Il nocciolo di questa storia, cui in passato abbiamo velocemente accennato in tempi non sospetti, la capisci dai numeri. E dai numeri capisci quanto sia emblematica. E coi numeri ti spaventi perché ti rendi conto che di queste storie ce ne sono centinaia in città e dunque centinaia sono i milioni di euro dilapidati sull'altare dell'idiozia e della tara mentale. Sempre dai numeri capisci anche quanto è falsa la vulgata della città ingovernabile "perché mancano i soldi", della Roma condannata per qualche sacrilegio a povertà e disoccupazione.
Nulla di più fasullo: causa del nostro male siamo noi stessi.
Il Metropolitan, cinema che molti di voi ricorderanno, giace chiuso, tristo e abbandonato all'inizio di Via del Corso. Dal 2010. I vecchi gestori non ce la facevano e stavano accumulando debiti. Neppure sono riusciti a vendere o magari a regalare la licenza. Hanno dovuto vendere, pure le mura. Le ha comprate un imprenditore, uno di quelli seri, uno di quelli che nessuno conosce perché a Roma meritano di essere conosciuti e popolari sono gli imprenditori criminali, gli altri no.
Il Metropolitan nasce in qualità di spazio commerciale nel cortile di un ex convento nel 1909: all'epoca era un grande magazzino commerciale. Ricordate questo dato, perché vi farà comodo in seguito. Nel 1911 diventa cinema-teatro e solo nel 1948, dopo la guerra, viene restaurato e diventa Cinema Metropolitan. Poi nel 2000, grazie alla famosa delibera Nuovi Cinema Paradiso (negli anni in cui questa città riusciva a darsi dei progetti e delle visioni), si demolisce tutto e si fa una multisala da 4 sale, tutte più o meno di dimensioni simili: nel 2010 la chiusura. Poi la cessione.
Parte un progetto di trasformazione: come accade dovunque la proprietà cerca di mettere a reddito l'immobile e punta a creare uno spazio commerciale, pur mantenendo una parte non irrilevante a funzione cinematografica.
E' la storia di tantissime città occidentali e italiane. Un progetto che in altre città e in altre regioni sarebbe passato subito. Una trasformazione che altrove è stata fatta, per tutti i cinema cittadini, vent'anni fa.
Il progetto viene approvato in conferenza dei servizi, presso i Vigili del Fuoco (dopo anni di trafile burocratiche), poi passa in Giunta con Alemanno e poi passa di nuovo in Giunta con Marino. La delibera era fatta piuttosto bene e dunque è stata approvata sia dalla Giunta di destra sia dai bravi Marta Leonori e Giovanni Caudo. L'imprenditore, come è giusto che sia, viene spremuto al massimo dall'amministrazione: per avere il cambio di destinazione d'uso e tutti i permessi per portare a compimento il suo progetto di sviluppo deve contribuire alla collettività, così funziona nei posti civili: deve versare alla fine 6,7 milioni di euro alla città, deve impegnarsi ad assumere almeno 60 persone, deve fare un cinema da 100 posti e fare in modo che per un mese l'anno sia disponibile per l'amministrazione.
Ovviamente i 60 posti di lavoro sono solo quelli diretti, ma poi c'è l'indotto: i 6,7 milioni infatti faranno partire cantieri (la riqualificazione di Villa Borghese, la riqualificazione della derelitta Villa Aldobrandini) che avranno operai, archeologi, architetti finalmente impegnati. Ma poi c'è l'indotto della zona: la chiusura del Metropolitan deprime tutte le attività commerciali della parte alta di Via del Corso che stanno infatti licenziando e chiudendo. E c'è l'indotto del cantiere del cinema stesso e le assunzioni di operai e maestranze durante i tanti mesi di lavoro per allestire lo spazio commerciale.
Dunque ricapitoliamo:
-Il Metropolitan non è affatto una sala storica, risale al 2000
-L'operazione immobiliare, totalmente con capitali privati, potrebbe generare 60 posti di lavoro più i tantissimi posti nell'indotto (i posti di lavoro del cinema quando era aperto erano 5!)
