Cosa sono quei trenini di NCC neri che si stanno divorando la città? E come combatterli?

31 marzo 2018
La città è definitivamente trasfigurata da questi soggetti. Si tratta di NCC neri, con vetri oscurati, tutti quanti modello VITO della Mercedes. E qui vi spieghiamo perché sono un cancro, una cancrena maledetta da estirpare. E perché creano danni a tutti, in primis a voi che state leggendo.


A Roma c'è una normativa sui bus turistici, è una normativa fallace, è una normativa che deve essere molto inasprita (e speriamo che lo sia quanto prima, l'amministrazione ci sta lavorando anche se con poca convinzione). Dal momento che c'è una legge, c'è anche chi trova l'inganno. Specie a Roma. Questi furgoncini neri sono appunto l'inganno. Tu tour operator hai 30 turisti, magari coreani o giapponesi (i principali clienti di questo scempio) da portare a Fontana di Trevi? Puoi fare due scelte. La prima è una scelta regolare: affittare un bus, pagare le dovute tasse, sottostare alle relative normative (tipo max 15 minuti di sosta nello stallo) e procedere. Chiedi ai turisti 50 euro a persona per il tour di mezza giornata, e te ne rimangono come margine di guadagno mettiamo 20.
In alternativa puoi fare un'altra scelta, purtroppo sempre per lo più legale, ma che ti permette di mantenere i 50 euro a persona ma su questi lucrare 30 o 35 euro di margine di guadagno netto.


Come fare? Semplice. Chiamare un "trenino". Il "trenino" è in gergo una pattuglia di NCC Vito Mercedes neri con vetri oscurati (tutte licenze di paesi remoti dell'entroterra laziale, molisano, umbro, campano; che praticamente non potrebbero lavorare a Roma o quasi e che fanno una concorrenza ignobile ai taxi) che caricano i turisti e li portano a fare il giro delle attrazioni, sostando in sosta selvaggia nei luoghi più impensati. Sul belvedere Cederna al Circo Massimo, sotto il Palazzo delle Esposizioni, su Via San Gregorio, attorno al Pantheon infilandosi dappertutto anche dove i bus non potrebbero mai arrivare. Ogni giorno è un calvario e questa vergogna contribuisce a caos, congestione, traffico, inquinamento non solo, come abbiamo già scritto, facendo concorrenza ai taxi (ma loro bloccano le città solo contro Uber, che invece gli porta anche nuovo lavoro, contro questi che glielo rubano nada), ma anche e soprattutto generando per il Comune un danno erariale considerevole togliendo denari alle casse che non vengono rimpinguate dai pullman. Più van VITO in giro significano, infatti, meno pullman e dunque meno tasse perché i pullman pagano un permesso mentre i "trenini" entrano dove vogliono (anche a Via dei Fori Imperiali eh!) senza preavviso, senza pagare nulla, senza permettere al Comune di avere un quadro di quante vetture entrano e quante escono e dunque uscendo anche dal computo statistico. Una assoluta malattia da curare con forza. 

Un autentico cancro, come dicevamo sopra, che andrebbe combattuto fortemente prima che uccida il paziente. E invece l'amministrazione sembra non intenzionata a fare nulla. Intervenire si potrebbe ovviamente, sia nella nuova normativa sul bus turistici sia con una delibera ad hoc che normi la possibilità di accesso a vetture NCC superiori ai 6 posti. La norma lascerebbe fuori le normali auto NCC ma colpirebbe queste vetturone pericolose, aggressive e super cafone (provate ad avere a che spartire con qualcuno dei loro autisti e poi ci raccontate, forse...) a 8 posti. 

Video: rischiare le penne a Trastevere a causa della sosta selvaggia

30 marzo 2018
Su Via delle Mura Portuensi non dobbiamo dire molto perché tutta la storia è spiegata nei due articoli che dedicammo a questa strada nel 2015. Il primo articolo, del 22 settembre di quell'anno, denunciava una situazione scandalosa di sosta selvaggia tanto pericolosa quanto scandalosa (proprio di fronte ad un comodo parcheggio privato nonché ad un importante ufficio dei vigili), il secondo articolo, del 30 settembre, dava conto dell'attività di pulizia fatta grazie alla nostra denuncia. 


Dopo quell'episodio la strada rimase finalmente sistemata per un bel poi. Poi smettemmo di controllare. Poco dopo arrivò il governo dei super honesty e mai avremmo pensato, passandoci oggi, di vedere il disastro che abbiamo visto. 

Praticamente tutto è tornato come all'inizio. Totale restaurazione Raggy-style. Una tristezza inaudita. E gente che rischia la buccia ad ogni minuto. Chissà se anche questa volta la Polizia Locale interverrà prontamente come fece 3 anni fa... Nell'attesa godetevi il video, che merita. 

Strage degli alberi e olocausto della comunicazione. Abbattono tutto e non spiegano nulla

28 marzo 2018
La storia degli abbattimenti degli alberi è solo l'ultima storia inquietante di un partito inquietante, di anni inquietanti, di uomini politici inquietanti come il nostro assessore all'ambiente Pinuccia Montanari. Quella dei cessi al Colosseo, quella di Spelacchio, quella dei rifiuti a cui cambiare nome in "materiali post consumo", ma pur sempre lasciandoli in strada, quella che è riuscita nell'intento di stoppare la crescita della raccolta differenziata a Roma che era in rimonta da anni ormai.

Ad un certo punto Sora Pinuccia ha deciso che era il momento di pigliarsela con gli alberi. Gare bloccate, burocrazia impazzita, anni e anni (ormai sono quasi 24 mesi) perduti a cialtroneggiare invece che ad agire ed ecco l'emergenza: ad ogni folata di vento vengono giù tanti di quegli alberi, pini, platani che non si capisce come sia possibile che nessuno ci abbia ancora lasciato le penne.

Risultato: si abbatte tutto. Invece di manutenere, si abbatte. Del resto siamo in piena filosofia pentecatta: togliere gli alberi fa risparmiare due volte. Da una parte non si spende per la manutenzione attuale e poi non si spende per la manutenzione futura. Interi viali, dalla Colombo all'Appia Nuova fino a Prati, cambiano faccia e perdono identità, ma tutto è più facile. 

Questa situazione si può cercare di spiegare percorrendo due strade, due ipotesi possibili. Eccole qui sotto. 




