Questo qua sotto è un pezzo di un articolo che ci rigiriamo tra le mani da giugno scorso. A firmarlo, su Repubblica, Roberto Saviano. La prosa è asciutta e diretta e ci aiuta a capire l'importanza di una inchiesta come Mafia Capitale. Dell'importanza culturale - sperando che faccia effetto nella popolazione, per ora no purtroppo - prima ancora dell'importanza giudiziaria e politica. Leggiamo.
Sembravano "semplici favori", "piccoli scambi", "tipiche pastette locali". Per la prima volta Pignatone, e la magistratura tutta, ci ha spiegato - noi cerchiamo di ripeterlo da anni e anni, sovente presi per i fondelli - che il modo di comportarsi "alla romana" non solo non è normale, non solo non è folkloristico, non solo è criminale, ma oltretutto è certificatamente mafioso.
Il problema è che questo atteggiamento è diffuso in maniera micidiale e amplissima nella popolazione. Certo non dappertutto è reato penale, ma dovunque è eticamente censurabile. Ora visto che Pignatone non può arrestare due milioni di persone (tante quelle che se lo meriterebbero probabilmente) e visto che comportarsi da cafone, egoista e coatto non sempre è passibile di reclusione, bisognerà trovare un altro modo per cambiare: con l'anno nuovo, innanzitutto, si potrebbe iniziare a piantarla con questo modo di fare da imbecilli e ad iniziare a immaginare, sempre, le conseguenze delle proprie azioni. Ad oggi, 13 mesi dopo lo scoppio di Mafia Capitale, tutto questo non è accaduto: il romano medio, dimostrando ancora una volta di non aver capito un fico secco, non ha smesso neppure un po' di comportarsi come al solito, l'avvocato continua ad andare a Piazzale Clodio e a lasciare le chiavi della macchina al parcheggiatore abusivo che con la violenza controlla il suo pezzetto di territorio. Anche quella è Mafia Capitale ma non ci siamo ancora posti minimamente il problema di esserle complici ogni santo giorno. Cambiare. Il dipendente pubblico si comporta allo stesso modo di 2 anni fa, l'insegnante si comporta come 2 anni fa, il professionista continua a fare una fattura su sei come 2 anni fa, il ristoratore continua con i tavolini all'aperto, il dirigente Atac è sempre il solito. Hanno tutti scoperto che la loro città è una città di mafia, ma non hanno cambiato di una virgola il loro stile di vita e le loro abitudini, neppure quelle sbagliatissime.
Nel 2016 dovete cambiare: noi non faremo altro, ogni giorno, di spingervi a farlo e ci sforzeremo di farvi sentire sempre più inadeguati e fuori posto se continuerete a comportarvi così, alla romana. Cialtronaggine, aggressività e spirito malavitoso non possono essere tratti identitari di una popolazione, sono solo difetti di cui liberarsi al più presto. Basta.
59 commenti | dì la tua:
Tutto deve iniziare dalle autorita', pero'. iniziassero a perseguire i parcheggiatori abusivi e nessuno sara' costretto a pagarli, iniziassero a multare a raffica le macchine in seconda fila ed il fenomeno scopmarira', iniziassero a far pagare il biglietto all'ingresso del bus e l'evasione non esistera' piu', ecc ecc. Se le sanzioni di questo tipo sono feroci pure a Londra, dove il senso civico e' all'ennesima potenza rispetto a quello romano, un motivo ci sara'......
Bene, quindi dopo aver lucrato impunemente gettando fango sulla sua città e sui suoi concittadini, ora Saviano vuole fare lo stesso con Roma. Noi qui a giostrarci fra mille difficoltà e veri problemi, lui a bearsi del conto in banca che s'ingrossa a dismisura.
Temo che la vita nei grandi centri urbani sarà sempre più dura. Immigrazione coatta, inquinamento (da terra e dal cielo ...), scarsezza di risorse, penuria di lavoro, tasse iperboliche, aumento della mortalità ... dove ci vogliono portare?
Se continua così in un bel guaio i cui effetti abbiamo già cominciato a riscontrare ovunque si guardi. Andiamo tutti a vivere in campagna? Beh, anche li con scie chimiche e OGM ... un buon 2016 di novità per tutti. Ciao
Caro Francis Drake, io che sono tutto tranne che un estimatore di Saviano, non mi pongo il problema che lui possa gettare fango su Roma (che non è la mia città), ma se quello che scrive sia vero o meno. La mia impressione è che sia TUTTO assolutamente vero e, nel caso così fosse, il campanilismo non serve a una mazza ed il fango addosso (io direi merda) sono gli stessi romani a buttarselo.