-L'operazione permetterebbe al Comune di incassare quasi 7 milioni di euro da reinvestire (quando si fece una operazione del tutto simile al Cinema Etoile di San Lorenzo in Lucina gli oneri furono pari a 2,5 milioni) su riqualificazioni
-Il Metropolitan, chiuso da 6 anni, finalmente riaprirebbe con una sala da 100 posti rendendo viva una zona della città morta, specie dopo cena
-Un pezzo di città che sprofonda nel degrado sarebbe riqualificato commercialmente: oggi è spettrale
Non ci sono i soldi? Come vedete è una sciocchezza, una scusa, un pretesto: non è mai vero! Semmai non c'è la capacità, non c'è la visione, non c'è la lucidità politica, ci sono tanti interessi contrari al bene comune e parecchia cattiva fede e soprattutto non ci sono le armi per combattere contro chi fa battaglie strumentali. Come in questo caso una politica cittadina che risponde al nome di Michela Di Biase. Tra le prime ad attaccare volgarmente e stupidamente il sindaco Marino, imbarazzante in commissione commercio sulla faccenda dei cartelloni e unica e sola figura politica ad ostacolare questo progetto che chiunque ne studi le carte non potrebbe che giudicare positivamente. E' riuscita, da sola, a bloccare la delibera, a farla passare nelle commissioni da lei partecipate o presiedute e una volta lì a bocciarla: il progetto si è arenato, gli investitori (grandi multinazionali!) già pronti ad affittare gli spazi e ad assumere le persone pattuite sono letteralmente scappati, la società romana che sta cercando di far quadrare l'operazione ha giurato che mai e poi mai investirà in città e se 60 famiglie (ma almeno un centinaio con l'indotto) oggi sono senza lavoro lo devono sostanzialmente a lei. Un centinaio di stipendi sono 300 persone che potrebbero vivere con dignità e che invece ora, senza alcun apparente motivo se non piccoli e squallidi giochi di potere, sono alla disperazione.
Come è dovuta a lei l'assenza di un cinema a Via del Corso, perché il progetto avrebbe aperto un cinema (una delle quattro sale di cui era composta la vecchia multisala ferma dal 2010) che ora è chiuso.
Ma c'è una cosa ancora più grave: grazie al comportamento di politici di questo tipo, che procedono solo per sciocche ideologie bypassando qualsiasi buon senso e logica del bene comune, sono migliaia e migliaia nel mondo gli imprenditori che stanno alla larga dalla nostra città. E' una autentica tragedia. Si tratta dell'unica città che schifa gli investimenti invece di facilitarne l'arrivo. Dovete vivere questa faccenda come un attentato alla vostra stessa e in special modo a quella dei vostri figli: se sarete costretti a farli scappare all'estero per offrirgli qualche opportunità e anche e soprattutto a causa di questa mentalità.
Il senso di trasandatezza, povertà, trascuratezza che percepite addosso è dovuto a questo: assenza di investimenti; specie di investimenti internazionali. Perché non esiste città al mondo dove un progetto come questo viene non già bocciato (almeno sarebbe una risposta definitiva e permetterebbe al proprietario di andare a investire ora), ma proprio bloccato, insabbiato senza motivo. E' la cosa peggiore che puoi fare quando hai a che fare con chi deve investire: l'incertezza dei tempi. Ad un imprenditore digli di "no", ma non lo tirare scemo per dieci anni perché così lo stai uccidendo. E stai facendo sì che quello racconti a tutti la faccenda tenendo lontane ricchezze, opportunità, business e speranze dalla città.
E a rimetterci sono le persone deboli, quelle che non possono mandare i figli a Londra a studiare scommettendoci sopra 50 o 80mila euro l'anno, quelle che non hanno le chiappe parate dalla famiglia, quelle che vivono del proprio lavoro. E' per questa gente che bisogna consentire alla città di svilupparsi, non certo per fare un favore agli imprenditori privati come ha detto Orlando Corsetti (altro genio in prima fila a sostenere Giachetti) quando, dopo aver approvato il progetto in qualità di Presidente di Municipio, lo ha bocciato in qualità di pessimo presidente della Commissione Commercio nella scorsa consiliatura. Ovviamente nel Consiglio Comunale di Roma le commissioni commercio organizzano barricate invalicabili contro l'imprenditoria di qualità, dimenticandosi storicamente mafia, 'ndrangheta, camorra, mafia capitale e mille altre criminalità che ormai, grazie a questo strano strabismo, si sono impossessate di una percentuale mostruosa delle attività commerciali di Roma. Tutto bene.