1. GLI ALBERI ERANO MALATI
Strano, perché a guardare i tronchi non sembrerebbe. Comunque può senz'altro essere possibile. In questo caso bisognava fare tre cose: la prima era comunicare la situazione ai cittadini, fargli sapere cosa stava succedendo, illustrare alla perfezione perché era inevitabile fare così; la seconda era tagliare gli arbusti; la terza era ripiantumare al loro posto arbusti di adeguata altezza per mitigare l'effetto spoglio della mega potatura. Di queste tre cose solo una è stata fatta: tagliare. La comunicazione si è limitata ad un incontro estemporaneo non comunicato, non presente sui siti ne del Comune ne del Muncipio (loro sono quelli della trasparenza), con l'obbiettivo malcelato di far sì che partecipassero meno persone possibile: una cosa penosa. 

2. GLI ALBERI NON ERANO MALATI
Non lo erano, ma sono stati abbattuti lo stesso. Perché? Per paura, per incapacità per ridurre il rischio. Se non ci sono alberi, non ci possono essere alberi che cadono. Malati o non malati poco importa: eliminare ogni rischio di incidente che possa poi essere addebitato alla Sindaca e farne calare il consenso. Perché l'obbiettivo è quello: il consenso. Non amministrare la città, ma esercitare il potere. E' lo stesso motivo per cui da un mese le ville e i giardini sono chiusi e sbarrati. C'è un briciolo di alea di rischio (come c'è in tutte le cose della vita) e allora meglio non rischiare. Togliere tutti i servizi così non ci si può lamentare dei servizi che non funzionano. E dunque si abbatte dove si ravvisa qualche briciolo di rischio e si lascia abbandonato tutto il resto, perché intanto le gare per le potature (manutenzione, capisci il termine manutenzione Sora Pinù?) sono mezze bloccate tra incapacità dei dirigenti (ma sono "fiori all'occhiello" quando ti devono votare) e burocrazia che necessitano di profonde riforme che nessuno fa e molti ostacolano.

Se davvero gli alberi sono stati abbattuti per un pregiudizio e in via preventiva, se davvero l'operazione è stata fatta non tanto con l'intento di amministrare davvero il territorio (pigliandosi anche i rischi del caso) quanto con l'intento di pararsi il kulo, beh, speriamo che qualcuno denunci la cosa e che qualcun altro proceda ad indagare chi ha messo la scelta sotto queste scelte. In attesa di questi chiarimenti resta l'enorme deficit di comunicazione che è forse ancora più grave delle strade sfregiate, delle consolari che ormai hanno solo i micidiali cartelloni abusivi (contro i quali la Giunta ha deciso di non far nulla per non torcere un pelo ai racket che li gestiscono) come elementi di arredo verticale e come fonte di ombra.

Non crediamo alle petizioni alle catene di Sant'Antonio, ma per completezza diamo notizia (oltre alle info ufficiali sul sito del Comune) alla petizione promossa da ParteCivile che chiede alla sindaca di interrompere gli abbattimenti. Non si tratta secondo noi di interrompere gli abbattimenti (gli alberi hanno un ciclo vitale, e quando occorre vanno sostituiti), si tratta di essere trattati come cittadini e non come sudditi e di essere messi al corrente di ciò che succede. Cosa che non avviene grazie all'amministrazione più opaca e losca che si sia mai vista in città.

Le foto e i video per rendersi conto come hanno ridotto Piazza Re di Roma

24 marzo 2018


Questa, signori miei, è Piazza Re di Roma oggi. E come oggi, da mesi e mesi. Forse da prima di Natale. Sicuramente l'arrivo dei grillini al governo del VII Municipio ha dato la stura alle aspettative e agli appetiti bancarellari su una delle piazze più belle del quartiere Appio Latino. L'area verde, di norma pedonale, si è trasformata come potete vedere dalle immagini e dal filmato in un volgare piazzale di sosta di tir, furgoni, camion, bombole e gruppi elettrogeni. In spregio delle più basiche norme di sicurezza. La piazza è diventata un luogo osceno, di cattivo gusto, con musica mediocre e stand bruttissimi. La puzza, intensa sia di cherosene per i gruppi elettrogeni sia di cibo scadente, non è purtroppo raccontabile da questo post e dalle nostre foto.




E' così da mesi. Chi sta organizzando questa porcheria? A chi è stato dato il permesso da parte del Municipio? Chi ha trasformato l'unica area verde del quartiere nella più brutta sagra di paese del mondo? Perché in tutte le città europee si fa a gare ad offrire il meglio dello street food di qualità mentre a Roma il livello è infimo, squallido, sciatto a tal punto? Chissà se l'opposizione nel VII Municipio si è fatta venire in mente di porre queste domande in consiglio, di fare un accesso agli atti, semplicemente di fare opposizione. 


Nel frattempo Piazza Re di Roma muore e contribuisce ad abituare lo sguardo dei bambini che pure ancora la frequentano al brutto, alla volgarità, alla sciatteria, al degrado più profondo e imbarazzante.

Roma unica città del mondo senza rimozioni forzate. E per il futuro sarà peggio

19 marzo 2018
Forse non vi rendete neppure conto di quanto sia grave. Il vostro autobus che rimane bloccato, il vostro passo carrabile occupato che vi impedisce di uscire con l'auto, le linee tramviarie ferme per un'auto posteggiata sui binari, la doppia fila che funge da infarto nelle arterie occluse del traffico cittadino, l'autoambulanza che porta vostra moglie partoriente in ospedale o vostro padre con un principio di infarto bloccata dalla tripla fila. 
Da secoli ormai a Roma, la città che ne avrebbe più bisogno in assoluto, non esiste il servizio rimozioni. E forse sotto sotto l'idea di questo nuovo pezzettino di impunità e anarchia vi piace pure.

Parcheggi da criminale e sai che al 99% (salvo che non intervengano i carri della Prefettura, della Protezione Civile, dello Stato della Chiesa...) la tua auto resterà lì e non verrà trasportata alla depositeria comunale. 

Il problema ebbe inizio nel novembre 2015, governo Tronca, ma già da metà 2016 la città iniziò a beneficiare del governo degli honesti&efficaci e dunque non si capisce come mai in tutto questo tempo, ben due anni, non ci si sia mossi minimamente per risolvere una faccenda esiziale, cruciale, centrale per Roma. Sia per affrontarla sia per cambiarne alla base il paradigma. Vedremo che nessuna delle due cose è stata fatta.

Ad un certo punto, quando già di tempo se n'era perso tantissimo, la sempre geniale ed efficacissima Linda Meleo, assessore ai trasporti, aveva deciso di assegnare il servizio di rimozione, attenzione attenzione, ad... Atac! Rendetevi conto la mossa strategica impareggiabile... All'epoca scrivemmo un lungo articolo dove spiegavamo la follia della cosa. Sempre nello stesso articolo indicavamo quale potesse essere uno dei modelli possibili per rendere efficace il sistema. Leggetevelo che ci teniamo molto e fateci sapere.

