Ci siamo concentrati per giorni e giorni sulle bancarelle e su Piazza Navona. Nel primo caso siamo riusciti, come nostra specialità, ad alzare il casino e a non far passare sotto silenzio la zozzata che la Commissione Commercio stava orchestrando e portando in Aula, ovvero il tentativo - di per se ridicolo ma simbolicamente grave - di stoppare l'applicazione a Roma della direttiva Bolkestein. Nel secondo caso, per il terzo anno consecutivo, grazie alle nostre pressioni e non solo alle nostre, abbiamo acceso un faro sul tentativo di golpe per ripristinare la vergognosa Festa della Befana di Piazza Navona riassegnando le licenze ai vecchi titolari che avevano distrutto irrimediabilmente l'immagine della rassegna: il tentativo è miseramente fallito in Aula, anche grazie alla lucidità dell'assessore Adriano Meloni.
Adriano Meloni ora però deve applicare ulteriormente la sua lucidità e il suo sguardo internazionale (a differenza della feccia di gran parte del Consiglio Comunale l'assessore ha visto come gira il mondo e fino a l'altro ieri viveva a Milano) perché dopo gli ambulanti, la nuova lobby che la Commissione Commercio presieduta dall'ormai famigerato consigliere comunale a Cinque Stelle Coia ha deciso di difendere e tutelare in spregio ad ogni dignità ed ogni vergogna è quella dei micidiali cartellonari.
Le peggiori ditte, i più inquietanti azzeccagarbugli, gli arraffoni a tutti noti affollavano ieri gli spazi della commissione come riporta l'associazione VAS. Con l'unica voce contraria di Enrico Stefàno si è svolta una commissione surreale. Ed è la seconda commissione che, guarda caso, si svolge sul tema del Bike-Sharing, strettamente legata alla riforma del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari. La riforma diminuisce di molto i cartelloni, li assegna con bandi di gara internazionali e giustamente - come succede dovunque a Parigi come a Milano - affida alla società che si occuperà di restituire alla città (a costo zero per l'amministrazione) un ampio schema di Bike Sharing un circuito in grado di ripagare questo impegno gravoso a livello economico. E' la norma in tutto il mondo, ma a Roma sta diventando uno psicodramma.
Già per la seconda volta Andrea Coia convoca una commissione guardacaso proprio sul tema del Bike Sharing. Hanno individuato quello come punto debole della riforma e sanno perfettamente che ciurlando nel manico e buttandola in caciara sul Bike-Sharing tutto può saltare in aria. La strategia delle locuste che conosciamo benissimo. Ed è incredibile notare come, a favore di questa strategia, ieri si sia presentato in commissione perfino Orlando Corsetti, ex presidente della stessa commissione nella scorsa consiliatura e grande nemico di una seria riqualificazione del settore. Ha presenziato ed è intervenuto anche lui, pur non facendo parte della Commissione Commercio in questa consiliatura. Ovviamene le posizioni del triomonnezza (suvvia, si scherza) composto da Coia, Bordoni e Corsetti sono state sempre le stesse.
Tutti mettono in dubbio il piano già approvato, tutti cercano di fare confusione e buttare fumo negli occhi, Coia è arrivato al punto da definire "pura follia" la gestione del Bike-Sharing da parte di un privato. E a chi vorrebbe farlo gestire? Tutti gli schemi di Bike-Sharing al mondo sono gestiti da privati.
Si è ripetuto il plot visto in Aula Giulio Cesare qualche giorno fa. A riprova del fatto che il Movimento 5 Stelle dimostra di non toccare mai il fondo, ma di scavare sempre più giù. Se in Campidoglio Coia-Bordoni-Corsetti parlavano applauditi a scena aperta dalla peggior feccia bancarellara, in Commissione Commercio lo stesso trio blaterava cretinate irripetibili mentendo sapendo di mentire osannato dalla peggiore feccia cartellonara che godeva a sentire frasi tipo "non sappiamo se ancora questo servizio serve alla città" o ancor meglio frasi tipo "il Bike-Sharing non dovrebbe essere finanziato da privati ma da soldi pubblici" magari servendosi di qualche fantomatico "bando europeo", magari facendo come fatto a Napoli dove un microscopico schema di Bike-Sharing è stato aperto con soldi europei o ministeriali e poi è stato chiuso non appena il finanziamento è terminato. E qualcuno ha perfino cercato di convincere l'assessore Meloni che "a Milano le pubblicità che sostengono il Bike-Sharing sono solo in prossimità delle ciclostazioni".
