Ci sono oggettivamente moltissimi motivi per votare SI al referendum costituzionale. Si può votare sì perché tutto sommato dopo il sì ci saranno delle novità e l'Italia ha un disperato bisogno di novità; si può votare sì perché, seppur omeopatica e largamente insufficiente (speriamo ve ne siano altre in seguito, ma ci saranno solo se vincerà il sì), la riforma affronta e punta a risolvere alcuni problemi incancreniti da secoli; si può votare sì perché a dispetto del controverso personaggio Renzi il governo sta muovendosi bene e molti ministri sono persone in gamba e competenti che stanno portando avanti riforme concrete e amministrando a dovere la cosa pubblica; si può votare sì perché si è schifati dallo schieramento del no all'interno del quale si va dal vetero fascismo di Forza Nuova al neo fascismo dei 5 Stelle transitando attraverso Gasparri, Quagliarello, Brunetta, Salvini e Berlusconi. Si può votare sì perché ormai, arrivati a questo punto, un paese immobile è comunque peggio di un paese se cambia, perfino se nel cambiamento fa degli errori. E si può votare sì, infine, per evitare la presumibile e assolutamente plausibile catastrofe economica che seguirà alla malaugurata vittoria del no.
Dall'altro lato della barricata, poi, le obiezioni che vengono mosse da chi invece sostiene il no o sono inconsistenti, o sono pura disinformazione (sapete quelli della "deriva autoritaria", del "non sceglieremo più i nostri senatori" e iodiozie immonde su questo stile?) oppure sono piccoli oggettivi difetti che però, messi sulla bilancia, perdono su tutta la linea rispetto ai pregi della proposta di riforma. Per tacere poi - ma non bisognerebbe tacerne affatto! - della violenza verbale (per ora verbale) con cui vengono portate avanti le motivazioni del no e che troverete facilmente nei commenti a questo post e al relativo lancio Facebook.
Non è questa la sede per entrare nel merito della riforma (merito che comunque rimane il primo motivo per scegliere uno schieramento piuttosto che l'altro), ma adempiamo al nostro ruolo di blog cittadino per analizzare i cascami che questo voto potrebbe avere sulla città di Roma.
A ROMA E' UN VOTO SULL'AMMINISTRAZIONE
Fin qui a livello nazionale. Poi però c'è una partita locale. Ogni città con la sua storia e ogni sindaco o amministrazione locale pronta a contare come, sul proprio territorio, si saranno divisi gli elettori.
Inutile dire che a Roma il voto sarà anche un plateale giudizio politico della città nei confronti dell'amministrazione. Abbiamo convintamente invitato i nostri lettori a votare Raggi nelle passate amministrative e lo rifaremmo anche alla luce di quanto sta capitando. Non c'era secondo noi nessuna alternativa e il discreto progetto (non più che discreto) messo in piedi da Roberto Giachetti non poteva cancellare l'onta di quanto era successo pochi mesi prima nei confronti di Ignazio Marino.
Essendo dunque stati i primi supporter di questa amministrazione in tempo di elezioni ed avendo noi per primi fatto lo sforzo di contestualizzare e rendere lineare e ben spiegata la necessità civile di votare Raggi (e avendo da sempre intrapreso una battaglia polemica contro Matteo Renzi per come ha gestito la Capitale del paese che governa), abbiamo a fortiori tutta la autorevolezza per dire che oggi, dopo sei mesi, la situazione è catastrofica a tal punto che una reazione da parte dell'elettorato si rende assolutamente necessaria.
MANDARE UN MESSAGGIO AL CAMPIDOGLIO
Il referendum costituzionale dà insomma ai cittadini romani la insperata e formidabile possibilità di recapitare un messaggio chiarissimo al Campidoglio. Siete soddisfatti di quanto sta succedendo, siete felici del comportamento di chi amministra, siete orgogliosi dei vostri eletti in consiglio comunale e nei municipi, avete delle risposte da parte di queste persone oppure sono sparite, siete entusiasti dei miliardi e miliardi di euro di ammanco (e decine di migliaia di posti di lavoro) che le decisioni di Paolo Berdini hanno provocato, vi fa piacere il livello di opacità e di omertà che regna in ogni dove, avete intenzione di premiare chi sta gestendo in questo modo la manutenzione delle strade, l'illuminazione pubblica, la raccolta dei rifiuti, il traffico, il commercio, il dramma dell'immigrazione, l'abusivismo?