Ma oggi a che punto siamo considerando che da allora è passato un altro anno? Oggi siamo punto e a capo. Zero carri attrezzi, una città che è nelle mani della sosta selvaggia come non lo è mai stata. Il centro storico è ricoperto di lamiere, alla sera non esiste punizione alcuna e non c'è isola pedonale nel cuore della città che non si trasformi impunemente in garage. Si sono trasformate in parking alcune piazzette o aree protette che mai ci sarebbe aspettati...

La novità ultima a riguardo è la Commissione Trasporti che si è svolta la settimana scorsa, lunedi 12 marzo. Un'ora di discussioni che potete vedere filmate qui e che certificano alcune cose. Tutte clamorose. Le elenchiamo.


1.
Si sta ancora chiacchierando. Incredibilmente si sta ancora chiacchierando, soppesando, discutendo, discettando di benchmark internazionali. Nulla è deciso. E, se tutto andrà bene, se ne parlerà a novembre 2018, ma quasi mai tutto va liscio. E verso la fine del filmato Giampaoletti ammette: "questa gara ce la impugneranno". E dunque si arriva a giugno 2019. Ma sempre se tutto va bene eh...


2. Il 6 novembre 2017 il City Manager Giampaoletti aveva promesso un bando "in 15 giorni". Ora, il 12 marzo 2018, il City Manager Giampaoletti promette un bando "in 15 giorni"...

3. Il City Manager Giampaoletti e il Comune stesso non considerano minimamente il contesto. Non considerano di essere in una città in cui ci sono sistematicamente oltre mezzo milione di auto contemporaneamente in sosta selvaggia. Pensano anzi a inventarsi delle modalità che abbassino il break even dell'operatore che fa le rimozioni (il livello dopo il quale si smette di perdere soldi e si inizia a guadagnare) da circa 40mila a circa 30mila rimozioni. Insomma puntano a diminuire, invece che a moltiplicare come si dovrebbe fare, le rimozioni rispetto alla serie storica (e già è assurdo quando ti fai eleggere per cambiare tutto se poi ti rifai alle serie storiche) che aveva toccato le 60mila rimozioni massime anni fa: si punta di fatto a dimezzare. 
E' una impostazione proprio politica errata e fa cadere le braccia. Significa che non vogliono comunque cambiare nulla di nulla. Qui si tratta di riorganizzare il servizio radicalmente in modo tale che le rimozione decuplichino, grazie sia all'operatore incaricato vincitore del bando ma soprattutto sia alla Polizia Locale che deve strutturare un nucleo a questo dedicato che viaggi da mattina a sera a fianco degli operatori e garantisca un aumento esponenziale di strade, piazze, marciapiedi, isole pedonali liberate. Un modello organizzativo che permetterebbe due risultati: a) non dover mettere a bando neppure una lira perché a pagare i carri saranno gli automobilisti indisciplinati non il Comune (e dunque tutti i cittadini, anche quelli che non ci pensano neppure a parcheggiare fuori posto); b) ridurre davvero la sosta selvaggia. Questo modello non la riduce affatto ne la combatte davvero. Si procede ad una mera "manutenzione del presente": tutto resta com'è, con la stessa mentalità di prima, senza cambi di prospettive; e in più si aggiungono lentezze e oggettive incapacità.

4. Si dibatte su quanto costa al Comune il servizio di rimozioni quando dovrebbe in realtà essere un introito per la città, non una perdita, non una spesa! Tutto questo è semplicemente surreale ed è da qui che bisognerebbe ripartire. La chiave di lettura va totalmente sovvertita ma nessuno si occupa di farlo.

5. Si sta valutando - alcune ditte hanno avvicinato il Comune, ammette Giampaoletti - se destrutturare il servizio e invece di incaricare una ditta che gestisce i carri attrezzi, incaricare semplicemente una società che gestisce un software che mette in rete tanti operatori che a loro volta fanno effettivamente le rimozioni. Un modello applicato "in Nordamerica" (???) ma in un'ora non si dice in quale città. Una sorta di JustEat (nel video, errando, dicono "di Foodora") delle rimozioni, una sorta di MyTaxi delle rimozioni. Giampaoletti dice "non chiamiamolo Uber" per paraculaggine politica, ma è proprio esattamente un Uber delle rimozioni. Col risultato che l'amministrazione combatte contro le app quando queste app sono sacrosante (Uber, appunto) mentre le propone dove sono surreali (le rimozioni e perché no domani per l'illuminazione pubblica?). Un network di tante piccole aziendine che, a tempo perso, quando sullo smartphone gli appare la richiesta, mettono a disposizione - se possono! - uno dei loro carri per andare a prendere magari dall'altra parte della città la smartina che sta bloccando la circolazione tramviaria. Un ruolo di aggregatore che probabilmente potrebbe fare anche la Polizia Locale direttamente. Come avviene peraltro in alcune città italiane dove il servizio è svolto da una serie di officine convenzionate che di volta in volta a seconda della zona vengono interpellate dai vigili per fare le rimozioni. 
Nulla contro le innovazioni, ma è questo il momento opportuno? E soprattutto è questo lo spirito adatto? Davvero dobbiamo puntare a abbassare il break even di un servizio che invece può generare, se ben organizzato, centinaia di milioni di euro di utili togliendo uno sprone economico all'aumento delle rimozioni? 
Nel nostro articolo (vedi link sopra) proponevamo anche noi un network, ma un network di parcheggi per scaricare le auto rimosse il più possibile velocemente (e non per facilitare i proprietari come dice Giampaoletti, ma per poter tornare velocemente a rimuover altre auto), mica un network di carri attrezzi.

6. In tutta l'ora di commissione non si è mai parlato di ganasce. Un mezzo che vogliamo far finire nel dimenticatoio' Perché? Sapete cosa succede in Grecia a chi posteggia fuori posto? Le ditte incaricate dai Vigili svitano le targhe delle auto e le sequestrano fino al pagamento della contravvenzione - salatissima - così a costo zero si ottiene la massima resa. Ma noi i benchmark internazionali, solo per le cose surreali tipo i carrattrezzi-deliveroo...

Ad ogni modo alla fin fine sapete che c'è: alla gente sta bene così. Parcheggiano da criminali e non rischiano nulla. E il populista campa...