Le lobbies che hanno distrutto e divorato la città negli ultimi 40 anni e che con Ignazio Marino avevano iniziato il loro declino, hanno alzato la testa in maniera potente e insperato. Con un danno per la collettività senza precedenti. La riforma dei cartelloni vale decine di milioni in termini finanziari per la città e decine di milioni in termini di servizi e investimenti. Oltre che indotto, tasse, posti di lavoro, riqualificazioni, lotta al degrado. A Roma si cerca invece di stoppare tutto in nome di una finta lotta "alle multinazionali" che però sono gli unici soggetti che in tutto l'occidente si occupano di gestire il settore della pubblicità esterna.
In realtà di Bike-Sharing non interessa nulla a nessuno. L'unico interesse - lo schema è identico a quello delle bancarelle e dei balneari - è quello di bloccare il più possibile la situazione. Una volta approvato il Piano Regolatore le dittuncole romane hanno la possibilità di restare sul territorio fintanto che non si fanno i bandi, ecco perché c'è l'interesse a mettere in discussione tutto, a bloccare tutto, a coinvolgere di nuovo il Consiglio Comunale, a rallentare il processo. Più la cosa sta bloccata, più le dittuncole rimangono sul territorio a speculare in totale regime di monopolio.
Laddove a Roma su questioni così delicate si manifesta un circo inqualificabile che fa fuggire investitori e capitali sani, altre città governate dal Movimento 5 Stelle ragionano in maniera totalmente diversa. L'azienda francese Decaux (quella che gestisce i Bike-Sharing di Lione, Parigi, Bruxelles...) sta lavorando ad esempio benissimo con il Comune di Torino. Lì in 3 mesi l'amministrazione Appendino ha messo in piedi la digitalizzazione dell'arredo urbano, il free wi fi nelle strade tutto offerto gratuito a spese delle ditte pubblicitarie, small cells negli arredi urbani e app per cittadini e commercianti. Laddove a Roma il rivoltante Movimento 5 Stelle capitolino lotta contro i privati auspicando risorse pubbliche ove invece si potrebbe risparmiare e far spendere i privati limitandosi a pianificare, il Movimento 5 Stelle torinese collabora con aziende internazionali per il bene dei cittadini e per il bene delle casse della città attirando sul territorio cervelli, capitali, posti di lavoro qualificati. Un abisso.
Ma non c'è solo Decaux. Ci sono molte altre società che potrebbero partecipare al bando per gestire il Bike-Sharing a Roma. Ovviamente tutte multinazionali come la americana Clear Channel (che gestisce il servizio a Milano, a Verona, a Barcellona) o come la società che gestisce i mega bike sharing di Londra e di New York. Certo per quel lotto che assegna i migliori mq di cartelloni in cambio di un servizio di grande complessità non ci sarà mai spazio per le ditte-feccia della cartellopoli romana. Ecco perché, convincendo in un modo o nell'altro la brutta politica che si è infilata come una malattia da decenni in questa città e che non è cambiata dopo le ultime elezioni, stanno cercando di bloccare tutto quanto facendo confusione e attuando squallide strategie dilatorie.
La scelta però è della Giunta e dunque dell'assessore Adriano Meloni e della sindaca Virginia Raggi. A chi daranno retta? Ai cittadini che aspettano servizi o alle lobbies e ai poteri forti che non vogliono mollare ignobili privilegi?
Adriano Meloni ora però deve applicare ulteriormente la sua lucidità e il suo sguardo internazionale (a differenza della feccia di gran parte del Consiglio Comunale l'assessore ha visto come gira il mondo e fino a l'altro ieri viveva a Milano) perché dopo gli ambulanti, la nuova lobby che la Commissione Commercio presieduta dall'ormai famigerato consigliere comunale a Cinque Stelle Coia ha deciso di difendere e tutelare in spregio ad ogni dignità ed ogni vergogna è quella dei micidiali cartellonari.
