Nella situazione data ogni ragionamento
contrario alle Olimpiadi davvero non sta in piedi, e cercheremo di
dimostrarlo. Sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista
delle opportunità, sia dal punto di vista politico. E non parliamo
di una politica astratta e generica, parliamo proprio di questa
(questa!) amministrazione.
Come si fa ad avere paura di ruberie e
malversazioni quando per la prima volta (a dar credito a chi
amministra, ma probabilmente è vero) hai al governo della città
persone onestissime e specchiate? Dove dovrebbe generarsi la
corruzione? Essendoci persone oneste è chiaro che non ci saranno
extracosti, non ci saranno anomalie, non ci saranno progetti ridicoli
e disegnati appositamente per sottrarre risorse agli enti pubblici e
trasferirle, in cambio di opere inutili, a famelici privati. La
trasparenza e il fatto che la città ha un buon 70% di impianti già
fatti (grazie alle Olimpiadi di 60 anni fa, giusto per dire quale è
la straordinaria legacy di questi eventi, se ben gestiti) farà il
resto. Occorre davvero avere grandi tare mentali per non accogliere a
braccia aperte questa sfida e non giocarsela. Come fanno questi
ragazzi, nati tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni
Ottanta, a non volersi giocare partite come questa? Chiunque di noi,
appartenente a quella generazione, onesto e intelligente, non
aspetterebbe altro. Ma sul serio ci vogliono far credere che un
evento simile non si può fare spendendo il giusto e facendo le cose
per bene? Ma per cortesia, è una sciocchezza inaccettabile... E' come dire che i giovani governanti italiani subito dopo la Guerra dovevano rinunciare ai miliardi americani del Piano Marshal perché altrimenti c'era il rischio di corruzione nel gestirli, puah... Montezemolo non è gradito? Comprensibile, ma lui è il comitato promotore e una volta ottenuti i Giochi non sarà più della partita come ha chiaramente dichiarato.
La città è allo stremo? È verissimo:
ma siamo nel 2016, le Olimpiadi si svolgerebbero tra otto anni. Se ti
preoccupi che la città è a pezzi per le Olimpiadi stai dando per
scontato che in 8 anni (otto anni, cavolo!) non migliorerà niente.
Questa è la prospettiva di medio periodo che ha questa
amministrazione? E noi che pensavamo che dopo 8 anni di onestà si
potessero generare rivoluzioni vere... Chi ha votato M5S dovrebbe
dare per scontato che tra 8 anni la città sarà totalmente diversa
rispetto ad oggi, dunque perfettamente in grado di ospitare perfino
tre grandi eventi globali contemporaneamente. Come tutte le città
evolute del pianeta.
È ovvio che la città ha bisogno di
altro, è anche ovvio che quella non sia una priorità. Ma la città
mica porta avanti solo le due o tre priorità emergenziali
(trasporti, spazzatura, povertà, casa...). Una città che si
definisce una grande metropoli occidentale evoluta porta avanti e
cerca di risolvere i suoi grandi problemi annosi e contemporaneamente
– ripetete con noi: contemporaneamente! - si applica su faccende
collaterali, marginalmente meno importanti delle principali ma
comunque cruciali per la sua leadership, il suo ruolo, il suo futuro
e il benessere (lavorativo, morale, economico) dei suoi abitanti.
Altrimenti a cosa serve lo stuolo di dipendenti pubblici più
numeroso delle terre emerse? Ridete in faccia con fragore a chi vi
ripete la frase “non è la priorità”. E' una idiozia
irricevibile che qualcuno malconsiglia la Sindaca di proferire.
Dopo tante critiche su queste colonne a
Paolo Berdini, attuale assessore all'urbanistica, siamo costretti
oggi a considerarci precisamente sulle sue posizioni. Ieri a Agorà,
in tv, Berdini ha detto una cosa molto semplice e molto di buon
senso, per una volta scevra da sciocche ideologie di decenni fa. È
una notizia perché è sostanzialmente la prima volta, in oltre due
mesi, che chi è al governo della città fa affermazioni non
ideologiche. Che sia l'inizio di un miglioramento? “Se le Olimpiadi
sono pensate bene, io dico di sì”, ha spiegato Berdini. Certo, la
Sindaca in campagna elettorale ha di fatto promesso un no al
grande evento, ma perseverare su promesse sbagliate è molto meglio
che rimangiarsi la parola in nome del bene comune e del benessere dei
cittadini. E poi ci mancherebbe che l'amministrazione seguisse i
voleri autolesionistici della piazza e dell'elettorato webete
(in questa fase – speriamo che le cose cambino – forse il M5S ha
il poco invidiabile primato dell'elettorato con il più basso
quoziente intellettuale dell'occidente democratico: è naturale
dunque che non si possa sempre fare cosa chiede la base se la base,
come è evidente, è composta da decerebrati cronici. Questa è mera
realpolitik a beneficio dei decerebrati stessi portati come tali a
farsi del male da soli e bisognosi di tutela e sostegno come ogni
ritardato mentale che si rispetti).
