30 marzo 2016
A Roma l'industria di riferimento è l'illegalità. Un brano dal nuovo libro di Antonio Galdo
Pubblichiamo in esclusiva alcune pagine del terzo capitolo, quello ovviamente dedicato alla corruzione, del nuovo libro di Antonio Galdo appena uscito per la collana Passaggi di Einaudi. Galdo è un nostro lettore e con piacere ospitiamo questa sua lettura giustamente severa della città (in un libro che non parla solamente di Roma). Ecco il brano.
...Ma la corruzione così dilagante chiama in causa anche un elemento che non riguarda né la politica, né l’economia, né la pubblica amministrazione. Ed è l’eclissi del valore dell’onestà. È una parola diventata desueta, fuori moda, talvolta perfino disprezzata. Già nel suo significato etimologico l’onestà non è solo non rubare, non frodare, non corrompere: è anche, come ci segnala la vicinanza tra onestà e onore (ftonestus, diceva Cicerone, è l’uomo degno di onore), avere a cuore la propria reputazione, non come immagine e marketing ma come natura, essenza e identità della persona. Nel mondo anglosassone, ftonest è anche colui che dice la verità, nella vita pubblica e nella vita privata. Ed è per questo che gli americani e gli inglesi sono inflessibili di fronte al politico, e in generale all’uomo con responsabilità pubbliche, che dice bugie. Vale per il contribuente infedele, che racconta menzogne al fisco, come per il senatore che nasconde la verità al suo elettorato. Per il bugiardo non c’è scampo, e questo a prescindere dalle sanzioni e dal prezzo che si paga per una bugia: c’è prima il rischio di restare isolati da un punto di vista sociale.
L’etica ormai perduta ha modificato perfino i connotati antropologici degli italiani, o almeno di una parte importante di cittadini. Il nostro benessere, riconosciamolo, lo abbiamo conquistato anche grazie a una forte dose di illegalità mai contrastata, dall’evasione fiscale all’uso scorretto del denaro pubblico, e piuttosto assecondata dal ceto politico. Ma una volta diventati un popolo di benestanti, con un ceto medio tra i più ricchi d’Europa, gli italiani sono scivolati gradualmente nell’assuefazione alla corruzione. Il caso di Roma è emblematico. Se la somma delle inchieste giudiziarie fosse riconducibile, come lascia intendere la semplificazione di un titolo giornalistico, «Mafia capitale», a un problema di bande criminali che hanno allargato la loro sfera di influenza nella politica, nell’economia e nell’amministrazione pubblica, allora il problema sarebbe meno grave. Si tratterebbe di una questione di ordine pubblico, di sicurezza, da reprimere con i mezzi a disposizione dello Stato, dalle forze dell’ordine alla magistratura, come avviene in molte città del Nord Italia dove la malavita organizzata ha investito, esattamente come nella capi- tale, i suoi soldi sporchi. Non è cosí, purtroppo.
La verità è che Roma è diventata una company town, dove l’industria di riferimento è quella dell’illegalità, a tutti i livelli. E attorno alle sue disparate attività si è formato un ceto sociale trasversale dominato dai faccendieri, o anche facilitatori, che vivono e agiscono in una fitta rete di relazioni e di complicità, esercitando spesso puro trading, dal permesso alla licenza, dall’appalto al favore. Il faccendiere ha molti volti che ci riportano alle pagine della letteratura: è il truce malvivente, con precedenti penali, che sembra uscito da un racconto di Charles Dickens; ma è anche il politico untuoso, di buone maniere, dispensatore di nomine e di incarichi, il prelato spregiudicato e carrierista, che ricordano la parte peggiore dell’Inghilterra vittoriana dei romanzi di Anthony Trollope. È il giovane rampante e arrivista, che riesce a scambiare favori perfino nei circoli sportivi; la damazza del salotto degli intrighi, dove c’è sempre chi paga il conto per averne poi vantaggi nel tempo; il professionista improvvisato, che si presenta come avvocato o commercialista, e non fa altro che imbastire affari opachi, senza alcuna competenza; l’esperto di pubbliche relazioni, capace di sconfinare nelle sabbie mobili di qualsiasi palazzo del potere; il dirigente in carriera, che scala le aziende controllate dallo Stato nel nome di un teorico interesse collettivo e sotto la protezione del politico di peso: sono personaggi scolpiti nelle pagine dei libri di Honoré de Balzac. Un tempo, questo blocco sociale era minoranza, anche isolata dal punto di vista sociale e bollata come il «generone romano». Oggi è una maggioranza che nessuna inchiesta giudiziaria, da sola, potrà mai scardinare, senza l’anticorpo determinante di una classe dirigente responsabile, in grado di rappresentare l’argine sociale all’illegalità. Una classe dirigente della quale Roma è da anni orfana.