Le peggiori ditte, i più inquietanti azzeccagarbugli, gli arraffoni a tutti noti affollavano ieri gli spazi della commissione come riporta l'associazione VAS. Con l'unica voce contraria di Enrico Stefàno si è svolta una commissione surreale. Ed è la seconda commissione che, guarda caso, si svolge sul tema del Bike-Sharing, strettamente legata alla riforma del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari. La riforma diminuisce di molto i cartelloni, li assegna con bandi di gara internazionali e giustamente - come succede dovunque a Parigi come a Milano - affida alla società che si occuperà di restituire alla città (a costo zero per l'amministrazione) un ampio schema di Bike Sharing un circuito in grado di ripagare questo impegno gravoso a livello economico. E' la norma in tutto il mondo, ma a Roma sta diventando uno psicodramma.
Già per la seconda volta Andrea Coia convoca una commissione guardacaso proprio sul tema del Bike Sharing. Hanno individuato quello come punto debole della riforma e sanno perfettamente che ciurlando nel manico e buttandola in caciara sul Bike-Sharing tutto può saltare in aria. La strategia delle locuste che conosciamo benissimo. Ed è incredibile notare come, a favore di questa strategia, ieri si sia presentato in commissione perfino Orlando Corsetti, ex presidente della stessa commissione nella scorsa consiliatura e grande nemico di una seria riqualificazione del settore. Ha presenziato ed è intervenuto anche lui, pur non facendo parte della Commissione Commercio in questa consiliatura. Ovviamene le posizioni del triomonnezza (suvvia, si scherza) composto da Coia, Bordoni e Corsetti sono state sempre le stesse.
Tutti mettono in dubbio il piano già approvato, tutti cercano di fare confusione e buttare fumo negli occhi, Coia è arrivato al punto da definire "pura follia" la gestione del Bike-Sharing da parte di un privato. E a chi vorrebbe farlo gestire? Tutti gli schemi di Bike-Sharing al mondo sono gestiti da privati.
Si è ripetuto il plot visto in Aula Giulio Cesare qualche giorno fa. A riprova del fatto che il Movimento 5 Stelle dimostra di non toccare mai il fondo, ma di scavare sempre più giù. Se in Campidoglio Coia-Bordoni-Corsetti parlavano applauditi a scena aperta dalla peggior feccia bancarellara, in Commissione Commercio lo stesso trio blaterava cretinate irripetibili mentendo sapendo di mentire osannato dalla peggiore feccia cartellonara che godeva a sentire frasi tipo "non sappiamo se ancora questo servizio serve alla città" o ancor meglio frasi tipo "il Bike-Sharing non dovrebbe essere finanziato da privati ma da soldi pubblici" magari servendosi di qualche fantomatico "bando europeo", magari facendo come fatto a Napoli dove un microscopico schema di Bike-Sharing è stato aperto con soldi europei o ministeriali e poi è stato chiuso non appena il finanziamento è terminato. E qualcuno ha perfino cercato di convincere l'assessore Meloni che "a Milano le pubblicità che sostengono il Bike-Sharing sono solo in prossimità delle ciclostazioni".
Le lobbies che hanno distrutto e divorato la città negli ultimi 40 anni e che con Ignazio Marino avevano iniziato il loro declino, hanno alzato la testa in maniera potente e insperato. Con un danno per la collettività senza precedenti. La riforma dei cartelloni vale decine di milioni in termini finanziari per la città e decine di milioni in termini di servizi e investimenti. Oltre che indotto, tasse, posti di lavoro, riqualificazioni, lotta al degrado. A Roma si cerca invece di stoppare tutto in nome di una finta lotta "alle multinazionali" che però sono gli unici soggetti che in tutto l'occidente si occupano di gestire il settore della pubblicità esterna.
In realtà di Bike-Sharing non interessa nulla a nessuno. L'unico interesse - lo schema è identico a quello delle bancarelle e dei balneari - è quello di bloccare il più possibile la situazione. Una volta approvato il Piano Regolatore le dittuncole romane hanno la possibilità di restare sul territorio fintanto che non si fanno i bandi, ecco perché c'è l'interesse a mettere in discussione tutto, a bloccare tutto, a coinvolgere di nuovo il Consiglio Comunale, a rallentare il processo. Più la cosa sta bloccata, più le dittuncole rimangono sul territorio a speculare in totale regime di monopolio.
