Decine di scippatrici in metro. Le filmiamo. Ci prendono a ceffoni. Il video

31 ottobre 2017

Andare in metro e videoriprendere i nuguli, gli sciami, le ghenghe, le bande micidiali di ladruncole che affollano le stazioni. E' ed è stata l'unica arma. Perché le leggi sono dalla loro parte, perché i vigilantes sostengono di avere le mani legate, perché nessuno vive questa assoluta emergenza come una assoluta emergenza.

Un tempo quando le riprendevi scappavano. Alzavi il telefonino, filmavi o facevi finta di filmare, e loro telavano via. E così salvavi qualche vittima predestinata. Poi hanno cominciato a scalpitare, sono aumentati i cittadini che filmavano e loro si sono innervosite. Hanno iniziato a sputare addosso, poi a sputare in faccia, poi a spintonare. Dopodiché hanno iniziato con una nuova strategia: se ti avvicinavi cominciavano a dire che volevi stuprarle, che le avevi toccate. La scorciatoia per mettere in difficoltà un uomo: accusalo di averti fatto violenza sessuale e hai risolto. E così hanno iniziato a fare. 



Non è finita qui. L'ultima è di ieri. "Ecco cosa mi è successo mentre, come al solito, filmavo queste criminali impunite. Lei è la famosa bionda (nell'articolo del Messaggero della settimana scorsa la chiamavano la svedese)" ci spiega Maurizio che ci ha mandato il video "è la bionda che a giorni alterni o ha una panza finta o un neonato (probabilmente finto pure lui) in braccio. Questa sta sotto la metro da minimo 3 anni. Ormai ogni volta che mi vede mi sfida. Oggi ha vinto lei. Guardate che manrovescio che mi ha assestato mentre documentavo gli ennesimi scippi. Telefono volato di sei metri e vetro spaccato. E avanti così".


Prima gli sputi, poi le calunnie, ora le percosse. Presto si passerà, vedrete, alle coltellate. Poi?

Stazione Tiburtina. La "riqualificazione" dopo l'abbattimento della tangenziale è... un parcheggio!

30 ottobre 2017
Un piccolo e peculiare confronto Roma-Milano basato su eventi realmente accaduti la settimana prossima ci aiuta a capire una cosa. Una cosa grave, profonda, seria, importante, significativa, cruciale. 
L'attuale condizione di Roma non è qualcosa di meramente "attuale". La città non è sazia di aver massacrato se stessa per anni, non è sazia di essere il luogo più agghiacciante sotto ogni punto di vista in Europa, ma sta anche infierendo su se stessa per potersi garantire un futuro di degrado, di sciatteria, di povertà, di depressione e di declino.

Anche le azioni che partiranno nei prossimi anni, anche le trasformazioni previste per il 2018 ad esempio, anche gli interventi in aree strategiche sono orientati ad un approccio alla romana: tutto deve essere sciatto e squallido, tutto deve essere concepito orientandosi a fare esattamente l'inverso di quanto si fa in tutto il resto del mondo evoluto. In questo gorgo, come abbiamo cercato di spiegare con serietà, finiranno i quattrini di Carlo Calenda che si è intenzionati di diffondere in città nei prossimi anni.

Entriamo nel concreto e parliamo della Stazione Tiburtina. E dell'abbattimento del pezzettino di sopraelevata che separa la nuova stazione disegnata da Paolo Desideri dall'area del terminal bus. Se ne parla da decenni e forse i cantieri - questi sono i tempi italiani, anche se poi scopri che in alcune aree pur essendo in Italia si riesce a fare cose con tempistiche ben diverse - partiranno tra un anno, nell'estate del 2018.

Un video pubblicato dal Presidente del Consiglio del II Municipio (dunque parliamo di gente del PD, ma poco cambia perché son tutti uguali) ci ha fatto saltare sulla sedia. Il giovane politico descrive con passione il progetto di "riqualificazione" dell'area fuori dalla Stazione in occasione dell'abbattimento della sopraelevata e fa passare nel filmato le slide. Il progetto è naturalmente rivoltante, qualcosa che sembra progettato per dei lavori del 1958 e non del 2018, una città che si conferma essere sessant'anni indietro rispetto alle altre. Il culmine si raggiunge quando il consigliere-presidente si esalta raccontando che al posto dell'attuale terminal TiBus si realizzerà un... enorme parcheggio a raso. E fa passare pure la slide. Decine e decine di posti auto saranno il panorama privilegiato di chi acquisterà le case di lusso di "Città del Sole", la realizzazione immobiliare che è nata al posto della vecchia autorimessa Atac di Via della Lega Lombarda.

La cosa ci ha fatto trasecolare sia in se (Roma progetta se stessa come una città sottosviluppata e pianifica lavori pubblici per confermare questo grave sottosviluppo e non per risolverlo) sia perché nelle stesse identiche ore nell'altra grande metropoli del paese il locale assessore all'urbanistica, Pierfrancesco Maran, pubblicava il post che vedete qui.

Della serie: guardatevi con attenzione il piazzale di fronte alla Stazione Garibaldi oggi ridotto a parcheggio perché lo cambiamo tutto e lo riqualifichiamo in accordo con FS mettendoci trasporto pubblico e in sharing. 

Ciò Tiburtina e Garibaldi sono rispettivamente le seconde stazioni principali di Roma e Milano. A Tiburtina ci sono piazzali esterni destinati al trasporto pubblico che verranno trasformati in parcheggio privato, a Garibaldi ci sono piazzali esterni destinati oggi a parcheggio privato (e di conseguenza pesantemente degradati) che verranno tramutati in aree destinate al trasporto pubblico.

I due post fanno impressione: sembrano usciti in epoca differente e in zone distantissime nello spazio tempo. In realtà sono usciti lo stesso identico giorno nelle due principali città dello stesso paese.