Un’amica che ha lavorato per diverso tempo come responsabile della segreteria di una delle piú famose scuole private straniere della capitale, mi ha raccontato il suo problema ricorrente con il ceto dei faccendieri. All’inizio di ogni anno, al momento dell’iscrizione dei loro figli nella scuola, si presentavano in segreteria con buste bianche cariche di biglietti da 500 e da 100 euro. Pretendevano di pagare in contanti, in nero e in anticipo, tutte le rette dell’anno scolastico. Dovevano, evidentemente, riciclare denaro sporco. E la mia amica era in imbarazzo, perché doveva spiegare ai faccendieri che la scuola straniera non avrebbe mai potuto accettare versamenti cosí anomali, in banconote di grosso taglio e senza una ricevuta. Qualcuno, di fronte a questa difficoltà, arrivava perfino a ritirare il figlio e iscriverlo in un’altra scuola. L’industria del magna magna, combinata con una cattiva amministrazione, ha trascinato la città al collasso civile, facendo sentire tutti intoccabili complici della corruzione, in un vortice di scambi dove ciascuno ritrova il proprio angolo di convenienza. Le licenze commerciali, come per poter aprire un dehors, si conquistano distribuendo mazzette, e il commercio abusivo non è tollerato, ma protetto: intanto solo quattro negozianti o esercenti su dieci battono regolari scontrini degli incassi.
Un sondaggio della Commissione europea colloca Roma all’ultimo posto fra le capitali europee per quanto riguarda l’efficienza dei servizi. In otto anni l’Atac, la prima società italiana del trasporto locale, sommersa da assunzioni clientelari che hanno portato il suo organico a 12 000 dipendenti, ha accumulato perdite per 1,22 miliardi di euro, con 2500 mezzi, la metà dei quali non esce dai depositi: intanto a Roma un passeggero di autobus e tram su tre non paga il biglietto (a Milano i «portoghesi» sono appena lo 0,9 per cento dei viaggiatori). Il traffico è infernale. Ottocento vigili si sono assentati, in blocco e abusivamente, il 31 dicembre 2014, la sera dell’ultimo dell’anno; però è anche vero che decine di migliaia di automobilisti romani hanno ottenuto il permesso per circolare e parcheggiare nel centro storico con una documentazione da falsi invalidi. Le strade sono ovunque ricoperte di buche, il rischio di incidenti è altissimo, e la manutenzione non esiste nonostante il budget disponibile sia di 15 milioni di euro l’anno. In ogni circoscrizione, come ha accertato la Procura della Repubblica, esistono gruppi di ditte che monopolizzano gli appalti per la sistemazione del manto stradale. E lavorano in questo modo: vincono la gara truccata con il solito meccanismo del «massimo ribasso» oppure ricevono l’incarico a trattativa privata, poi iniziano i lavori, che fanno durare il piú a lungo possibile per aumentare i costi a colpi di revisioni in corso d’opera, e intanto risparmiano sulle spese mischiando sabbia e cemento di pessima qualità. Poche settimane dopo la consegna della strada, le buche ricompaiono, il manto di asfalto torna a cedere. E si ricomincia. Roma è sporca, sporchissima, con discariche controllate dai potenti ras dell’immondizia e con i camion dell’Ama, l’azienda comunale che si occupa della rimozione (7800 dipendenti), che girano a scartamento ridotto. Però è anche vero che a insozzare strade, marciapiedi e giardini pubblici, sono loro, i cittadini romani. Ogni anno nella capitale vengono gettate a terra, ovunque, 2 miliardi e mezzo di cicche di sigarette (altro record fra le capitali europee), e sempre nelle strade finiscono migliaia di tonnellate di pannolini. Chi spegnerebbe mai una sigaretta sul tappeto nel salotto della propria abitazione? Il comune non riesce a incassare 960 milioni di euro di multe, che pure a Roma fioccano come la neve in inverno sulle Dolomiti: la magistratura ha scoperto vere e proprie bande trasversali, con vigili, dipendenti dell’amministrazione e professionisti, specializzate nella cancellazione dei verbali. La tariffa è pari al 20 per cento della multa non pagata ed eliminata.
