Fermo restando che noi siamo ormai in questa fase favorevolissimi al fallimento dell'azienda e alla liberalizzazione del servizio propugnato dai Referendum Radicali che invitiamo chi non l'avesse fatto a firmare, resta l'anomalia di questi giorni. Giorni in cui si fa un gran parlare di Atac, ma giorni in cui non si fa il minimo accenno ad una questione che, con relativa semplicità, potrebbe portare l'azienda fuori dalle secche finanziarie forse perfino garantendogli un futuro (qualora qualcuno riuscisse ad avere ragione dei peggiori dipendenti e dei peggiori sindacati che un'azienda pubblica abbia mai avuto).
Di cosa stiamo parlando? Facile: del patrimonio immobiliare di Atac. Un catalogo incredibile di cespiti che, se valorizzati, potrebbero portare nella pancia della società municipalizzata una quantità impareggiabile di milioni di euro oggi letteralmente abbandonati. E' la solita storia di incapacità, inefficienza, mancanza di visione, sudditanza verso i peggiori comitati, i peggiori movimenti e in definitiva le peggiori ideologie.
Il punto è che negli anni Atac ha dismesso l'utilizzo di alcuni depositi che un tempo erano ai margini del centro abitato e che invece oggi sono nel pieno del tessuto urbano. L'essersi ritrovate nel cuore della città ha generato due conseguenze per questi pregiatissimi lotti immobiliari: il loro valore al metro quadro è aumentato a dismisura e invece la loro funzionalità in termini di depositi di bus o di tram è crollata. Qualsiasi azienda normale, in un contesto normale, avrebbe trasformato questo problema in una grande opportunità cambiando la destinazione d'uso di questi spazi (oggi, ripetiamolo, abbandonati), offrendo alla città una chance di rigenerazione e incassando tanti soldi dalla vendita dei terreni. E invece tutto si è trascinato per anni e anni. L'ultimo colpo venne battuto esattamente 10 anni, nel 2007, quando la Giunta Veltroni, avvezza alla forma più che alla sostanza (quella l'aveva fatta Rutelli e non restava che inaugurare le cose da lui assai concretamente impostate) lancio un concorso di idee chiamato Rimesse In Gioco - Depositi di Idee volto a ricevere contributi dagli studi di architettura sulle rimesse Vittoria e Porta Maggiore. Stiamo parlando di aree in zone immobiliarmente prestigiosissime della città di dimensioni relativamente di 15mila e di 22mila mq.
Ma c'è di più. Oltre alla rimessa Vittoria e a quella di Porta Maggiore\Pigneto (sì, lo sappiamo che questa è ancora in funzione, ma sappiamo anche che con un rapido progetto di spostamento dei depositi tranviari nella zona adiacente all'ex Centro Carni la rimessa potrebbe essere facilmente liberata) si sono in questo decennio liberati altri spazi altrettanto significativi sia per dimensioni (stiamo parlando di lotti giganteschi davvero) che per posizione: la rimessa San Paolo (quella che il genio Berdini voleva regalare agli okkupanti del centro sociale Alexis) e la mastodontica rimessa di Piazza Ragusa.
Pensiamo solo a questi quattro immobili (ma secondo la mai applicata delibera del 2010 che intimava ad Atac Patrimonio di valorizzare tutti i possedimenti non strumentali ci sono almeno altri 4 immobili da monetizzare). Tutti nel cuore della città, tutti in zone strategiche, vicinissime al trasporto pubblico, a ferrovie e metropolitane. Tutte dotate sia di spazi storici (i fronti costruiti delle rimesse, pensate alla bellezza di Piazza Ragusa). Tutte pronte ad essere trasformate. Tutte con potenzialità in termini di real estate sconfinate (anche se sempre minori vista la continua perdita di appeal della città). Tutte, soprattutto, patrimonio della città da sviluppare e far rendere il più possibile. Ovviamente in cambio si otterrebbero non solo soldi bensì anche posti di lavoro a pioggia, investimenti, tantissimi mq di spazi comuni e verdi che si potranno chiedere in cambio ai developer.