Sarebbe bello sapere cosa pensano di un progetto simile i candidati sindaco. Sarebbe un dibattito concreto per una volta. Sarebbe bello in particolare capire cosa ne pensa Giachetti, appunto. Perché nella sua compagine, figure che si comportano come la Di Biase invece di essere messe ai margini, vengono valorizzate: si parla di un ruolo per la nostra eroina di Presidente dell'Assemblea Capitolina o addirittura di Assessore alla Cultura. Una beffa.
Va bene essere belle, va bene essere mogli di importanti ministri come Dario Franceschini, ma soprattutto bisognerebbe valutare il merito di quello che si fa. E qui il merito è disastroso: un danno enorme per la città realizzato solo per allisciare il pelo a esperienze antagoniste e (un tempo) illegali come quella degli occupanti del Cinema America o del Teatro Valle. Ma se una parte del bacino elettorale della Di Biase sono gli occupatori di professione, questo non dovrebbe essere un buon motivo per bloccare l'economia normale, legale e sana. Anche perché perfino la Di Biase sa benissimo, al di là delle sue ideologie dannosissime per la città, che qualsiasi sala cinematografica non può sopravvivere se non associata ad altre attività che la sostengano perché di base l'attività cinematografica è in perdita. Certo se, come i suoi amici, occupi immobili senza pagarli, evadi le utenze e non paghi il personale allora forse poi reggere, ma anche lì è dura.
Sono i miracoli della politica: la favorita per il ruolo di miss preferenze alle prossime elezioni riesce a tenere insieme il voto che le arriva dai frequentatori del salotto di Mariella Haggiag col "no" detto a progetti seri pur di far felice il mondo ambiguo delle occupazioni culturali. "No", peraltro, che impedisce al Comune di avere le risorse per riqualificare Villa Aldobrandini, giusto di fronte al portone di casa di Mariella Haggiag stessa. Cortocircuiti che solo a Roma.
Cosa si può fare? Semplice. La delibera è pronta e votabile, anche oggi pomeriggio. Il Commissario Tronca può decidere di rimandarla alla prossima Giunta allungando ulteriormente il calvario di quei malati di mente che hanno deciso, comprando quelle mura, di investire nella nostra città. Oppure può metterci una firma: niente paura, non partirebbero subito i cantieri perché il fascicolo a quel punto passerebbe alla Regione Lazio per un parere. E così ci sarebbe tutto lo spazio 'politico' per una ulteriore riflessione nell'ambito della assoluta follia amministrativa che impedisce alla città di decidere sulle sue cose senza passare dal veto di una Regione che, se lo desidera, per motivi lontanissimi e magari di bieca convenienza politica, può bloccare tutto (vedasi Stadio della Roma e mille altri progetti che in questa spoletta muoiono). Dunque l'atto di Tronca sarebbe semplicemente giusto, tecnico, non decisivo tra l'altro. Ecco perché sarebbe auspicabile. Anche per sottolineare, ancora una volta, l'assurdità di certa politica che bada al gioco di potere di quart'ordine e non al benessere dei cittadini.
Commissario, faccia il commissario! Anche perché questo è e sarà un problema di decine e decine di cinema: li vogliamo tutti chiusi e abbandonati come piace alla Di Biase (i cinema abbandonati sono perfetti per chi li vuole occupare d'altro canto...), oppure li vogliamo aprire ovviamente con spazi più contenuti e collocati all'interno di piattaforme commerciali e di intrattenimento multi sfaccettate ed economicamente sostenibili?