Laddove a Roma su questioni così delicate si manifesta un circo inqualificabile che fa fuggire investitori e capitali sani, altre città governate dal Movimento 5 Stelle ragionano in maniera totalmente diversa. L'azienda francese Decaux (quella che gestisce i Bike-Sharing di Lione, Parigi, Bruxelles...) sta lavorando ad esempio benissimo con il Comune di Torino. Lì in 3 mesi l'amministrazione Appendino ha messo in piedi la digitalizzazione dell'arredo urbano, il free wi fi nelle strade tutto offerto gratuito a spese delle ditte pubblicitarie, small cells negli arredi urbani e app per cittadini e commercianti. Laddove a Roma il rivoltante Movimento 5 Stelle capitolino lotta contro i privati auspicando risorse pubbliche ove invece si potrebbe risparmiare e far spendere i privati limitandosi a pianificare, il Movimento 5 Stelle torinese collabora con aziende internazionali per il bene dei cittadini e per il bene delle casse della città attirando sul territorio cervelli, capitali, posti di lavoro qualificati. Un abisso.
Ma non c'è solo Decaux. Ci sono molte altre società che potrebbero partecipare al bando per gestire il Bike-Sharing a Roma. Ovviamente tutte multinazionali come la americana Clear Channel (che gestisce il servizio a Milano, a Verona, a Barcellona) o come la società che gestisce i mega bike sharing di Londra e di New York. Certo per quel lotto che assegna i migliori mq di cartelloni in cambio di un servizio di grande complessità non ci sarà mai spazio per le ditte-feccia della cartellopoli romana. Ecco perché, convincendo in un modo o nell'altro la brutta politica che si è infilata come una malattia da decenni in questa città e che non è cambiata dopo le ultime elezioni, stanno cercando di bloccare tutto quanto facendo confusione e attuando squallide strategie dilatorie.
La scelta però è della Giunta e dunque dell'assessore Adriano Meloni e della sindaca Virginia Raggi. A chi daranno retta? Ai cittadini che aspettano servizi o alle lobbies e ai poteri forti che non vogliono mollare ignobili privilegi?
Articolo lucido, che va al punto. BRAVI.
RispondiEliminama che cazzo avemo votato a fà per il M5S se fanno le stesse cose di Alemanno?
RispondiEliminaE proprio questa la domanda da farsi. La prossima è: chi si vota la prossima volta?
RispondiEliminaAlle prossime elezioni io voterò Marino, in ogni caso.
EliminaSapete quanti hanno votato cinque stelle così, per protestare?
RispondiEliminaEppure già c'erano molti fatti che raccontavano la fregatura...
Bah...
È stupefacente che ad ogni articolo ci mettiate sempre la nota di merito del periodo Marino.Forse lo verdavate solo voi questo cambiamento, può darsi pure che ci sia stato il cmbiamentomma, ma in peggio. I cittadini vedevano un altro film.È stato proprio lui a portare la città allo stremo.
RispondiElimina"Abbiamo ereditato un processo che condividiamo. Il Prip porta a una sensibile riduzione del plateau degli impianti, con conseguenti migliorie sia dal punto di vista del decoro che da quello della sicurezza". A dirlo, l'assessore capitolino allo Sviluppo economico, turismo e lavoro, Adriano Meloni, intervenuto oggi in commissione Commercio per discutere del Piano regolatore degli impianti pubblicitari (Prip), messo a punto dalla giunta Marino, e dei piani di localizzazione che stabiliscono in ogni municipio numero e posizione degli impianti. Con il Prip, le affissioni a Roma passano da 137mila a 62mila metri quadrati.