Un percorso opposto in maniera diametrale. Da una parte si procede in linea con quanto si fa in tutto il mondo occidentale ed evoluto. Dall'altra ci si continua a divertire nel seviziare una città piazzando parcheggi a raso laddove potrebbe andare verde, nuove edificazioni di qualità, spazi pubblici o al limite parcheggi interrati. Una seria ipoteca su qualsiasi speranza di migliorare le cose anche in futuro. Un piccolo spaccato di vita amministrativa che ci garantisce non solo che le cose non potranno migliorare, ma che incredibilmente continueranno a peggiorare. E la classe dirigente (Pd o M5s non cambia nulla!), nei suoi video su Facebook, neppure appare farlo con cattiveria: proprio non ci arriva...

Ovviamente ci auguriamo che le slide di quel video (molto diverse dalle vecchie tavole progettuali che hanno girato in questi anni) siano errate, vengano smentite o che ci siano gli spazi per modificare un progetto indegno e imbarazzante che ancora una volta umilia e devasta lo spazio pubblico.

Gli investimenti del Comune per il Capodanno 2018. Zero euro per intrattenimento di qualità

29 ottobre 2017
Per motivi di lavoro, ho scaricato e letto il bando del Comune di Roma per il Capodanno 2018 (se volete lo trovate qui) e questo è il pdf del bando.

Ad un certo punto in questo bando si dice: "con specifico riferimento all'area del Circo Massimo è intendimento dell'Amministrazione selezionare, nel rispetto dei principi di trasparenza, imparzialità e parità di trattamento, sulla base di una proposta progettuale e di un'adeguata esperienza nella realizzazione di eventi, l'eventuale soggetto privato che, anche in forma riunita, intenda curare CON RISORSE PROPRIE, la progettazione, a programmazione e la realizzazione della parte dell'evento che verrà organizzata nella suddetta area, considerando anche la possibilità di collaborazioni pluriennali che saranno oggetto di specifica valorizzazione ai fini della valutazione della proposta progettuale."

Lavoro per un'agenzia di spettacoli che collabora con alcuni tra gli eventi più prestigiosi al mondo (Carnevale di Nizza, festeggiamenti per il Capodanno Cinese in alcune delle più importanti città della Cina, Gran Premi di Formula 1), e che si avvale delle migliori compagnie artistiche a livello internazionale e di solito... veniamo pagati per il nostro lavoro.

A Roma, invece, secondo questo bando, qualcuno dovrebbe candidarsi per realizzare uno spettacolo per il capodanno CON RISORSE PROPRIE! Non solo, viene anche citata la possibilità di collaborazioni pluriennali!! Certo, a questo prezzo, ossia gratis, chi non ne approfitterebbe...

L'unica cosa prevista a favore del soggetto organizzatore è l'attribuzione di "vantaggi economici indiretti", i quali "consisteranno nell'acesso a condizioni agevolate [...] in materia di concessione di occupazione di suolo pubblico" e facilitazioni in merito ad altre imposte locali.

Potrebbe rispondere a questo bando soltanto qualcuno in grado di mettere in piedi un'area ristoro e magari un bookshop o la vendita di altre cose, avrebbe l'area in concessione gratuita e potrebbe investire una parte del guadagno offrendo uno spettacolo. Ma insomma, con molta difficoltà potrebbe essere un'offerta artistica di alto livello.

Ho chiuso il bando del Capodanno di Roma, ed ho ripreso a lavorare su altri progetti, altrove nel mondo.

Da una parte non è possibile (almeno per noi) lavorare così, dall'altra è evidente l'assoluta mancanza di progettualità di questa amministrazione comunale (visto che il bando è uscito il 2 ottobre e riporta la scadenza del 31 ottobre, poi c'è da considerare il tempo per esaminare le offerte e passare alla parte pratica), e se vuoi bene alla città questa cosa fa male al cuore.
Simona

*Cara Simona,
ma secondo te, visto che siamo i cittadini più tassati d'Europa, tutti questi denari che versiamo se non vengono utilizzati per investimenti sulla qualità che potrebbero portare risorse, posti di lavoro e turismo, per cosa vengono utilizzati?
-RFS

Le ridicole elezioni a Ostia che è la maggior risorsa economica della città (vademecum da leggere)

26 ottobre 2017
Gentile redazione,
Buongiorno, mi chiamo Max e lavoro da vari anni nel settore alberghiero per conto di una grande catena americana. Faccio avanti e indietro tra una struttura che sta a Fiumicino ed un altra al centro storico di Roma, incontro circa un centinaio di turisti al giorno e sapete cosa vedo ogni volta? Occasioni perse per il litorale (municipio X).
Tra poco ci sono le elezioni municipali, e tra vecchi bavosi arraffoni (come li chiamate i vecchi trombati dai partiti?Anche quelli "honesti"?) e giovani rincoglioniti (come li chiamate dei giovani che ancora usano slogan degli anni 70? e quelli che invece usano gli slogan degli anni 20?) nessuno sembra voler elaborare delle soluzioni intelligenti per rilanciare il territorio. C'è chi è andato sul Corriere della Sera, chi su "la7" e chi addirittura si è fatto intervistare da "El Pais". 
Io ho scritto io un vademecum con alcuni suggerimenti, che vorrei possano essere spunto di riflessione sia per chi il territorio lo vive, ma anche per chi non lo conosce, (infatti ritengo che il litorale sia l'emblema dell'incompentenza al governo). Mi piace pensare che questo territorio un giorno possa trasformarsi in una benestante località di livello europeo, le potenzialità ci sono tutte e anche di più, ma le persone devono cominciare a interrogarsi su cosa sia utile e su cosa invece sia solo fuffa politica.
Qualcosa era stato accennato già in un vostro articolo pubblicato il 4/6/17 a proposito di Ostia, ma questa volta porto dati ufficiali dettagliati, numeri alla mano, delle occasioni di possibile rilancio che non vanno perse. Si parla di rilancio, turismo, riqualificazione, edilizia alberghiera, disincentivo dell'automobile e ciclabilità.

