Buoni ultimi ci inseriamo pure noialtri nel dibattito relativo non solo al "delegato alla ciclabilità" a Roma, ma proprio alla ciclabilità in senso lato. Nota dolente storica e ancor più dolente dopo un anno di amministrazione pentastellata presentatasi in campagna elettorale come amica delle biciclette e della mobilità sostenibile, ma alla resa dei conti effettiva nemica giurata e ostacolo insormontabile a ogni evoluzione concreta in questo senso.
Tra l'ottimo lavoro del blog Diarioromano e la grave disinformazione del Corriere della Sera con un articolo apparso oggi, cerchiamo di fare un po' di chiarezza su cosa è successo.
Lo scorso agosto l'amministrazione, senza una condivisione con le associazioni (anzi facendole arrabbiare non poco) e senza una evidenza pubblica, nelle segrete stanze nominava tale Paolo Bellino a capo dell'ufficio bici di Roma Capitale. Trattavasi di mero appassionato di bici, ma soprattutto di figura assai divisiva e borderline: classico comunista alla romana (di quelli che guadagnano 4 o 5mila euro al mese e hanno casa nel cuore del Rione Monti, per capirsi) e in virtù di ciò contrario al bike-sharing che però è l'unica soluzione plausibile per allargare la ciclabilità in città come dimostrano metropoli come Parigi, New York, Barcellona o Milano. Ma il bike-sharing è per pezzenti che usano la bici per arrivare in orario a lavoro (oh, il lavoro, che volgarité!) non per appassionati duri e puri che la bici se la costruiscono a mano come il Bellino e non concepiscono - da bravi comunisti alla romana - la condivisione al posto della proprietà. Dunque un delegato alla ciclabilità che ha dichiaratamente ostacolato lo strumento principe che può far diventare Roma una città ciclabile a tutto tondo.
Insomma una scelta sbagliatissima sotto ogni punto di vista. Ovviamente Bellino, zavorrato da un carattere difficile e aggressivo e poco propenso al compromesso purtroppo sempre necessario nell'amministrazione pubblica (fino al giorno prima di essere cooptato girava per le strade a dipingere corsie ciclabili abusive e dimostrative su ponti e gallerie), ha potuto concludere ben poco. Si è scontrato con gli uffici un giorno si e uno pure e invece di aggirare l'ostacolo l'ha considerato un baluardo ideologico contro cui "scazzare" di continuo (parole sue). Poca furbizia e scarsa efficacia, a 55mila euro l'anno. Ma tanto, da bravo comunista alla romana, ha sempre fatto sapere che la sua paga nel lavoro precedente era perfino superiore e che dunque si stava sacrificando per il "bene" della città.
Sta di fatto che dopo poco più di 8 mesi, come tutte le nomine fallimentari della Giunta Raggi, anche questa è saltata: Bellino si è dimesso. Ora dovremmo solo pressare affinché l'amministrazione trovi un nuovo delegato questa volta adottando procedure serie, facendo una evidenza pubblica (certo se l'evidenza pubblica fa la fine di quelle fatte per gli assessori ai Lavori Pubblici e alla Casa... Si stanno cercando da mesi senza esito) e andando a pescare tra professionisti efficaci e di qualità. Ma prima ancora dobbiamo analizzare alcuni elementi relativi alle caratteristiche di queste dimissioni, del come sono state comunicate, gestite e da quali dichiarazioni da parte del dimissionario sono state rese.
Dal post pubblicato ieri sul suo blog da Bellino apprendiamo innanzitutto che le dimissioni decorrono dallo scorso 4 maggio. Sono ben tre settimane. In queste tre settimane nessuno (ne Bellino ne i suoi referenti politici ne il Sindaco che sulle bici ha fatto mezza campagna elettorale) si è sentito in dovere di comunicare la cosa alla città o quanto meno ai ciclisti urbani che ogni giorno rischiano la vita in una città infame e meschina. Una mancanza di trasparenza che confina con l'omertà. Tanto più che Bellino ha deciso di comunicare la fine del suo incarico non certo di spontanea volontà, ma solo in virtù di uno scoop del blog Diario Romano. Senza questo ottimo lavoro giornalistico (ancora una volta proveniente dai blog, non certo dalla stampa romana che arriva sistematicamente dopo la musica) probabilmente ancora si sarebbe rimasti nella pozzanghera di opacità che contraddistingue sostanzialmente tutte le mosse di questa amministrazione ad ogni livello e in ogni ambito.
Ma c'è di più e i contorni oscuri di queste dimissioni non finiscono assolutamente qui. Nei giorni precedenti allo scoop di Diario Romano, infatti, Bellino si era prodotto su Twitter in un certamen di insulti e volgarità rivolto ad un altro blog: Riprendiamoci Roma. Tra attacchi e cattiverie inutili, tuttavia, molti lettori ci hanno fatto notare qualcosa di assurdo nei post di Bellino (che noi, in mancanza di trasparenza, credevamo ancora delegato alla ciclabilità nel momento in cui scriveva). Un paio di post infatti facevano riferimento all'azienda IGPDecaux, filiale italiana della multinazionale JCDecaux ovvero una delle principali società al mondo a gestire schemi di bike-sharing (ad esempio Parigi, Bruxelles o Lione) insieme a pochi altri operatori come ad esempio Clear Channel o quello che gestisce gli schemi di bike-sharing di New York e Londra.
In un periodo che vede la città (Andrea Coia permettendo, visto che il capo della Commissione Commercio oltre che a lavorare a favore delle bancarelle sta facendo lo stesso anche a favore della micidiale imprenditoria cartellonara) andare verso dei bandi per la risistemazione del settore delle pubblicità esterne e mentre uno di questi bandi - il principale - dovrebbe finalmente dotare la città di un serio servizio di bike-sharing sul modello di Milano, il delegato - o meglio l'ex delegato - alla ciclabilità spiega in alcuni tweet che "decaux non ce la fa" e che "igp nada, nulla". Bellino sa qualcosa? E' venuto a conoscenza che nell'amministrazione ci sono movimenti per sfavorire questo serio partecipante alle gare e favore di altri? E' una faccenda che secondo noi deve interessare la magistratura: un rappresentante delle istituzioni che, in vista di una importantissima gara pubblica, anticipa che uno dei potenziali concorrenti non ce la farà. E' semplicemente gravissimo e folle e Bellino dovrebbe a nostro modestissimo parere risponderne sia in sede penale (turbativa d'asta?) sia in sede civile (danni di immagine all'azienda, che ci auguriamo non lasci passare in cavalleria).