Dovete imparare a immaginarvi la vostra città come una vettura. Impolverata e ammaccata, ma potenzialmente bella e molto potente. La vettura è accesa, ha il motore che gira al minimo e la prima marcia inserita e l'acceleratore dà un filo di gas. Però il freno a mano è tirato praticamente al massimo. La vettura fa qualche millimetro, ma non riesce a disincagliarsi e il motore, pur al minimo, si sforza, si sforza, si sforza. E fa fumo. Un gran puzzo pure. Quanto pensate che questo possa durare? Quanto pensate che manchi ad una esplosione vera?
Se la bella macchina bloccata è Roma, il freno a mano è la sua classe dirigente e il suo personale politico. Per chi deve rubare uno specchietto, per chi deva divellere un tergicristallo una macchina bloccata è molto più comoda da depredare. Sarebbe più complicato con una macchina lanciata in corsa.
I dirigenti e i politici che ci siamo dati, salvo poche eccezioni, possono avere un ruolo solo in questa pozzanghera di degrado e incuria. In una situazione normale sarebbero fuori contesto e dovrebbero cercarsi un lavoro vero, verrebbero soppiantati da gente finalmente preparata e in gamba.
pur non essendo assolutamente liberista, ammetto che così come spiegato in questo post, il progetto pare ineccepibile. Si manterrebbe persino una sala.
RispondiEliminaA questo punto mi piacerebbe leggere opinioni contrarie possibilmente argomentate.
Saluti
Bravi un post di assoluta qualità. Io dico costringiamo i romani a capire che il pubblico impiego non crea ricchezza. Tagliamo tutti i trasferimenti e affamiamo la bestia. In pochi anni imploreranno l'imprenditoria per queste iniziative!
RispondiEliminaBat 21, tu di economia, specie quella romana mafiosa, NON CAPISCI NULLA.
EliminaTU, come tutti gli altri, ripeti quello che ti ha insegnato la societa...privato buono, pubblico cattivo.
NON SAI E NON CAPISCI NULLA.
mi piacerebbe leggere una risposta della Michela Di Biase tra i commenti. Ma si abbasserà a tanto ???
RispondiEliminaComplimenti per la riflessione. Sono assolutamente d'accordo. Non si puo' continuare ad insabbiare progetti finanziati dai privati per far marcire la città nell'incuria e nell'abbandono. Storie come queste, ben documentate e con i nomi ed i partiti dei responsabili, andrebbero rese pubbliche. Per fortuna lo fate voi....
RispondiEliminaDovremmo chiederci cosa ha da guadagnarci 'sta tizia. Perché a 'sto punto mi viene proprio il sospetto che ci siano marchette di mezzo.
RispondiEliminaRagionamento ineccepibile e finalmente una occasione per i candidati sindaco per discutere di cose concrete.
RispondiEliminaCosa ne pensano del progetto?
Dal qualche parte ho letto che secondo l'articolo 25 comma 16 del piano regolatore generale all'interno della città storica le sale cinematografiche possono avere cambi di destinazione d’uso a condizione che almeno il 50% della superficie sia destinato ad attività culturali. Nel progetto presentato la percentuale era del 15%.
RispondiEliminaSequela di idiozie, come sempre.
RispondiEliminaLa prima: Via del Corso muore se manca il cinema.
Bum!
I negozi di Via del Corso aprono e chiudono in base alle necessità della camorra e della ndrangheta di cambiare intestatario per il riciclaggio.
Come accade ovunque in realtà, a Piazza Re di Roma per esempio è tutto un via vai di mozzarellari e frigitorie, in continua rotazione.
Non ci sono "licenziamenti", ma "avvicendamenti".
SUPER GOMBLOTTO!
RispondiEliminavendiamo la città, cosi' quando poi vi sbatteranno con il culo per strada perchè non avrete una lira saprete con chi prendervela
RispondiElimina"vendiamo la città, cosi' quando poi vi sbatteranno con il culo per strada perchè non avrete una lira saprete con chi prendervela"
RispondiEliminaQui siamo al top! Hai niente contro la sbegulazzione?
La gamorrraaaaaaa....
RispondiEliminaPoi, la riduzione del cinema a spazi commerciali (pochi ce ne sono!) porta indotto.
RispondiEliminaDoppio bum!!