"Su Piazza dei Navigatori i 5 Stelle hanno fatto un regalo ai costruttori". Cronaca di una scemenza

15 marzo 2018
Luca Montuori è l'assessore che resterà nella storia della città di Roma per aver apposto la sua firma sotto il progetto di Tor di Valle, ovvero la più clamorosa e ignobile speculazione edilizia che abbia interessato la capitale (e non che ve ne siano state poche eh!). Una speculazione edilizia doppiamente grave, perché proveniva da un progetto di eccellenza che l'attuale amministrazione, con Montuori alle deleghe urbanistiche, ha deciso di trasformare da slancio finalmente europeo a colata di cemento romana.
Figuriamoci dunque se siamo interessati a difendere un personaggio simile, che pur di mantenere il potere sta accondiscendendo le scelte cervellotiche, dannose, ideologiche di un gruppo di amministratori senza scrupoli. Altri danni da parte di Montuori sono quelli che si potranno contare sulla partita della Ex Fiera per tacere sulle bugie che, sul suo profilo Facebook, è stato recentissimamente capace di snocciolare sulla faccenda delle Ex Torri di Ligini all'Eur. 

Insomma, non abbiamo davvero nessun interesse e nessunissima voglia di sostenere o di difendere ne una raccapricciante amministrazione ne un assessore all'urbanistica che sta inanellando danni e fallimenti, tuttavia quando qualcosa di buono viene implementato non ci vergogniamo di certo ad ammetterlo. Specie se, come sta accadendo, ad una scelta corretta seguono le solite tipiche stucchevoli polemiche. Colpevole solo di aver finalmente sbloccato il bubbone di Piazza dei Navigatori, l'assessore Montuori sta subendo un tiro al piccione incrociato onestamente ridicolo che mette insieme i soliti patetici gruppi di pressione, ex presidenti di municipio inutilmente agguerriti su posizioni di grave retroguardia e quotidiani locali che considerano un "grattacielo" (ma magari fosse!) quel che è semplicemente un palazzo di 13 piani.

Stiamo parlando, ribadiamolo, di Piazza dei Navigatori. Una piazza pensata in maniera visionaria, lungo la Via dell'Impero oggi Via Cristoforo Colombo. Doveva essere una piazza simmetrica, austera e scenografica. Con i tipici palazzi con la pianta a M per evocare il cognome del Duce. Non ci pigliate per nostalgici: siamo solo interessati alla buona architettura e durante il Fascismo, a Roma, se ne faceva. Dopo il Fascismo si è smesso di farla e noi siamo ogni giorno impegnati a domandarci il perché. 
Sta di fatto che la simmetria si perse. Per vari motivi solo l'edificio nord (quello di sinistra, nella foto) venne realizzato. Sul lotto sud si procedette alla romana: un benzinaro, una baracca con dentro una mediocre trattoria con un vasto pergolato e cose così. Fino ai tempi di Veltroni: si firmò allora una convenzione con un gruppo immobiliare (purtroppo con uno dei ben noti gruppi immobiliari romani) e venne realizzato un primo edificio, poi un altro più piccolo. Doveva essere realizzato il terzo edificio (che dunque NON è un nuovo edificio cicciato fuori in questi giorni come cercano di farvi credere: c'è sempre stato a partire dai primi progetti, i primi plastici, i primi rendering di 15 anni fa) ma tutto si bloccò perché nel frattempo tutte le opere che il costruttore doveva realizzare per ottemperare alla convenzione stessa in cambio del permesso di costruire non erano state manco iniziate. 

Durante gli anni della Giunta Marino, l'assessore Giovanni Caudo stava risolvendo la questione (era incappato nel fallimento Acquamarcia, altrimenti ci sarebbe riuscito probabilmente anche nel breve tempo in cui ha amministrato) e Zingaretti era stato convinto di portare nel "civic center" dei Navigatori gran parte degli uffici della Regione Lazio, in stretta relazione con l'attuale palazzo regionale sempre sulla Colombo. La città ne avrebbe beneficiato molto perché sarebbe terminata l'assurda scelta di un Consiglio Regionale oggi collocato in the middle of nowhere sulla Pisana. 

Cioè non basta recuperare soldi e far ripartire una convenzione. Bisogna avere una idea di città, prima c'era. Prima. 

Poi la Giunta Marino cadde. Due anni di nulla. L'interregno di Berdini, la cortina di fumo e in parte di disinformazione di stampo ideologico dell'ex presidente del Municipio Catarci (che ebbe una enorme responsabilità nel rallentare scioccamente l'ottimo progetto di Caudo) ed eccoci a oggi.

Cosa sta dunque facendo Luca Montuori? Semplice: dando seguito grossomodo a quel che stava facendo Caudo. Con qualche differenza, in peggio ovviamente: non sappiamo se il nuovo palazzo sarà o non sarà residenziale ma abbiamo dei sospetti che lo sia diventato visto che viene applicato il piano casa mentre nel progetto di Marino le quantità restavano uguali così come la destinazione d'uso. Non sappiamo se si darà seguito al grande progetto con la Regione (parrebbe proprio di no). Per il resto l'operazione è giusta: si chiude un contenzioso, si recuperano un sacco di soldi, si obbliga il proponente a fare opere, si evitano cause giudiziarie e soprattutto si manda un messaggio: chi ha dei titoli a Roma non può perderli perché qualche idiota malato di mente di qualche comitato di quartiere si oppone (fermo restando che lo stesso valore dei diritti devono averlo i doveri). Inoltre si fanno partire cantieri e si smuove il mercato immobiliare, evviaddio alla facciaccia brutta dei "comitati", dei bolscevichi del degrado e dei finti ecologisti alla romana.
Insomma: nessun particolare regalo agli speculatori, nessun tappeto rosso ai palazzinari e altri slogan da avanspettacolo romanaro.


Una cosa avrebbe potuto fare Montuori e non ha fatto? Chiedere ai costruttori di cambiare stile architettonico (se così vogliamo chiamarlo) di questi edifici. Mentre tutte le città occidentali (basta andare a Milano) si dotano di centri direzionali di elevatissima qualità architettonica, ambiti dalle aziende di tutto il mondo, capaci di modificare in meglio la percezione che i cittadini hanno della loro stessa città, in grado di edificare una nuova identità civile, Roma da una parte blocca stupende torri di Daniel Libeskind e dall'altra sblocca, esultando, palazzi che sarebbero considerati un insulto al buon gusto a Minsk nel 1974. Una Giunta che abolisce il bello e lavora per spianare la strada al brutto, con danni all'immagine della città che andranno avanti per decenni. Ma per agire su questo bisognerebbe avere buon gusto e cognizione del ruolo dell'architettura nella città, nella società, nella costruzione di un concetto utile e civico di "bello"...

Nel frattempo, nella più totale demenza diffusa e tristezza civile, a Roma partono le petizioni contro la delibera di Montuori da parte dei soliti comitati, delle solite associazioni, della solita mentalità che ha ucciso la città ma non appare mai sazia dei suoi danni. Non ce la possiamo fare. La sensazione è davvero che non ce la possiamo fare...