Le pazzie finiscono qui? Neanche per sogno. Perché Decaux torna nella storia, seppur semplicemente con una foto, nel profilo ufficiale del Comune di Roma dove un recentissimo post annuncia la sperimentazione di un servizio di bike-sharing in un municipio della città. E per farlo si serve delle foto del bike-sharing di Parigi, il celebre Velib', gestito proprio da Decaux. La notizia è che mentre il Velib' festeggia i suoi primi 10 anni di eccellente servizio a Roma si procede per "sperimentazioni". Sarebbe ridicolo se non fosse tragico. Questa imbarazzante sperimentazione, impossibile da far funzionare, con 6 stazioni in un solo Municipio contro le centinaia e centinaia di qualsiasi bike-sharing degno di questo nome, rischia di essere un granello nell'ingranaggio. Non servirà a nulla per i cittadini (anzi contribuirà a gettare dalla finestra tantissimi soldi pubblici), ma sarà strumentalizzata da chi nel Movimento 5 Stelle (in stretta alleanza con il PD e Forza Italia) sta cercando di stoppare il bike-sharing ufficiale così come è previsto dal Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari e dal Piano Generale del Traffico Urbano. Queste 78 biciclette totalmente inutili e pretestuose rischiano di far arenare qualsiasi reale e concreta riforma fino all'agosto 2020, "perché tanto fino ad allora dobbiamo vedere come va la sperimentazione". Una follia che oggi il Corriere della Sera saluta come notizia positiva e che la sempre più imbarazzante Linda Meleo saluta come strumento "innovativo" (?) per "testare il gradimento" dei cittadini verso il bike-sharing. Peccato che una sperimentazione a Roma si stata fatta nel 2008, quasi 10 anni fa, proprio negli anni in cui tutte le città partivano con questo servizio. La sperimentazione andò bene, ma si dovette interrompere per la incapacità del Comune di riformare il settore dei cartelloni che tradizionalmente remunera gli operatori del bike-sharing in tutto il mondo. E' davvero strano che Meleo spari idiozie su questo progetto forsennato e non dica nulla sul fatto che qualche settimana prima aveva perso il suo delegato alla ciclabilità. Davvero strano e assurdo.
Oggi, quando la riforma dei cartelloni è fatta e andrebbe solo applicata potendo generare in un attimo oltre 300 ciclostazioni e uno schema davvero efficace di bike sharing, l'amministrazione propone un progetto di finta sperimentazione in complicità con chi vuole buttare in caciara tutto. Un progetto, quello del IX Municipio, che dovrebbe chiamare in causa la Corte dei Conti: come si fa a sciupare così centinaia di migliaia di euro? Di progetti di bike-sharing municipale sperimentali ce ne sono stati a bizzeffe in questi anni (al Pigneto o a Ostia, tutti studiati semplicemente come strategia dilatoria per procastinare la partenza di un bike-sharing vero) e tutti sono ovviamente falliti miseramente perché proporre il bike-sharing in un territorio circoscritto è una contraddizione in termini: non può funzionare e lo sanno tutti. Equivale a sperimentare un servizio di scooter sharing nel centro storico di Venezia: fisicamente impossibile.
Se Linda Meleo si fosse dotata nel frattempo di un delegato alla ciclabilità serio e capace glielo avrebbe fatto notare con la massima autorevolezza evitandole questo ennesimo scivolone. Ma forse proprio per questo una persona seria, preparata, internazionale e capace in quel ruolo non ci sarà mai. Perché, anche se i cittadini non lo sanno, sul progetto di bike-sharing e di bici in condivisione passano degli interessi enormi e passa la scelta politica di lasciare la città alla camorra micidiale delle dittuncole romane dei cartelloni o di metterla in palio affinché venga gestita dalle più qualificate società internazionali che portano qualità, servizi di eccellenza e benessere in tutte le città d'Europa e d'Italia a partire da Napoli, Firenze o Milano. Indovinate un po' il MoVimento 5 Stelle quale scelta sta intraprendendo...
Ultimo elemento misterioso e inquietante? Sta sempre nel post in cui Bellino annuncia le sue dimissioni: "Continuo a collaborare sui temi della ciclabilità, ma in forma per ora privata e volontaria, con chi ha la responsabilità politica di Roma. Con una formulazione differente tra qualche mese". Bellino, insomma, ha un nuovo incarico temporaneo (chi decide deve sentire lui) e presto diventerà ufficiale con una "formulazione differente". Praticamente, non se ne esce.
Tra l'ottimo lavoro del blog Diarioromano e la grave disinformazione del Corriere della Sera con un articolo apparso oggi, cerchiamo di fare un po' di chiarezza su cosa è successo.
Lo scorso agosto l'amministrazione, senza una condivisione con le associazioni (anzi facendole arrabbiare non poco) e senza una evidenza pubblica, nelle segrete stanze nominava tale Paolo Bellino a capo dell'ufficio bici di Roma Capitale. Trattavasi di mero appassionato di bici, ma soprattutto di figura assai divisiva e borderline: classico comunista alla romana (di quelli che guadagnano 4 o 5mila euro al mese e hanno casa nel cuore del Rione Monti, per capirsi) e in virtù di ciò contrario al bike-sharing che però è l'unica soluzione plausibile per allargare la ciclabilità in città come dimostrano metropoli come Parigi, New York, Barcellona o Milano. Ma il bike-sharing è per pezzenti che usano la bici per arrivare in orario a lavoro (oh, il lavoro, che volgarité!) non per appassionati duri e puri che la bici se la costruiscono a mano come il Bellino e non concepiscono - da bravi comunisti alla romana - la condivisione al posto della proprietà. Dunque un delegato alla ciclabilità che ha dichiaratamente ostacolato lo strumento principe che può far diventare Roma una città ciclabile a tutto tondo.
Insomma una scelta sbagliatissima sotto ogni punto di vista. Ovviamente Bellino, zavorrato da un carattere difficile e aggressivo e poco propenso al compromesso purtroppo sempre necessario nell'amministrazione pubblica (fino al giorno prima di essere cooptato girava per le strade a dipingere corsie ciclabili abusive e dimostrative su ponti e gallerie), ha potuto concludere ben poco. Si è scontrato con gli uffici un giorno si e uno pure e invece di aggirare l'ostacolo l'ha considerato un baluardo ideologico contro cui "scazzare" di continuo (parole sue). Poca furbizia e scarsa efficacia, a 55mila euro l'anno. Ma tanto, da bravo comunista alla romana, ha sempre fatto sapere che la sua paga nel lavoro precedente era perfino superiore e che dunque si stava sacrificando per il "bene" della città.
Sta di fatto che dopo poco più di 8 mesi, come tutte le nomine fallimentari della Giunta Raggi, anche questa è saltata: Bellino si è dimesso. Ora dovremmo solo pressare affinché l'amministrazione trovi un nuovo delegato questa volta adottando procedure serie, facendo una evidenza pubblica (certo se l'evidenza pubblica fa la fine di quelle fatte per gli assessori ai Lavori Pubblici e alla Casa... Si stanno cercando da mesi senza esito) e andando a pescare tra professionisti efficaci e di qualità. Ma prima ancora dobbiamo analizzare alcuni elementi relativi alle caratteristiche di queste dimissioni, del come sono state comunicate, gestite e da quali dichiarazioni da parte del dimissionario sono state rese.