Come si fa a non essere d'accordo con
Berdini? Come si fa a non capire che non esiste un sì o un no alle
Olimpiadi? Cosa significa essere contrari alle Olimpiadi? Esiste un
sì ad Olimpiadi pensate bene e un no secco ad Olimpiadi pensate
male. Non ci può essere un preconcetto ideologico (a meno che non si
fa parte degli webeti di cui sopra). “Se le Olimpiadi mi permettono
di fare 4 serie linee di tram allora io dico sì”, aggiunge
Berdini. E vogliamo vedere con quale faccia lo smentiranno.
Roma ha gli impianti già realizzati,
solo da ristilizzare, ci sono poi tante infrastrutture già fatte tra Firenze, Napoli, Cagliari. Sarebbero le Olimpiadi dell'Italia, una faccenda inedita e affascinante. Magari con alcune discipline nelle vicine zone terremotate dell'Aquila e di Amatrice, che nel 2024 saranno entrambe completamente ricostruite.
L'unico investimento sarebbe la sistemazione di una città dello sport da completare oggi ridotta a relitto. E poi tutti i soldi nei trasporti, che non sono spese “olimpiche” o per il “grande evento”, ma infrastrutture che poi restano cento anni e in quel periodo va considerato il loro ammortamento economico. Roma ha un enorme bisogno di una prospettiva (le Olimpiadi costano, dice, ma quanto vale avere un obbiettivo quando hai smarrito qualsiasi speranza? È una domanda che chiama in causa aspetti psicologici, attenzione), ha un enorme bisogno di una svolta di immagine (le Olimpiadi costano? Ma quanto valgono se ti fanno uscire dal novero dei posti da evitare e ti fanno tornare tra le destination del pianeta come accadde nel 1960?).
L'unico investimento sarebbe la sistemazione di una città dello sport da completare oggi ridotta a relitto. E poi tutti i soldi nei trasporti, che non sono spese “olimpiche” o per il “grande evento”, ma infrastrutture che poi restano cento anni e in quel periodo va considerato il loro ammortamento economico. Roma ha un enorme bisogno di una prospettiva (le Olimpiadi costano, dice, ma quanto vale avere un obbiettivo quando hai smarrito qualsiasi speranza? È una domanda che chiama in causa aspetti psicologici, attenzione), ha un enorme bisogno di una svolta di immagine (le Olimpiadi costano? Ma quanto valgono se ti fanno uscire dal novero dei posti da evitare e ti fanno tornare tra le destination del pianeta come accadde nel 1960?).
Dice, ma anche i paesi seri che le
hanno organizzate hanno speso un sacco di soldi. Si arriva a fare
esempi strampalati con costi algebrici di entrate e di uscite. Ma
come diavolo si fa? Indubbiamente ci sono stati casi scandalosi
(Atene, ad esempio o altri storici flop come quello canadese di tanti
anni fa), ma davvero vogliamo misurare – senza arrivare a
Barcellona – le Olimpiadi di Torino su quanto sono costate e su
quanto hanno incassato? E il beneficio in termini di immagine
(immagine che si traduce in flussi turistici, in investimenti, in
posti di lavoro) che quella città continuare ad avere quanto vale?
Trasformare una città grigia e insignificante in una destination
turistica interessante per tutto il continente quanto vale? Dice:
pure a Londra, che sono inglesi, hanno speso un botto e hanno
ricavato meno del previsto. Ma che idiozie: Londra avrà pure speso,
ma le Olimpiadi hanno consentito alla città di risolvere un problema
enorme (simile alla nostra Città dello Sport di Tor Vergata) nel
quadrante orientale della città dove il quartiere di Startford è
passato dalla condizione di hic sunt leones allo status di
posto civile con parchi, uffici, investimenti, stazioni ferroviarie
internazionali. Quanto vale questa legacy? Chi la conteggia? La
legacy capitolina di aver costruito il Muro Torto e Corso Italia
(opere realizzate per Roma 1960) quanto vale? Come è conteggiato
negli sciocchi computi delle entrate e delle uscite il fatto che
queste infrastrutture continuino oggi, e continueranno per decenni
ancora, a erogare il loro servizio 24 ore al giorno 365 giorni
all'anno?