Mettetevi in testa che i cantieri pubblici non lavorano grazie ai privati, come vulgata diffonde, ma è esattamente il contrario: i privati lavorano grazie ai finanziamenti pubblici.
Se ci sono 268000000 di euro da buttare per far contenti zingaretti e parnasi, e 150 milioni di euro all'anno per importare scimmie, e cifre indefinibili per mantenere occupanti abusivi, figurati se volendo non ci sono i soldi per fare cose sensate, come restauri e cantieri archeologici, senza attaccarci al gonnellino del della valle di turno, regalandogli giurisdizione sui beni pubblici.
Poi, i fantomatici posti di lavoro.
RispondiEliminaLe ditte edili a Roma sono quasi tutte ditte del meridione, che vengono qui a pasteggiare sulla carogna della Roma che fu, e che restano qui a seconda dei finanziamenti statali concessi.
Il che vuol dire che tutta la corruzione a Roma, e di conseguenza la mafia, si lega alla garanzia che si offre a ditte private di lavorare in pianta stabile a spese dello stato, come se i lavoratori privati e temporanei fossero dipendenti privati.
Taglia il rubinetto e ognuno torna a casa propria stando alle regole del gioco e normalizzando il mercato del lavoro.
Infine, nessuno, ma proprio nessuno attraversa l'Oceano per vedere un film al Metropolitan o per comprare una canottiera da zara.
RispondiEliminaL'indotto vero viene dalla chiesa di San Marcello, dalla Galleria Doria Pamphilj, dall'Area sacra di largo argentina, ecc. ecc., per le quali Roma è una meta impagabile per milioni di turisti, che portano denaro ahinoi a tutta la finta imprenditoria mafiosa che sta sempre a piagne miseria, e a farci la lagna calvinista sull'etica del lavoro privato (ossia di cui viene "privato" il cittadino onesto senza rapporti con la criminalità).
Questo qui sopra mi ha convinto: meglio lasciare marcire quello spazio che prendersi 7 milioni per riqualificare, aprire uno spazio commerciale, riavere una sala cinema e 60 posti di lavoro.
RispondiEliminaEra difficile ma ora sono convinto che la merda è meglio.
Grazie!
Avete letto del "clamoroso ritrovamento" di una caserma imperiale nell'area del cantiere metro C dell'amba Aradam?
RispondiEliminaBene, del clamoroso ritrovamento si ha notizia dai primi del Novecento, in conseguenza di lavori nell'area del Laterano che ne lasciarono peraltro scoperti a vista ampi settori.
Non solo è storicamente noto che il Laterano era l'area dei castra, ma dagli scavi, documentati, si conservano reperti anche in Palazzo Massimo.
Quindi che mo' caschino tutti dal pero, è un po' strano; forse dall'archeologica non tutti sono proprio solerti nel porre i veti ai cantieri laddove è il caso, e che pa e imprenditoria mafiosa formano insieme una grande famiglia.
"NON SAI E NON CAPISCI NULLA."
RispondiEliminaRegola 23 dal manuale del romanaro:
"AAAHOOO!! SI NUN ZAI EEE COSE NUN DEVI DA PARLA, ANAGABIDO???"
ANAGA
RispondiEliminaBIDO??
RispondiEliminaL'inconcepibile sono i 6 anni di stallo totale. Tipico di Roma
RispondiElimina"vendiamo la città"
RispondiEliminaDi corsa...
Invece le occupazioni irregolari degli immobili assegnati ad altri vanno bene ?
"TU, come tutti gli altri, ripeti quello che ti ha insegnato la società"
RispondiEliminaPer fortuna che abbiamo un genio che invece conosce quello che TUTTI GLI ALTRI ignorano
"proprio nessuno attraversa l'Oceano per vedere un film al Metropolitan o per comprare una canottiera da zara. L'indotto vero viene dalla chiesa di San Marcello, dalla Galleria Doria Pamphilj, dall'Area sacra di largo argentina, ecc. "
RispondiEliminaVero !!!!
però Zara ...