Dal post pubblicato ieri sul suo blog da Bellino apprendiamo innanzitutto che le dimissioni decorrono dallo scorso 4 maggio. Sono ben tre settimane. In queste tre settimane nessuno (ne Bellino ne i suoi referenti politici ne il Sindaco che sulle bici ha fatto mezza campagna elettorale) si è sentito in dovere di comunicare la cosa alla città o quanto meno ai ciclisti urbani che ogni giorno rischiano la vita in una città infame e meschina. Una mancanza di trasparenza che confina con l'omertà. Tanto più che Bellino ha deciso di comunicare la fine del suo incarico non certo di spontanea volontà, ma solo in virtù di uno scoop del blog Diario Romano. Senza questo ottimo lavoro giornalistico (ancora una volta proveniente dai blog, non certo dalla stampa romana che arriva sistematicamente dopo la musica) probabilmente ancora si sarebbe rimasti nella pozzanghera di opacità che contraddistingue sostanzialmente tutte le mosse di questa amministrazione ad ogni livello e in ogni ambito.
Ma c'è di più e i contorni oscuri di queste dimissioni non finiscono assolutamente qui. Nei giorni precedenti allo scoop di Diario Romano, infatti, Bellino si era prodotto su Twitter in un certamen di insulti e volgarità rivolto ad un altro blog: Riprendiamoci Roma. Tra attacchi e cattiverie inutili, tuttavia, molti lettori ci hanno fatto notare qualcosa di assurdo nei post di Bellino (che noi, in mancanza di trasparenza, credevamo ancora delegato alla ciclabilità nel momento in cui scriveva). Un paio di post infatti facevano riferimento all'azienda IGPDecaux, filiale italiana della multinazionale JCDecaux ovvero una delle principali società al mondo a gestire schemi di bike-sharing (ad esempio Parigi, Bruxelles o Lione) insieme a pochi altri operatori come ad esempio Clear Channel o quello che gestisce gli schemi di bike-sharing di New York e Londra.
In un periodo che vede la città (Andrea Coia permettendo, visto che il capo della Commissione Commercio oltre che a lavorare a favore delle bancarelle sta facendo lo stesso anche a favore della micidiale imprenditoria cartellonara) andare verso dei bandi per la risistemazione del settore delle pubblicità esterne e mentre uno di questi bandi - il principale - dovrebbe finalmente dotare la città di un serio servizio di bike-sharing sul modello di Milano, il delegato - o meglio l'ex delegato - alla ciclabilità spiega in alcuni tweet che "decaux non ce la fa" e che "igp nada, nulla". Bellino sa qualcosa? E' venuto a conoscenza che nell'amministrazione ci sono movimenti per sfavorire questo serio partecipante alle gare e favore di altri? E' una faccenda che secondo noi deve interessare la magistratura: un rappresentante delle istituzioni che, in vista di una importantissima gara pubblica, anticipa che uno dei potenziali concorrenti non ce la farà. E' semplicemente gravissimo e folle e Bellino dovrebbe a nostro modestissimo parere risponderne sia in sede penale (turbativa d'asta?) sia in sede civile (danni di immagine all'azienda, che ci auguriamo non lasci passare in cavalleria).
Le pazzie finiscono qui? Neanche per sogno. Perché Decaux torna nella storia, seppur semplicemente con una foto, nel profilo ufficiale del Comune di Roma dove un recentissimo post annuncia la sperimentazione di un servizio di bike-sharing in un municipio della città. E per farlo si serve delle foto del bike-sharing di Parigi, il celebre Velib', gestito proprio da Decaux. La notizia è che mentre il Velib' festeggia i suoi primi 10 anni di eccellente servizio a Roma si procede per "sperimentazioni". Sarebbe ridicolo se non fosse tragico. Questa imbarazzante sperimentazione, impossibile da far funzionare, con 6 stazioni in un solo Municipio contro le centinaia e centinaia di qualsiasi bike-sharing degno di questo nome, rischia di essere un granello nell'ingranaggio. Non servirà a nulla per i cittadini (anzi contribuirà a gettare dalla finestra tantissimi soldi pubblici), ma sarà strumentalizzata da chi nel Movimento 5 Stelle (in stretta alleanza con il PD e Forza Italia) sta cercando di stoppare il bike-sharing ufficiale così come è previsto dal Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari e dal Piano Generale del Traffico Urbano. Queste 78 biciclette totalmente inutili e pretestuose rischiano di far arenare qualsiasi reale e concreta riforma fino all'agosto 2020, "perché tanto fino ad allora dobbiamo vedere come va la sperimentazione". Una follia che oggi il Corriere della Sera saluta come notizia positiva e che la sempre più imbarazzante Linda Meleo saluta come strumento "innovativo" (?) per "testare il gradimento" dei cittadini verso il bike-sharing. Peccato che una sperimentazione a Roma si stata fatta nel 2008, quasi 10 anni fa, proprio negli anni in cui tutte le città partivano con questo servizio. La sperimentazione andò bene, ma si dovette interrompere per la incapacità del Comune di riformare il settore dei cartelloni che tradizionalmente remunera gli operatori del bike-sharing in tutto il mondo. E' davvero strano che Meleo spari idiozie su questo progetto forsennato e non dica nulla sul fatto che qualche settimana prima aveva perso il suo delegato alla ciclabilità. Davvero strano e assurdo.
Oggi, quando la riforma dei cartelloni è fatta e andrebbe solo applicata potendo generare in un attimo oltre 300 ciclostazioni e uno schema davvero efficace di bike sharing, l'amministrazione propone un progetto di finta sperimentazione in complicità con chi vuole buttare in caciara tutto. Un progetto, quello del IX Municipio, che dovrebbe chiamare in causa la Corte dei Conti: come si fa a sciupare così centinaia di migliaia di euro? Di progetti di bike-sharing municipale sperimentali ce ne sono stati a bizzeffe in questi anni (al Pigneto o a Ostia, tutti studiati semplicemente come strategia dilatoria per procastinare la partenza di un bike-sharing vero) e tutti sono ovviamente falliti miseramente perché proporre il bike-sharing in un territorio circoscritto è una contraddizione in termini: non può funzionare e lo sanno tutti. Equivale a sperimentare un servizio di scooter sharing nel centro storico di Venezia: fisicamente impossibile.