La corruzione, per essere davvero contrastata, ha bisogno di anticorpi nella società, prima ancora che di poche e chiare leggi: non quella sorta di guazzabuglio e di bulimia legislativa che in Italia consente a tutti di trovare sempre la scorciatoia, la fuga, la via d’uscita dalla legalità. E serve una macchina della Giustizia che funzioni, in grado di fare sentire i cittadini onesti almeno tranquilli sul fatto che chi sbaglia, paga.
Condivido in parte l'analisi, ma non mi piace l'atteggiamento cerchiobottista che prima attacca e poi giustifica un'amministrazione da terzo mondo. Prima dice che i vigili sono inefficienti e sfruttano i sindacati per assentarsi quando e come vogliono, ma poi il problema viene spostato sui romani (quanti? chi? dove?) che accedono alle aree centrali col falso certificato d'invalidità. Prima si attacca l'inefficienza di AMA che nonostante gli 8000 dipendenti non riesce ad essere presente tutti i giorni nella pulizia delle strade, ma subito dopo il problema si sposta sulle cicche buttate a terra dai romani (come se gli incivili non fossero ovunque nel mondo). Prima si parla delle tangenti che le ditte stradali versano negli uffici pubblici per fare lavori stradali pessimi, ma poi ci racconta dei suoi amici (?) che versano soldi neri per iscrivere i figli nelle scuole private. Un testo che sembra scagionare, più che individuare i problemi.
RispondiElimina
RispondiEliminaOttime riflessioni. Roma si basa da sempre sull'illegalità anche perché nulla è permesso!
Non è possibile avviare un'attività senza 'ungere' ... è un sistema talmente fondato sull'illecito che mi sembra impossibile rimediarvi.
Io infatti non voto (convintamente) da vent'anni, e voi?
Veramente il testo e'un dito accusatore sui romani che se la prendono coi politici, non riconoscendo di essere ugualmente corrotti. Non e' cerchiobottismo: e' un atto di accusa collettivo.
RispondiEliminaIl migliore resta colui che non va a votare, convinto di non rendersi complice del malaffare (perche intanto so tutti uguali, quando c'e chi e' evidentemente meglio/peggio degli altri, ad esempio un Riccardo Maggi non e' un Gianni Alemanno).
Tra l'altro, amico astensionista, secondo te il corruttore che investe soldi nell'amministratore corrotta non andrea a votare per tutelare il proprio investimento?
E allora non andando a votare, in realta lo agevoli ancora di piu. Bravo, continua a non votare...
Caro amico qualunquista, quando la colpa è di tutti, cioè collettiva, vuol dire che non è di nessuno...
EliminaCorreggete l'errore Ftonestus-> Honestus
RispondiEliminaOk, allora Dio era qualunquista quando inceneri Sodoma e Gomorra.
RispondiEliminaSe una citta e' corrotta tutta, non e' qualunquismo: e' osservazione della realta.
Spesso si dice " a Roma non si riesce", "a Roma non si può" etc... La verità è diversa : "i romani non vogliono". Se volessero (vivere in una città efficiente e decente) tutte queste cose sparirebbero in un mese.
RispondiEliminaI romani vogliono eccome le strade pulite, i mezzi pubblici efficienti e i vigili urbani che fanno il loro mestiere, il problema è che questi non vogliono lavorare e la miglior scusa per non farlo gliela date voi.
RispondiEliminasi parlava di efficienza e di atac?, allora giusto per fare un confronto con una realtà seria
RispondiEliminaRYANAIR
Numero di dipendenti: 9500
Numero di passeggeri: 90,6 MILIONI
Fatturato Totale: 5,654 MILIARDI DI EURO
Profitto Netto: 864 milioni di euro
Destinazioni: 194
Numero di aeromobili in servizio:321 (ogni aeromobile porta a bordo un equipaggio di 8 persone) costo unitario aeromobile: 70 milioni di euro
Numero aeromobili ordinati : 253
Capacità passeggeri per ogni aeromobile:190
Costo medio biglietto: €45
Distanza media percorsa: KM 1240
costo medio al km: 3,6 centesimi €0.036 TRE CENTESIMI E SESSANTA AL KM!!!
ATAC
DIPENDENTI: 11882
NUMERO DI PASSEGGERI: 1 MILIARDO 148 MILIONI
FATTURATO TOTALE: 864 MILIONI (570 da fondi comunali e regionali, 279 da biglietti e soste)
PROFITTO NETTO: DEBITO DI 1,5 MILIARDI
Numero mezzi in servizio:171 treni, 2700 autobus , 30 filobus, 165 tram
capacità passeggeri treno: 1212 POSTI PER CONVOGLIO!