Per capire fino a che punto trattino i cittadini da boccaloni, e come la mafia coinvolga informazione, pa e imprenditoria, vi invito a digitare su Google libri: "scavi amba aradam".
RispondiEliminaTroverete notizie di rinvenimenti anche anteriori al XX secolo.
E non si tratta di notizie specialistiche, che comunque un archeologo deve conoscere, ma di notizie riportate anche sulla guida divulgativa di Coarelli.
"Mettetevi in testa che i cantieri pubblici non lavorano grazie ai privati, come vulgata diffonde, ma è esattamente il contrario: i privati lavorano grazie ai finanziamenti pubblici."
RispondiEliminaIn Italia si, ma non è una legge economica inesorabile. Altrove succede l'opposto.
Invece non ho capito chi sono le scimmie che vengono importate, a chi ti riferisci ?
12.18 pm, finalmente abbiamo capito che quello che parla di romanari è bat21...
RispondiEliminano, no...tu continua a parlare, per me puoi parlare quanto vuoi, anche tu pensi di sapere le cose, a modo tuo, ma sappi che la verità è una sola, non è una interpretazione come la tua.
Che poi in tutta Italia (e forse nel mondo) l'economia funziona come a Roma, anche nel tuo amato nord, che a me piace e ci verrei a vivere, tanto qualsiasi cosa dall'umbria in su è meglio di questa immensa fogna, solo che al nord sono più accorti perchè la popolazione è mediamente più intelligente del, come chiami tu, romanaro o napoletano.
Su questo forum c'è una persona che spiega bene come vanno male le cose qui a Roma, calcola che qui a Roma molti sanno come vanno veramente le cose, le vedono mentre lavorano.
Adesso rimetti quel disco che ben conosci, 3 2 1 privato buono pubblico cattivo...contento te.
Continua a spiegarmi come sono bravi e produttivi (in Cina) gli imprenditori del nord, vai vai, basta che ci credi tu.
Caro mio il fatto che tu occupi militarmente questo blog in orario di lavoro ti qualifica ampiamente. Io posso rispondere solo ora pensa un po'. Buona serata
Elimina"meglio lasciare marcire quello spazio che prendersi 7 milioni per riqualificare"
RispondiEliminasi , bisogna riconoscere che in questo i romani sono geniali
12.48, a me non cambia niente se tu credi in quello che credi eh?
RispondiEliminaquale genio, si tratta solo di mettere insieme i tasselli del puzzle
Oltre al fatto che anche il dolcissimo Tonelli, che certamente non è Winckelmann, arriva a capire che scavando tra una basilica costantiniana, le Mura Aureliane, e i resti delle Terme Severiane, nell'area degli equitum singularium, è difficile che emergano i resti di un benzinaio del '73, ma piuttosto il proseguio di quello che è già abbondantemente in vista.
RispondiEliminaPerò acclamiamo alla grande scoperta, tipica dell'era renziana, in attesa che smontino l'intero sito archeologico e lo rimontino, come non si fa più nemmeno in burundi.
PS Per chi volesse vedere gli affreschi, rinvenuti nella caserma, Palazzo Massimo secondo piano, prima sala a destra.
"qualsiasi cosa dall'umbria in su è meglio di questa immensa fogna"
RispondiEliminaA Viterbo si offenderanno
"Per chi volesse vedere gli affreschi, rinvenuti nella caserma, Palazzo Massimo secondo piano, prima sala a destra."
RispondiEliminaGrandioso, sublime... Un editoriale in una riga e mezza, meglio di 100 articoli di grandi giornalisti sui problemi della metro
12.56...perchè parli di Viterbo? Curioso...
RispondiEliminaal confine tra Lazio e Umbria e Lazio e Toscana, su quasi ogni strada, magicamente finiscono le buche, i cartelloni spariscono e, cosa di cui ho una fissazione, ricompaiono i catadiottri ai bordi delle strade, i romani e i meridionali neanche sanno cosa sono i catadiottri, anzi, li vedono solo in autostrada.
RispondiElimina
RispondiEliminaBeh dipingere Terni come un paradiso mi pare ardito.