Beh se tutto questo vi piace e vi sentite felici allora non dovete fare altro che votare un bel NO. La Giunta e il Consiglio si sentiranno apprezzati e continueranno a comportarsi così, in questa maniera raccapricciante che non ha paralleli in nessuna altra città d'Italia e d'Europa. Anzi probabilmente rincareranno ulteriormente il loro atteggiamento forti di una conferma popolare. I fratelli Marra saranno ancora più forti, la Muraro diverrà intoccabile, Berdini continuerà a desertificare la città dove prima o poi dovranno operare i vostri figli, Paolo Ferrara proporrà dopo quella sul referendum mozioni sulla fame nel mondo e sulle scie chimiche, tutto e il contrario di tutto pur di affrontare i problemi veri. Mentre altri consiglieri seguiteranno a tramare giorno e notte a favore delle lobbies, dai bancarellari, dei cartellonari e di tutte le metastasi maligne che stanno uccidendo la città da decenni e che hanno trovato nei Cinque Stelle degli inediti alleati: quell'economia - parassita se non addirittura criminale - secondo chi governa oggi è l'unica che merita tutela. Nel frattempo, come sta succedendo in questo istante mentre voi leggete, i migliori imprenditori e i migliori talenti scapperanno dalla città lasciando qui solo operatori economici para criminali, gli unici capaci di sopravvivere in una atmosfera così ostile. In una sorta di selezione della specie al ribasso: via tutti quelli onesti, dentro solo i furfanti. Se l'atmosfera che si respira a Roma vi piace votate insomma NO con convinzione, al contrario un'affermazione in città del SI potrebbe sperabilmente cambiare le cose.
La sindaca potrebbe aprire gli occhi e capire che sta sbagliando, la giunta potrebbe essere rimpastata eliminando gli elementi impresentabili, nei municipi si potrebbe decidere di iniziare a lavorare seriamente perché quello che sta succedendo sui territori è perfino difficile da raccontare. Si potrebbe perfino decidere finalmente di nominare il Capo di Gabinetto o il Ragioniere Generale...
VOTARE SI PER IL BENE DI ROMA
Insomma al di là di ogni considerazione nazionale e parlando solo per il bene della nostra città, occorre recandosi alla cabina elettorale avere bene a mente che votare NO significa dire che vi piace Berdini, che vi piace la Muraro, che vi piace Andrea Coia, Paolo Ferrara, che vi piace quello che sta succedendo nel XIV Municipio o nel V Municipio, significa dire che vi sta bene Raffaele Marra, significa che considerate giusto quello che si sta facendo in Atac dove Linda Meleo arriva a vette di idiozia mai sperimentate pur di cercare di difendere l'assenteismo, significa dare forza alla capacità di questa amministrazione di intessere connivenze con tutto il peggio di questa città, dai sindacati alle burocrazie passando dalle lobbies economiche peggiori. Votare NO significa dare ragione alla Raggi che, prima donna sindaco, non si presenta alla mega manifestazione sulla violenza sulle donne e invece non si perde nessuna delle sempre più miserabili manifestazioni flop a Cinque Stelle.
Mettere una convinta croce sul SI equivale a mandare un messaggio inequivocabile a tutte queste persone e fargli capire che la pazienza, qualora mai ci fosse stata, è esaurita. Il voto di domenica sarà scorporato per collegi e per sezioni e, oltre al risultato nazionale, ci sarà un risultato locale. Si vedrà insomma come i romani - non solo gli italiani - voteranno. E le conseguenze saranno immediate. I voti per il NO saranno uguali, superiori o inferiori alla percentuale dei voti che ha totalizzato la sindaca nelle recenti elezioni? Dovete solo decidere se la imbarazzante spazzatura amministrativa che sta governando la città oggi vi va benissimo così o se volete sollecitarne un miglioramento, un cambiamento, una evoluzione, una presa di coscienza.
Dall'altro lato della barricata, poi, le obiezioni che vengono mosse da chi invece sostiene il no o sono inconsistenti, o sono pura disinformazione (sapete quelli della "deriva autoritaria", del "non sceglieremo più i nostri senatori" e iodiozie immonde su questo stile?) oppure sono piccoli oggettivi difetti che però, messi sulla bilancia, perdono su tutta la linea rispetto ai pregi della proposta di riforma. Per tacere poi - ma non bisognerebbe tacerne affatto! - della violenza verbale (per ora verbale) con cui vengono portate avanti le motivazioni del no e che troverete facilmente nei commenti a questo post e al relativo lancio Facebook.
Non è questa la sede per entrare nel merito della riforma (merito che comunque rimane il primo motivo per scegliere uno schieramento piuttosto che l'altro), ma adempiamo al nostro ruolo di blog cittadino per analizzare i cascami che questo voto potrebbe avere sulla città di Roma.
A ROMA E' UN VOTO SULL'AMMINISTRAZIONE
Fin qui a livello nazionale. Poi però c'è una partita locale. Ogni città con la sua storia e ogni sindaco o amministrazione locale pronta a contare come, sul proprio territorio, si saranno divisi gli elettori.
Inutile dire che a Roma il voto sarà anche un plateale giudizio politico della città nei confronti dell'amministrazione. Abbiamo convintamente invitato i nostri lettori a votare Raggi nelle passate amministrative e lo rifaremmo anche alla luce di quanto sta capitando. Non c'era secondo noi nessuna alternativa e il discreto progetto (non più che discreto) messo in piedi da Roberto Giachetti non poteva cancellare l'onta di quanto era successo pochi mesi prima nei confronti di Ignazio Marino.