RispondiElimina"La delibera con i piani di localizzazione degli impianti è in calendario, l'ho già firmata e l'iter è già partito. Dopo l'approvazione della giunta, scatteranno i 60 giorni per ultimare le controdeduzioni". Alla fine dell'iter, l'amministrazione dovrà redigere dei bandi sulla base dei lotti previsti dal piano, tra cui anche quello che prevede 8mila metri quadrati di impianti pubblicitari da concedere in cambio della realizzazione di un servizio di bike sharing che sarà dunque a carico del concessionario e a costo zero per l'amministrazione. Al momento, però, il nodo è stabilire l'ammontare dell'investimento.
"La volontà politica è di portare avanti il bike sharing - spiega Meloni a margine della commissione - ma è necessario capire il valore degli 8mila metri quadrati previsti nel lotto per il bike sharing. Da un primo studio emerge che per realizzare le prime 80 ciclostazioni previste servirebbe un investimento di 2,5 milioni di euro. Dobbiamo capire se questi 8mila metri quadrati sono quelli più prestigiosi, quanto valgono, quanto vale l'investimento iniziale e quello per la manutenzione annuale delle ciclostazioni".
Insomma, ennesima figura di melma da parte del blog?
i cartelloni rendono Roma oscena. almeno fossero belli e spettacolari come quelli di las vegas, ma invece oltre ad essere spesso illegali e montati clandestinamente di notte, fanno anche schifo.
RispondiEliminai 5 stelle avrebbero dovuto fare una battaglia di pulizia e legalità. dove sono ?
definire "feccia" la "gran parte del Consiglio Comunale" mi pare francemente eccessivo
RispondiEliminaE proprio questa la domanda da farsi. La prossima è: chi si vota la prossima volta?
RispondiEliminaio direi di escludere partiti, movimenti e persone dal 2000 ad oggi. Chiamiamo Obama, che è libero, o David Cameron, che è pure lui su piazza.
Marino BREVE parentesi di legalità a favore di Roma e dei suo cittadini.
RispondiEliminaASSALTO CARTELLONI parte nel 2009 sotto la meravigliosa coppia AleDanno-Bordoni
Marino e la battagliera Marta Leonori solo nel 2014 riescono ad arginare le orribili cavallette fameliche di suolo pubblico; viene dimezzato il folle impianto 6 x 3 e la feccia peggiore e pericolosa viene rimossa. Si avvia coraggiosamente il PRIP malgrado il clima aggressivo. Finalmente approvato. Marino viene linciato dai banditi abituati a divorarsi Roma indispettiti dal suo coraggio civile.
2016 la canizza ululante inconcludente anticasta bambocci associati per continuare a farsi i c. propri riprende il potere a Roma: tutto quanto faticosamente fatto per contrastare l'ABUSIVISMO VORACE viene rimesso "in discussione" -
I CARTELLONARI RIALZANO LA TESTA
CHE SCHIFO !!!
Bancarelle, cartelloni e pastorizia. Il grande modello di sviluppo 5S.
RispondiEliminaComplimenti,fate un ottimo lavoro di denuncia,tuttavia mi piacerebbe leggere un servizio circa le attività di vendita di ortofrutta gestito per la maggior parte dagli Egiziani, che contribuiscono sensibilmente al degrado di questa città. Questi di fatto occupano marciapiedi pubblici e spazi privati per l'esposizione e vendita della merce.A mio avviso basterebbe una delibera del Comune per la applicazione Della legge 283/1962 art.5,lett.b, che alcuni Comuni hanno applicato.Tutto a costo zero,basta avere la volontà e dare un po di decoro a questa martoriata città.Spero che qualcuno non risponda che già Marino anche in questo settore aveva argienato le malefatte di Alemanno e Company,perché non ci crede più nessuno a queste balle.
RispondiEliminaAl tempo di Marino oltre ai cartelloni c'erano anche i cinghiali a spasso per la città,e lui pensava alle cene con i "diplomatici".
Elimina"Solo favori alle lobbies" e neanche un accenno alla regolamentazione delle slot, ma mica siete in malafede eh
RispondiEliminaSono leggerissimamente di parte ahahahahah
Eliminaai difensori del 5s, mi dite gentilmente, cosa ha fatto la raggi fino ad adesso?
RispondiEliminami trovate una cosa, dico una, che è stata in grado di sistemare/migliorare ?