Se Linda Meleo si fosse dotata nel frattempo di un delegato alla ciclabilità serio e capace glielo avrebbe fatto notare con la massima autorevolezza evitandole questo ennesimo scivolone. Ma forse proprio per questo una persona seria, preparata, internazionale e capace in quel ruolo non ci sarà mai. Perché, anche se i cittadini non lo sanno, sul progetto di bike-sharing e di bici in condivisione passano degli interessi enormi e passa la scelta politica di lasciare la città alla camorra micidiale delle dittuncole romane dei cartelloni o di metterla in palio affinché venga gestita dalle più qualificate società internazionali che portano qualità, servizi di eccellenza e benessere in tutte le città d'Europa e d'Italia a partire da Napoli, Firenze o Milano. Indovinate un po' il MoVimento 5 Stelle quale scelta sta intraprendendo...
Ultimo elemento misterioso e inquietante? Sta sempre nel post in cui Bellino annuncia le sue dimissioni: "Continuo a collaborare sui temi della ciclabilità, ma in forma per ora privata e volontaria, con chi ha la responsabilità politica di Roma. Con una formulazione differente tra qualche mese". Bellino, insomma, ha un nuovo incarico temporaneo (chi decide deve sentire lui) e presto diventerà ufficiale con una "formulazione differente". Praticamente, non se ne esce.
80 commenti | dì la tua:
Agghiacciante
Grazie per aver elogiato la grande Milano!
78 biciclette a disposizione della cittadinanza (di zona) ? Praticamente 1 cittadino su 500 potrebbe usufruire di questo "bene essenziale". Chiacchiere di distintivo pagati con soldi pubblici ?
Sempre peggio! Ma tanto non è finita!
Certo se si fa il bike sharing e poi si continua ad avallare l'immagine di Roma come se fosse Mad Max, popolata da automobilisti spietati e selvaggi e dove un ciclista non può sopravvivere più di 10 secondi......... Ci vogliono anche campagne di sensibilizzazione
Certo, la stampa romana deve pensare al delegato alle bici.
Tu sei quello che dice "Marra non è il problema". Giusto, il problema è il delegato alle bici.
Tra l'altro, ancora parli?
Dopo avere invitato a votare per la Raggi de dovresti solo che ammazzà.
Già l'ho detto, questi non so incapaci c'è dietro un disegno ben preciso, diretto magistralmente da Casaleccio da Milano. Distruggere Roma. Non hanno un progetto! Hanno bloccato quei pochi progetti che potevano partire. Non è cambiato nulla. Loro dicevano che volevano risolvere l'ordinario!
Non toccate Milano, la città motore dell'economia italiana e simbolo per i turisti di tutto il mondo!
Salve,
Da quello che scrive in merito all'articolo sul Bike-sharing si capisce che non sa minimamente di cosa stia trattando. non si tratta infatti di fondi di Roma capitale, regionali o statali ma di un programma comunitario a gestione diretta, Horizon 2020, che finanzia progetti sperimentali a centri d'e
ccellenza per sperimentare su aree pilota modelli di business per andare sul mercato (up to market). Non sono soldi buttati ma tutt'al più potrebbe essere un'occasione persa qualora la sperimentazione non si estendesse a tutta Roma e ad altre città. Horizon 2020 è il programma di ricerca e innovazione più competitivo della Commissione Europea e non lo si vince per raccomandazione. Se la CE ha deciso di finanziarlo è perché ci sono probabilità che abbia successo.
Ma se Roma non e' attrezzata per la circolazione delle bici nella normale rete viaria, per quale motivo i ciclisti si ostinano a rischiare la vita nell'inferno del traffico cittadino? Auto e bici possono convivere solo in presenza delle strutture adatte, senza le quali il bike sharing e tutto quello che ha a che vedere con il ciclismo inteso come diporto non ha senso. O si interviene seriamente con un piano per costruire piste ciclabili degne di questo nome, come ne sono dotate altre citta', oppure si continua a discutere del sesso degli angeli. Faccio comunque davvero fatica a capire l'ostinazione di tanti dueruotisti nello sfidare il caos di macchine e riempirsi i polmoni di monossido di carbonio a manetta per lo sforzo che fanno.
a regà noi itaGliani stiamo alla pizza e mandolino...non c'è nulla da fare....i professionisti vanno altrove e gli incapaci fanno carriera nella politica....del resto la raggi non ha colpe,si ritrova con una città fallita,piena di debiti e senza personale esperto per continuare decentemente il minimo indispensabile,si fa quello che si può,del resto occorrerebbero anche dei soldi ...speriamo che facciano il famoso giro attorno al raccordo anulare per le bici sarebbe più utile degli spezzoni ciclabili che iniziano e finiscono senza senso in strade piene di auto nel centro di roma....in finale per fare un buon lavoro a roma bisognerebbe vietare il traffico totale al centro ma sarebbe una guerra,io penso che ci vorrà qualche anno per avere qualche risultato ,del resto ai romani non gli va manco di fare la differenziata pensa se dovessero lasciare la macchina ferma
La Raggi conosceva bene la situazione e in campagna elettorale ha promesso tanto! Dopo un anno la giunta ancora non è completa, manca ancora il capo di gabinetto, assessore alla casa, ai LL.PP. I soldi ci sono, vanno richiesti allo stato, con progetti seri come fanno in altre città! Per ora ha bloccato solo i progetti già pronti per partire. In altri, ad es. prosecuzione metro C, ancora dopo un anno dice che stanno valutando! Sono d'accordo a chiudere il centro storico ma va garantito un servizio pubblico adeguato, non tutti possono muoversi in bicicletta. Non diamo sempre la colpa ai romani, se per muoversi hanno 2 linee e mezzo di metro, 6 linee di tram, una di filobus, e svariate linee di bus, con mezzi obsoleti e sporchi, che vanno anche a fuoco.
Bat21 non capisco cosa c'entra questo con l'argomento del post? Non lo so oltre che con slogan puoi proporre qualcosa sull'argomento? Se sei di Milano forse conosci come la città se ne serve? Ecc. Ecc. Grazie
Ma cosa c'entra?
A parte che i soldi europei sono soldi pubblici - ragionando in un'ottica meno ottusa della sua - secondo lei non ha nemmeno idea di quanti soldi europei vengano sperperati in simili programmi. Si informi prima di parlare, vecchia scarpa. Sperimentare a Roma il bike sharing (in tal modo) è ovviamente ridicolo e fuori tempo massimo, il dott. Tonelli stavolta ha ragione da vendere.
Si vergogni e anzi le dico proprio: mortacci sua. Eh scusi ma quando ci vuole...
Agghiacciante! La colpa è del pd.
Agghiacciante la colpa è del M5S e di Berlusconi
Sticazzi delle biciclette. Sto talmente incazzato che er capitano ha lasciato che se esco di casa e vedo un cojone in bici lo faccio cascà e lo gonfio de botte
NON TI LASCEREMO MAI CAPITANO
La colpa è anche delle teste di cazzo che la buttano in caciara e trasformano tutto in ideologia bianchi vs neri
È aggiacciante
Milano è molto meglio di Roma. Però ora se ce lo ripeti di nuovo, a uno verrebbe la voglia di mandarti all'obitorio con la faccia ridotta a una pasta ;) scherzo sei un grande bat21, sei un grande
Il sito però è AGGHIACCIANTE
AGGHIACCIANTE
DAVVERO AGGHIACCIANTE!!!!!