Spero che possiate pubblicarlo. So che siete intasati dalle richieste e dagli articoli, ma dato che i politicanti hanno avuto la possibilità di vendere fumo grazie alla stampa nazionale, vorrei che si sappia che ci sono cittadini (tanti) che sanno che le possibilità di miglioramento esistono. Se non potrete pubblicarlo mi piacerebbe comunque avere un vostro feedback. Io non rappresento nessun partito, movimento, lista civica, sono semplicemente un lavoratore del settore piu sottosviluppato (ma che potrebbe essere il più redditizio) qui a Roma.
MAX

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Si avvicinano le elezioni municipali e vengono proposti i programmi più disparati: da chi vuole tornare al Ventennio a chi vuole un futuro bolivariano, passando per  vari trombati marcescenti dei partiti classici (di cui oggi fa parte anche il M5S) . Molti hanno affrontato il tema del “sociale” in maniera nebbiosa ed ideologica ma nessuno ha parlato di rilancio territoriale in termini concreti.

La realtà è che l’unica maniera di uscire dal degrado e creare integrazione, parola di cui i candidati amano riempirsi la bocca, è rilanciare l’economia locale attraverso vigorosi investimenti privati, in maniera da far esprimere al Municipio X tutte le sue potenzialità e trasformarlo in una zona dinamica e  trainante dell’economia romana così da ridargli la sua importanza turistica e culturale. Solo con una spinta economica portentosa è possibile dare dignità alla vita di quasi 270 mila persone (che pagano le stesse tasse di chi vive ai Parioli) e regalare una buona esperienza a vari milioni di persone che vengono a Roma purtroppo solo per visitare un paio di musei. 

IL CONTESTO
Dall’altra parte del fiume, a Fiumicino, sono in essere la costruzione di un porto commerciale ed il raddoppio del primo scalo aeroportuale italiano, infatti  anche le grandi aziende cominciano ad investire nell’area (la IBM a breve sposterà la sua sede italiana nei pressi della nuova fiera). Alla stessa maniera il turismo sta crescendo anche a Roma ed in futuro la capitale sarà sempre piu raggiungibile grazie a voli sempre più economici (dal 2018 saranno una realtà anche i voli intercontinentali low-cost come quelli delle compagnie “Norwegian” e “Level”). Sempre nel centro della capitale, lentamente ma costantemente nascono nuove realtà turistiche e punti di interesse di alto livello. Inoltre è in essere il progetto dello stadio di  Tor di Valle, anch’esso in grado di far avvicinare migliaia di persone al litorale. 
In questa situazione il Municipio X deve risolvere alcuni nodi principali per rendere il suo territorio attrattivo, ossia: i trasporti, il turismo e gli eventi.  Inoltre è necessaria una visione lungimirante che serve per proiettare tutto il Municipio X in un possente sistema economico “litoraneo” con attenzione particolare per Ostia e Ostia antica. 

TRASPORTI
Il rilancio dell’area municipale (sia a livello turistico che di vivibilità per i suoi abitanti) è sostanzialmente subordinato ai miglioramenti trasportistici. E’ prioritario potenziare la Roma-Lido (visto il catchment portarla al livello di una metro), ma bisogna creare anche collegamenti (meglio se su ferro) con Fiumicino e migliorare i collegamenti tra i quartieri del municipio stesso. 
Le soluzioni esistono e perfino sul portale del PUMS sono state proposte un’infinità di linee tram/bus  tra l’area municipale e fiumicino ed altre mille per i collegamenti  interni al municipio. 
Dato che è nota l’importanza dei collegamenti con Roma, bisogna sottolineare l’importanza di quelli per fiumicino. Gran parte della popolazione del  X municipio è impiegata (o è fruitrice) nell’indotto aeroportuale e nei centri commerciali di Parco Leonardo e Parco da Vinci.
L’unica possibilità per queste persone di muoversi è quella di riversarsi con l’auto privata verso Viale dei Romagnoli e sul Ponte della Scafa, intasando quest’arteria (che serve sia chi deve andare a Roma, sia chi deve recarsi sulla Portuense o sulla Roma Civitavecchia) con grande inquinamento ed incidenti mortali. Quartieri come Nuova Ostia, Dragona e Dragoncello, collegati direttamente con Fiumicino (essendo a poco meno  di 200m in linea d’aria basterebbe un ponte) diventerebbero strategici sia a livello abitativo sia a livello turistico (un hotel a Dragona sarebbe a una fermata dagli scavi di Ostia Antica, a 3 fermate dal mare, a 20 minuti da Roma e a 10 minuti dall’aeroporto, godendo perché no di un argine del fiume ciclabile). 
Una volta disincentivato l’uso dell’auto, i quartieri potranno (e dovranno) sviluppare tutto il loro potenziale ciclopedonale, migliorando di grande misura la qualità della vita e diventando una calamita per il turismo (vantaggi che otterrebbe finalmente anche Fiumicino). Completa l’opera un piano importante di parcheggi interrati, ossia l’unico modo di nascondere le auto e ridare spazi dedicati ai cittadini tra l'altro incassando oneri. Qualcuno potrebbe obiettare che il trasporto pubblico non rientra nelle competenze della giunta municipale, è vero, ma quale municipio può far sentire la voce di 270 mila persone? 