Leggi il commento sopra il tuo è inizia a informarti
EliminaComplimenti,fate un ottimo lavoro di denuncia,tuttavia mi piacerebbe leggere un servizio circa le attività di vendita di ortofrutta gestito per la maggior parte dagli Egiziani, che contribuiscono sensibilmente al degrado di questa città. Questi di fatto occupano marciapiedi pubblici e spazi privati per l'esposizione e vendita della merce.A mio avviso basterebbe una delibera del Comune per la applicazione Della legge 283/1962 art.5,lett.b, che alcuni Comuni hanno applicato.Tutto a costo zero,basta avere la volontà e dare un po di decoro a questa martoriata città.Spero che qualcuno non risponda che già Marino anche in questo settore aveva argienato le malefatte di Alemanno e Company,perché non ci crede più nessuno a queste balle.
RispondiEliminaMa c'è ancora qualche subumano che ancora dà credito alle BALLE artificiose create a tavolino con metodo Boffo contro il ns sindaco galantuomo MARINO?
RispondiEliminaOltre che palesemente RIDICOLE e strumentali per farlo fuori (PandaRossa; Invito Papa; Vacanze a Ferragosto!!!! Irrisorie spese di rappresentanza)
SONO STATE DICHIARATE RIDICOLE E INESISTENTI ANCHE DA TRIBUNALI DI MILANO E ROMA
con relativi e sostanziosi RISARCIMENTI che mi farebbe piacere possano ancora colpire chi spara queste prezzolate calunnie.
MARINO E LEONORI gli unici che hanno combattuto la VERGOGNA CARTELLONARA unica al mondo
In una società civile ognuno ha il diritto di esprimere le proprie idee.Chi invece offende gratuitamente si auto qualifica.
EliminaLe stesse balle contro la giunta attuale, anche più ridicole. Solo che ora nessuno ci crede più, soprattutto dopo che hanno dichiarato innocente anche Marino
EliminaBasta c e anche un probkema sul problema chi possiede tante concessioni di ccommercio all aoerto e dando due soldi a extrscomunitari mantiene il negozio magari facendo un aktro lavoro e una vergona e i 5 stelle hanno prorogato loro sono quelli che cambieranno l italia meditate gente
EliminaI Cinghiali sono aumentati vertiginosamente in città visto l'aumento del degrado e della monnezza...
RispondiEliminaMA STRANAMENTE NESSUNO LI FOTOGRAFA PIU' SUI GIORNALI.......
Infatti la foto dei cinghiali era già vecchia poiché risaliva ai tempi di Alemanno e riproposta Tel quel con Marino. Più che cinghiali adesso mi sembrano ciucci, municipale bloccati, soldi inutilizzati. ...sanno dire solo no. Provate a partecipate a quale commissione municipale o comunale...Il biglietto è gratuito e le risate sono garantite.. ma da sbellicarsi
EliminaLe idee sono legittime,
RispondiEliminaessere strumento di calunnie e addirittura rilanciarle è come parteciparvi, più o meno consciamente. In una società CIVILE decide la Magistratura che appunto ha condannato chiaramente i calunniatori prezzolati e ridicoli di Marino con sentenza risarcitoria (Tribb Milano e Roma)
MARINO E LEONORI gli unici che hanno combattuto la VERGOGNA CARTELLONARA di ROMA unica al mondo.
Dopo AleDanno si pensava di aver toccato il fondo, invece si ricomincia!
il m5s è la vittoria del poraccismo assoluto.
RispondiEliminaTranquilli che i cinghiali se li papperanno i vari immigrati (non i musulmani, forse) so solo che al quartiere Flaminio non vedo piu' un gatto da anni, tutti gourmet seguaci di Bigazzi ?
RispondiEliminaLo voglio vedere il car sharing a Roma. Dite che i romani non se le fregheranno le biciclette? Non le butteranno via? Mmmm...
RispondiEliminaEhm.. volevo dire bike..
EliminaQuale reato si configurerebbe se la notte andassi a tranciare con una motosega i cartelloni ?
RispondiEliminaFinirei in galera, verrei multato, cosa ?
Nessun reato, significa solo che non hai di meglio da fare nella vita.
EliminaFermate questi porci!