Costo Medio al KM: 7 €uro al km
ATAC COSTA AL KM QUASI 200 VOLTE RYANAIR! ed ha 10 volte il numero di passeggeri.
ATAC E' PERCIO' 2000 volte piu inefficiente di Ryanair, ma continua ad essere sovvenzionata da una casta di politici avidi di mazzette.
Non è questione di mazzette (chi le darebbe a chi?), ma piuttosto di un sistema che non riesce a sviluppare efficienza. Nel caso di ATAC, per esempio, sono i sindacati che si mettono di traverso e proteggono quei dipendenti che non vogliono andare in giro a controllare i biglietti. Guardatevi questo video di Striscia la Notizia che RFS ha retwittato poco tempo fa: http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/salto-del-tornello-a-roma_25025.shtml Fa capire perfettamente l'entità del problema.
Elimina"Però è anche vero che a insozzare strade, marciapiedi e giardini pubblici, sono loro, i cittadini romani."
RispondiEliminaSi è vero, ma vedi caro Galdo, è la repressione che manca.Infatti, gli "inflessibili" americani e inglesi che citi, vivono in stati basati su OBBLIGHI E DIVIETI
Vedrai che il giorno che per entrare in una stazione della metro ci sarà un bel tornello ad altezza piena, che si apre solo se timbro il biglietto, allora non POTRO' più evaderlo.
Il giorno che avro la sicurezza che mi porteranno via la macchina se la parcheggio in seconda fila/sulle strisce/sul marciapiede, allora mi passerè la fantasia di fare queste cose.
Così il giorno che mi faranno una bella multa da 500€ se sporco per terra allora faro anche 1km a cercare i bidoni dell'immondizia.
Sono solo alcuni esempi, solo per dimostrare che i romani non sono più stronzi degli altri, ma si sono assuefatti ad un sistema dove le regole non si fanno rispettare.
Il discorso cade in Germania e Austria: li i tornelli manco ci stanno!!!
RispondiEliminaCi sono popoli che sono capaci di amministrare la propria liberta e boboli che hanno bisogno sempre di un poliziotto per non degenerare nell'anarchia.
Non e' difficile intuire chi sia virtuoso e chi no.
La Germania è molto vasta e federale: a Francoforte i tornelli ci sono eccome. Laddove non ci siano, sta sicuro che ci sono addetti a controllare gli ingressi e in giro per la metro. Mai vista una stazione totalmente abbandonata come a Roma.
Elimina@3:51 PM
RispondiEliminaNon hai capito un cazzo, leggi l'articolo, è scritto in italiano...
L'italiano dell'articolo l'ho capito benissimo, ma quello che non capisco è dove vuole andare a parare l'autore. Dice che sì, AMA, ATAC e vigili urbani saranno pure inefficienti, ma la colpa è anche (soprattutto?) dei romani che gettano le cartacce e vanno in giro come falsi invalidi...
EliminaClassico autorazzismo in stile fatto quotidiano.
RispondiEliminaVabbe', l'ennesimo libro sul degrado di Roma. Lo abbiamo capito che stiamo mess I male.
RispondiEliminaChe vogliamo fare di propositivo ?
Facciamo le valigie e andiamocene tutti in mauritania che c'è tanto spazio, un bel clima e anche il mare.
RispondiEliminaO magari cerchiamo un modo per far funzionare la macchina amministrativa e le municipalizzate. Per esempio, per quale ragione bisogna aspettare la Pasqua per pulire la città? Perché gli spazzini vengono impiegati in "presidi temporanei" nelle zone "più frequentate"? Cosa impedisce all'AMA di mantenere pulita costantemente la nostra città, come accade a Milano?
RispondiElimina8 anni a testa ai componenti della banda delle occupazioni abusive del tuscolano.
RispondiEliminaOra il copione prevede che qualcuno dei condannati lamenti l'illiberalità della Procura, ma insomma, è un buon segno.
La tassazione sul lavoro dipendente in Italia è insostenibile, se non facendo magheggi coi contratti atipici (tranne i mafiosi, che usando l'economia ordinaria a scopo di riciclaggio, tendono a mantenere una ferrea regolarità di facciata).
RispondiEliminaCon una tassazione così iperbolica si riduce il gettito fiscale, l'economia stagna, si bloccano assunzioni, si favorisce la concentrazione del capitale in poche mani, che finiscono per avere il controllo sullo Stato.