10 domande alla sindaca che brucia 17milioni di soldi vostri per "coprire" le buche

9 marzo 2018
Capisci la profondità di questa buca a Piazza Lodi se guardi quanta ruota ci entra dentro
Ieri, pressata addirittura a livello internazionale (sta per uscire un servizio di Euronews a riguardo) su una situazione delle buche che non ha precedenti in città, la sindaca ha pensato bene di uscire sui social con un cartello che roboantemente annuncia 17 milioni di euro di investimenti per tappare le buche. La prima riflessione a riguardo è davvero molto amara: mentre i sindaci di tutte le grandi capitali occidentali si occupano di definire con le loro scelte di ampio respiro dove il pianeta andrà nei prossimi decenni, la città di Roma si occupa al massimo di gabinetti pubblici e manutenzione ordinaria dell'asfalto. Una tristezza infinita. Oltre alla tristezza, alla depressione, al senso marcio del declino che ci sta fiaccando ogni giorno di più, entriamo nell'operativo e poniamo 10 domande alla sindaca su questa questione. Vi chiediamo però, dopo di averle lette, di andare in fondo e di leggere la nostra webgrafica. Quello che sta succedendo lo avevamo previsto mille volte e c'è la spiegazione precisissima del motivo per cui ci troviamo così.

1. Non bisogna tappare le buche. E' totalmente inutile. Bisogna rifare le strade (a partire dal sottofondo). Altrimenti sono soldi totalmente buttati. Tappare le buche rappresenta proprio un approccio concettualmente sbagliato. Non andrebbe neppure enunciato in questi termini, è finanche diseducativo. 

2. Tutto questo si sta verificando per una storica mancanza di manutenzione, è vero, ma mai nulla del genere (non si era mai vista una cosa simile) si sarebbe mai verificato se non ci fossero stati ritardi assurdi di una amministrazione di incapaci su mosse necessarie, bandi, contromisure. E se ci pensate è la stessa cosa in tutti i settori: ad esempio gli alberi che cadono. Non c'è nulla di più eccezionale del passato, non c'è più vento, non c'è più pioggia, ci sono però due anni di nulla.

3. La cifra, che andrà ribadiamolo totalmente buttata perché si tratta di misure tampone inutili, è fuori misura. 17 milioni per 50mila buche significano 340 euro a buca. La media di euro-per-buca calcolata a livello internazionale per un intervento decente è 70 euro. Perché a Roma paghiamo il quintuplo?

4. Come sono state calcolate queste 50mila buche? Sono da appalto o è un numero pubblicitario che la sindaca ha buttato lì così? Come hanno fatto a calcolare che le buche sono 50mila?

5. A proposito di appalto: si tratta di regolari gare o di affidamenti diretti? Se si tratta di affidamenti diretti saranno dati alle solite ditte ben note o a ditte nuove? Selezionate come? 

6. Chi controllerà la qualità dei lavori considerando che tutti i precedenti "Piani Marshall" contro le buche si sono rivelati fallimentari e utili solo alle piccole srl che si aggiudicano i lavori? 

7. Se c'erano stanziamenti per 17 milioni (comunque pochissimi, Londra spende oltre 300 milioni l'anno per manutenere le sue strade) perché si è aspettato che le strade si sbriciolassero e non si è proceduto prima? E perché nessuno chiede scusa per i colpevoli ritardi? 

8. Molta parte dei danni che vediamo oggi si potevano evitare con una seria salatura delle strade i giorni  (27 febbraio\1 marzo) della grande gelata. Roma fa Schifo lo aveva scritto chiarissimo proprio in quei giorni anticipando l'emergenza di oggi con la massima lucidità.

9. Perché vista la situazione l'inquietante assessore ai lavori pubblici Margherita Gatta non si è ancora dimessa?

10. La situazione buche a Roma è figlia delle clientele e della corruzione. Che c'era, che c'è sempre stata e che c'è oggi stesso e che anzi è aumentata negli ultimi due anni. Vengono fatte lavorare tantissime micro dittuncole per avere così tantissimi clientes elettorali. Questo status quo è stato garantito proprio dalla Sindaca che in campagna elettorale, da Semprini (vedi! E dopo aver detto queste scempiaggini come fai a dare la colpa "alle amministrazioni precedenti"? Come fai???) durante il confronto con Giachetti, disse solennemente: per riparare le buche non deve lavorare una sola ditta internazionale ma le tante piccole ditte romane. Ovviamente l'unico modo per risolvere il problema è fare grandi appalti, rivolgersi a grandi società iper professionali (possibilmente straniere) e concentrarsi nel controllo invece che nella gestione onerosa e impossibile richiesta dall'avere decine se non centinaia di clienti per fare un unico lavoro. L'amministrazione ha cambiato idea e finalmente ha capito che il modello per gestire il problema è un altro o si continua col clientelismo che forse porta voti ma che non risolverà mai il problema e sarà utile soltanto per trasferire soldi dalle tasche dei cittadini a quelle delle notissime dittuncole romane, ciociare, casertane (ripetiamolo: casertane), pontine del catrame? 
C'è solo un modo e uno solo per risolvere il problema. Ma per perseguirlo bisogna decidere di dire addio al voto di scambio e nessun partito, incluso quello oggi al governo, sembra avere intenzione di farlo.

Questo, cari cittadini, era esattamente il disegno e lo è da decenni: arrivare all'emergenza così puoi spendere milioni e milioni senza costrutto e senza controllo. Cambiano i tempi, cambiano le maggioranze ma la mangiatoia romana continua a divorare risorse. Massacrando i propri cittadini e pesando come un macigno su tutto il paese: commissariamento. Subito!


PER SAPERNE DI PIÙ. 
SELEZIONE DELLA NOSTRA COPERTURA SUL TEMA NEGLI ANNI
Cosa dicevamo nel remoto (2012)
La storia delle buche e l'operazione Vitruvio
Tutta la verità sulle buche e relative frottole
I finti lavori per le buche (2014)
Il progetto Stradenuove di Raggi è un inganno
Flop di Stradenuove in 5 punti
Giugno 2016: avevamo previsto tutto
E qui c'è il filmato DE-FI-NI-TI-VO che vi spiega la situazione strade a Roma. Tra clientele elettorali e Camorra

Effetto Raggi. Alle elezioni regionali il M5S crolla a Roma superato dal Pd. L’analisi

6 marzo 2018
Non sentirete mai lo straccio di un'autocritica, continuerete a ricevere aggiornamenti su Facebook e Twitter all'insegna di entusiasmo smodato e ridicolo e, come al solito, tante e tantissime bugie veicolate con strategie da social media marketing esemplari.
Il punto di vista del cittadino medio, che si abbevera alle tv e ai quotidiani di Urbano Cairo e su Facebook, non cambierà minimamente. Per tacere di tutti gli altri organi d'informazione abituatissimi a saltare sul carro del vincitore. Già, il vincitore... Se è difficile individuare vincitori, nella città di Roma è facilissimo per chi voglia vedere la realtà capire chi sia il perdente. E questo risponde al nome di Virginia Raggi.