RispondiEliminaCon Marino ancora qui, a quest'ora il PRIP sarebbe già a buon punto, Raffaele Clemente ancora al suo posto, probabilmente avremmo pure ottenuto le Olimpiadi 2024 con il prgetto di Caudo (non la mafietta di Malago-Montezemolo-Calta a Tor Vergogna) e le torri TIM non sarebbero certo state bloccate da un demente imbecille come Berdini.
Alla fine sempre la mafia vincerà con sti 5 stalle, la differenza è che loro nemmeno se ne accorgeranno.
Peggio di Alemanno!
Che pena le lobbies.
RispondiEliminaChe pena chi ha votato la Raggi.
Che squallore chi ha fatto l'endorsement alla Raggi, come Roma fa Schifo! .
Ancora parlate? Chiudete sto blog, tanto serve solo a titillare il vostro ego.
Che poi un tempo il bike sharing c'era. Perché non ha funzionato? Forse bisognerebbe cercare di non fare gli stessi errori, se no e metti il bike sharing, e leva il bike sharing, meglio che i soldi li date a me!
RispondiEliminama a me fa cagare questa giunta M5S che fa tutto in falsa copia. io rivoglio l'originale Alemanno. quelli si che erano bei tempi: Roma cambia...
RispondiEliminaBell'articolo ma ne vorrei leggere anche uno sulla sindachella che si appropria del merito dei nuovi bus anche se la delibera fu di Marino e lei da consigliera votò contro... Lo trovo grave, di una disonestà e di una zingaraggine inenarrabili...
RispondiEliminaper Anonimo delle 6:35 PM: basterebbe che i vigili uscissero dagli uffici e facessero il loro lavoro. Vatti a vedere che schifo è diventato il mercato rionale di Piazza S. Giovanni di Dio in assenza di alcun controllo.
RispondiEliminaSul mercato di piazza san giovanni di dio stendiamo un velo pietoso... C'era un bellissimo progetto, con interramento della gianicolense, posti auto sotterranei, mercato coperto in stile testaccio con possibilità di apertura serale, fontane, spostamento della edicola, riqualificazione dei manti stradali etc.. Che fine ha fatto?
RispondiEliminaUNO SCHIFO: e la grande colpa è proprio di chi ha i banchi lì, che si ostina a vendere la merce in gabbiotti vetusti, sporchi e in mezzo ai ratti.
strano... non vedo un vostro articolo che parla di come stiano rimettendo il controllore/bigliettaio sugli autobus:
RispondiEliminahttp://www.rainews.it/dl/rainews/media/Roma-arrivano-i-primi-25-bus-Atac-rinnova-la-flotta-e-sperimenta-il-ritorno-al-bigliettaio-fisso-d79357a0-81c9-432c-8926-8e8a706dab52.html#foto-1
eppure avete scritto 200 articoli dicendo - giustamente! - che era il modo migliore per risanare ATAC, e ora che la Raggi lo fa davvero, silenzio... strana la vita, eh?
Quali 200 articoli? Se mi ricordo bene sostenevano che gli utenti debbano entrare dalla porta anteriore perché l'autista possa controllare il biglietto, come fanno a Londra per esempio. Quali 200 articoli? Puoi linkarli?
EliminaRimettere il bigliettaio è una classica operazione POPULISTA per tacitare il becerume gracchiante.
RispondiEliminaSe invece di fumo negli occhi per placare gli ululati dei forcaioli (e intercettarne il voto di "protesta", meschina operazione in gran lustro fra quasi tutti gli schieramenti politici, IN PRIMIS I TRAGICI PENTASTELLATI) si fanno due conti lo capisce un bambino di 7 anni che la reintroduzione del bigliettaio è un'operazione DEMENZIALE.
COSTO DEL BIGLIETTAIO ANNUO comprensivo di oneri previdenziali: 35 000 €
MAGGIORI RICAVI POSSIBILI DAL MIGLIOR BIGLIETTAIO STAKANOVISTA: 5 000 €
PERDITA NETTA PER ATAC E quindi contribuenti romani e non solo: 30 000 €
1000 bigliettai? Ennesima voragine di 30 milioni di € anno (60 miliardi di lire....)