IL TURISMO
Come mostrano i dati di Federalberghi (che è solita fare lacrime da coccodrillo, anche se il suo impegno per il miglioramento della città è piuttosto discutibile) il turista medio a Roma soggiorna al più 3 giorni, quanto basta per vedere i monumenti principali.
Perché? Perché Roma non viene vissuta, a parte visitare e guardare (i monumenti più conosciuti) ad oggi non si può fare altro. 
Mancano gli spazi e mancano gli eventi. Proprio in quest'ottica si può ripartire da Ostia. Inoltre Ostia risulterebbe anche un hub giovanile/familiare, per tutti i nuclei familiari e gli individui che una camera al centro di roma non possono permettersela (provate a vedere da marzo a ottobre quanto costa una camera a Roma), creando un nuovo prodotto turistico complementare a quello del centro, in grado di rilanciare la città intera.
Il Municipio X dispone di potenzialità enormi, potenzialità che qualsiasi realtà europea trasformerebbe in oro, ma che invece da noi, per lotte intestine alla politica, per sudditanza ideologico/elettorale, e a volte semplicemente per corruzione (hanno detto che non è mafia...) sono rimaste nell’inerzia del degrado e dell’incuria.

Decine di chilometri di spiagge e di lungomare, il sito archeologico piu grande del pianeta ed il più vicino alla capitale del turismo italiano, enormi parchi verdi, le rive di un fiume, un porto turistico e sconfinati spazi che possono essere adibiti agli eventi. Tutto ciò va organizzato, tutto ciò va pubblicizzato. Tutto ciò, dobbiamo ripeterlo, può creare un prodotto turistico nuovo in grado di rilanciare Roma  stessa

EDIFICAZIONE ALBERGHIERA
La maniera migliore per portare il turismo direttamente nel municipio è avere edificiazione turistica in cambio di riqualificazione, cominciando dai grandi spazi e dalle strutture fatiscenti/inutilizzate o inutilmente situate in zone di interesse.
Che cosa significa? Significa semplicemente che bisogna togliere i vincoli paesaggistici (specialmente quello riguardante l’altezza!) ed architettonici e far si che qualsiasi edificio possa essere convertito/ricostruito come struttura ricettiva, spingere affinché il demanio permetta l’edificazione turistica in tutti i terreni edificabili/già edificati, in cambio della riqualificazione dei dintorni dell’edificio (così come succederà per l’edificio che verrà riqualificato a Piazza Verdi o l’ex stazione di Trastevere).  Quali sarebbero gli effetti?
Le strutture ricettive già esistenti potrebbero espandersi in altezza, mentre edifici in disuso come la “Colonia Vittorio Emanuele” potrebbero trasformarsi da casermoni fatiscenti a grandi strutture turistiche, portando lavoro e benessere. Lo stesso destino lo meriterebbe l’ex “Enalc hotel”, posizionato a due passi dalla metro, di fronte al mare e a pochi passi dalla pineta. L’ufficio tecnico, inutilmente situato sulla spiaggia, potrebbe trasformarsi in grande hotel balneare. In egual modo una cascina di ostia antica potrà convertirsi in hotel in grado di ricevere grandi gruppi che possono visitare gli scavi,il borgo, andare a Roma o andare a fare un tuffo ad ostia, per poi tornare a casa direttamente dallo scalo di Fiumicino situato a pochi minuti. 
A Dragona, quella che era una villetta di borgata potrà diventare una grande struttura ricettiva per gli scali aeroportuali o gli eventi fieristici (il giorno che ci sarà ponte che collegherà direttamente con Fiumicino) situata anche a poche fermate dagli scavi, dal mare, dal costruendo stadio, ed ovviamente da Roma.
Gli edifici e gli spazi situati nel Municipio X risultano molto più economici all’acquisto di quelli presenti verso il centro di Roma, sarebbe quindi dovere del comune e della giunta, spingere per un edificazione alberghiera contattando direttamente le grandissime catene alberghiere, che hanno da una parte i capitali pronti da investire in situazioni di sviluppo proprio come queste e dall’altrà sono già in grado di muovere grandi masse di turisti essendo collegati alle grandi agenzie turistiche ed alle linee aeree. Nel momento in cui si crea una “massa critica” di strutture ricettive, si crea una catena economica basata sui servizi accessori (trasporti, distribuzione, ristorazione, lavanderie, impiantistica, manutenzione, pulizie) ma si crea anche un indotto importante basato sull’enogastronomia, sull’intrattenimento e sulla cultura. Sono decine di migliaia di posti di lavoro ora tenuti sotto vetro, immobili. Le grandi catene alberghiere (a differenza della piccola e obsoleta imprenditoria locale) hanno tutto l’interesse ad avere un quartiere riqualificato e sono pronte a rilanciarlo appena ne hanno la possibilità.

CICLABILITA' 
I dati del settore parlano chiaro. “Il cicloturismo genera in Europa un indotto economico di 44 miliardi, con 2 milioni di viaggi e 20 milioni di pernottamenti, (secondo le rilevazioni dell’Enit, agenzia nazionale del turismo), In Italia ha un valore potenziale di 3,2 miliardi e sta crescendo a un ritmo costante. La ciclopedonalizzazione del lungomare di Ostia, oltre 10km di percorso ciclabile approfittando della brezza marina, sarebbe un’attrattiva a se stante di Roma, un grande punto di aggregazione. Oggi il tratto ricorda una tangenziale ed è necessario che venga ciclopedonalizzato in maniera da poter essere fruibile con il flusso turistico sia romano che internazionale . Bisogna utilizzare una delle due corsie dedicate alle auto (si utilizzera quella vicino al mare, l’altra è comunque larga circa 13 metri, abbastanza da essere divisa nuovamente in 2 corsie per ogni senso di marcia). Alla stessa maniera va ciclopedonalizzato l’argine fluviale, il quale rilancerebbe tutta l’area di ostia antica/dragona e perché no potrebbe arrivare fino a tor di valle(nella foto un argine ciclopedonale in Baviera) rilanciando la nautica fluviale e le attività enogastronomiche annesse. Alla stessa maniera, molti quartieri del X municipio, Ostia in primis, gia dispongono degli spazi per poter ospitare vere e proprie arterie ciclopedonali ,la ciclabilità è richiesta a gran voce dai cittadini e sul PUMS si possono osservare svariate proposte in tal senso. Da valutare con molta attenzione anche l’idea di un boardwalk( presente in molte località marittime) che attraversi tutte le dune di castel porziano. Le grandi catene alberghiere sarebbero più che contente di contribuire alla costruizione di queste opere, perché contribuirebbero alla valorizzazione delle loro stesse strutture con grandi guadagni.       

