Scontiamo, lo ammettiamo, una bulimia di notizie. Si gran fatica a star dietro a tutte le assurdità che vengon fuori ogni giorno. Con l'arrivo del M5S al governo della città si sperava onestamente che certe storiacce venissero meno e invece non sta andando così. E invece tutto il contrario, anche dove meno te lo aspetteresti. Hai visto per anni i grillini lottare contro le bancarelle? Ora che sono al governo te li trovi a lottare a favore del peggior racket ambulante. Hai visto per anni i grillini lottare - con efficacia - contro la camorra dei cartelloni e ora te li ritrovi a tutelare la camorra dei cartelloni. È incredibile ma è vero. Si fa fatica perfino a crederci, ma è così.
Sui cartelloni, uno dei cancri assoluti della città, sta succedendo l'inverosimile. Il procedimento è andato molto avanti durante la scorsa consiliatura grazie alla tigna dell'ex assessore Marta Leonori (e nonostante la sostanziale opposizione del Consiglio e della Commissione Commercio, sempre dalla parte della mafietta cartellonara), ora però che manca l'ultimo pezzetto si è fermi. Da mesi. La palla è in mano alla Commissione Commercio sovraintesa dal famigerato Coia. La Commissione di Coia doveva solo prende la palla e passarla, ma al contrario se la sta tenendo tra i piedi per mesi, in uno stillicidio di riunioni che si convocano, non concludono nulla e si aggiornano dopo due mesi. Una tecnica delatoria da far impazzire. Nelle ultime riunioni la Commissione, benché non fosse minimamente quello l'ordine del giorno, si è messa a fare le pulci al Piano Regolatore (già approvato da anni), ai mq di cartelloni che finalmente dovrebbero andare a pagare il bike-sharing, del loro valore e dintorni. Serve solo per perdere tempo, per buttarla in caciara, per andare avanti di mese in mese. E intanto la città perde un sacco di soldi e i cittadini perdono un sacco di servizi che potrebbero venir fuori da un settore finalmente riformato e con spazi pubblicitari ordinati e qualificati assegnati tramite bando ai migliori operatori internazionali.
Ovviamente nel processo mancano dei pezzi di pianificazione fondamentali. Dai piani approvati fino ad oggi manca una lucida visione politica: metto a bando gli spazi pubblicitari per ottenere cosa in cambio? Quanto valore gli do'? Il punto non è se 8000 metri quadri di cartelloni sono sufficienti o meno per avere il bike-sharing, il punto è capire che bike-sharing voglio, con quale complessità, con quale integrazione col resto del trasporto, con quale qualità: modello Torino, modello Milano o modello Parigi? Dovrebbe battere un colpo la politica con la P maiuscola, ovvero la Giunta, il sindaco o per lo meno l'assessore Adriano Meloni. Che per adesso però lascia fare, consentendo alla Commissione di fare il suo porco comodo in nome di una sostanziale alleanza tra la destra post Alemanniana, il PD della nutrita corrente pro-cartellonari e tutto il M5S. Con l'obbiettivo magari di mandare l'impianto in aula per l'approvazione finale e lì dargli un colpetto di grazia con un bel blitz inserendo qualche bella polpetta avvelenata sotto forma di emendamento.
Intanto la città è trasfigurata dagli impianti, i cartelloni pirata continuano a crescere la notte, le associazioni delle ditte diramano comunicati in cui esultano dopo ogni riunione dei politici (abbiamo i PDF per chi li vuole) e dall'ufficio affissioni i tecnici sussurrano a chi ancora ci crede "guardate che questi non vogliono fare niente".
Qui di seguito qualche chicca con autore e virgolettato proveniente dalle ultime due riunioni della Commissione Commercio. Leggete cosa sono stati capaci di dire sia i politici consiglieri che della commissione fanno parte, sia gli ospiti gentilmente invitati dal buon Andrea Coia.
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9 novembre 2016
Leonardo Costanzo: (Capo Staff dell'Assessore Meloni): «Stiamo prendendo atto di tutto. Il tema qual’è? Aprire ai privati. Il nodo è il Bike Sharing con i suoi 8.000 mq. e le ciclo stazioni con il numero variato, per ora con ipotesi di 80 ciclostazioni. Capire in che misura finanziamo il servizio. Delle due l’una: o capiamo quanto investimento occorre per 80 ciclostazioni (due milioni e mezzo di euro) o se è ancora interesse di questa città un servizio del genere » [da affidare ai privati, ndr.]
