacarrozze, ai palazzi degradati non ai villini storici nel centro. Qual è il vantaggio per la collettività di questa operazione? La tutela del paesaggio e dell’identità storica di un luogo sono dei valori che un amministrazione pubblica seria ha il dovere di tutelare.
RispondiEliminaTonelli,il suo tono di voce con i heeemmmm mmmmh sulla sua bici mentre non lavora e il massimo. Noi tutti attendiamo i suoi video.ma la voce ci deve essere! Mitiko!
RispondiEliminaMa si inizi a buttare giù tutte le schifezze "architettoniche"costruite dagli anni cinquanta in poi.i vari serpentoni, le numerose tor bellamonica,le svariate torsapienza e così via.Fatte costruire da amministrazioni sempre e comunque di centro sinistra.
RispondiEliminaAndate a lavorare invece di sfasciarci le scatole capre illetterate senza contratto alcuno. Ora giro a Sgarbi .
RispondiEliminaTonelli, altra occasione per tacere persa clamorosamente...
RispondiEliminarfs , risparmiaci le tue lezioni di architettura; che hai dei gusti di merda lo abbiamo capito , ti piacevano quei 3 grattacieli di libeskind a forma di telefono satellitare incluso lo stadio a patetica forma di colosseo e questo basta per capire la mente contorta che ti ritrovi.
RispondiEliminaper fortuna non tutti sono come te e molti capiscono che gli edifici d'epoca vanno valorizzati e conservati nella loro forma originale il più possibile e un edificio degli anni 20 non si tocca come non toccheresti un mobile di antiquariato.
con gli orrori costruiti a roma negli anni 50 e 60, quelli si che andrebbero si rasi al suolo e ricostruiti, solo un demente come te se la può prendere con un bellissimo edificio d'epoca di cui non riesce a vederne la bellezza
Tonelli, a quando una "Rubrica articoli stupidi"? Pensa: potresti mettere lì dentro tutto il tuo assurdo sito.
RispondiEliminaGaetano a. Bresci mito indiscusso dei commenti scritti in Romanaro sul sito fb! Top!
RispondiEliminaNon guardate per una volta hemmmmm. Mito
RispondiElimina
RispondiEliminase le proteste hanno portato i costruttori a fare un passo indietro e proporre un nuovo edificio più in linea con i circostanti, più studiato, più colto, molto più basso... forse non sono state così tanto stupide e inutili non credi?
Va bè, ormai siamo ben oltre la corruzione, la pazzia e la brutalità.
RispondiEliminaSuggerisco a tutti coloro che debbono tutelare gli immobili soggetti ad abusi, di presentare un 400 codice civile, ossia non una semplice denuncia, durante la quale le demolizioni vengono compiute, ma un provvedimento col quale si chiede al giudice di bloccare azioni incipienti che arrecheranno nocumento grave e irreversibile al bene del singolo o della comunità.
Il resto è becera connivenza, crassa ignoranza, e brutalità senza vergogna.
Ragazzi se non si smuove un po' l'immobiliare non si crea lavoro. Parlare di scempio e' una chiara esagerazione. Se gli oneri accessori sono corretti non vedo problemi se no saremmo ancora con le insule romane
RispondiEliminaMa demolisci tua sorella, merda!
RispondiEliminaIl piazzale e i giardinetti del monumento al finanziere sono stati rifatti pochi ani fa. Il contesto di "profondo degrado" non lo riesco a vedere se non fosse per gli indegni "alberi stradali" spelacchiati piazzati qua e la soprattutto su via G. B. De Rossi. Per il resto quella specie di parallelepipedo piuttosto squallido e fuori tema della prima foto riqualificherebbe il contesto? Mah!
RispondiElimina@maggio 23, 2018 11:32 AM
RispondiEliminasono costretto ad autocitarmi, per quello che vale, si capisce.
" E' vero, verissimo, che a RIFARE (anche se "peggio") i soldi si muovono, però mi pare che a Roma si costruisca tranquillamente, spesso prescindendo dalle necessità reali (o è un mito quello degli appartamenti vuoti, non dico sfitti, proprio vuoti?).