Guardate Milano. L'altro giorno il Comune ha pubblicato un bando per cedere un appezzamento di terreno nella zona di Porta Nuova (32mila mq). Con le dovute modifiche al piano regolatore e agli indici edificatori (il Comune consente anzi auspica che vi venga edificato un grattacielo, in buona sostanza) l'amministrazione ha fissato una base d'asta di 77 milioni. Avete letto bene: il Comune vende un terreno di sua proprietà a 77 milioni di euro. Ed è una base d'asta: nulla vieta che ci siano più rilanci e più offerte e che si arrivi a 80 o a 90 milioni. Come vedete la bufala del "mancano i soldi" si rivela tale ad ogni minimo approfondimento della realtà. Non mancano i soldi, mai: manca semmai la capacità di organizzare, di pianificare, di governare processi complessi, manca totalmente poi la lucidità per raccontare alla città cosa si va a fare e manca, fondamentale, la intenzione chiara di ridicolizzare con ferocia chi protesta per mestiere.
Pensate dunque cosa si potrebbe fare governando in maniera seria i processi di trasformazione di questi cespiti immobiliari che stanno in capo ad Atac. Si parla del fallimento di Atac. Si parla di 1,3 miliardi di debiti. Si parla del fatto che, una volta fallita Atac, fallirà anche Roma Capitale visto che improvvidamente ha iscritto in bilancio 500 milioni di euro di crediti verso l'azienda che però non potrà mai esigere (fico mettere a bilancio 500 milioni di crediti nei confronti di una azienda praticamente fallita!). Tutto vero, tutto verissimo. Ma perché nessuno dice che a causa di idiote ideologie, di incapacità pianificatorie e di tare mentali si tengono bloccati probabilmente 5, 6 o 700milioni che una seria operazione immobiliare sul patrimonio Atac potrebbe generare? "Aho la golada de cemendo a Piazza Bainsizza nu la volemiooo", questo il mood dei soliti comitati. La colata di cemento sarebbe la prima foto di questo articolo: verde, nuove architetture, spazi comuni di qualità. A causa di queste atroci proteste alla Rimessa Vittoria si farà un centro di compattamento di Ama: se gli porti qualità sbraitano, se gli porti immondizia tutti muti. Però la città perde milioni e opportunità. E alla lunga ovviamente muore.
Di cosa stiamo parlando? Facile: del patrimonio immobiliare di Atac. Un catalogo incredibile di cespiti che, se valorizzati, potrebbero portare nella pancia della società municipalizzata una quantità impareggiabile di milioni di euro oggi letteralmente abbandonati. E' la solita storia di incapacità, inefficienza, mancanza di visione, sudditanza verso i peggiori comitati, i peggiori movimenti e in definitiva le peggiori ideologie.
Il punto è che negli anni Atac ha dismesso l'utilizzo di alcuni depositi che un tempo erano ai margini del centro abitato e che invece oggi sono nel pieno del tessuto urbano. L'essersi ritrovate nel cuore della città ha generato due conseguenze per questi pregiatissimi lotti immobiliari: il loro valore al metro quadro è aumentato a dismisura e invece la loro funzionalità in termini di depositi di bus o di tram è crollata. Qualsiasi azienda normale, in un contesto normale, avrebbe trasformato questo problema in una grande opportunità cambiando la destinazione d'uso di questi spazi (oggi, ripetiamolo, abbandonati), offrendo alla città una chance di rigenerazione e incassando tanti soldi dalla vendita dei terreni. E invece tutto si è trascinato per anni e anni. L'ultimo colpo venne battuto esattamente 10 anni, nel 2007, quando la Giunta Veltroni, avvezza alla forma più che alla sostanza (quella l'aveva fatta Rutelli e non restava che inaugurare le cose da lui assai concretamente impostate) lancio un concorso di idee chiamato Rimesse In Gioco - Depositi di Idee volto a ricevere contributi dagli studi di architettura sulle rimesse Vittoria e Porta Maggiore. Stiamo parlando di aree in zone immobiliarmente prestigiosissime della città di dimensioni relativamente di 15mila e di 22mila mq.