Una bicicletta su porta portese la trovi anche a trenta euro. E' proprio un'urgenza il bike sharing, in un paese in cui si rubano anche le penne?
No, è proprio l'ultimo dei problemi.
Mentre qualcuno si dovrebbe rendere conto di che razza di pista ciclabile si potrebbe fare costeggiando le Mura Aureliane, a costo quasi zero.
Il problema è che questo paese non ha più personale pubblico, quindi non può organizzare progetti sensati ma deve rassegnarsi a quello che recapitano le ditte.
Una ciclabile lungo le mura consentirebbe di risolvere una serie di grane viarie, e riserverebbe grandi sorprese agli archeologi, già solo con la manipolazione del verde sui declivi.
Bat21 è un caxxaro! Milano fa schifo!
Roma ha 62.000 dipendenti pubblici, hai voglia a farli lavorare su progetti!
Ogni post c'è sto bat21 o suoi troll, tipo romano doc o quello appena sopra, che rompono il caxxo, con Milano è molto meglio di Roma e quindi?
I progetti europei come tante altre iniziative locali a Roma saltano per un semplice motivo, non si fanno dei business plan seri, basti pensare alla Nuvole di Fuksas che è rimasta chiusa. E soprattutto perchè girano persone come il signore che sostiene che siano migliaia i progetti comunitari falliti e inneggia alla ragione da vendere del dott. Tonelli (che a questo punto credo sia l'autore del meravglioso articolo). Si informi lei su come funzionano certi strumenti di finanziamento invece di blaterare cretinate. E' proprio con quel tipo di finanziamenti (ingegneria finanziaria, finanza competitivia, fondi BEI) che nei paesi del centro e del Nord Europa sono ruisciti a far partite iniziative importanti nel campo della ricerca applicata poi finite sul mercato. Sia lei che Tonelli sostenete che non possa funzionare il bike-sharing con un progetto Horzon 2020 quando in altre città d'Europa è partito proprio grazie a programmi quadro comunitari. Non sapete quello che state scrivendo. Tra l'altro in questi progetti partecipano altre città Europee e mani una sola, il che lascia sperare che Roma possa almeno imparare qualcosa. Magari coinvolgendo qualche giovane e non gente come voi che fate fatica a capire cosa sia l'Europa.
Hey i follow your blog, i like n read every you post
9:22 e ora mi incazzo davvero peró. Nessuno sostiene che horizon2020 sia fuffa. Si sta solo affermando, a ragione, cara la mia bertuccia, che la *sperimentazione* di 70 biciclette in un municipio solo, nel 2017, suona come una presa per il culo. Blatera sbrodolandosi, probabilmente non ha mai poggiato il culo su una bicicletta, ignorando che altrove il bike sharing funziona per la sua capillaritá. Parliamo inoltre di "sperimentazioni" che altrove (e anche a Roma, perdio) hanno giá dato i loro risultati 10 anni fa, o anche di piú.
Viene voglia di bestemmiare, o forse, ma purtroppo o per fortuna la legge non lo consente, di mettere mano al ferro... o alla miccia.
Cordialmente, un ciclista urbano (a differenza sua)
I fondi BEI - madonna mia, da bestemmia questa.
Parla dei fondi BEI.
Lasciamo stare. Mi prudono le mani.
Secondo me sto bat21 è Tonelli!
Ci mancherai CAPITANO!
ieri stavo talmente triste per il CAPETANO che sono sceso in strada, ho dato un cazzotto a un regazzino e poi l'ho preso a calci
del resto, questo é il folklore romano.
Ciccio scrive:
"E' proprio con quel tipo di finanziamenti (ingegneria finanziaria, finanza competitivia, fondi BEI) che nei paesi del centro e del Nord Europa sono ruisciti a far partite iniziative importanti nel campo della ricerca applicata poi finite sul mercato"
sí appunto, ricerca applicata, non sperimentazione di un parco bikesharing nel 2017, che non so a lei, ma a noi fa ridere di gusto, ed assaj.
E' difficile rispondere ad una persona che ti da della bertuccia ma ci proviamo. Quali risultati hanno dato le sperimentazioni di dieci anni fa fatte per il bike-sharing a Roma ? Chi le ha promosse, con quali strumenti, chi ci ha lavorato ? Io so solo che Roma è l'unica città a non avere un sistema urbano di bike-sharing tra le capitali Europee. E io all'estero ci ho vissuto più di un decennio. Certo che parliamo di sperimentazione, infatti chi è quel cretino che investirebbe su un sistema del genere a livello capillare in una città come Roma dove oltre ai numerosi problemi tecnici e ostacoli burocratici ci sono anche dei rompi palle come voi a cui non sta mai bene niente. Ricordo, tra l'altro, che alcuni Municipi romani sono grandi quanto Milano e il IX mi sembra sia uno di questi. I test si fanno su aree ristrette e non su intere città. In progetti come questi partecipano anche altre città Europee per raggiungere gli stessi risultati quindi non credo che siano tutti impazziti ma anzi credo che quello di collaborare con altre esperienze sia rimasta l'ultima spiaggia per fare qualcosa di buono in questa città.
No no no, non ci siamo proprio. Come sempre le semplificazioni servono a far passare le bugie.
Un certo numero di 5 stelle - non so se sia il caso di questo consigliere - viene dall'humus, è il caso di dirlo, dei centri sociali, quindi ha l'abitudine a una certa sguaiataggine di maniera, a cui la cosiddetta sinistra militante viene addestrata.
Ma ciò che risulta veramente inquietante non è la modalità espressiva di un rappresentante della giunta, bensì la modalità inespressiva dei rappresentanti delle multinazionali.
Lo chiamano "controllo": è solo disanimazione e rincoglionimento.
Mo' pure per le biciclette tocca appellarsi ai centri di potere economico transnazionale?
Se vogliamo un'Italia sana e sovrana, e il benessere per i cittadini italiani, è ora di sottrarre risorse sia alle multinazionali che ci stanno condannando all'estinzione, sia ai media che da esse dipendono.
I danni delle multinazionali alla politica nazionale sono noti. Non parliamo delle scelte progettuali per il territorio, unicamente legate non alle necessità ma alle utilità finanziarie. Non parliamo poi delle clientele. Ma vogliamo parlare finalmente dei danni che dall'associazione a delinquere fra ricerca e industria derivano alla qualità produttiva, visto che delle persone non interessa più a nessuno?
Parliamo proprio della ricerca. La ricerca, con essa la scienza, come la stampa, come tutti gli strumenti di speculazione e condizionamento politico dell'industria, viene sacralizzata senza alcun fondamento e con ridicolo parossismo, grazie al solito meccanismo di amplificazione mediatica di una menzogna postulata come vera.