Caro Massimiliano,
Grazie per questa guerra che stai combattendo tutti i giorni, prendendoti improperi e minacce da centinaia di migliaia di coatti e cafoni di ogni sorta e genere, Romani, abitanti di Roma e non.
Non so come tu riesca a trovare la forza e il coraggio per andare avanti (io ho mollato, me ne sono andato portando via la famiglia).
Spero che queste poche righe ti ripaghino, almeno un po’, per quello che stai facendo per la nostra amata Città.
Ti ammiro, coraggio, non mollare!
Buon 2016!
Non dimentichiamoci chi alberga e comanda a Roma da solo un paio di millenni: la CHIESA DI ROMA! Come si può parlare di MAFIA senza ricordarla?
CHIESA, MASSONERIA E MAFIA ... realmente così diverse?
"E fattela 'na scopata, ahò!"
Buon 2016 a tutti i tamarri e cafoni che si oppongono al miglioramento di Roma!
Forza Pignatone! Che peccato pero' che in questo Paese debba sempre essere la magistratura a fare il lavoro e che la maggioranza dei romani, che dovrebbero paragonare la loro citta' a Londra, Parigi e New York, non abbiano l'orgoglio di reagire al degrado nel quale e' caduta e preferiscano crogiolarsi nella mediocrita' della loro coattagine.
Io stasera me guardo masterchef, smetto de fumare per la seconda volta e continuo la mia dieta senza strappi alla regola (persi 8 kg in un mese).
Eh? Che programmino.
i personaggi che citi lo sapevano benissimo che era una città di mafia, per loro è cambiato solo che adesso qualcuno l'ha detto pubblicamente, adesso lo sanno tutti e questo è. punto. pensi che cambierà qualcosa? speriamo che Santo Pignatone non faccia la fine di Marino, questo è l'augurio per il 2016. per il resto si vedrà...
Ad un romano in America (io sono un romano al nord) quanto hai fatto bene a scappare in Usa. L Italia e' un paese in gravissimo declino anche grazie a Roma e alle Roma meridionali. Non vedo luce nel tunnel ma spero di essere smentito. Mi piacerebbe essere oltre il confine ma non ho avuto il fegato di provarci dopo la laurea lo ammetto.
Chissa' dove lo passera' il capodanno Marino.
Avete fatto caso come Marino da quando è stato , giustamente, scacciato come sia preciso e puntuale nelle interviste ? Lasciate stare la storia delle strusciate con la carta di credito e magari anche quella delle firme presunte false....parlo proprio di una disponibilità costante. Prima spariva per un mese, migliaia e migliaia di km, al massimo qualche tweet sconclusionato, ora invece lo trovano anche il 31 dicembre e si permette di fare considerazioni sugli altri ! Mah !
Comunque se anche il compassato sole24ore si sente in dovere di esprimere quanto sia pessima la opinione pubblica romana http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-12-28/silenzio-capitale-sistema-buche-072258.shtml?uuid=ACzmSc0B questo da' l'idea di come ci sia consapevolezza del gap tra Roma e realtà assimilabili occidentali in termini di civiltà
Roma Fa Schifo alterna pezzi di giornalismo d'inchiesta eccellenti con buffonate come queste. Ma cosa c'entrano i romani con la corruzione di Mafia Capitale? Guadagnate due lettori con un articolo sacrosanto sul degrado o sul come dovrebbe essere progettata l'urbanistica cittadina, e poi ne perdete cinque a causa di questo sentimento e pregiudizio anti-romano.
Buon 2016 a Roma e a RFS!
10,35
si vede che erano 5 lettori mafiosi o criptomafiosi. Meglio perderli che accomunarsi con essi.
L'articolo e' ineccepibile. Non si puo sempre dire che il problema di roma sono i romani e poi non sferzarli quando se lo meritano.
E quando cammini per strada tra merde di cane, monnezza abbandonata, macchine a occludere strisce pedonali, curve e incroci, prendi mezzi con la meta della gente che evade il biglietto e salta il tornello, tra tag sui muri ed affissioni abusive, parcheaggiatori abusivi, gente che compra da ambulanti e abusivi, il minimo che puoi fare e' sferzare i romani. Meglio, i residenti dei roma. I romani erano un'altra cosa
Ormai Roma è una grande tazza del cesso dove tutti ci lasciano la cacca.
Anche se vi credete assolti, siete tutti coinvolti.
11.11
Parla per te. Non provare a fare il solito giochetto "tutti colpevoli nessun colpevole".