Essendo dunque stati i primi supporter di questa amministrazione in tempo di elezioni ed avendo noi per primi fatto lo sforzo di contestualizzare e rendere lineare e ben spiegata la necessità civile di votare Raggi (e avendo da sempre intrapreso una battaglia polemica contro Matteo Renzi per come ha gestito la Capitale del paese che governa), abbiamo a fortiori tutta la autorevolezza per dire che oggi, dopo sei mesi, la situazione è catastrofica a tal punto che una reazione da parte dell'elettorato si rende assolutamente necessaria.
MANDARE UN MESSAGGIO AL CAMPIDOGLIO
Il referendum costituzionale dà insomma ai cittadini romani la insperata e formidabile possibilità di recapitare un messaggio chiarissimo al Campidoglio. Siete soddisfatti di quanto sta succedendo, siete felici del comportamento di chi amministra, siete orgogliosi dei vostri eletti in consiglio comunale e nei municipi, avete delle risposte da parte di queste persone oppure sono sparite, siete entusiasti dei miliardi e miliardi di euro di ammanco (e decine di migliaia di posti di lavoro) che le decisioni di Paolo Berdini hanno provocato, vi fa piacere il livello di opacità e di omertà che regna in ogni dove, avete intenzione di premiare chi sta gestendo in questo modo la manutenzione delle strade, l'illuminazione pubblica, la raccolta dei rifiuti, il traffico, il commercio, il dramma dell'immigrazione, l'abusivismo?
Beh se tutto questo vi piace e vi sentite felici allora non dovete fare altro che votare un bel NO. La Giunta e il Consiglio si sentiranno apprezzati e continueranno a comportarsi così, in questa maniera raccapricciante che non ha paralleli in nessuna altra città d'Italia e d'Europa. Anzi probabilmente rincareranno ulteriormente il loro atteggiamento forti di una conferma popolare. I fratelli Marra saranno ancora più forti, la Muraro diverrà intoccabile, Berdini continuerà a desertificare la città dove prima o poi dovranno operare i vostri figli, Paolo Ferrara proporrà dopo quella sul referendum mozioni sulla fame nel mondo e sulle scie chimiche, tutto e il contrario di tutto pur di affrontare i problemi veri. Mentre altri consiglieri seguiteranno a tramare giorno e notte a favore delle lobbies, dai bancarellari, dei cartellonari e di tutte le metastasi maligne che stanno uccidendo la città da decenni e che hanno trovato nei Cinque Stelle degli inediti alleati: quell'economia - parassita se non addirittura criminale - secondo chi governa oggi è l'unica che merita tutela. Nel frattempo, come sta succedendo in questo istante mentre voi leggete, i migliori imprenditori e i migliori talenti scapperanno dalla città lasciando qui solo operatori economici para criminali, gli unici capaci di sopravvivere in una atmosfera così ostile. In una sorta di selezione della specie al ribasso: via tutti quelli onesti, dentro solo i furfanti. Se l'atmosfera che si respira a Roma vi piace votate insomma NO con convinzione, al contrario un'affermazione in città del SI potrebbe sperabilmente cambiare le cose.
La sindaca potrebbe aprire gli occhi e capire che sta sbagliando, la giunta potrebbe essere rimpastata eliminando gli elementi impresentabili, nei municipi si potrebbe decidere di iniziare a lavorare seriamente perché quello che sta succedendo sui territori è perfino difficile da raccontare. Si potrebbe perfino decidere finalmente di nominare il Capo di Gabinetto o il Ragioniere Generale...
VOTARE SI PER IL BENE DI ROMA
Insomma al di là di ogni considerazione nazionale e parlando solo per il bene della nostra città, occorre recandosi alla cabina elettorale avere bene a mente che votare NO significa dire che vi piace Berdini, che vi piace la Muraro, che vi piace Andrea Coia, Paolo Ferrara, che vi piace quello che sta succedendo nel XIV Municipio o nel V Municipio, significa dire che vi sta bene Raffaele Marra, significa che considerate giusto quello che si sta facendo in Atac dove Linda Meleo arriva a vette di idiozia mai sperimentate pur di cercare di difendere l'assenteismo, significa dare forza alla capacità di questa amministrazione di intessere connivenze con tutto il peggio di questa città, dai sindacati alle burocrazie passando dalle lobbies economiche peggiori. Votare NO significa dare ragione alla Raggi che, prima donna sindaco, non si presenta alla mega manifestazione sulla violenza sulle donne e invece non si perde nessuna delle sempre più miserabili manifestazioni flop a Cinque Stelle.
Mettere una convinta croce sul SI equivale a mandare un messaggio inequivocabile a tutte queste persone e fargli capire che la pazienza, qualora mai ci fosse stata, è esaurita. Il voto di domenica sarà scorporato per collegi e per sezioni e, oltre al risultato nazionale, ci sarà un risultato locale. Si vedrà insomma come i romani - non solo gli italiani - voteranno. E le conseguenze saranno immediate. I voti per il NO saranno uguali, superiori o inferiori alla percentuale dei voti che ha totalizzato la sindaca nelle recenti elezioni? Dovete solo decidere se la imbarazzante spazzatura amministrativa che sta governando la città oggi vi va benissimo così o se volete sollecitarne un miglioramento, un cambiamento, una evoluzione, una presa di coscienza.