Lo scopo è la svendita del nostro patrimonio, e lo sciacallaggio straniero sui nostri resti.
L'ultima operazione di autodistruzione è stata la cessione agli algerini delle acciaierie di Piombino. Perché? Bo.
Li chiamano investimenti stranieri.
C'è comunque a delucidazione il documento del 1973 ricordato dalla Fallaci, che sancisce gli accordi tra futura ue e lega araba, in questi termini:
RispondiElimina- a noi il loro greggio.
- a loro la nostra tecnologia.
- a noi la loro "mano d'opera".
- a loro il condizionamento favorevole della nostra opinione pubblica tramite "la stampa e gli organi di informazione" (non è uno scherzo)
- a noi la vendita "di massicce quantità di armi" (non è uno scherzo).
- a loro "l'inalienabile diritto" di "ESPORTARE IN EUROPA LA LORO CULTURA. OSSIA DI PROPAGARLA E DIFFONDERLA" (non è uno scherzo).
Se non fosse chiaro sono accordi internazionali messi nero su bianco.
Andatevi a leggere chi fu a buttarci in questa bella iniziativa.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMagari non vanno in mauritania, ma le valigie le ha gia fatte tanta gente da un bel po di tempo...
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/economia/16_marzo_20/piu-partenze-che-arrivi-l-italia-a-sorpresa-paese-emigrati-0c9186a6-eee1-11e5-a851-4eb96ea5fe45.shtml
"Anche se non cancella la sua vecchia residenza italiana, chi arriva in Germania, nel Regno Unito o in Svizzera deve registrarsi subito per poter ottenere il codice fiscale, l’assistenza sociale o il medico di famiglia. E i numeri sugli immigrati italiani in mano alle amministrazioni di Berlino, Londra e Berna sono in media tre volte e mezzo più alti di quelli che registra l’Italia (vedi grafico). La Germania è il caso più estremo: secondo l’Istat sono poco più di 17 mila le persone trasferitesi verso la Repubblica federale nel 2014, ma l’omologa agenzia tedesca ne conta oltre quattro volte di più. Se tutti i migranti italiani si comportassero come quelli che vanno in Germania, in Svizzera e nel Regno Unito, l’anno scorso ne sarebbero usciti dal nostro Paese 435 mila. E se anche fossero stati più disciplinati nel segnalare il cambio di residenza, potrebbero facilmente essere stati il triplo dei 145 mila segnalati dall’Istat] Anche se non cancella la sua vecchia residenza italiana, chi arriva in Germania, nel Regno Unito o in Svizzera deve registrarsi subito per poter ottenere il codice fiscale, l’assistenza sociale o il medico di famiglia. E i numeri sugli immigrati italiani in mano alle amministrazioni di Berlino, Londra e Berna sono in media tre volte e mezzo più alti di quelli che registra l’Italia . La Germania è il caso più estremo: secondo l’Istat sono poco più di 17 mila le persone trasferitesi verso la Repubblica federale nel 2014, ma l’omologa agenzia tedesca ne conta oltre quattro volte di più. Se tutti i migranti italiani si comportassero come quelli che vanno in Germania, in Svizzera e nel Regno Unito, l’anno scorso ne sarebbero usciti dal nostro Paese 435 mila.
"Avanzare passo per passo, millimetro per millimetro. Anno dopo anno, decennio dopo decennio. determinati, ostinati, pazienti. E' questa la nostra strategia. Una strategia che peraltro allargheremo."
RispondiElimina"Non compresi che parlando di guerra all'Occidente, di strategia da allargare, non intendeva soltanto la guerra che si fa con le armi. Intendeva anche la guerra che si fa rubando un paese ai suoi cittadini. Passo per passo, millimetro per millimetro. Anno dopo anno, decennio dopo decennio. determinati, ostinati, pazienti."
"La guerra insomma che si fa col vittimismo e l'asilo politico, con le donne incinte, e i gommoni e le bozze d'intesa, con le pretese che di volta in volta diventano più arroganti", demonizzando chi dice che il re è nudo, come lo dice Salvini.
RispondiEliminaSostenere questo gioco, vuol dire sostenere chi ha i soldi.
Chi in cambio della complicità con "la più grossa congiura della storia moderna" garantisce proprio ai peggiori la casa, il lavoro, un ruolo di nuova classe dirigente, lustrascarpe dell'Europa arabo-statunitense.
Dall'accordo degli anni '70 cominciano gli attentati dei brigatisti, lo stragismo mafioso e tutte le cosiddette destabilizzazioni, Ustica compresa.