Invece di farsi un esamino di coscienza sul suo raccapricciante stile di governo, sull'atteggiamento del suo imbarazzante giglio magico (e si lamentano dell'arroganza di Renzi, capito!?), sui disastri inanellati, Raggi sta procedendo all'ennesimo rimpasto puntando a far saltare l'ennesimo - oramai si è perduto il conto - assessore della giunta. E' il turno di Adriano Meloni, colpevole di essersi frapposto con una certa efficacia alle lobbies che hanno permesso a Giggino Di Maio di (non)trionfare domenica nelle urne: ogni riferimento agli ambulanti è puramente voluto. 

Perché Raggi si comporta come avesse vinto quando in realtà ha perso e pure male? E soprattutto: in che termini si può dire che ha perso? Naturalmente l'impatto elettorale dell'effetto-Raggi non ha gran rilevanza sulle elezioni politiche nazionali. Lì ha valso il voto d'opinione e non ha senso fare raffronti sebbene il M5S sia calato, che invece hanno molto senso sulle elezioni amministrative. Amministrative contro amministrative. Regionali contro Comunali. Comune di Roma paragonato con Comune di Roma. 2016 contro 2018. Ebbene, che succede?

Succede che il Movimento 5 Stelle crolla nei consensi. Nel 2018 si assesta ad un 22% per quanto riguarda il voto di lista. Attenzione: il PD sta al 22,51. Significa che in città il Movimento che governa Roma NON è più il primo partito, significa che la legittimazione a governare viene innegabilmente meno, significa che 78 romani su cento non hanno nessuna intenzione di dimostrare la propria vicinanza alla sindaca in carica, significa che di questo passo il Movimento di proprieta' di Davide Casaleggio finisce nella Capitale presto sotto il venti. Significa che un sacco di gente è perfino (diciamo perfino perché come è noto il partito si trova nel suo momento più difficile) tornata a votare il PD che infatti passa dal 17% del 2013 al 22,5% di oggi. Merito del PD? Zero ovviamente, qui tutti i meriti vanno alla Raggi...
Come dite? È colpa della Lombardi che era un candidato sbagliato? Ma neanche per sogno: la Lombardi è radicatissima a Roma, non è una grillina parvenue come tanti o una ne carne ne pesce come la Raggi da una parte stagista da Previti e dall’altra movimentista da gruppi d’acquisto solidale negli spazi illegalmente okkupati del Santa Maria della Pietà. La Faraona è di altra pasta, una grillina col pedigree. E infatti ha preso molti più voti dell’unica lista che la sosteneva.

Ma gli indizi per parlare di un inizio di calo pentastellato per quanto riguarda le amministrazioni non finiscono qui. Se il MoVimento vola a livello nazionale sulle ali di un voto di opinione, in parte di protesta e di convenienza quando non addirittura di scambio consociativo e clientelare, bisogna rilevare come a livello locale gli iniziali successi stiano rinculando alla grande: si pensi a Parma, si pensi all’inesistenza del M5S in una competizione cruciale come quella per la Regione Lombaria, si pensi alle percentuali da prefisso telefonico nella città di Milano, si pensi ai fatti di Parma giù giù fino alle recenti elezioni siciliane e ai risultati di queste Politiche a Torino e Livorno fino ad arrivare a Roma.


Guarda caso se poi metti il capo fuori dallo sconfinato territorio comunale governato coi piedi da Virginia Raggi, hai risultati diversi. Nel Comune di Fiumicino, che praticamente è Roma, i pentastellati hanno il 28%, qualcosa come 12 punti abbondanti più del PD. Questo che significa? Forse che chi ha gia' provato le amministrazioni a Cinque Stelle ne sta cautamente alla larga quando si tratta di scegliere amministratori locali? Sicuramente sì, ma non solo: nel Comune di Pomezia, che praticamente è Roma, dove da tempo c’è una amministrazione a Cinque Stelle, la lista di appoggio alla Lombardi ha totalizzato qualcosa come il 36%: 14 punti in più che a Roma! E nella destrorsa Guidonia anche lei pentecatto-amministrata? Il M5S è il primissimo partito con il 26,4% e il PD è ben sotto col 19, un dato vicinissimo al risultato nazionale dei democrats. Insomma: dove si tratta di dare responsabilità amministrative i cittadini stanno iniziando a schifare gli incapaci grillini, fatti salvi quei comuni dove i grillini governano bene, anche se sono vicinissimi ad un comune, come Roma, governato molto male dallo stesso identico partito.

Dati chiarissimi, al di la delle ormai consuete e quotidiane menzogne di Raggi su Facebook, che significano una cosa sola: l’effetto Raggi c’è, è leggibilissimo dai dati, ha contribuito probabilmente in maniera decisiva a far perdere le elezioni a Roberta Lombardi in Regione Lazio. 

Ultimo indizio? Ma riguarda il Collegio 10 dell’uninominale alla Camera (Gianicolense, Monteverde, Trullo…) naturalmente dove Riccardo Magi ha stracciato la destra e, dato ancor più significativo, ha fatto finire terza la iena (in tutti i sensi) che si era candidata col Movimento 5 Stelle.
Perché è così importante la vittoria del segretario dei Radicali? Non solo perché la sua presenza a Montecitorio è una buona notizia in quanto tale, ma anche perché Magi è il promotore del referendum sulla liberalizzazione di Atac, colui che ha raccolto le firme e che ha dato l’unica scossa politica alla città da anni a questa parte. Quel referendum e la data in cui si terrà, il 3 giugno, sono fondamentali per il futuro di Roma. La spallata all’imbarazzante malgoverno della Raggi potrebbe trovare quel giorno il suo compimento: la sindaca a giugno dovrà perdere il referendum e straperdere i due municipi (l’ottavo e il terzo) che in questi due anni sono indegnamente crollati sotto la montagna di insipienza pentastellata. E a quel punto si ri-inizia a ragionare.

Come votare alle elezioni del 2018 se abitate a Roma

4 marzo 2018
Molte le richieste che ci sono arrivate dai nostri lettori: "secondo il vostro punto di vista come bisognerebbe votare?". E allora in extremis, come abbiamo fatto in passate elezioni, vi offriamo il nostro punto di vista. Senza la paura di doversi sorbire la ennesima solfa dei decerebrati che non mancheranno di far notare: "eh ma nel 2016 avete indicato di votare Raggi e poi avete iniziato a combatterla il giorno dopo e ora volete ancora dare indicazioni di voto?".