Ma c'è di più. Oltre alla rimessa Vittoria e a quella di Porta Maggiore\Pigneto (sì, lo sappiamo che questa è ancora in funzione, ma sappiamo anche che con un rapido progetto di spostamento dei depositi tranviari nella zona adiacente all'ex Centro Carni la rimessa potrebbe essere facilmente liberata) si sono in questo decennio liberati altri spazi altrettanto significativi sia per dimensioni (stiamo parlando di lotti giganteschi davvero) che per posizione: la rimessa San Paolo (quella che il genio Berdini voleva regalare agli okkupanti del centro sociale Alexis) e la mastodontica rimessa di Piazza Ragusa.
Pensiamo solo a questi quattro immobili (ma secondo la mai applicata delibera del 2010 che intimava ad Atac Patrimonio di valorizzare tutti i possedimenti non strumentali ci sono almeno altri 4 immobili da monetizzare). Tutti nel cuore della città, tutti in zone strategiche, vicinissime al trasporto pubblico, a ferrovie e metropolitane. Tutte dotate sia di spazi storici (i fronti costruiti delle rimesse, pensate alla bellezza di Piazza Ragusa). Tutte pronte ad essere trasformate. Tutte con potenzialità in termini di real estate sconfinate (anche se sempre minori vista la continua perdita di appeal della città). Tutte, soprattutto, patrimonio della città da sviluppare e far rendere il più possibile. Ovviamente in cambio si otterrebbero non solo soldi bensì anche posti di lavoro a pioggia, investimenti, tantissimi mq di spazi comuni e verdi che si potranno chiedere in cambio ai developer.
Guardate Milano. L'altro giorno il Comune ha pubblicato un bando per cedere un appezzamento di terreno nella zona di Porta Nuova (32mila mq). Con le dovute modifiche al piano regolatore e agli indici edificatori (il Comune consente anzi auspica che vi venga edificato un grattacielo, in buona sostanza) l'amministrazione ha fissato una base d'asta di 77 milioni. Avete letto bene: il Comune vende un terreno di sua proprietà a 77 milioni di euro. Ed è una base d'asta: nulla vieta che ci siano più rilanci e più offerte e che si arrivi a 80 o a 90 milioni. Come vedete la bufala del "mancano i soldi" si rivela tale ad ogni minimo approfondimento della realtà. Non mancano i soldi, mai: manca semmai la capacità di organizzare, di pianificare, di governare processi complessi, manca totalmente poi la lucidità per raccontare alla città cosa si va a fare e manca, fondamentale, la intenzione chiara di ridicolizzare con ferocia chi protesta per mestiere.
Pensate dunque cosa si potrebbe fare governando in maniera seria i processi di trasformazione di questi cespiti immobiliari che stanno in capo ad Atac. Si parla del fallimento di Atac. Si parla di 1,3 miliardi di debiti. Si parla del fatto che, una volta fallita Atac, fallirà anche Roma Capitale visto che improvvidamente ha iscritto in bilancio 500 milioni di euro di crediti verso l'azienda che però non potrà mai esigere (fico mettere a bilancio 500 milioni di crediti nei confronti di una azienda praticamente fallita!). Tutto vero, tutto verissimo. Ma perché nessuno dice che a causa di idiote ideologie, di incapacità pianificatorie e di tare mentali si tengono bloccati probabilmente 5, 6 o 700milioni che una seria operazione immobiliare sul patrimonio Atac potrebbe generare? "Aho la golada de cemendo a Piazza Bainsizza nu la volemiooo", questo il mood dei soliti comitati. La colata di cemento sarebbe la prima foto di questo articolo: verde, nuove architetture, spazi comuni di qualità. A causa di queste atroci proteste alla Rimessa Vittoria si farà un centro di compattamento di Ama: se gli porti qualità sbraitano, se gli porti immondizia tutti muti. Però la città perde milioni e opportunità. E alla lunga ovviamente muore.