Orlando Corsetti: «Avevamo all’epoca ipotizzato la nascita di 10 lotti. Per il Bike Sharing bisogna mettere in conto non solo l’investimento iniziale ma anche i costi di gestione. La mia personale preoccupazione è che questi 8.000 mq. costituiscano la “crema” e potrebbero danneggiare gli altri impianti.» [linguaggio mutuato dalle ditte pubblicitarie che lamentano da sempre la stessa cosa]
Andrea Coia: Ha ribadito che il valore economico è un fattore importante ed ha insistito per le sole 80 ciclostazioni affermando che una sua unica perplessità rimane quella di affidare il servizio ad un privato che sarebbe secondo lui una pura follia, per cui è meglio andare avanti con 80 ciclostazioni. [semplicemente incredibile, si commenta da se]
Enrico Stefano: Ha fatto sapere di stare approfondendo la questione riguardante il modello di finanziamento del Bike Sharing per decidere se il relativo servizio debba essere affidato o no ad un privato (mi ha poi chiarito che "le verifiche che sto facendo sono relative al valore dei metri quadri e al "costo" di mantenimento delle stazioni. Tutto qua, per vedere se collimano")
Matteo Costantini: (Vice Presidente Vicario del Consiglio del I Municipio) - "Il servizio di Bike Sharing deve essere garantito dal Comune e non dal privato". [una autentica forsennata sciocchezza]
Ranieri Randaccio: (ditta SCI) - "Il Bike Sharing si fa sulle piste ciclabili. I Piani di Localizzazione penalizzano gli altri impianti".
Giuseppe Scavuzzo: (associazione IRPA) - "C'è una sentenza del TAR che incide pesantemente sui Piani di Localizzazione".
Alberto Gaurdenzi: (Ditta D & D) - "Prima di parlare di Bike Sharing occorre fare le piste ciclabili ed i parcheggi per le biciclette, perché ad oggi è rischioso andare in bici". [Questo è un trucchetto ricorrente dei cartellonari: prima del bike-sharing servono le ciclabili, mai sciocchezza fu più grande]
18 gennaio 2017
Orlando Corsetti: Si è chiesto provocatoriamente da dove scaturiscano gli 8.000 mq. riservati al Bike Sharing, dimostrando di non essere ( o non voler essere) a conoscenza dei precedenti, benché sia stato Presidente della Commissione Commercio fino a un anno fa e da consigliere abbia approvato anche lui il nuovo PGTU di 350 ciclostazioni.
La Deliberazione n. 325/2015 è stata pubblicata sull'albo online del sito ufficiale del Comune, con allegati tutti e 15 i Piani di Localizzazione, che quindi da allora il cons. Orlando Corsetti poteva benissimo vedere ed analizzare, senza uscirsene a distanza di ben 15 mesi dopo - coma ha fatto lo scorso 18 gennaio - con il provocatorio interrogativo su chi dei presenti conoscesse i Piani di Localizzazione, che è a mio giudizio finalizzato a rimettere in discussione uno strumento di attuazione del PRIP (oltre che il servizio di Bike Sharing, contenuto nel PRIP, si badi bene da lui approvato, e quindi anche dei Piani di Localizzazione) che è invece di esclusiva competenza della Giunta e non della Commissione Commercio
Andrea Coia: In risposta a Corsetti ha detto che si può politicamente analizzare i Piani di Localizzazione (così si rimette in discussione anche quelli, oltre al PRIP)
Matteo Costantini: Richiamando il 4° comma dell'art. 54 del Regolamento del Decentramento Amministrativo (che non c'entra nulla), pretenderebbe che sulla proposta della Giunta n. 27/2016 si debba acquisire il parere di competenza dei Municipi.
Arch. Masi: (Dipartimento P.A.U. del Comune, convocato appositamente da Andrea Coia) - Lamenta di non essere stato coinvolto per il parere di sua competenza sui Piani di Localizzazione.
Giuseppe Scavuzzo: (associazione IRPA) - Rifacendosi al testo della proposta n. 27/206, che gli è stata evidentemente trasmessa, richiama la sentenza del TAR per mettere in dubbio la legittimità di tutti e 15 gli incontri pubblici svolti sui Piani di Localizzazione.
Marco Terranova: Ha espresso il dubbio che ci possa essere qualche Municipio che non abbia espresso il parere di sua competenza sulla proposta del PRIP della Giunta, per cui a suo giudizio occorre una verifica in tale senso (per doverosa informazione hanno espresso parere tutti e 15 i Municipi).
Ha fatto presente che per il futuro non consentirà più interventi, specie di tono polemico, di persone che non siano state espressamente convocate alla seduta di turno della Commissione Commercio, che va sospesa se l'intervento autorizzato è di persona non convocata (così il cerchio si chiude, restringendolo soltanto alle ditte pubblicitarie, per conseNtire loro di sparare a zero su PRIP, Piani di Localizzazione, bike sharing e quant'altro.