Il direttorio è contrario? La
Casaleggio è contraria? Grillo è contrario? Ma Grillo, dopo la
figura da cretino (oltre che, cosa peggiore, da menagramo) fatta su
Expo, non dovrebbe tacere? Ve la ricordate quella frase, no? “Ma
chi volete che vada in un posto che si chiama Rho”. La facile
stupidità di un ricco annoiato (lui non ha bisogno di sviluppo
economico, ha i miliardi e nessuna necessità di lavorare e avere
opportunità per uscire dalla povertà e dal disagio) è stata
ripagata con gli interessi da numeri inequivocabili. E anche per Expo
c'è chi fa il conto della serva sui 10 milioni in più e i 10
milioni in meno, intanto l'Italia, per la prima volta nella storia,
si è dotata di una città spendibile a livello globale che risponde
al nome di Milano. Intanto la gente di Milano ha cambiato
prospettiva, intanto a Milano ci sono persone migliori, finalmente
aperte, che ragionano come cittadini del mondo e non come gretti
italiani impauriti. Questo quanto vale? Chi ha fatto il conto dei
benefici reali?
I ragazzi che oggi governano Roma hanno
la possibilità di organizzare il primo grande evento italiano privo
di sprechi, privo di corruzione, privo di ladrocini. E hanno pure
qualche dubbio se raccogliere la sfida o meno? Semplicemente
pazzesco! Politicamente sono obbligati (obbligati!) ad accettarla. Al
contrario si auto confinerebbero a esponenti della vecchia politica,
ammetterebbero di essere uguali a chi li ha preceduti, come ai tempi
di Mario Monti quando le Olimpiadi vennero giustamente annullate per
evitare di darle in mano ad Alemanno (e noi eravamo d'accordo sull'annullamento, all'epoca). Ma se nulla è cambiato cosa
abbiamo votato a fare per un cambiamento radicale? Sarebbe una
delusione fragorosa.
Immaginatevi una città che riesce a
riutilizzare i suoi impianti, rinnovarli. Immaginate 150 impianti
comunali, oggi in decadenza, restaurati grazie alle Olimpiadi e
subito dopo restituiti alla città (con gestori seri, scelti previo bando). Immaginatevi le gare
internazionali in periferia, nei campi del Comune, nelle piscine
comunali, nei palazzetti pubblici. Una cosa che non si è mai vista.
Le Olimpiadi al servizio della città, non la città al servizio
delle Olimpiadi. Un progetto avvincente. Magari coinvolgendo nel
recupero degli stessi i giovani studi di architettura della città,
innescando un circolo virtuoso mai sperimentato prima capace di
innescare processi creativi per i quali l'assessore alla cultura
dovrebbe impuntarsi. Immaginatevi il villaggio olimpico come lo
avevano pensato Giovanni Caudo e Ignazio Marino, a bonificare tutte
le due sponde del fiume dalla Tangenziale in su, nel tratto compreso
tra Flaminia e Salaria, dove oggi ci sono solo mignotte, discariche e
centri massaggi cari a Bertolaso. Espropri, butti giù tutto e fai un
enorme giardino con delle costruzioni contemporanee dove dopo sarà
trasferita (il treno a servire tutto c'è già!) la città
giudiziaria che oggi manda ai pazzi il quartiere Prati. Un risiko di
spazi che riqualifica tutta la città a nord e rimette in gioco
interi rioni al centro.
Chi ha paura di pensare in questo modo
non è degno di amministrare Guidonia, altro che Roma. È già
umiliante, per la storia di questa città che è stata per centinaia
di anni la più importante città del pianeta (e che nel 2025 dovrà ospitare il Giubileo, evento che avrebbe ideale presupposto organizzativo, infrastrutturale e logistico nei Giochi; ammenoché Dibba e la Taverna non vogliano annullare anche quello!), che vi sia un
dibattito, che vi sia un dubbio. Ci dovrebbe essere invece una intera
nuova classe dirigente pronta a dire “vi facciamo vedere ora noi
come si fa a far le cose per bene”.