Parlare di legalità non ha molto senso, quando si evitano accuratamente di centrare i bandoli dove la legalità si perde a livello strutturale.
RispondiEliminaSe tutto un sistema sta lavorando perché l'Europa si disfaccia, culturalmente e socialmente, colonizzata dalla mafia arabo-statunitense (vogliamo dirlo?) e supportata dai nostri odierni signorotti indigeni, con quale strumento istituzionale, politico, economico, autoritario, pretendiamo più di garantire la Legge e le regole?
Noi siamo ancora un Paese. E abbiamo ancora la possibilità di fare marcia indietro.
Ma non pensate che si risolverà mai alcuna emergenza legalità continuando a fare da collettori delle ambizioni coloniali altrui, tentando di tamponare emergenze in continua evoluzione. Gli immigrati e gli zingari aumenteranno, i delitti cresceranno, le case occupate diventeranno la norma, e alla fine la macchina in doppia fila o la mazzetta o l'omicidio del bravo funzionario troppo preciso vi sembreranno bazzecole, come a città del messico o in colombia.
Se invece vi piace perdere tecnologie in cambio di scimmie, sovranità in cambio di servitù, centralità culturale in cambio di sottomissione, fatevene una ragione: la mafia, il degrado e l'anarchia sono l'inevitabile risvolto della decadenza.
RispondiEliminaIn questo caso il quieto vivere è solo di transizione, la destinazione sarà un inferno, se ancora non lo avete capito.
Scusate con tutto l'affetto del mondo ma come al solito non avete capito un cazzo.
RispondiEliminaQuesto purtroppo è il risultato di crescere a Roma con il moralismo dei preti.
Ossia trovare chi ha le colpe e i capri espiatori.
L'autore sta dicendo che non c'entra un cazzo la morale da 2 soldi, l'etica, il moralismo da vaticanetto e da italietta.
Sta dicendo, guardate che il malaffare a Roma è una industria economica che fa mangiare una larghissima fetta della popolazione romana. È economia insomma, non roba da oratorio.
L'elenco di tutti vuol solo significare che il tessuto economico malato permea a tutti e differenti campi della vita economica e sociale romana la città di Roma. Dai professionisti ai vigili urbani, dai commercianti agli automobilisti, dalle scuole agli studenti, dai ristoratori ai netturbini.
È economia cazzo. Non roba da confessionale o da moraletta alla libro cuore. Svegliatevi.
Una economia del l'illegalità o più propriamente del malaffare che fa stare in piedi e nellagiatezza migliaia di famiglie romane.
Ergo, dice che non è come combattere una criminalità organizzata di carattere esterno a un corpo sano sociale, con le guardie e le inchieste.
Ma sta dicendo che la criminalità siamo NOI.
O nostri cugini, zie, nipoti, amici parenti che in questo status quo ricavano la loro sussistenza o i loro vantaggio economico.
Quindi il mezzo per contrastarlo è sul piano economico politico e non quello moralistico de chiesa e casa.
A chi fa profitto gli sbatte Er cazzo delle vostre ramanzine da doposcuola.
Bisogna sradicare circuiti di interessi e do un Des radicati con i mezzi del contrasto ad una economia disfunzionale.
Però prima svegliatevi eh.
Che siete l'opinione pubblica che dovrebbe reagire.
Almeno capitele bene ste cose.
Sennò quelli che ci sguazzano nel sistema dormiranno sempre sonni tranquilli.
auguri
Insomma una marea di fuffa senza fondamento. A me pare piuttosto evidente di chi sia la responsabilità se la città non viene pulita, se l'azienda che gestisce il trasporto è in perdita, se i vigili urbani si assentano a capodanno, se ai bancarellari viene rinnovata la licenza. Poi ci saranno anche le piccole mafiette, di cui RFS ha parlato spesso, ma scusate se metto loro in secondo piano rispetto ai veri problemi che interessano la mia vita (decoro e mezzi pubblici in particolar modo). Problemi che spesso su muovono nell'assoluta legalità.
Elimina@11,32 am
RispondiEliminatu come suggerisci di reagire?
Qui la domanda è chi controlla il controllore, abbiamo guardia di finanza, polizia, carabinieri, vigili del fuoco, i vigili urbani, la asl e ti ci metto anche la guardia costiera (tanto cara ai balneari)e la guardia forestale.