OSTIA ANTICA
A mezz’ora dal centro di Roma, è presente la più grande città di età imperiale visitabile. Ostia Antica insieme a Pompei è il sito archeologico più grande del pianeta con un'area di 150 ettari  e ne è stato riportato alla luce solo il 40% , più della metà della città è ancora sepolta. Mentre la sovrintendenza è impegnata a difendere a spada tratta vecchie tribune fatiscenti a Tor di Valle, Ostia antica è abbandonata e fa numeri da museo rurale, la classifica del ministero dei beni culturali parla chiaro:
E’ evidente che il sito sia visitato forse da una sola classe per ogni scuola di Roma più qualche turista esterno. Gli scavi di Ostia Antica sono talmente poco conosciuti che per molti turisti è più facile affrontare un tragitto di circa 3 ore e raggiungere Pompei. Questa situazione inaccettabile dimostra quanto siano stati totalmente incompetenti gli assessori al turismo passati e presenti.
E’ necessario cercare sponsor ed investitori in grado di provvedere alla manutenzione, al rilancio e all’espansione del sito archeologico, magari mettendolo a gara europea aprendo la gestione a grandi società che già svolgono questo compito in altri paesi (come i concessionari francesi che mantengono i parchi archeologici). Chi si occupa del territorio si deve battere perché questo gioiello archeologico venga rispettato (ad oggi non c’è nessun controllo di sicurezza sugli scavi, la segnaletica è marcia e si può tranquillamente camminare nei ruderi)  ma venga anche visitato dal numero di turisti che merita. Almeno quanti ne fa Pompei.  Il sito archeologico rappresenta il vero volano di tutta l’area di Ostia Antica, per renderlo più attrattivo bisogna pubblicizzarlo sia a livello globale che locale, creare volantini illustrativi da distribuire in tutte le strutture ricettive di Roma e dintorni e pubblicizzarlo nei principali portali turistici online, ma anche sulle riviste stampate.
Ostia Antica, il quartiere attuale, ad oggi non sfrutta assolutamente il suo potenziale turistico. La sua posizione è forse la migliore poiché permetterebbe ai grandi gruppi di turisti di visitare gli scavi, vivere il borgo, raggiungere il mare o il centro di Roma con il treno, ma lavorare anche con lo scalo aeroportuale. E’ necessario perciò che vengano costruite strutture adeguate (come spiegato nel punto sopra), le quali si riempiranno non appena il sito archeologico avrà la luce che merita.

PROMOZIONE TURISTICA E COMUNICAZIONE
Prendete una guida su Roma, anzi andate sul portale turistico fatto dal comune: DA VOMITO, giudicate con i vostri occhi, ci sono brevi descrizioni, Ostia Antica non è menzionata, non ci sono indicazioni su come raggiungere i punti di interesse ne cosa sia presente nei dintorni. Stranamente però sono presenti ottime indicazioni su come raggiungere gli stabilimenti balneari (comprensivi di numeri di telefono). 
Chi si occupa di turismo nel municipio deve contattare direttamente le grandi agenzie turistiche come TUI, COOK, PRICELINE, CTRIP, agenzie che hanno già sottomano milioni di clienti fidelizzati e promuovere il territorio (previa riqualificazione dello stesso ovviamente), le sue attrazioni e le sue strutture ricettive. E’ molto importante promuovere Ostia anche sui portali  del settore e sulla stampa. Qualche candidato alle prossime elezioni è andato sul Corriere della Sera, qualcuno addirittura su El Pais per dire che combatterà il degrado, avranno anche le palle di andare di invitare “History Channel” e “National Geographic”, oppure la Zdf (tv tedesca) per promuovere gli scavi di Ostia Antica e le Spiagge?

EVENTI , SPORT E CULTURA
Una fitta calendarizzazione di eventi, festival e rassegne è la chiave per rilanciare il turismo e l’economia. Oltre alle spiagge, Ostia dispone di svariate aree che possono ospitare tranquillamente grandi eventi. Di seguito  un elenco di parchi e piazze abbastanza grandi da poterli ospitare.
Per capire le dimensioni, basti pensare che un campo da calcio regolamentare ha una superficie di 7140mq,  Piazza Duomo a Milano 12700mq, Piazza San Giovanni a Roma  42700mq

-Piazzale Magellano e Piazza Sirio: almeno 29.200 mq  (potrebbe ospitare eventi fino a 60.000 persone,  lo spazio situato difronte la stazione della metro “stella polare”, è la zona che tipicamente ospita gli air show )

-Parco XXV Novembre: ca 23.000mq (potrebbe ospitare eventi  da ca 40000 persone, situato a poca distanza dalla stazione lido centro e stella polare)

-Parco Pallotta: ben 50.000mq (L’area può ospitare comodamente 80000 persone, la zona perfetta per un grande festival)

 -Parco dei Fusco: oltre 14.500 mq (a pochi passi dalla stazione Lido centro e Lido nord per giunta)

-Parco Via Sandolini: 10.000mq (situato difronte alla stazione Castel Fusano e a due passi dal mare).