Questa millantata sacralità porta a sbranare chiunque pretenda che ricerca e stampa siano trasparenti, ossia rispettino le leggi. Ci si trova di fronte a una violenza ratificata contro il diritto. Ergo, la società europea è già una jungla.
E' la farmaceutica con la medicina al seguito l'ambito più dichiaratamente criminalizzato dalle multinazionali. Si trovano sul mercato centinaia di farmaci sovraprezzati, o inutili, o dannosi, che vengono rifilati alla massa attraverso marchiani battage pubblicitari che riescono a trasformare l'influenza in una piaga dell'umanità, la chemioterapia in una "cura" ed ebola in un fenomeno spontaneo, giustificando le più inique iniziative dei governi, come l'imposizione anticostituzionale di somministrazioni vaccinali.
Gianpietro scrive:
> I test si fanno su aree ristrette e non su intere città.
Domanda: mi spieghi per cortesia a cosa cazzo serve un sistema di bikesharing che funziona nel quartiere? Ti risulta che a qualcuno a cui serve un mezzo di trasporto alternativo si sposta normalmente 4 vie piú in lá?
Roberta scrive:
>Mo' pure per le biciclette tocca appellarsi ai centri di potere economico >transnazionale?
Ci si appella alle company che fanno questo mestiere. Punto. Se esistono company italiane si facciano avanti, partecipino a gare, le vincano. Ai romani interessa avere il bike sharing, non fare disquisizioni all'acqua di rose. Credo.
Agghiacciante il commento di 1:03
Da olio di ricino
Anonimo 1:03 PM
Visto che la chemioterapia ti uccide, mi raccomando, se dovessero diagnosticarti il cancro non andare più in ospedale per farti assistere, ma rimani a casa tua ad aspettare il tuo momento.
E se non vuoi vaccinarti, e non vuoi far vaccinare i tuoi figli (se ne hai) sei pregato di trasferirti da qualche parte lontano dal mondo in modo da non infettare gli altri, quelli che non POSSONO vaccinarsi. E soprattutto, così non chiederai a questo stato di pagarti/vi la pensione di invalidità per le conseguenze del morbillo o di qualche altra malattia del genere.
Ma parla come mangi.
Allora, portando alle logiche conseguenze questo pseudo-pragmatismo da asilo infantile, se la mafia fornisce un "servizio", ci si "appella" indiscriminatamente alla mafia? La capacità di giudizio sulle conseguenze politiche e sociali delle scelte economiche va nel mangime per i pesci? Senti l'urgenza di una bicicletta in affitto più che di un futuro e di uno stipendio adeguato al costo della vita?
Le "company", poveri noi.
Ecco le intercettazioni di santa ilaria capua, misteriosamente assolta dalle accuse di traffico di virus e incredibilmente difesa da tutti i mafiosi assoldati nei media. Divertitevi, e poi subito a fare una bella chemioterapia, la raccomandano gli "scienziati".
http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/07/05/news/capua-prosciolta-da-traffico-virus-da-intercettazioni-emerge-grande-business-1.276215
"«Quando uno mi sta sul cazzo deve crepare!», diceva la virologa parlando di una ditta farmaceutica che criticava la sua invenzione, il “Diva”, la prima strategia di vaccinazione contro l’influenza aviaria. L’inchiesta dei pm di Roma in cui la veterinaria era coinvolta insieme al marito, partiva da un'informativa che tirava in ballo altre 36 persone, mettendo in risalto affari e conflitti di interessi celati dietro emergenze sanitarie, raccontando con dati di fatto quanto l’aviaria abbia arricchito Big Pharma.Le conversazioni registrate dai Nas dei carabinieri svelano, fra i tantissimi episodi, gli interventi di Capua sulla Intervet, filiale italiana di un colosso dei farmaci veterinari. I vertici di Intervet si erano mostrati critici sull’efficacia del sistema Diva. Ma la signora dei virus gli avrebbe fatto sapere che nell’Istituto zooprofilattico di Padova era in corso un esperimento su un vaccino prodotto da Intervet: il marchio però sarebbe stato menzionato nel suo studio solo se i responsabili della casa farmaceutica avessero assecondato le sue richieste, tra le quali quella di rivalutare il test Diva. E parlarne bene. E ai manager avrebbe fatto arrivare un messaggio chiaro attraverso un intermediario: «Lei (Capua ndr) non è una persona che si compra con quattro lire»."
Il ruolo principale nell'inchiesta lo rivestiva Paolo Candoli, manager della multinazionale Mirial, l’uomo al quale venivano aperte le porte del ministero della Sanità per ottenere autorizzazioni. È lui il manager delegato dalla sua ditta a parlare con Ilaria Capua. In particolare quando la Merial è alla ricerca di ceppi virali con i quali avviare la produzione di vaccini, prima ancora di ricevere l’autorizzazione del ministero. Uno dei colleghi della virologa, Stefano Marangon, anche lui coinvolto nell'inchiesta, avvisa Candoli due mesi prima del varo del programma di vaccinazione. Un modo per avvantaggiarlo sulla concorrenza. «Ho parlato con la Capua, non è escluso che lei ce l’abbia, cioè sai cosa fa quella lì comunque?», dice Candoli a una collega parlando di un ceppo virale. «Sicuramente se lo fa mandare lei e poi ce lo rivende a noi». Poi aggiunge: «Purtroppo con la Capua... c’è da pensare di seguire... di dar da mangiare alla scimmia».
Il manager della Merial si rivolge alla virologa anche su indicazione di Marangon, perché lei è la responsabile del Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria e quindi è nella possibilità di sapere con certezza con quale ceppo virale si preparerà il nuovo vaccino. Nello stesso tempo è una delle poche persone che in ambito internazionale ha la possibilità di farsi inviare, in breve tempo, un ceppo virale da altri istituti «senza la prescritta autorizzazione ministeriale».
Ilaria Capua parla con un manager della Intervet e afferma che «le è venuto in mente un modo per far salvare la faccia a quelli della Intervet, in modo tale da prenderli “per le palle”». A tal proposito dice al manager di riferire ai propri capi «che a breve a Cambridge verrà presentato uno studio dove lei ha generato un H7-N5 e che l’H-N5 è la neuroamminidasi più rara in assoluto, quindi quelli della Intervet potrebbero salvarsi la faccia dicendo che sono interessati al virus per fare il vaccino, in modo tale poi da poter iniziare nuovamente a trattare sul test Diva, per il quale loro (Capua, Marangon, Cattoli) stanno per chiudere con la Merial e la Fort Dodge, nonché con il governo olandese». Poi prosegue dicendo che «in virtù di ciò lei inserirà il nome del vaccino della Intervet sullo studio delle anatre». Per gli investigatori Capua avrebbe utilizzato «lo studio da lei effettuato per indurre la ditta Intervet ad ammorbidire la propria posizione critica nei confronti del test Diva e che, in caso positivo, quale controparte, pubblicherà sul proprio studio il nome del vaccino della ditta Intervet».