Ma sui cartelloni pubblicitari non hai ragione una volta, ma mille e diecimila
RispondiEliminaE i palazzoni fatti realizzare dalla giunta Veltroni intorno alla Regione, in Piazza dei Navigatori e l'albergone poco più avanti ? Pure quelli fatti e abbandonati da anni. Mai aperti. Fermi e in attesa di non so quale miracolo come il Metropolitan.
Che senso ha ?
RispondiEliminaGiusto ! Ma rilancio : e l'EX FIERA DI ROMA ? E GLI EX MERCATI GENERALI ?
Tutto fermo, cantieri dell'abbandono in area pregiatissima.
RispondiEliminaPer fortuna il poligrafico l'hanno comprato, altrimenti pure quello era un bel fantasma
1.05 mi piaci come parli!
RispondiEliminaBeh Terni non sarà bellissima, ma nei dintorni c'è Spoleto, San Gemini...insomma, io in Umbria ci vivrei.
Notizia: in Umbria e Toscana le frutterie sono gestite da italiani, come era a Roma vent'anni fa.
CHISSA' PERCHE'.
In Trentino, voi avrete l'onore di farvi fare il pieno alla macchina da...un italiano, come era a Roma trenta anni fa.
CHISSA' PERCHE'.
Poi dici che a Roma c'è disoccupazione e lavora solo chi conosce qualche criminale.
"in tutta Italia (e forse nel mondo) l'economia funziona come a Roma, anche nel tuo amato nord"
RispondiEliminaC'è un differenza nel mondo, indipendente da nord e sud : luoghi in cui rubano e realizzano opere e servizi e luoghi in cui rubano e basta. Vedi dove i romani vogliono che si collochi roma...
Vorrei sapere perchè a Roma gli autisti atac e tpl parlano con accento napoletano o meridionale.
RispondiEliminaPerchè tante farmacie hanno ragazze calabresi come impiegate?
Perchè intorno piazza bologna sembra di stare in calabria?
Perhcè i romani stanno a casa disoccupati, invece quei pochi che lavorano sono meridionali e immigrati?
"l'EX FIERA DI ROMA ? E GLI EX MERCATI GENERALI ?"
RispondiEliminaspazi del genere a Londra sarebbero già stati valorizzati.
RFS dovrebbe dedicare un post a entrambe le aree
"Vorrei sapere perchè a Roma gli autisti atac e tpl parlano con accento napoletano o meridionale.
RispondiEliminaPerchè tante farmacie hanno ragazze calabresi come impiegate?
Perchè intorno piazza bologna sembra di stare in calabria?
Perchè i romani stanno a casa disoccupati, invece quei pochi che lavorano sono meridionali e immigrati?"
Per caso soffri di un leggerissimo antimeridionalismo ? appena impercettibile...
1.18 se licenziano me, romano, per assumere uno del meridione che, come un cane col padrone, fa tutto quello che dice il padrone a metà stipendio, sì.
RispondiEliminaSe assumessero tedeschi o austriaci me la prenderei con loro, eh?
http://www.theguardian.com/culture/2016/may/20/museum-of-london-to-relocate-to-smithfield
RispondiEliminaAh ah ah, pensa che fessi a Londra... invece di costruire un bel mega centro commerciale con appartamenti di lusso pagato dagli arabi vogliono trasformare in museo (museo!!!) un fabbricato che per decenni è stato un mercato della carne. E ti ci fanno pure entrare gratis!!! Dio mio. Spero ci sia un Bat 21 inglese per insegnargli cos'è lo sviluppo.
Poi li vedi che tornano a casa alle dieci di sera...per ripartire alle cinque di mattina.
RispondiEliminaL'altra sera ne ho beccato uno sull'autobus, accento meridionale, stanco morto si lamentava per telefono, se ne tornava nella sua bella casetta in quel cesso di Ponte di nona.
Tutto vestito elegante.
beh, i 60 posti di lavoro ecco come saranno ripartiti:
RispondiEliminaRomani disoccupati da 5 o 10 anni?
NO
Prendiamo 15 rumene ed ucraine per pulizie e bar.