Con una forza repressiva così vigorosa dovremmo essere organizzati meglio di singapore invece ci sono fenomeni macroscopici di grave illegalità verificabili A VISTA.
il paradosso è questo se sei un pincopallino qualsiasi, ti vengono a verificare anche se hai dichiarato esattamente quanti croccantini hai fatto mangiare al gatto,
mentre accanto a te hai
-porti abusivi,
-centri sociali che vanno avanti da anni dove si organizzano eventi illegali e gira una quantità di droga che neanche in colombia,
-sfruttamento del lavoro in nero che neanche in nepal,
-minori non vanno a scuola ma fanno furti nelle stazioni,
-mercati del rubato che neanche porta portese.
insomma, zone grige che neanche blade runner...
Io voglio sapere qual'è la tua proposta sul piano economico e politico, dal momento che sia in politica che economia la cupola è interamente corrotta. Come fa il pincopallino che annaspa tutti i giorni per mettere insieme il pranzo con la cena a risolvere questa situazione.
Che dici chiamiamo Putin visto che si è rivelato competente nel riportare l'ordine dove ci sono gli scavi romani?
Bene, dopo le dovute supercazzole diversive ribadiamo che si sta trasformando l'Italia in una discarica e in un porto di deficienti euforizzati dalle droghe, per arricchire gli azionisti dell'eni (greggio), finmeccanica (armi), e tutta la clientela.
RispondiEliminaPer far questo hanno concesso aumma aumma agli arabi di occupare la penisola, mndando a puttane la nostra economia, che sta diventando la loro, la nostra cultura, che sta diventando una incultura di beduini, la nostra autorità, con le umiliazioni concordate a giudici, marò, forze dell'ordine, insegnanti, ecc. ecc.
ENI, FINECCANICA, il PD e la UE, eccoveli i nemici da abbattere se volete che torni a funzionare il sistema Italia e quindi anche l'educazione nazionale.
RispondiEliminaEni e Finmeccanica, gli accordi sottobanco con i concorrenti, l'eversione organizzata, lo spaccio dal medio oriente protetto per favorire gli emiri, gli sgherri clandestini contro l'autorità ufficiale, le stragi, gli omicidi di Magistrati, gli accordi con le bestie islamiche per umiliare le nostre istituzioni.
Per ogni campo nomadi che si allarga, per ogni badilata di musulmani che rovesciano qui, noi diventiamo sempre più la barzelletta del mondo, i mauro moretti ingrassano.
Due cose buone ha fatto Marino, una è aver messo Clemente a capo dei Vigili, l'altra è aver scritto il suo libro, pieno di notizie utili, tra le quali quella relativa al rinnovo delle concessioni per l'assistenza ai finti indigenti delle occupazioni da parte del comune di Roma, per intervento di renzi e a vantaggio dei palazzinari finemccanizzati ed enizzati.
RispondiEliminaSiccome il partito di renzi è un "partito" trasversale, quasi un ambulacro, un crocevia, se non una loggia, per capire quali sono i nervi scoperti a Roma andate a vedere chi si è imbufalito all'uscita del libro.
Se non avesse messo azzurra Caltagirone e il trivella-man nel cda dell'auditorium sarebbe quasi attendibile.
RispondiEliminaAnche il film su Ustica deve contenere qualche dato profittevole, per aver fatto diventare dispeptico più di qualcuno; pare che riporti una tesi tenuta aperta fino all'ultimo nel processo, approvata dalla stessa Fallaci, che di solito non sbaglia un colpo.
RispondiEliminaIl volo spezzato è un libro che esamina tutte le fasi storiche e giudiziarie della faccenda, per chi si vuol fare un'idea non contaminata dalle cagnette che abbaiano a comando in difesa del proprio osso.
Anzi, scatarrano in difesa dell'osso. Cosa fa un islamico quando incontra un infedele? In quanto munito di religiosità scimmiesca sputa in terra o lancia palle rotanti di bolo mucoso.
RispondiEliminaComprenez? Mais oui. Coff coff, purchè sto fijo rincojonito che m'aritrovo me lo sistemi, Abdullah, coff coff tutta la vita.
ZOO MUSULMANI
RispondiEliminaInfine, fossi in Salvini eviterei le scorribande in Israele.
I musulmani durante i funerali sputano in direzione di Tel Aviv (in futuro ci vorranno degli zoo per rinchiuderli, concederemo l'appalto all'amico Caltagirone): il denaro non ha religione, ma in questo caso la connotazione antisemita e rivendicativa per la questione palestinese è chiara.