E allora abbattiamo il brutto non il bello o, come in questo caso, il decente.
P.S.: i soldi si muovono, ma per il 90% nel lusso di chi ha già...le ricadute sulla gente comune sono modeste, il più delle volte si fa la romanella anche dove le cose (e le case) sembrano brillare."
Le insule romane: se ce ne fosse una ancora intatta la dovremmo buttare giù?
Cordialità
Ciao,
RispondiEliminaOFFRIAMO UN PRESTITO DI SOLDI VELOCE E AFFIDABILE A VOSTRA DISPOSIZIONE ENTRO 48 ORE CON UN TASSO DI INTERESSE DEL 2%
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RispondiEliminaCOME AGLI INDIOS, VETRI IN CAMBIO DI DIAMANTI...
RispondiEliminaPerché comprare un gioiellino del genere per distruggerlo? Solo perché - a evidenza - i palazzinari sono gli scarti della società? Sicuramente.
Ma c'è dell'altro. Ed è la ricerca di una scientifica devastazione della cultura, dell'economia e del patrimonio italiano.
Il motivo per cui l'Africa è un paese miserabile, malgrado gli aiuti che riceve da 50 anni e passa, è che questi aiuti in realtà vengono rigirati in forma di tangenti istituzionali ai ras locali, che agevolano lo sfruttamento extracontinentale del territorio, impoverendo sempre di più le economie locali.
Lo stesso sta succedendo in Italia.
La classe politica dell'ultimo trentennio corrisponde ai ras africani, e in cambio di sostegno professionale agevola politiche che radono al suolo benessere, autonomia, garanzie, diritto e dignità nazionale.
A questa classe politica, che propone di ricostruire l'arena da calcio dentro al Colosseo, che regala le aziende strategiche alla cina, che impone ai neonati la inoculazione di nocumentosi vaccini, corrisponde una classe di professionisti e imprenditori che in cambio di soldi favori e carriera,
fanno propaganda al disfacimento della penisola, e lo perpetrano.
Questo disfacimento comprende anche la rimozione di secoli di storia e bellezza.
E come agli indios i conquistatori regalavano vetri colorati in cambio di oro e pietre preziose, così questa gente pretende di rubare agli italiani l'oro di una millenaria stratificazione storico - artistica e urbanistica, per lasciare loro in cambio le vetrine luccicanti di albergacci, negoziacci, ufficiacci, di architetti contemporanei tutti uguali.
E siccome i politici venduti hanno già ceduto a una decina di imprenditori tutta la gestione dell'economia, dieci imprenditori possono permettersi di far fare carriere surreali a gente senza arte né parte, purché inserita in questa propaganda anti - italiana (per esempio quella che incita all'immigrazione o alla cementificazione selvaggia).
RispondiEliminaEcco perché tra l'altro dovrebbe essere vietato il trusting.
Stavolta dissento: la palazzina attuale è più che gradevole, quel mostro che vedo in quella foto è inguardabile.
RispondiEliminaPenso sarebbe meglio cominciare a demolire gli orrendi palazzoni costruiti negli anni 50 e 60 che hanno massacrato Roma. Ci sarebbe lavoro per decenni e si potrebbe veramente progettare una nuova Roma urbanisticamente umana e civile.
RispondiEliminaAnonimo delle 1:05 AM hai dimenticato le scia kimike e il gruppo Bilderberg...
RispondiEliminaIn tutto il mondo civilizzato imprenditori seri-nn palazzinari fetosi-creano lavoro e fanno impresa investendo e trasformando zone periferiche e semiperiferiche in quartieri cool e di tendenza.
RispondiEliminaAndate ad abbattere le zozzate costruite vicino al raccordo anulare ricostruendo e riqualificando aree dimenticate da Dio, altro che distruggere villini storici-MA SIAMO PAZZI?-
in viale XXI Aprile...
Ricordo che nella zona fino agli anni '70 si poteva demolire e ricostruire intensivamente: vedere come sono state ridotte Via Guattani o Via de Rossi.