-Parco dei Ravennati: ca 10.000mq (situato  a pochi passi dalla stazione di Ostia Antica)

-Pontile di Ostia : ca 8.000mq la piazza antistante fino all’inizio del pontile (raggiungibile a piedi da Lido centro, non è molto ampio ma sicuramente è molto scenografico affacciandosi direttamente sul mare)

Con un po di proattività , una giunta municipale potrebbe organizzare eventi anche in terreni privati come l’area antistante il Cineland (21.000mq) o quella presente nel parco del canale dello stagno (ca 20.000mq)
Chi si occupa del municipio  deve entrare in contatto con le grandi agenzie di eventi, con le federazioni sportive, con le associazioni culturali e con qualsiasi entità che proponga iniziative interessanti, in maniera da ottenere il maggior numero di rassegne, concerti e tornei sportivi così da portare la linfa vitale degli eventi nel territorio, linfa vitale che può finalmente riattivare la vita culturale del Municipio e quindi di tutta Roma. Imperativo inoltre, che la movida torni ad Ostia come da tradizione.

CONCLUSIONI
Sono stati analizzati solo pochi aspetti di un Municipio, alcune potenzialità inespresse da sviluppare.  Si capisce subito che Roma  ha i numeri perché tutte le aree possano vivere decorosamente e i propri cittadini crescere in prosperità invece di pietire soldi al governo (vero Calenda?). Vanno superate le ideologie, vanno superati i clientelismi (gli investimenti sono bloccati non solo perché si è ideologicamente contro ai privati, ma anche perché se tutto è inospitale per i grandi investitori, vincono i piccoli investitori locali, gli imprenditori-prenditori), va fatto ciò che è giusto per il benessere della cittadinanza.
Serve una visione a lungo termine, una visione dinamica. Il destino di 270 mila persone il 5 novembre è appeso un filo. Ridente località turistica oppure dormitorio fatiscente ad uso e consumo degli stabilimentari? 

Chi si occuperà del territorio dovrà vedere oltre, dovrà saper programmare e progettare lo sviluppo armonico di questa città, perché senza sviluppo non c’è integrazione sociale. La scelta è tra vivere il futuro risolvendo problemi concreti o morire miseramente nell’atrofizzazione burocratica di chi campa parlando in politichese. Il minisindaco dovrà essere proattivo e ottenere soluzioni con tutti gli attori del caso (dal Comune di Roma fino alla Comunità europea).

Gli adesivi di Anna Frank romanista sono di 3 anni fa. Perché se ne parla solo ora?

25 ottobre 2017

Le società di calcio, tutti i commentatori sportivi, tutti gli editorialisti più in vista, la Comunità Ebraica, i ministri, i parlamentari, la Digos, il Presidente della Repubblica. Non sappiamo se il Papa abbia dichiarato qualcosa sulla Anna Frank Connection o se presuma di farlo nelle prossime ore, ma nel caso mancherebbe soltanto lui. 

E' molto curioso, nel buffo acquario che è Roma, vedere come l'informazione si concentri su questioni piuttosto che su altre. E' curioso notare come in una città ricoperta di adesivi abusivi (spesso molti antisemiti, violenti, razzisti) ad un certo punto parta un treno su uno specifico adesivo, come se il problema fosse quello e non l'illegalità entro il quale la sua affissione diventa ordinaria.

Siamo assolutamente convinti che non ci si debba mai indignare del contenuto di una affissione abusiva, non va proprio considerato. Bisogna semmai indignarsi dell'affissione abusiva in se. Senza entrare nel merito. Se entri nel merito ha vinto l'affissore: ha comunicato il suo messaggio che invece non deve esistere. 
A Roma invece dai muri, con un numero telefonico apposito, si cancellano solo le scritte antisemite. Siamo arrivati a questa ipocrisia. Non abbiamo capito che scarabocchi sui muri non ce ne devono essere, punto, poco importa quali siano le idiozie che recitano. E invece oggi a Roma se vuoi una squadra che ti ripulisca il palazzo dalle obbrobriose pisciate territoriali degli impuniti puoi agevolmente scendere, disegnare una bella croce uncinata, scrivere "RAGGI EBREA" e vedrai che accorreranno tutti e ripristineranno il muro del palazzo tuo. A questo siamo...

Ogni superficie utile della città è ricoperta di affissioni assurde, ma da tre giorni il problema è Anna Frank. Certo l'adesivo è grave, il messaggio è indegno, l'ironia che sottintende è volgare, grossolana, insultante verso chi, anche nella nostra città, ha vissuto o ha avuto parenti che hanno vissuto gli anni più bui del Novecento. 


Ma il tutto si incasella in un contesto ambientale che rende ciò ovvio, normale, coerente. A Roma dare del "frocio" o dell' "ebreo" a qualcuno considerando questi termini come un grave insulto è la norma. Questo è il contesto, questo è l'acquario. E' il contesto il problema, non l'adesivo in se.

Tanto più se l'adesivo risale, udite udite, al 2013. Lo dimostra anche la maglia posizionata sulla figurina della ragazza: giustappunto la maglia ufficiale del 2013 della squadra giallorossa. La metropolitana e altre superfici ne erano piene 4 anni fa, ma all'epoca nessuno disse nulla. Oggi se ne occupa anche Sergio Mattarella. Roma è l'unica e l'ultima città del mondo in cui i media - rivolgendosi ad una massa informe di cittadini gravemente lobotomizzati dagli eventi e dal contesto, appunt - riescono ancora a manipolare l'informazione in questo modo. A portare lettori, istituzioni, politici sul loro terreno quando e come vogliono loro. A casaccio a volte (come ora) con profondi secondi fini in altri casi, quando tra le mille cose che c'erano da affrontare si preferì parlare per dei mesi sul nulla della Panda Rossa di Marino, primo passo della demolizione mediatica dell'unico sindaco che negli ultimi decenni ha cercato di rimettere in carreggiata la città.