10 immigrati di colore per pulire i bagni.
altri 35 raccomandati non romani che conosco io e che devo collocare, perchè devo ricambiare un pò di favori.
Eccoli qua i vostri 60 posti di lavoro.
Stanno aprendo sulla togliatti l'ennesimo sarcofago di cemento per l'ennesimo centro commerciale orrendo.
RispondiEliminaA 5 minuti a piedi ce ne sta un altro, spesso vuoto.
Hanno chiamato romani dalle liste dei disoccupati per lavorarci?
No, e come facevano, la lista dei raccomandati probabilmente superava addirittura i posti necessari per far funzionare quel sarcofago di cemento!
Poi hanno messo i cartelloni pubblicitari in giro per roma, che loro assumevano tramite colloqui...come dire, noi siamo puliti...si come no.
Pensate che questa è un azienda del nord che ha supermercati fino in Toscana, e adesso aprirà a Roma. Ma come , non c'è la "crisi"?
http://www.theguardian.com/culture/2016/may/20/museum-of-london-to-relocate-to-smithfield
RispondiEliminaVero, però la riqualificazione urbana di Londra ha trasformato in zone ora di lusso (per case, uffici, servizi) enormi aree degradate lungo il Tamigi.
Ah, se si facesse a Roma...
3:16 PM Occhio, che non tutto e' bello come sembra neanche a Londra. Londra, per un certo verso, rappresenta l'opposto estremo di Roma.. quelle zone di lusso hanno cambiato radicalmente faccia alla capitale, e sono frutto di una speculazione edilizia feroce che sta cacciando via da Londra tutti coloro che ci abitavano in favore di speculatori stranieri (sceicchi, oligarchi, mafiosacci) in vena di riciclaggio. La bolla sta per scoppiare e fra un po' tutti quei two bedroom flat a £600,000 se li daranno in faccia.
RispondiEliminaRiqualificazione urbana e' bella, ma occhio a non esagerare. Tranquilli che a Roma non correte alcun rischio in tal senso ahahahahahhaahahhaahahah
anzi
a Mauri' magna tranquillo.
"gli autisti atac e tpl parlano con accento napoletano o meridionale"
RispondiEliminati confodni con le pizzerie e i ristoranti, a me pare quasi sempre un accento romano o del Lazio quello degli autisti. E il problema non è l'accento ma il servizio.
"Riqualificazione urbana e' bella, ma occhio a non esagerare. Tranquilli che a Roma non correte alcun rischio in tal senso"
RispondiEliminaVero (purtroppo)
"A questo punto mi piacerebbe leggere opinioni contrarie possibilmente argomentate."
RispondiEliminacome vedi, nessuna
Una c'è
RispondiElimina@10.24 AM
"Dal qualche parte ho letto che secondo l'articolo 25 comma 16 del piano regolatore generale all'interno della città storica le sale cinematografiche possono avere cambi di destinazione d’uso a condizione che almeno il 50% della superficie sia destinato ad attività culturali. Nel progetto presentato la percentuale era del 15%."
sono l'autore del primo commento: infatti ho notato solo questa, peraltro sensatissima. Però pure se fosse verificata sarebbe quantitativa, non di principio.
RispondiEliminaIo per istinto sarei sempre per il pubblico (ingenuamente, lo so), ma stavolta - anche perché era proprietà privata - mi pare che stoppare questo progetto sia un autogol.
Certo, nel caso di ex fiera e ex mattatoi, vorrei almeno metà e metà...
Ma quanto ci tiene RFS agli investimenti dei bravi imprenditori ....
RispondiElimina"Ma quanto ci tiene RFS agli investimenti dei bravi imprenditori ...."
RispondiEliminaRFS è di Tonelli, che è pagato da ansardiastardimetroccìcuccia.
Che non lo sapevi? Ma non lo leggi dinamopress?
Si può scrivere, senza essere moderati a valle, che "ROMA FA SCHIFO", nonostante ogni lodevole sforzo e notevole impegno e buona volontà, fa veramente schifo?
RispondiEliminatanx very nice post very good
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RispondiEliminaauthors offer insights into migrant experiences through images and documentation. The reader will encounter a diverse set of stories centered.
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