RispondiEliminaLa trasformazione urbana si deve fare, ma dove manca la qualità: demolite Torre Maura, Tor Bella Monaca, Corviale (secondo Tonelli edificio d'autore: vacci a vivere, poi vediamo...), ma lasciate in pace Nomentano e Trieste.
E poi chi lo ha detto che gli abitanti non protestano per il degrado? Ci sono fior di comitati attivi su vari fronti, dalla riapertura di Villa Massimo, a Villa Torlonia.
E basta con questa abitudine fascista e 'romanara' di insultare chi dissente.
Stanno infangando e demolendo tutta l'arte d'epoca fascista o legata simbolicamente al periodo fascista: dalla teca di Morpurgo, a Palazzo Venezia, alle Torri di Ligini e l'eur in generale, agli splendidi villini del ventennio - questo è il secondo minacciato di demolizione - al Museo Tucci - perché Tucci è stato accusato, peraltro ingiustamente, di aver condiviso il manifesto sulla razza.
RispondiEliminaQuesto è il pd, l'infame pd, il pericoloso pd, forte dei suoi alleati palazzinari.
Fosse vera questa storia, riguarderebbe la totalità di questi villini....cioè "bisogna demolirli per questo, questo e quest'altro motivo", be' allora ok...No, è solo una questione squisitamente romana, se riesco a farlo lo faccio....inizio dalla percentuale che guadagna RFS.
RispondiEliminaTristezza....
Le porcate vanno somministrate in modo graduale e occultandone le vere motivazioni, per non suscitare reazioni. Marino voleva distruggere, non a caso, Via dei Fori Imperiali, e la sinistra sta sfasciando anche i musei militari, per trasformarli in location per eventi.
RispondiEliminaNomentano-Salario -Parioli-Prati- Delle Vittorie-la Roma Umbertina- Pinciano-EUR-Garbatella-zone residenziali di Roma Nord-Tutti quartieri da preservare e da non toccare. Tutto il resto costruito dal 1950 in poi fa pena e in un progetto dei sogni della durata di almeno mezzo secolo andrebbe gradualmente demolito e sostituito con costruzioni civili di dimensioni umane inserite in un contesto urbanistico razionale e vivibile.Ovvio che si tratta solo di un sogno ma solo cosi forse tra un secolo questa bellissima citta potrebbe risorgere.
RispondiEliminaPer puro caso oggi mi è capitata per le mani una pagin di Ida Magli in cui si spiega proprio questo.
RispondiEliminaLeggete La difesa dell'Italia, 2013, e si spiega come la demolizione delle architetture storiche rientri nella colonizzazione globalista, per diventare tutti una subcultura americana, con architetture sul modello del mc donald di Via Rolli, che sicuramente piace tanto a tonelli, in stile capanna dello zio tom 2.0, per gli italiani del 2018, schiavi in casa propria.
Stiamo al "parking" che riqualifica. Fra un po' riqualificheranno anche le discariche e gli inceneritori.
RispondiEliminabah, stavolta non mi avete convinto. sulle bancarelle e i cartelloni sono d'accordo con voi, ma su queste demolizioni che tolgono l'omogeneità dei quartieri proprio non ci siamo...
RispondiEliminama come si permette l'autore di questo blog di definire stupide le proteste, legittime, di chi non vuole che il proprio quartiere venga deturpato e reso disomogeneo e spaesante da un'edilizia modaiola che tra 3 anni farà schifo a chiunque. e poi, l'assurdità. per pochi spiccioli, tutti in mano ai privati, si vanno a cambiare la fisionomia e gli skyline dei quartieri più belli. questa storia ricorda lo scempio di cartellopoli nei confronti del quale l'autore di questo blog sembrava tanto sensibile. mi faccia capire, signor amministratore di roma fa schifo, quando si tratta di demolizioni lo skyline, la fisionomia dei quartieri, le prospettive che valevano per i cartelloni non valgono più? a proposito di stupidità delle ragioni degli altri...