Sì, vogliamo ancora dare indicazioni di voto! Prima di tutto perché non abbiamo ancora deciso di rinunciare alla nostra opinione, in secondo luogo perché le indicazioni che vennero da qui divulgate nel 2013 sono totalmente confermate. Non ci siamo minimamente pentiti di quella posizione che, all'epoca, era l'unica possibile. Dopo aver dato indicazione di voto per il Movimento 5 Stelle nel 2016 potevamo fare due cose: sfruttare la cosa e cercare di ottenere qualcosa in cambio da un'amministrazione di stampo clientelare e dunque prontissima a dare soddisfazioni ai propri supporters, oppure mantenere la nostra onestà intellettuale e, invece che salire sul carro dei vincitori, continuare ad incalzarli. Abbiamo scelto, come sempre, la seconda strada. 

Queste elezioni sono elezioni politiche, dunque cosa c'entrano con Roma? C'entrano enormemente. Anzi rischiano di essere decisive per il futuro della città, ecco perché gli elettori romani dovrebbero pensare certo alle sorti del paese, ma con un occhio attento a cosa succederà nella Capitale dopo il voto. 

Considerato il drammatico esito dei due anni di amministrazione pentecatta in città, l'unico lavoro che i cittadini dovrebbero fare è mandare un segnale chiaro a Raggi, Ferrara, Coia e compagnia spelacchiante. Non si è trattato solo di incapacità e bugie una dietro l'altra, si è trattato anche e soprattutto di danni tremendi alla città, noi abbiamo calcolato qualcosa di non distante dai 10 miliardi di danni. Un autentico olocausto economico che pagheremo per generazioni. La speranza, dunque, è che questi criminali politici vengano in qualche modo disarcionati prima della fine naturale della consiliatura.

L'unico modo per ottenere questo risultato è far sì che il M5S faccia un risultato molto negativo in città. Ma se questo si verificherà cosa potrà succedere? Potrà succedere, verosimilmente, che il partito di Grillo, passate le elezioni e magari perduto il paese e la sfida della Regione Lazio a causa della Raggi, decida di liberarsi dalla Raggi e di far cadere l'amministrazione. A quel punto la speranza è che a Palazzo Chigi ci sia un governo capace di capire la gravità della situazione e commissariare la città in maniera seria e strutturale. 

Dunque prima indicazione è: tassativamente non votare Movimento 5 Stelle. Un successo o una tenuta del 5 Stelle in città significherà una cosa molto semplice: ai cittadini di Roma l'amministrazione sta bene così, le bugie che raccontano stanno bene così, il dramma economico, gestionale, turistico che la città sta vivendo sta bene così, il clientelismo, le nomine assurde, i centurioni, i risciò, lo schifo di Atac, i palazzinari entusiasti per lo Stadio della Roma e le Torri dell'Euro e Piazza Navona ai Tredicine per 10 anni sono perfette così. Vi pigliate una grossa responsabilità a non contrastare questa raccapricciante amministrazione oggi che ne avete la possibilità.

Ma dunque cosa votare? Escludendo a priori un voto alla destra (vi ricordate cosa furono capaci di fare quando vinsero a Roma nel 2008?) o una preferenza a sciocche compagini estremiste (Leu, Potere al Popolo, Casa Pound...), non resta che lo schieramento di centro sinistra. All'interno di quest'ultimo però c'è quel PD che ha due problemi abbastanza imperdonabili: una classe dirigente romana da far accapponare la pelle (come si fa a votare il Pd a Roma, con quella gente?) e la gestione del caso Marino. Per fortuna la coalizione di centro sinistra contiene una alternativa valida e significativa, specie per Roma: si tratta di +Europa, il partito di Emma Bonino e Riccardo Magi. Un successo di +Europa su Roma significa un viatico molto positivo per il referendum su Atac di giugno visto che sono proprio i radicali ad aver proposto quel referendum e avere raccolto eroicamente le firme. 

Entrando poi nei singoli collegi non può mancare qualche indicazione specifica. Quella a cui teniamo di più riguarda il Collegio 10, ovvero Monteverde e Gianicolo. Qui a combattere all'uninominale c'è proprio Riccardo Magi che se la deve vedere con una delle figure più inquietanti di questa campagna elettorale: Dino Giarrusso delle Iene. Il Movimento 5 Stelle, come Berlusconi 25 anni fa, per raggranellare più consenso possibile ha attinto a piene mani in personaggi televisivi, giornalisti e presidenti di squadre di calcio (leggetevi cosa è successo a Potenza). Le candidature sono state così orientate al consenso che già dopo pochi giorni una dozzina di persone si sono rivelate pesantemente inadeguate, peccato che fossero già state ufficialmente candidate e non ritirabili. E così il Movimento porterà in Parlamento una schiera di impresentabili, loro che criticavano gli altri... In pieno stile 5 Stelle Dino Giarrusso ha raccontato bugie, strumentalizzato il suo ruolo, parlato alla pancia e non alla testa delle persone approfittando del suo target: un elettorato dalla complessità intellettuale molto semplificata (wow, che eufemismo per riferirsi a dei lobotomizzati plagiati da una setta!). Attorno alla befana ci spiegava che aveva ricevuto la proposta di candidarsi ma che aveva deciso di no. Oggi nei suoi video elettorali (fatti scorrettamente con l'identico stile dei suoi servizi per le Iene) ci spiega che lui ha sempre e fortemente deciso di candidarsi. La realtà è che il candidato prescelto per quel collegio era uno dei tanti strampalati (aveva omesso di aver già fatto il politico per altri partiti!) scelti da Di Maio e Casaleggio, che l'hanno dovuto sostituire in fretta e furia. Da lì la "decisione" (!) di Giarrusso: non lo votate, fate in modo che prenda meno voti possibile e sostenete Riccardo Magi, è gente come Magi che è utile avere in Parlamento non bugiardi parvenue della politica.
Un altro consiglio, e passiamo alla Circoscrizione Plurinominale di Roma 2, è quello di Marco Panara della lista prodiana Insieme (sempre dunque schieramento di centro sinistra) che ha dimostrato una ottima sensibilità verso i temi spesso affrontati da questo blog. Fateci un pensierino.