Quando i Nas arrivano nell’istituto per sequestrare un vaccino che non avrebbe avuto le carte in regola per entrare in commercio, e viene coinvolta la Capua, lei inizia a preoccuparsi dell’indagine. Il padre, stimato avvocato di Roma, le raccomanda espressamente di non fare riferimento alcuno al contratto stipulato con la Merial per lo sfruttamento del brevetto Diva. Ilaria Capua sostiene che «la vicenda dell’influenza aviaria è una storia molto complicata e anche se sono stata intercettata, le carte dimostreranno che è stato fatto tutto alla luce del sole».
Da una delle registrazioni emerge uno spaccato degli interessi in ballo. Parla alla madre della proposta di lavoro ricevuta da una fondazione della Florida, all'epoca e pure oggi, e osserva che «sarebbe un problema perché la fondazione non ha finalità commerciali» mentre, al contrario, in quel periodo lei ha una parte attiva e ha «una buona attività commerciale per la vendita dei reagenti diagnostici che le consentono di guadagnare in un anno ben 700 mila euro».
Per gli investigatori questa affermazione farebbe riferimento ai ricavi che Capua, insieme a Marangon e Giovanni Cattoli, stavano ottenendo dalla vendita del test Diva, per il quale è stato stipulato un contratto con le ditte Merial, Fort Dodge, e Paesi stranieri.
>Senti l'urgenza di una bicicletta in affitto più che di un futuro e di uno stipendio >adeguato al costo della vita?
No. Ma non é questo il punto. Fine della storia.
> Portando alle logiche conseguenze questo pseudo-pragmatismo da asilo infantile
Ma parla come mangi, dai.
>Le "company", poveri noi.
Ma che ti prega un colpo su.
Fino agli anni'90 le mamme portavano i bambini dai malati di morbillo per farglielo "fare", come si diceva prima, su consiglio degli stessi medici.
Pensa quante "conseguenze" aveva il morbillo, prima che misteriosi interessi causassero altrettanti misteriosi e non documentati decessi.
Quanto alla chemioterapia, basta ricordare l'atroce caso di Keta, la bambina che i genitori volevano far curare da Di Bella, ma che i medici delinquenti sottrassero a mezzo tribunale alla patria potestà e che morì tra atroci sofferenze dopo pochi mesi, e ripeto, pochi mesi, grazie alla chemioterapia.
La chemioterapia è un mix di veleni che ha una sola circostanza di impiego utile: quando sussista una massa ostruttiva e inoperabile perché aderente ad altri organi. Allora la riduzione cellulare che produce si rende utile a consentire l'asportazione della massa che inibisce meccanicamente le funzioni vitali. Negli altri casi è solo un avvelenamento.
Lo sai quanta gente muore in corso di chemioterapia? Quelli non li mettono sul giornale.
No quello è proprio il punto. Bisogna togliere alimento alla mafia che si è organizzata in grandi organismi transnazionali che colonizzano i media, i partiti, i parlamenti e i governi per operare una distruzione dall'interno del sistema Stato, e diventare padroni di vita e di morte delle popolazioni europee.
Ogni volta che si danno soldi a un i-phone, a un quotidiano, a un appalto dietro il quale c'è una cordata di interessi non italiani, si fa un passo verso la distruzione della civiltà.
Allora, si capisce che le alternative al momento sono scarse. Se invece propagandi il bike sharing straniero, è veramente una frescaccia galattica.
Volevo dire le alternative per esempio a un'aspirina della bayer. Mentre non c'è una "company" italiana di bike sharing, perché per essere in grado di fornire cotanto servizio al momento bisogna avere soldi a palate provenienti dal riciclaggio, ditte delocalizzate che sfruttano vecchi e bambini del terzomondo, e corruttele politiche.
Comunque siete davvero incredibili. A Roma non funziona un cazzo, qualcuno ventila una proposta della company europea: e siamo al colonialismo delle troika.
Ma sapete che c'é? Ma annate affanculo in macchina al lavoro, non vi meritate manco la sella nel culo, della bicicletta - perché questo é: parlate dei massimi sistemi e continuate a vivere nella merda.
Da rilocato a Milano - siete dei poveracci.
PS. a chi non si vuole curare con la chemio o i medicinali, auguro vivamente di ammalarsi.
Cordialmente
Giorgio Pierpaoli
>Ogni volta che si danno soldi a un i-phone, a un quotidiano, a un appalto dietro il >quale c'è una cordata di interessi non italiani, si fa un passo verso la distruzione >della civiltà.
Uno che dice ste cose puó solo essere un troll. Ti auguro davvero una giornata di merda.
Caro Giorgio Pierpaoli, io invece a lei auguro ogni bene, perché questa sua difesa a spada tratta delle FALLIMENTARI cure mediche che in realtà non curano un bel niente, mi fa provare solo commiserazione nei suoi confronti. Lei è talmente pieno di se da augurare il male a chi non intende sottoporsi a trattamenti farmacologici. Si faccia un buon esame di coscienza.
>Lei è talmente pieno di se da augurare il male a chi non intende sottoporsi a >trattamenti farmacologici.
Beh, mi scusi, ma se sta qua a rompere i coglioni da ore, scrivendo di BIGPHARMA e chemioterapia commentando un articolo che parla di Rotafixa e di ciclabili non é che puó aspettarsi reazioni di tipo diverso.
Detto questo, sono le sue - granitiche certezze, anche purtroppo sintomo di crassissima superficialitá: come saprá esistono diverse forme di tumore, diversi tipi di intervento chemioterapico. Le pare che ci mettiamo a fare deontologia professionale qua su RFS? Le pare? Eh le pare? Eh?
La prego. Non si comporti da scimmia. Non veda il mondo come un'enorme cospirazione nei suoi confronti. Impari a distinguere. E rispetti i malati, rispetti chi fa scelte diverse dalla sua.
Insomma, impari a ragionare e ad argomentare.
Cordialitá ed amicizia
4:55
quindi lei sta dicendo che se suo figlio ha l'otite lo cura con l'omeopatia.
questo afferma.
bene. benissimo.
Anonimo maggio 29, 2017 5:11 PM
Non sono quello di prima. Lei non sa un cazzo di Salute e cure e tumori. Non rompa lei i coglioni. Con simpatia
Anonimo maggio 29, 2017 5:15 PM
L'omeopatia è una stronzata come la maggior parte delle cure mediche che non curano un cazzo. Non mi rompa i coglioni.
Capitano ci mancherai!
Giorgio Pierpaoli, Lei pensa di essere utile e di fare un lavoro importante, in realtà fa più danni che altro, glielo assicuro, e non dovrebbe guadagnare neanche UN CENTESIMO DI EURO. Stia bene, con le Sue convinzioni imparate all'Università (hai detto tutto)... buonanotte.