Per cui, sebbene gli attacchi in Europa si stiano focalizzando da 40 anni per la distruzione del cattolicesimo, e che le situazioni economico-politico-criminali siano più complesse di questi blocchi divisori tra monoteismi, la sensazione è che le sinagoghe e Gerusalemme non debbano rilassarsi troppo.
Una delle prime misure per contrastare la corruzione dovrebbe essere l'obbligo, per tutti i dipendenti e dirigenti pubblici e delle partecipate, nonchè per i politici eletti, e per i loro parenti fino al 3° grado, di comunicare sia qualsiasi incremento patrimoniale o spesa che superi un determinato importo sia versamenti in banca che superino un importo prestabilito, pena licenziamento del dipendente o dirigente o revoca del mandato elettorale per il politico, così vorrei proprio vedere dopo come faranno a impiegare i proventi della corruzione!
RispondiEliminaSicuramente un milione di euro in nero lo mettono subito in banca.
RispondiEliminaSECONDO IL PROCURATORE NORDIO
RispondiElimina“«Questa è una guerra santa – dice senza mezzi termini – una guerra religiosa che un’organizzazione ha dichiarato contro l’Occidente e può colpire ovunque, in qualsiasi modo e bisogna ammettere che si è senza difesa…». E ancora, il procuratore non lascia tranquilli quando ammette: «Credo che in Italia ci siano “cellule silenti”, gli attentati sono la punta di un’iceberg, di una polveriera che sta covando».
LA SUPERPROCURA EUROPEA
Sarebbe utile un nuovo ente del genere? «Bisogna capire se si tratti di una FBI europea o se sia un organo di magistratura: nel secondo caso non servirebbe molto. Un organo inquirente comune presuppone che ci sia una procedura penale comune e anche un diritto sostanziale comune, e questo in Europa non esiste». Altra cosa sarebbe un ufficio investigativo europeo, spiega Nordio in trasmissione: «Di questo si sente davvero il bisogno, di un organo che quantomeno si scambi i dati fondamentali che sono gli unici utili oggi per combattere il terrorismo e il fanatismo religioso». Collaborazione e scambio di dati, questa sembra la ricetta di Nordio. Ma l’Italia come affronta questa nuova emergenza? «L’Italia è molto avanti: abbiamo esperienza di terrorismo interno e organizzazioni criminose articolate e complesse e questo insegna agli inquirenti a ragionare come i terroristi, una caratteristica ch polizie del Nord Europa non hanno».
IN ITALIA CELLULE SILENTI: SIAMO SOPRA UNA POLVERIERA
L’Italia è terra di passaggio o paese dove sono presenti reti logistiche stabili e attive? «Credo che in Italia ci siano cellule silenti – spiega Nordio – . Gli attacchi sono la punta di un iceberg, di una polveriera che sta covando. Sarebbe anche giusto dire una volta per tutte che siamo in guerra e che non è una guerra, come ha detto il Papa, ispirata dai mercanti di armi o dall’emarginazione, è una guerra religiosa. È una guerra santa – l’altro giorno in Pakistan si è visto cosa è accaduto ai poveri cristiani – che una organizzazione ha proclamato nei confronti dell’Occidente: può colpire ovunque, in qualsiasi modo e bisogna ammettere che si è senza difesa perché un suicida può colpire non solo in aeroporto ma anche in ospedale, nelle scuole ecc…».
IL TERRORISTA IN AEROPORTO A TREVISO
Come è potuto accadere? «Quel terrorista era sbarcato nella “mia” Treviso, ma i documenti non erano stati segnalati dall’Interpol. Quindi manca ancora una volta lo scambio di informazioni e in più non mettiamo in campo le tecnologie più avanzate per identificare i criminali: penso alla mappatura del Dna, se fosse fatta a livello globale consentirebbe delle individuazioni in tempo reale»”.
Naturalmente esiste il grande partito trasversale del denaro, di cui fanno parte tutti i grandi briganti, per i quali l'appartenenza religiosa è solo uno strumento di manipolazione commerciale.
RispondiEliminaPer cui dietro i grandi martìri di ebrei, cristiani e islamici, spesso ci sono altri ebrei, cristiani e islamici.
Ma nel chiaroscuro in cui le manovalanze vengono addestrate e truffate, l'odio etnico- religioso ha un ruolo fondamentale, basta vedere l'intifada dei centri sociali. Episodi di antisemitismo sono per questo da mettere in conto, sia pur con ruolo meramente diversivo e per buttarla un po' in caciara, coi popoli europei e coi soldatini rincoglioniti della guerra santa del dollaro.