Gli inutili FURBETTI NASCOSTI come dirigenti o impiegati che soprattutto con AleDanno (ma non solo) hanno affollato e succhiato allo stremo ATAC se non possono (PORACCI) guidare che è tanto "stressante" VADANO ALMENO A FARE I CONTROLLORI !
CON centinaia di controllori in più (a costo zero perchè GIA' in busta paga) l'evasione tariffaria si ridurrebbe ai minimi termini senza PROCLAMI POPULISTI
E cmq, pentastellati inconcludenti, nun la buttate in caciara come al solito:
RispondiEliminaqui si parla di DEVASTAZIONE CARTELLONARA da bloccare una buona volta.
Dopo lo schifo unico al mondo della TRIADE ben ricordata dall'articolo , e la sana ma breve parentesi MARINO-Leonori, adesso si ricomincia a massacrare la città?
@novembre 10, 2016 3:58 PM
RispondiEliminaA leggere certi commenti successivi al tuo mi sa che nessuno ti ha letto. Del resto gli rovini le rosicate dando queste notizie.
Ciao, questa la lascio qui' cosi....
RispondiEliminaOggi e' stato ripristinato il Salario Accessorio a tutti i dipendenti comunali: "L'asse del governo del Movimento 5 stelle con dipendenti e sindacati si rafforza."
"1000 bigliettai? Ennesima voragine di 30 milioni di € anno"
RispondiEliminal'evasione tariffaria a Roma vale 100 milioni l'anno... una delle voci principali che hanno portato al mostruoso debito ATAC di 1350 milioni, la municipalizzata peggiore d'Italia.
Quindi se i bigliettai ci costano 30 milioni, sono 70 milioni guadagnati, e 1000 posti di lavoro in più.
La finiamo di buttare merda a caso, che poi ci fate le figuracce?
1) innanzitutto "Ci fate" chi? "Voi" nemici e cattivi, contro "noi" buoni e saggi, ma vai a c.gare te e il populismo becero piagnone anticasta, "la golpa è solo dei polidici e dell'altri..." . Io sono una persona non un clan di cattivi cui parametrare la tua "bontà" destaceppa, sono cittadino romano che usa il bus da sempre e ne soffre la penosa decadenza che è EVIDENTE DA DOVE DERIVA
RispondiElimina2)cifre campate in aria e conseguenti scandalistici e ridicoli calcoli distorti e cambiafrittata.
L'evasione tariffaria non è a quei livelli e l'introduzione di 1000 altri amici di sindacati e parrocchie varie sarebbe il colpo MORTALE per l'azienda con un recupero dell'evasione IRRISORIO RISPETTO ALL'ENNESIMO SCIALO CLIENTELARE.
E L'ATAC l'hanno spolpata proprio le clientele di varia natura, pochissimo chi non paga il biglietto.
E cmq ben venga la repressione dell'evasione, seppur infima parte del debito, MA NON SPENDENDO UNA LIRA DI PIU
CI SONO CENTINAIA DI NULLAFACENTI ANCHE DIRIGENTI: se non possono guidare (QUESTO SERVIREBBE) almeno vadano a fare i
C O N T R O L L O R I !
L'evasione tariffaria si ridurebbe ai minimi termini SENZA NESSUN AGGRAVIO DI COSTI PUBBLICI.
(può darsi che sei (o siete ?) un neofita dei bus, ma spesso se nessuno timbra il biglietto è perchè la stragranderrima maggioranza ha le convenientissime tessere in tasca)
@3.16PM
RispondiElimina"Quindi se i bigliettai ci costano 30 milioni"
potrebbero essere tranquillamente sostituiti da un tornello elettronico che costera max 200€ e invecere di spendere 30 milioni ne spenderemmo forse 1 milione con 99 milioni di risparmio, altro che 1000 posti di lavoro.
Cartelloni, bancarelle, pastorizia.
RispondiEliminaMa vuoi mettere? Il bigliettaio è un povero padre che tiene famiglia, gli vogliamo dare un lavoro, allora i forestali siciliani non hanno insegnato niente? Quelli sono tutti voti sicuri, signora mia!
RispondiEliminaNon voto mai piú
RispondiElimina