@5:31 PM - 5:33 PM (Utente anti-BIGPHARMA)
Volgarissima figura. Del resto, questo succede in un paese d'analfabeti funzionali e di scarsa preparazione scientifica. Se qui di acqua calda e per giunta parliamo, incominciamo da lei, che fa tutta un'erba un fascio sulle chemioterapie antitumorali. Ridicolo, oltre che poco rispettoso per le categorie professionali e tutti quei pazienti che hanno trovato giovamento da tali terapie. Nessun commentatore (neppure quello a cui diceva di "non rompere i coglioni") le impone terapie, nè tantomento - mi pare, afferma che l'intero campo della medicina allopatica sia esente da cure inefficaci. Questo non vuol dire che si possa gettare discredito come lei fa. Dovrebbe vergognarsi.
Detto questo, da medico, non mi sono di augurale neppure la metà delle cose che mi passano sotto gli occhi tutti i giorni: la invito però a rispettare la categoria e chi sceglie di curarsi (lei anche si è curato delle volte, ne sono più che sicuro), e fare lei quell'esame di coscienza di cui parlava. Le auguro una buona serata
12.03 siete solo capaci di prescrivere farmaci costosissimi che curano sintomi,farmaci che settimanalmente vi vengono consigliati dagli informatori scientifici, e mai risolvete la malattia, se la risolvete è un caso. Mai vi interessate dell'alimentazione, causa principale di tutte le malattie. Bravi, veramente.
12.03 e infatti chi le segue le vostre terapie, io no di sicuro.
12.03 Lei invece, in un certo senso, è un alfabeta funzionale! Ha capito cosa intendo?
Tanto ignoranti o meno, m5stelle o meno, alla fine me li ritrovo che mi tirano per il camice. Vi ripeto, vi auguro una buona serata. A presto!
Io non la tiro per il camice, anzi, buona serata a Lei, Dottore! E tra poche ore prescriva un altro farmaco inutile, costoso e nocivo, mi raccomando.
Non fosse reato le prescriverei cianuro, altro che cisplatino. Perfino Esculapio o Gino Strada vorrebbero levarsi dai coglioni a uno come lei.
Dio can, che batteri che girano.
1.27 aahahahahahahahaha
Dottore, che commenti fa? Certo che mi prescriverebbe cianuro, in fondo per Lei sono un eretico!
E' ancora sveglio a quest'ora, e come li "cura" i pazienti, se la notte non dorme? Io sono qui tutta la notte, e ho tempo da perdere...argomenti, che La ascolto!
Eh questi batteri cattivi, responsabili delle malattie, glielo hanno insegnato all'Università, vero?
1.27 Dottore, con questi commenti si sta dando la zappa sui piedi, tanto meglio, così la gente finalmente capisce un pò di più
Non c'è categoria più schifata di quella dei medici, che cercano di darsi un tono in proporzione a quanto sono pubblicamente disprezzati.
Parliamo di gente che prescrive antibiotici per l'influenza (...), che cura le lesioni osteoporotiche derivanti dai farmaci ormonali come "metastasi ossee" e che prescrive irradiazioni antitumorali come se non fosse verificato in laboratorio che provocano una catena di tumori secondari.
Dovendo attenersi alle deliranti linee guida stabilite dalle grandi centrali del farmaco, i medici non possono che essere delinquenti, e disponendo della possibilità di maneggiare il corpo altrui spesso sono assassini su commissione per mafie e massoneria. E questo è il motivo per cui la politica li copre all'estremo nei loro misfatti.
http://it.ibtimes.com/scandalo-novartis-milioni-di-tangenti-e-i-farmacisti-diventano-venditori-1332520
Fior da fiore
http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2015/08/03/tangenti-cambio-prescrizione-antitumorali-scandalo-romania_oJ9EW1gHB4oUlNQKizimHP.html
http://www.rifday.it/2017/04/11/grecia-inchiesta-novartis-pagava-tangenti-vendere-suoi-prodotti/
http://www.zazoom.it/2017-05-08/corruzione-19-arresti-in-sette-regioni-tra-medici-e-imprenditori-farmaceutici/2844300/
@ 8.33 AM
Direi che hai bisogno di farti curare urgentemente...il cervello però!
E cerca di cambiare spacciatore, mi sembra proprio che ti abbiano bruciato il cervello
Incredibile, dalle bici alla chemioterapia passando per insulti e commenti da bar agghiaccianDi. Mi auguro che chi scrive certe bestialità lo faccia solo per riempire il vuoto delle sue giornate o per soddisfare il suo spirito goliardico da troll, altrimenti c'è davvero da credere a chi diceva "governare gli italiani non è difficile, è inutile".
Bravi, continuate così che siete forti!
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Ciao, sono Theresa Williams. Dopo anni di rapporti con Anderson, mi ha interrotto, ho fatto tutto il possibile per riportarlo indietro, ma tutto era inutile, lo volevo tornare così a causa dell'amore che ho per lui, Gli ho pregato con tutto, ho fatto promesse ma lui ha rifiutato. Ho spiegato il mio problema al mio amico e lei ha suggerito che dovrei piuttosto contattare un incantesimo che potrebbe aiutarmi a lanciare un incantesimo per riportarlo indietro, ma io sono il tipo che non credo mai in magia, non avevo altra scelta che provarlo, io Inviò il coclea di incantesimi e mi disse che non c'era nessun problema che tutto andrà bene prima di tre giorni, che il mio ex tornerà da me prima di tre giorni, lancia l'incantesimo e, sorprendentemente, nel secondo giorno, era alle 16.00. Il mio ex mi ha chiamato, sono stato così sorpreso, ho risposto alla chiamata e tutto quello che ha detto era che lui era così dispiaciuto per tutto quello che è accaduto che voleva che me ne tornassi, che mi ama tanto. Sono stato così felice e sono andato a lui che è stato come abbiamo iniziato a vivere insieme felicemente di nuovo. Da allora, ho promesso che chiunque conosco che abbia un problema di relazione, sarei d'aiuto a tale persona facendogli riferimento all'unico vero e potente cronometro che mi ha aiutato con il mio problema. Email: drogunduspellcaster@gmail.com potrai inviarlo via email se hai bisogno della sua assistenza nel tuo rapporto o in qualsiasi altro caso.
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VAI VIRGINIA VAI COSì #Honestà fatti mandare un bikemanager da Milano mentre le piscine ricordati di Genova, Bibbona o MALINDY!
Si facciamo venire qualche deficiente, che si è trasferito in quella merda di Milano, hai visto mai che risolve qualche problema!
Guarda Bat21 che il motore dell'economia italiana è il Nord Est italiano (Emilia-Romagna, Veneto, Trentino, Friuli), Milano dove cazzo sta? "Milano simbolo per i turisti di tutto il mondo!" Hahahahahaha.
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