A differenza di quanto pensi tu (o forse piu semplicemente a differenza di te), c'e' gente civile che ogni giorno resiste a un contesto di degrado e incivilta diffusi mantenendo la propria dignita e decoro.
Amonimo 11:43 tu sei il primo dei colpevoli.
si vabbe, sei mejo te gesu
I Romani hanno le loro responsabilità, la politica fa quello che vuole quando non viene contrastata. Guarda caso il pentolone viene scoperchiato quando l'antipolitica a Roma e in Italia è arrivata all'apice, questo grazie anche ai tanto odiati movimenti populisti (vedi M5S), fate un pò voi quando sarete chiamati a votare.
Vi ricordo inoltre che i predecessori di Pignatone dicevano che a Roma non c'era mafia ma piccole bande di criminali che si frontaggiavano.....
Ma dove la vedi la mafia a Roma? Mafia Capitale è un nomignolo dato all'inchiesta, ma alla fin fine non c'entra un cazzo con la vera mafia. Non ci sono famiglie ad ereditare il potere, a controllare fisicamente il territorio, a dare lavoro a chi non ce l'ha, a dare pensioni alle mogli dei carcerati, non c'è una piramide di comando, non c'è un codice d'onore e tutte le altre cosine tipiche di una mafia tradizionale. Si tratta di semplice corruzione con episodi di estorsione da parte di qualche straccione galeotto come er cecato della Magliana. I problemi del Comune di Roma non hanno un cazzo a che fare con l'illegalità: assistenzialismo, fannullismo, clientelismo, pressappochismo, scarsa cultura del lavoro ecc. Tutta roba legale. Ma se avete voglia di combattere coi mulini a vento, fate pure... D'altronde sembrate convinti.
Anzitutto merde di cane, parcheggi in doppiafila e non pagare il biglietto del bus non hanno un cazzo a che fare con la mafia. È proprio questa la buffonata dell'articolo: fare un minestrone di roba, senza poi arrivare al nocciolo del problema. Se i romani fanno il cazzo che gli pare è perché gli amministratori glielo consentono. Anche un danese quando viene a Roma diventa incivile, perché è proprio l'assenza di controlli, cioè l'anarchia, a far diventare la gente cafona. Quando hai l'abitudine di fare il cazzo che ti pare lo passerai ai tuoi figli e la società rimarrà sempre così. Non sarà certo il buon senso individuale a cambiare le cose. Se i vigili urbani facessero le multe con regolarità, la gente non metterebbe l auto sul marciapiede nemmeno per un minutino. Se i controllori girassero sui mezzi, tutti farebbero il biglietto. Se i graffiti venissero subito coperti, i vandali non troverebbero più ambiente dove sentirsi a casa. A Roma manca un élite che indirizzi la società verso il rispetto; il popolo è bue in ogni parte del mondo (anche ad Oslo).
I massoni erano liberali, cioè proprio il contrario dei romani e dei cattolici.
Gratitudine sempiterna.
Ecco la sentenza di Otello Lupacchini sulla banda della Magliana, quando già si era configurato il problema mafioso in Italia, che è nazionale :
http://www.nottecriminale.it/docs/ORDINANZA_SENTENZA%20MAGLIANA.pdf
Guardate i nomi.
Perché sia chiaro fino a che punto fosse chiaro negli anni '70 come la mafia vecchio stile fosse stata trucidata dalla nuova mafia del narcotraffico, che vedeva il rapporto articolato in modalità scientifica tra imprenditori edili, politica e criminalità organizzata, bisogna leggere le vere e proprie profezie dl Generale Dalla Chiesa:
Egli, quando ancora individuava una specifica nella corruzione siciliana, considerandola organizzata in esclusiva secondo relazioni di mafia, riteneva che essa portasse
"...il politico a contatto, se non diretto, tramite però quel diaframma (CHE IO CHIAMO QUELLO DEI COSTRUTTORI) che finisce per fare da osmosi, da parete attraverso la quale gli uni raggiungono gli altri. L'attività della mafia, intesa in senso autentico cioè della mafia cittadina, QUELLA CHE SI E' TRASFERITA ALLA RICERCA DELLE AREE EDIFICABILI, QUELLA CHE SI DEDICA ALLE PERMUTE DEI TERRENI, ALLE SENSERIE, in vista di ottenere valorizzazioni che comportano poi VARIANTI AI PIANI REGOLATORI O LICENZE PARTICOLARI, ha anche altre attività a latere quali quelle dei TRASPORTI, DALLA FORNITURA DEI MATERIALI, DELL'ASSUNZIONE DI MANODOPERA O DI GUARDIANIA. E'in questo contesto che entra in gioco, in un certo momento, il costruttore, l'imprenditoree, il quale è colui che deve realizzare praticamente quanto il mafioso ha creato come substrato."