La questione che ci lascia questa storia non è la consapevolezza di quanta feccia ci sia nelle curve calcistiche in Italia e in particolare a Roma (il calcio andrebbe sospeso in attesa del passaggio di generazione), questo lo sapevamo già, la questione che ci ronza in testa è trovare una risposta alla domanda "perché se ne parla solo ora?". Alla domanda "perché è pieno di imbecilli a tutti i livelli che va appresso a chi ne parla solo ora" abbiamo già la nostra lucidissima risposta.

Video. Roma ha un secondo Colosseo, si chiama Anfiteatro Castrense ed è circondato di rifiuti

22 ottobre 2017

Incredibile la situazione che abbiamo trovato attorno all'Anfiteatro Castrense. Una vallata di pattume collocata tra le Mura Aureliane, il frequentatissimo Viale Castrense e questo importante monumento che se fosse in qualsiasi altra città del mondo sarebbe valorizzato e trasformato in una risorsa anche economica e che invece qui è circondato da una discarica abusiva spaventosa, puzzolente, pericolosa, che impedisce alle persone di transitare, che fa passare la voglia di passare attorno.


Speriamo che il progetto di riqualificazione di Viale Castrense interessi anche questa collina della vergogna che potrebbe essere messa a sistema con il giardino di Via Carlo Felice per la realizzazione di un grandioso parco lineare delle mura in quest'area.


Certo è che nessuna intrapresa di questo tipo va in porto se non si costellano iniziative di questo genere con attività economiche sane che abbiano tutto l'interesse nel tenere le cose in vita, pulite, ordinate, sicure. Se ci si affida unicamente ai dipendenti comunali il destino è segnato e si vede millimetro per millimetro in questo filmato agghiacciante.

Città che cercano di evolversi e migliorare. Nuovo reportage da Sofia e confronti del caso

20 ottobre 2017
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Sofia è già stata oggetto su questo sito di un articolo nel mese di dicembre 2013 da parte di un lettore e poi ancora a maggio 2015; tornarci a distanza di anni ci fa vedere come le cose siano addirittura migliorate rispetto a quella (già lusinghiera) situazione.

La piazza di fronte la ex sede del Partito Comunista Bulgaro era la sede dell’antica città di Serdica, nell’esecuzione di scavi per la realizzazione di metro e sottopassi sono affiorate le rovine della città; intelligentemente queste sono diventate parte integrante dell’intervento, grazie anche ad una architettura in grado di valorizzarle; in pratica si passa dentro le rovine, come un sito archeologico.
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Anche a Sofia i mercati coperti sono stati valorizzati e restaurati, ed oggi sono addirittura oggetto di visite da parte dei turisti; il mercato di fronte le antiche terme è attualmente in ampliamento con lo scavo del piano interrato dove saranno realizzati nuovi locali commerciali.
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Le stazioni della metropolitana sono tutte moderne e tenute sempre in maniera perfetta anche a distanza dei 4 anni dell’articolo (la nostra Jonio aperta in quegli anni è già distrutta). Attualmente si sta realizzando una terza linea, il cantiere della metro è praticamente sempre in funzione da almeno 7 anni.
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Queste stazioni, inoltre, sono molto ampie ed adatte a sostenere un flusso di viaggiatori elevato, le banchine ampie permettono di stare in sicurezza aspettando i treni (la cui attesa non è mai stata superiore agli 8 minuti)
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Anche gli altri mezzi di trasporto si stanno, pian piano, modernizzando. Questi i nuovi tram verso le tratte periferiche:
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Le trasformazioni urbanistiche sono continuate cercando di migliorare quanto prima c’era: un vecchio asse stradale che da sud arrivava al Palazzo della Cultura è stato interamente pedonalizzato, quello che era un ponte cavalcavia trasformato in un soprapasso di dimensioni enormi e con piantumazioni a verde. Data l’ampiezza viene utilizzato per esposizioni ed eventi.
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La città si sta arricchendo di percorsi ciclabili ben progettati e di nuovi marciapiedi ben fatti (in mattoni e non in catrame come a Roma) e con segnaletiche anche originali:
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La raccolta della spazzatura è ancora molto arretrata, non c’è un livello di raccolta differenziata alto e la maggioranza dei rifiuti finisce nell’indifferenziata con i classici cassonetti come da noi. Qui, però, vengono raccolti spesso anche più volte al giorno e non ho mai visto rifiuti per strada, quelli che ho visto erano pieni al massimo a metà.
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Gli spazi pubblici, infine, sono quelli che potete vedere nelle foto a seguire, presi in diverse parti della città:
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Carlo Ragaglini

Tutta la spiegazione sul perché il piano Calenda è concettualmente sbagliatissimo

18 ottobre 2017
Parlando del favoleggiato Piano Calenda per il rilancio di Roma, ovvero della serie di provvedimenti messi insieme dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) per portare investimenti nella capitale, bisogna partire da due premesse.

La prima premessa è che quando parliamo di 2 miliardi di investimenti sembra che parliamo di chissà quale cifra. In realtà, tenuto conto il bilancio, la stazza e anche il depresso pil annuo che cuba la città, stiamo parlando di una cifretta incapace di spostare realmente le cose, tanto più se spalmata in annu e anni. 2 miliardi, tanto per capirci, sono poco più dell’investimento che era previsto a Tor di Valle con la trasformazione immobiliare che comprendeva lo stadio della Roma. Sarebbe bastato che una amministrazione di lestofanti non avesse bloccato l’ottimo progetto messo in campo da Giovanni Caudo durante gli anni della Giunta Marino e avremmo avuto la stessa quota di investimenti. Senza chiacchiere, senza finti litigi tra ministro e sindaca, senza giochi di ruolo e gioco delle parti. E soprattutto senza esborso di denari pubblici (soldi dei contribuenti di Gorizia e di Trieste, di Biella e di Lecce, tutti gettati nel buco nero di Roma), ma esclusivamente privati.