Come dite? Sono processi difficili che Roma è incapace di governare e seguire? In parte è vero. Ma allora diamo la colpa a chi ce l'ha: norme antiquate e dirigenti inetti. Bisogna dirlo con chiarezza. E poi bisogna aggirare il problema, non lasciare che ti uccida. Si incaricano società di consulenza, si mettono nell'amministrazione le persone giuste. E si fanno partire processi che non possono stare fermi. Si parte con una chiamata per idee che non sia solo architettonica, come ai tempi di Veltroni, ma che metta insieme investitori e progettisti (che dovranno essere i migliori al mondo), sulla base delle proposte si fanno i bandi e sulla base di questi ultimi si effettuano le modifiche al piano regolatore. Case di lusso a Piazza Bainsizza, torri di acciaio per un direzionale finalmente di qualità a Piazza Ragusa (smontando i ridicoli e mortali vincoli della Soprintendenza), ville urbane a Porta Maggiore, un grande hotel post industriale a San Paolo e via così con coraggio e voglia di cambiare come si fa in tutte quante le grandi capitali occidentali. E tra l'altro, in piccolo, gli esempi ce li abbiamo pure a casa: basta vedere come è stata trasformata la rimessa Tiburtina, oggi Città del Sole con edifici di qualità e spazi pubblici.
Ma vuoi mettere come è più semplice far fallire Atac (dando magari la colpa a chi c'era prima) piuttosto che sconfessare le proprie mostruose ideologie contro i privati, contro la crescita economica, contro lo sviluppo immobiliare, contro il progresso economico, contro l'architettura contemporanea, contro la finta tutela soprintendenziale. Meglio andare allo sfascio che ammettere di stare dalla parte sbagliata della storia. Ma magari ci sorprenderanno e ci sarà uno spunto inaspettato, magari ci penserà la signora, avvocata proveniente da Caltanissetta, che è stata appena nominata assessora al patrimonio...
Il fallimento, signori, è finto! Atac ha in pancia la possibilità di dimezzare il proprio debito. Forse più che dimezzare. Quale società al mondo può essere a rischio fallimento quando, con poche mosse, potrebbe dimezzare il proprio indebitamento? Finanziariamente non è un problema, è solo un problema di stupidità, di ideologia e di (mala)politica.
50 commenti | dì la tua:
chiedo scusa in anticipo se sembro/sono retorico, ma qui leggo "centri direzionali, case di lusso" etc...
ma case per chi non ne ha, magari ad affitti sociali? Proprio no, eh?
Cordialità
Forse non sai che alcuni di questi depositi sono di Atac ma non possono essere venduti o trasformati poiché provengono da donazioni e hanno vincoli .forse è per quello che ad oggi non sono stati venduti
Gondro la golada di gemendo!!!!
Stiamo parlando di una città in cui chi governa preferisce lasciare le strade lorde e la monnezza lungo i marciapiedi perché HA PAURA di imporre ai cittadini la rotazione delle auto in sosta. così giusto per ricordarcene una delle tante
Eppoi lavoratori inefficenti , ma si sono loro il vero problema della catastrofe atac..cacciamoli via tutti e teniamo i dirigenti
patrimonio immobiliare di Atac
totalmente ragione ! E il deposito di san paolo ? ma da come il comune gestisce il proprio di patrimonio di case e palazzi non mi aspetto niente
Questo, mi dispiace dire, è troppo logico, sensato e proactive, NON va bene ai romani. Questi immobili preziosi fanno molte ben al decoro della città per come sono, che se li possano godere le prossime tre generazioni, perché su questa NON c è proprio speranza!!!!
Le società di consulenza? Che sei matto? L'ideologia fascio-grillina-anticapitalista dice che la consulenza è il male per eccellenza. Poi che siano praticamente le uniche società ad assumere neo-laureati e offrire loro contratti a tempo indeterminato è secondario.
A noi i ragazzi ci piacciono impegnati politicamente ma disoccupati.
Non lo sapevo. Hai qualche informazione in più a riguardo?
Tutti più manager dei manager...