RispondiEliminaBasterebbe riprendere le splendide, sensate, pagine di Brandi o di Cederna, le carte del restauro che tutelano la continuità del tessuto storico, i principi, che ormai dovrebbero essere patrimonio comune e che invece, c'è da ripeterlo, scientemente, vengono messi in discussione, come se fossimo in un paese di zulu invece che nella culla della civiltà, per non doversi neppure lontanamente ventilare l'ipotesi di abbattere l'edilizia più vecchia di 40 anni.
RispondiEliminaSe il senso estetico non ti soccorre, nel vedere questo equilibratissimo villino, che dà le piste a tutte le porcherie degli architetti moderni, dalle ciminiere di renzo piano ai grovigli di fuffas per non parlare degli architetti pret a porter che ristrutturano i ristoranti per la ndrangheta.
Ida Magli lo chiama il Laboratorio per la distruzione, concepito ai primi del Novecento - ma leggendone le allusioni nella letteratura probabilmente anche prima - da Inghilterra e stati uniti.
RispondiEliminaAl riguardo la studiosa osserva come sia stato del tutto insensato sia radere al suolo la città di Dresda, eden d'arte e di cultura, che centrare in Italia obiettivi del patrimonio di bellezza e storia come Montecassino: da parte di quegli americani che ci venivano ad "aiutare".
Lo scopo è la colonizzazione, e siccome gli anglosassoni sono scimmie, l'unico modo per colonizzarci è distruggere tutto ciò che ci rende evidentemente sovraordinati alla loro inciviltà, a partire da secoli di conquiste, anche urbanistiche.
Un'urbanistica che non è un omogenea distesa di forme geometriche, come vorrebbe tonelli, ma un caleidoscopico coacervo di creatività determinata cronologicamente.
Sennò arriveremo a uniformare le case antiche di Firenze, per rendere "omogenea" l'edilizia, un principio architettonico insussistente.
" Lo sventratore
RispondiEliminaLe tappe sventratorie di (metteteci il nome che volete): suo massimo talento: contaminare, sfregiare e profanare ciò che le persone civili considerano intoccabile".
Antonio Cederna
Su argomenti edilizi questo blog svela quell'anima del PD palazzinara, che in nome del far fare due soldi a un paio di costruttori amici del partito farebbe demolire il Colosseo.
RispondiEliminaFortunatamente non tutti in quel che è rimasto del PD son così.
Tone', ammazza le pizze che hai preso su sto post. Non ti sei mai chiesto se, ogni tanto, scrivi cazzate anche tu?
RispondiEliminaun post assurdo...sacrificare continuità territoriale, omogeneità architettonica e armonia di un quartiere per fare 4 soldi con un'architettura (che non voglio giudicare, magari in un altro contesto sarebbe stupenda ) che stenterebbe a inserirsi nella trama di quel quartiere è un affronto alla logica, alla ragione, alla socialità e alla soprattutto alla vista. mi ricorda la demolizione delle palazzine liberty che avveniva in francia negli anni 60 e 70, raccontata polemicamente nei libri di barbapapà di talus taylor. si demolivano le casette liberty per costruire orrendi nuclei abitativi. purtroppo a roma ci siamo già passati, soprattutto nell'area nord di prati delle vittorie, dove più o meno nello stesso periodo (forse prima, negli anni 50) alle casette liberty di primo novecento (che ancora resistono in via alessandro farnese e in via muggia) sono apparsi i grandi palazzoni di viale angelico, piazzale clodio e circonvallazione clodia. uno scempio che sarebbe inutile e antistorico replicare. mi chiedo cosa pensa il dott. tonelli di queste riflessioni.
RispondiElimina.
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Evergreen:
RispondiElimina"Delle molte migliaia di architetti, ingegneri e urbanisti italiani, la maggioranza è formata da gente irresponsabile e semi - analfabeta, e come tale piena di presunzione per quel minimo di cognizioni tecniche che a stento si è procurata all'università. Basta osservare quel che hanno costruito e vanno costruendo, dal centro di Milano a Por Santa Maria, ai Parioli o a Monte Mario, per convincerci che non abbiamo a che fare con uomini, ma con un branco di scimmie."
Solo della gente con passione ci si può fidare.
Cederna insostituibile.
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