Già in questa precocissima analisi - la teoria del mondo di mezzo in nuce - ci sono tutti gli elementi del controllo del territorio, fondato sull'acquisizione fraudolenta dei monopoli economici, al fine di gestire con modalità criminale anche la manodopera. Ma il Generale non si era fermato qui (che era già essere andati molto avanti). Dopo aver notato la capacità dei mafiosi di essere silenziosi, di risultare "bravi cittadini" e all'occorrenza di saper rispettare a tal fine le regole formali, anche in stato di detenzione, riconosce:
"...il policentrismo della mafia", le connivenze degli assessori che fanno sparire i piani regolatori lasciando i sindaci disarmati di fronte all'abusivismo, e che la
"mafia ormai sta nelle maggiori città italiane, dove ha fatto grossi investimenti edilizi o commerciali e magari industriali. Vede, a me interessa conoscere questa accumulazione primitiva del capitale mafioso, questa fase di riciclaggio del denaro sporco, queste lire rubate, estorte che architetti o grafici di chiaar fama hanno trasformato in case moderne o alberghi e ristoranti à la page. Ma mi interessa ancora di più la rete mafiosa di controllo, che grazie a quelle case, a quelle imprese, a quei commerci magari passati a mani insospettabili, corrette, sta nei punti chiave, ASSICURA I RIFUGI, PROCURA LE VIE DEL RICICLAGGIO."
Come vedete già negli anni '70-'80 era già enucleato il fulcro mafioso costituito dal rapporto tra palazzinari e banche, insieme all'individuazione della famosa piovra, una entità che si estende a livello geografico e sociale, figuriamoci se ciò può verificarsi bypassando Roma.
Le infrazioni al decoro sono il segno di come dal crimine si passa alla mafia, ossia alla criminalità che ostenta la propria presenza come segno di un lasciapassare acuisito negli accordi col potere politico ed economico.
Perciò, altro che corruzione e stracciaroli, sempiterna gratitudine a Pignatone per aver cominciato a squartare a brani la carogna mafiosa, partendo da Roma per far strada alla ricostituzione delle trame che la collegano al resto d'Italia.
Ma non è tutto.
Dalle parole del Generale emerge anche quell'Italia degli architetti, quell'Italia tutta uguale del riciclaggio nell'edilizia e nel commercio, tipica dei territori colonizzati dalla ndrangheta.
Prendiamo il lavoro sopraffino che si sta facendo per catturare matteo messina denaro, e, ciò che più conta, per demolire la torre eretta intorno al suo spropositato potere.
Ora, ma chi è mai questo messina denaro per catalizzare in sé la capacità di ottenere una tal supremazia, gestendo per anni poteri economici, criminalità e clan e ottenendo protezioni trasversali?
E' dal riconoscimento della globalizzazione della mafia, globalizzazione difficilmente rappresentabile nella figura di un boss carismatico se non come etichetta di quel potere, che si cominciano a trarre considerazioni sull'esistenza di presidi di controllo mafioso ai vertici istituzionali, sistematicamente strutturati tramite l'uso viziato dei mezzi offerti dai ruoli pubblici, organizzati per MANIPOLARE LE SCELTE POLITICHE ORIENTANDOLE AL FINE DI GARANTIRSI LA SUPREMAZIA ECONOMICA, e di conseguenza sociale.
Mancava all'epoca la distanza critica per rendersi conto della identità di genesi di mafia moderna e terrorismo, o forse si percepiva la minaccia insita nell'esternare vertiginose intuizioni in proposito.
Quindi è solo a proposito del terrorismo che nell'intervista del 1981 Enzo Biagi chiede al Generale: "Lei pensa che la centrale, il cervello del terrorismo sia l'estero?"
Il Generale risponde. "...quando esistono delle potenze o dei mondi contrapposti, sarebbe assurdo pensare che i relativi servizi non siano impegnati nella ricerca di un teatro in cui determinate STRATEGIE ECONOMICHE E MILITARI non abbiano da essere raggiunte". ciò detto come se fosse niente.
Incalza Biagi: "si è parlato a un certo momento e con insistenza del "grande vecchio". Lei come lo immagina?"
"Potrebbe esistere, però io, con le conoscenze che ho acquisito, non sono in condizioni di farmene oggi un'immagine, né di prestarne una a lei."