No bisogna partire dai dirigenti veri leccaculo della politica cialtrona che ci ritroviamo
Dopo la geniale decisione di sostenere a spada tratta Stefàno nelle sue assurde posizioni contro Rota, ecco un nuovo articolo che distorce completamente la realtà, ancora una volta "auto-certificato" come corretto e in buona fede.
Avere un patrimonio immobiliare (... e l'etimologia del termine "immobiliare" qualcosa significa ancora, o no?) cospicuo non mette affatto a riparo una Società dal fallimento.
Lo farebbe se la rendita assicurata dalla gestione degli immobili fosse in grado di pareggiare le perdite di esercizio.
Ma il patrimonio di ATAC, in concreto, costituisce un ulteriore onere, e non una risorsa.
Potrebbe essere venduto?
In teoria si, e questo permetterebbe (in teoria) di ridurre il debito (ma non certo nella misura ipotizzata nell'articolo).
Ma il deficit corrente non sarebbe minimamente intaccato, e il debito residuo rimarrebbe comunque altissimo.
ATAC è già fallita, "tecnicamente" parlando. Quel (presunto) patrimonio potrebbe semmai servire in sede di concordato fallimentare per gestire alcuni creditori privilegiati, ma non certo per evitare il fallimento stesso.
Meglio ancora, potrebbe invogliare alcune Aziende interessate a rilevare rete e servizi di ATAC, perché tali immobili costituirebbero una sorta di "pegno" rispetto a debiti non ancora emersi, data l'opacità dei bilanci.
Ma nulla di più.
D'accordo con anonimo delle 2:43. Aggiungo solo: basta con questa storia della privatizzazione! Da noi fanno solo danni, sia che siano parziali o totali (ACEA giusto per citarne una).
una società in prefallimento se vende gli immobili danneggia i creditori, che possono far revocare gli atti... tra i creditori c'è pure - incredibile ma vero - pure il comune di roma. Si sono infilati in una trappola senza fine per incapacità totale. hai voglia a nominare assessori nuovi, è un disastro
il patrimonio immobiliare pubblico (comune, regione, stato, società ed enti pubblici o misti ) è il vero scandalo di roma. un patrimonio immenso in mano a non si sa chi. eccolo qua lo stato sociale !
Il patrimonio immobiliare dovrebbe essere detenuto da enti pubblici solo se funzionale al core business che perseguono.
ATAC non riesce a trasportare la gente, ma dovrebbe essere in grado di gestire uno sviluppo immobiliare?
Fallimento e conferimento degli immobili a un fondo immobiliare per ripagare i creditori e tanti saluti
L'azienda ATAC spa non fallierà mai, in quanto il governo italiano interverrà a coprire qualunque cifra, con un apposito decreto "salva ATAC". Ciò in cambio di una nuova tassazione straordinaria, così come già avvenuto per i precedenti decreti "salva Roma". Tutto si salva affinché tutto rimanga immutato nel tempo. Questo finché esisterà la repubblica italiana, ovviamente...
L'operazione dal punto di vista finanziario sarebbe pure interessante. Il problema é peró che il cancro di ATAC non verrebbe estirpato. Parlo di dirigenza e forza lavoro corrotte se non per malizia, da anni di malagestione.
Sarebbe come pretendere di curare una carie semplicemente tappando il buco, mentre sotto i batteri continuano a mangiare...
Va rivisto tutto l'assetto aziendale, prima che si possa fare qualsiasi altra cosa.
Mentre tutti questi spazi rimangono inutilizzati, vi ricordo che 4 ragazzi su 10 stanno a casa disoccupati. Vendere tutto e liberalizzare, grazie!!!
atac va chiusa. unica soluzzione possibbile a roma. gestione straordinaria della metro (nazionalizzata senza tante storie), quella sì che serve), via tramve e auti che nu li pija gnisuno, se toje un sacco de trafigo, se aumentano enormemente i parcheggi e se da modo de girà caa maghina a tutti che - parlamose chiaro - è molto mejo pe tutti i, e l'unica cosa de cui ce frega.