Non bisogna dimenticare poi che c'è la Regione Lazio. Da noi si vota anche per le regionali. E qui il gioco si fa se possibile ancora più duro nel senso che ovviamente bisogna far perdere il Movimento 5 Fasci (avete seguito la campagna elettorale Forza Nuova style della Lombardi durante la quale ci ha spiegato che accogliere i migranti deprime l'economia? Proprio loro che hanno demolito l'economia di Roma nel breve volgere di due anni? Nessun immigrato al posto di Raggi avrebbe fatto peggio!), ovviamente non bisogna votare la destra (vi ricordate Polverini e Storace?), ma altrettanto ovviamente bisogna costatare che il sistema di potere - forse unico nel suo genere a livello nazionale - di Nicola Zingaretti fa tremare le vene ai polsi. Quello che questa amministrazione è stata capace di fare (ricordate il provvedimento Refrigeri che dà privilegi a chi ha occupato illegalmente rispetto a chi ha atteso la propria casa popolare stando regolarmente in graduatoria?) e di non fare (la legge quadro sul commercio insabbiata) è spaventoso davvero. Qui l'unica indicazione dunque è puntare sulle persone e in regione è candidata una grande persone che risponde al nome di Marta Leonori e non ha bisogno di ulteriori presentazioni. Datele il voto senza pensarci due volte, ma il rischio che la melassa zingarettiana le impedisca di portare avanti i suoi progetti è enorme ammenoché il fratello di Montalbano decida che è arrivato il momento di governare in maniera civile per i prossimi cinque anni. Se poi proprio non ce la fate a sbarrare il simbolo del Pd, anche qui l'indicazione è +Europa, dare forza ai radicali all'interno di uno schieramento è sempre una buona idea solitamente. 

Tutte le bugie di Virginia Raggi sullo Stadio della Roma pur di racimolare un po' di voti

2 marzo 2018
Come tutti i pessimi politicanti, Virginia Raggi cerca a ridosso delle elezioni di raggranellare i voti più facili, quelli della povera gente, quelli dei cervelli poco complessi. A Roma questi voti equivalgono solitamente a quelli dei tifosi di calcio. E allora dove puntare di meglio se non sullo Stadio della Roma?

Il primo passo della Sindaca (già sperimentato in passato quando si trattò di cacciare via la Raineri) è stato quello di strumentalizzare Raffaele Cantone. Secondo la Sindaca, ieri intervistata da Radio Radio, emittente in questi mesi trasformatasi senza vergogna in Radio Campidoglio, lo Stadio della Roma dopo lo scempio progettuale che ne ha fatto il Comune avrebbe ricevuto il "bollino" dell'Autorità Anti Corruzione. Naturalmente l'autority in questione non rilascia alcun "bollino" e Cantone si è dovuto affrettare a smentire.

Non contenta della gaffe, e vogliosa di intortare il più possibile il miope elettorato tifoso cercando di recuperare consensi in una Roma che, speriamo, dopodomani la condannerà con un consenso in crollo per il M5S, Raggi ha rilanciato pochi minuti fa sul suo profilo Facebook pubblicando un post con una serie non indifferente di bugie che ci teniamo a precisare. 

800 milioni di investimento - erano oltre un miliardo e due, l'amministrazione ha fatto crollare per meri motivi ideologici (dunque i peggiori motivi!)

Aumento del Pil della città - il progetto precedente, secondo La Sapienza, aveva la forza di spostare tanta economia quanta ne ha spostata Expo2015 per Milano. Ovvero la svolta. Questo progetto, invece, è una mera operazione edilizia con pochissimo impatto reale sull'economia ma soprattutto sull'immaginario e sul percepito che è mille volte più importante.

Meno cemento, più verde - Non c'è un mq in più di verde. In compenso la retorica del "meno cemento" si risolve semplicemente nell'aver eliminato l'unica cosa davvero affascinante del progetto: tre grattacieli iconici progettati da un grande architetto e capaci di cambiare lo skyline di una delle zone più derelitte della città. La Sindaca a riguardo è stata capace di dire che importanti architetture conteporanee sono in realtà "palazzi alti che rovinano il panorama" diffondendo in una cittadinanza già retrograda e ignorante un sentimento medievale di approccio allo sviluppo urbanistico.

Opere pubbliche decisive - Falso come una banconota da sette euri! Non solo mancheranno tantissimi investimenti pubblici rispetto al progetto precedente, non solo si investirà molto meno sui trasporti pubblici ma anche i trasporti privati saranno penalizzati in maniera atroce: l'area dello Stadio non sarà raggiungibile se non dall'Ostiense. Un suicidio dovuto al fatto che pur di tagliare le tre stupende torri di Daniel Libeskind (proprio ora che Libeskind inizia a costruire la sua torre a Milano) si è consentito al costruttore di non realizzare più il Ponte di Traiano. L'area di Tor di Valle diverrà una trappola per topi e basterà un piccolo incidente sull'Ostiense per bloccare tutta l'ansa dello stadio. Dopodiché, se ci si renderà conto come ci si renderà conto che l'assetto non va bene, il Ponte di Traiano sarà costruito coi soldi dello stato. Prima pagava il privato, ora paghiamo tutti noi. Una sòla che la metà basta. 

Abbiamo sboccato l'impasse di chi ci ha preceduto - Che vergogna, sindaca! Nessuna impasse, prima il progetto stava andando spedito verso la realizzazione ed era un progetto di eccellenza mai realizzato a Roma: per la prima volta in città si approntava un progetto di caratura europea. Oggi il progetto è stato trasformato in una speculazione edilizia tra l'altro perdendo due anni di tempo. 

Progetto esemplare dal punto di vista infrastrutturale - Il progetto è in realtà un autentico aborto infrastrutturale. Una mostruosità che richiederà l'intervento di soldi pubblici. 

A Roma riusciamo ad attirare grandi investimenti indicando noi le regole - Mai come in questo progetto le regole sono state dettate dai palazzinari costruttori. Nel progetto precedente il Comune ricavava il 30% abbondante di contribuzione pubblica rispetto all'investimento, con il progetto della Raggi quota si è più che dimezzata. Un enorme regalo ai costruttori che infatti esultano. Ma anche un regalo a Caltagirone che tutto sommato dopo questo nuovo accordo si è quietato: non si realizzeranno in fatti degli uffici direzionali di eccellenza (le tre torri di Libeskind) che avrebbero fato svalutare il suo portafoglio di uffici e spazi direzionali di mediocre qualità. Il risultato è ottenuto: Roma non avrà il suo grande business center come tutte le grandi capitali occidentali e così i palazzinari di sempre potranno continuare a affittare i loro palazzi semi fatiscenti a prezzi totalmente fuori mercato. 

Occorre votare con forza dopodomani affinché arrivi chiaro il messaggio a chi ha voluto portare le lancette della città indietro di trent'anni. Il progetto Tor di Valle immaginato da Caudo e da Marino aveva le caratteristiche per far mettere alla città la testa fuori dal fango in cui è immersa. Raggi ha spinto sotto la melma una città che si stava provando a rialzare. Una scelta imperdonabile. La sequela di bugie per raccontarla diversamente sono diretta conseguenza di questo. 



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