La seconda premessa è che seppur volessimo considerare significativo l’ammontare del piano, si tratterebbe comunque di un provvedimento fragilissimo, sub iudice delle prossime elezioni, destinato a vacillare e forse a cadere visto il periodo di feroce campagna elettorale che ci aspetta e visto il certo cambiamento di quadro politico a Palazzo Chigi e dunque in tutti i dicasteri.

Tutto ciò premesso prendiamo la cosa sul serio e ne parliamo come se fosse una cosa davvero cocreta. E moduliamo le nostre critiche, anzi sostanzialmente la nostra unica critica, assumendo che questo piano andrà in porto. 

Quale è la nostra unica critica? La visione distorta della città. Carlo Calenda e il suo team hanno prodotto settimane fa un eccellente documento di analisi della disperata situazione della Capitale. Hanno perfettamente capito che siamo agli sgoccioli e che le pressoché inesistenti chance di risollevare la città stanno esaurendosi e che la situazione si fa pericolosa non solo economicamente e politicamente parlando, ma anche socialmente e in termini di ordine pubblico. Roma è una polveriera pronta a generare violenza, un laboratorio antropologico dove si stanno producendo cittadini privi di dignità, pronti a tutto, aggressivi, autolesionisti. Un qualcosa che non ha paragoni e raffronti a livello nazionale e men che meno internazionale. 

Come reagire? Calenda risponde che - da una parte sollecitando e dall’altra tendendo la mano a Comune e Regione - bisogna aumentare gli stanziamenti sulla città. Individua insomma una città sottofinanziata, e probabilmente ha ragione, e immagina che per finanziarla serva del denaro dall’estero. Denaro pubblico, drenato a tutti i contribuenti italiani e investito in un contesto di illegalità, inefficienza, corruzione, racket, mafia. In un contesto ingovernato e ingovernabile. 

Secondo noi così non si risolvono i problemi bensì se ne generano di nuovi. Ecco la visione distorta della città, ecco la mancata osservazione della realtà: Roma non ha bisogno di soldi, ha solo bisogno che i soldi che già ci sono, e sono tanti, prendano la strada corretta. Escano dalle saccocce dei furfanti e entrino nelle casse di chi gestisce i servizi pubblici ad esempio, o nei portafogli dell'economia sana, pulita, internazionale. 

Calenda non ha ben compreso che il punto non è trovare 100 milioni per comprare autobus Atac, il punto semmai è recuperare i 100 milioni all’anno (all’anno!!!) di evasione dei ticket, anche perché una azione simile non solo genera cash vero ma combatte l'inciviltà diffusa (se al mattino ti obbligo a pagare il bus ti svegli sentendoti attorno una città che non è terra da depredare); il punto è valorizzare i cespiti immobiliari Atac pregiatissimi ma abbandonati, che valgono anche loro centinaia di milioni. 

Il punto non è finanziare le municipalizzate, bensì renderle efficienti, fare in modo che chi lavora bene venga valorizzato e i tantissimi che lavorano male licenziati in tronco. Il punto non è trovare i soldi per la manutenzione delle strade andandoli a chiedere ai cittadini di Bologna o di Ancona che versano le loro tasse allo stato, il punto è capire che il mondo delle bancarelle a Roma versa al Comune 7 milioni l’anno mentre ne potrebbe cubare 90; capire che il mondo dei cartelloni pubblicitari versa al Comune 20 milioni quando il settore è valutato 80; capire che solo facendo pagare il giusto a chi mette tavolini fuori al proprio ristorante (e che deve poterlo fare con maggiore facilità nell’ambito di una semplificazione normativa radicale e profonda) si potrebbe risanare mezzo debito pubblico. 

Per tacere poi dello sviluppo immobiliare. Ex Fiera di Roma ferma, Tor di Valle ferma, Torri dell’Eur ferme, ferma perfino la sistemazione di superficie del parking di Via Giulia perché nessuno si piglia la responsabilità di mettere una firma. E se si abbatte un palazzo irrilevante sulla Salaria per sostituirlo con un edificio nuovo si mobilita mezza città. Questa mentalità, questo atteggiamento, queste tare mentali costano alla città in termini direttamente economici molto più dei 2 miliardi spot che arriverebbero in ossequio al piano. 

Roma ha in se stessa, in questo momento, le risorse necessarie per sviluppare, per fare investimenti, per trasformarsi. . Non occorrono dunque nuove risorse ma occorre profonda semplificazione burocratica, cambiamento radicale della classe amministrativa (o sostituzione di persone o cambiamento totale di mentalità delle persone che già ci sono), commissariamento lungo. Ad oggi queste risorse l’amministrazione rinunzia ad andarle a prendere, preferisce lasciarle nelle tasche della peggiore imprenditoria europea dei bancarellari, degli ambulanti, dei tassinari, dei balneari, delle dittuncole di manutenzione stradale, dei pessimi esercenti, dei mutandari, dei cartellonari. Queste realtà portano un sacco di voti e in cambio vogliono un sacco di soldi. Sono questi potentati che privano la città di ossigeno. In questo quadro i soldi di Calenda farebbero la stessa identica fine: in larga parte nelle tasche dell’imprenditoria alla romana.


Solo gestendo in maniera imprenditorialmente sana un bene straordinario come i suoi arenili, le sue splendide spiagge, le sue dune, i suoi lungomare Roma potrebbe generare annualmente economie 5 volte tanto quelle del piano Calenda. Basterebbe solo sistemare il mare. E poi ci sono cento altre cose così: business abbandonati  da chi amministra per favorire orde di speculatori che succhiano sangue alla città minuto dopo minuto. Vogliono mettere in circolo nuovo sangue, senza nessunissima azione su chi a vario titolo e a vario spettro succhia. Dalla signora che non fa il biglietto sul tram su su fino al palazzinaro che lucra sui suoi pessimi edifici forte di una città che pur di favorirlo artatamente ha rinunciato a modernizzare le sue architetture e la sua urbanistica. 

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