comunque, in finale li probblemi so artri e toccherebbe da affrontalli, ma questi nun sanno come
ehm, sono perfettamente d'accordo con la dismissione,tuttavia temo che ci siano almeno 4 gradi di ipoteca in favore delle banche finanziatrici su tutto il patrimonio immobiliare.
serve una rivoluzione urbanistica, architettonica ed edilizia. quegli spazi morti possono diventare edifici d'avanguardia in una città morta
Spiegatelo a quel genio "esperto" di Enrico Stefano. Meglio avrebbe fatto a studiare prima di parlare
Spiegatelo a quel genio "esperto" di Enrico Stefano. Meglio avrebbe fatto a studiare prima di parlare
Ma questa è un'occasione irripetibile, ex rimesse ATAC okkupate!!!
Ho letto dei commenti sensati, mi riferisco in particolare agli anonimi delle 2:43 PM, 3:07 PM, 4:25 PM.
Ma vi pare a voi che un'azienda disastrata e in pre-fallimento come ATAC possa pensare ora di cedere il suo patrimonio immobiliare? Ci saranno fior di ipoteche su questi immobili. Ci dovevano pensare prima a fare qualche bella "golada de cemendo" riparatrice, ammesso poi che veramente queste "golade" potessero essere risolutive, cosa di cui dubito.
Mettiamoci una pietra sopra: le veltronate e le alemmanate hanno portato ATAC ad uno stato pre-comatoso e l'incapacità agghiacciante dei pentastellati ha dato il colpo di grazia a questa azienda. Il tutto con l'allegra complicità del becero e corporativo sindacalismo interno. Mettiamoci una pietra sopra e speriamo in un futuro migliore.
Ad maiora!
Ma dove stavate quando c'era Rutelli,Veltroni,Alemanno???
il bello che dopo decenni di disastri pretendete i miracoli dalla Raggi ...
Quando elargivano i salva roma a pioggia tutti zitti, adesso che il governo se ne frega di Roma, i soldi li deve inventare il Sindaco ... siete di una tristezza abnorme.
http://www.linkiesta.it/it/article/2017/08/03/il-senatore-esposito-nel-2019-atac-perdera-il-trasporto-pubblico-roman/35116/ eccovi Esposito.
Spettacolare:
"Come è potuta andare così questa storia? Le regole della Repubblica Italiana sono uguali per tutti, almeno in teoria. E lo dico senza fare il finto ingenuo.
Roma fa storia a sè. Le leggi sono interpretate, sospese, piegate alle esigenze più diverse. È questo vale assolutamente anche oggi con questa giunta. Faccio solo un esempio. Nel mio mandato di assessore individuiamo tre dirigenti di Atac da allontanare, tra cui il responsabile degli appalti. Ma io faccio l'assessore, quindi non è mio compito governare l'azienda gestirne il personale. L'amministratore di allora non condivide la mia opinione e nulla accade. Invece Rettighieri, che arriva dopo, decide proprio in quel senso, sostituendo i tre dirigenti. Tra i primi atti dell'amministrazione Raggi c'è il ritorno al suo posto del responsabile degli appalti." A quante firme stanno i radicali?
ATAN fu fatta fallire....certo...perché erano napoletani...ma se ATAC fallisce, fallisce Roma...Libera & Bella è la prima a cui sarà destinato un calcinculo che nemmeno Rosseau e Casaleggio together hanno mai visto...quindi...autisti ATAC e Pasionarie varie....dormite pure tranquilli...
Cos'ha ricavato finora ATAC dalla vendita del palazzo alla stazione Termini e dall'operazione di Lega Lombarda?
Fermo restando che la città ne ha sicuramente guadagnato in decoro, s'intende...
I problemi di questa azienda non sono solo questi. A prescindere da quello che si farà ora, nel futuro, per ridurre i costi di esercizio, occorrerebbe anche rivedere progressivamente l'intera rete urbana, che è fortemente squilibrata a favore dell'autobus, che qui a Roma effettua anche linee di forza, campo che non gli compete e che aumenta vertiginosamente i costi operativi. Le cosiddette "Zone di convenienza" tecnico-economiche, che stabiliscono i mezzi adatti a soddisfare le varie domande di trasposrto, dicono che l'autobus conviene per flussi di traffico che vanno fino ad un massimo di circa 4000 viaggiatori/ora per senso di marcia. Al di sopra di tale valore sono convenienti le tramvie o le metropolitane leggere, fino a 10000 viaggiatori/ora senso di marcia; infine, al di sopra di quest'ultimo valore, convengono le metropolitane pesanti. E non a caso Milano, che è una città che, nel complesso, rispetta tali criteri, ha la sua azienda principale (l'ATM) con i conti a posto, anche in leggero attivo. Naturalmente, i motivi della totalmente diversa situazione economica tra l'ATAC romana e l'ATM milanese non sono solo questi, ma anche questo discorso ha la sua importanza e va considerato, in un esame ampio ed obiettivo del problema.
atac delenda est
Ma suvvia atac serve solo come ammortizzatore (a)sociale. Ecco i "termini" del problema altro che deficit infrastrutturali.
Lacrime di coccodrillo RFS è un sito stupendo ma si è macchiato della imperdonabile colpa di aver fatto campagna alle comunali per M5S ..
Come Alitalia. Si spera sempre che fallisca ma non fallisce mai.
Ma certo che non fallisce, ci sono troppe persone che ci mangiano sopra!
Privatizzatevi il cervello e liberalizzate alla concorrenza le vostre sinapsi.
In risposta al post di quell' idiota che sputava su ostia: siete riusciti ad ottenere l esatto opposto deicommentiche volevate. Meno male che la gente pensa, vili che non siete altro.
Mai risposta fu più sensata, ha centrato esattamente la realtà che semplicemente nessuno vuole raccontare.
Ad Anonimo agosto 06, 2017 1:04 AM: non si capisce esattamente cosa intendi dire e con chi ce l'hai. Prima di tutto, cosa c'entra qui il discordo di Ostia; poi, non mi pare che si stesse sputando su Ostia nel forum inerente tale zona, ma semplicemente esponendo una realtà visibile agli occhi di chi vuol vedere.
Almeno 1,5 MILARDI di debiti e non più di 250 MILIONI di immobili (se riuscisse a vendere tutto al prezzo più alto).
Insomma il solito articolo fazioso senza fondamento
http://www.affaritaliani.it/static/upl2016/elen/elenco-cespiti-atac.pdf
1:04 AM, Ma che stai a di?
Parola d'ordine del mese. Vittimismo.
unn'è maffiaaho, se passamo e notizzzie così perché c'è piage facce li cazzi dell'altri.
Manica di coglioni, ippolita ritardo mentale cocaina al naso ve la meritate.
Vai su fb e poi ti permetto di rispondermi capra.
Articolo assolutamente inesatto. I cespiti hanno un valore di mercato massimo di 253 milioni (e non i fantasiosi 800 cone indicato nell'articolo). Informarsi prima di scrivere minchiate? Ecco la fonte: http://www.affaritaliani.it/static/upl2016/elen/elenco-cespiti-atac.pdf
Capra. Taci
E bela.
Alienare gli immobili? Peccato che depositi dismessi siano stati impegnati a parziale garanzia dei debiti contratti verso banche. Ma anche se per assurdo gli immobili fossero liberi da ipoteche, ora come ora potrebbero essere soltanto svenduti ricavandone un esigua quota del debito complessivo, buona solo x procrastinare il pagamento degli stipendi. L'ipotesi piace ovviamente al personale Atac, e ci mancherebbe altro, ma fa schifo da qualsiasi altro punto di vista.
purtroppo esiste un intoppo al cambio di destinazione d'uso.... i costruttori romani hanno in pancia migliaia di immobili da vendere, e faranno di tutto per non far realizzare nuovi immobili... la giunta raggi si è già dimostrata serva delle varie lobby... tassisti, dipendenti atac, concessionari balneari e concessionari di camion bar (caso tredicine)... difficilmente farà torto ai potentati romani....
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