A chi è servita la morte del Generale Dalla Chiesa? Sicuramente è servita, come tutti i delitti politici e di mafia concentrati in quegli anni, a imprimere una svolta di tipo repressivo contro ogni forma di autonomia del Diritto contro il proliferare dei nuovi poteri mafiosi e delle volontà politiche deviate, nazionali e internazionali. Ma chi si avvalse senza mezzi termini dell'omicidio in forma di accredito, fu licio gelli.
Licio gelli poté conferire un'iperbole ulteriormente paradossale alla rivendicazione della verginità della p2, chiamando in causa, orrore, l'iscrizione di Carlo Alberto dalla Chiesa nelle sue liste.
Con la morte del Generale, la p2 si era fatta anche il martire per lo Stato.
E ciò non solo conferma la pretestuosità di quei nomi di base esposti alla cognizione giudiziaria, rispetto all'intreccio che il potere assume strutturandosi come massoneria, ma anche quel carattere di teatralità folle che assume il nuovo potere, all'atto di estremizzare oltre ogni limite i propri abusi.
Tutti i grandi inquirenti di allora capirono che la morte era diventata non solo strumento, ma anche il gioco di specchi di un grumo di poteri, che concepivano il condizionamento sociale col sadismo di un miserabile burattinaio.
"Forse è bene richiamare una delle ultime riflessioni di Borsellino quando s'interroga sulla strage Falcone e, nel dubbio che non sia solo mafia, spiega che "comunque è mafia". L'ipotesi di un'intesa tra mafia e gruppi occulti non può essere esclusa dopo l'era Sindona[...]", solo che in realtà non si tratta di un'intesa ma di una subordinazione della criminalità all'organizzazione di potere bancario, imprenditoriale e istituzionale, quella massoneria che è deviata per sua natura, perché si arroga la facoltà di determinare l'attività pubblica.
La figura nobile e carismatica, trascina popolo, che sia quella di un eroico Carabiniere o di un integerrimo magistrato o di un intellettuale dall'occhio puro, deve venire distrutta a prescindere dagli effetti pratici della sua attività. E la morte deve essere poi strumentalizzata e infangata, perché più che la morte ciò che cementifica il potere è la PROPAGANDA. Ma la propaganda deve essere studiata con modalità nuove, moderne, per essere continua, martellante, mistificatoria, e al tempo stesso irriconoscibile: e qui nasce il gran teatro del mondo, partorito dalle menti bruciate dalle droghe dei nuovi potenti e dei loro scagnozzi sociologi e psicologi, quello di cui nessun inquirente ha avuto mai il coraggio di parlare apertamente perché la più grande furbizia della masso-mafia internazionale, direbbe Baudelaire, è far credere che non esiste.
E così oggi noi abbiamo un sistema mediatico ma anche sociale che divora chi diverga dagli interessi della plutocrazia, che ha tutto l'interesse a imporre il renzi idiota di turno, caldeggiato a 360 gradi anche quando si finge di criticarlo, mentre abbiamo il monopolio onnicomprensivo della finanza e dell'economia a un ex trafficante d'armi, che sui propri trascorsi (per non parlare dei suoi trascorrenti) riesce a chiudere il becco a tutti.
Una delle miriadi di porcherie tacitate nella storia recente dei caltagirone (ce ne hanno dai primi del Novecento):
SCANDALO ITALCASSE 1992
"[...]Esplora il significato del termine: La vertenza Iccri.Caltagirone, che ha avuto risvolti civili e penali, risale alla fine degli anni ’ 70 con lo scoppio dello scandalo Italcasse, nel quale sono state coinvolte 19 societa’ del gruppo Caltagirone. Fin dall’ inizio, il dramma. Il tribunale civile di Roma dichiara il fallimento personale dei potenti fratelli, contro i quali e’ stato avviato un procedimento per bancarotta fraudolenta. Un crac da mille miliardi. Nell’ aprile ’ 86, pero’ , il giudice istruttore Vittorio Bucarelli proscioglie i Caltagirone con formula piena. Ma l’ Iccri non condivide la decisione. L’ Istituto e’ stato condannato al risarcimento del danno (e i Caltagirone non scherzano, arrivando a chiedere anche 1.500 miliardi) e alle spese di giudizio. Botta e risposta. Nel gennaio dell’ 87 la sezione istruttoria rimette tutto in discussione revocando il provvedimento di proscioglimento. Ma nel settembre successivo la Cassazione proscioglie definitivamente i costruttori Caltagirone per quanto riguarda l’ aspetto penalistico della vicenda. In sede civile, invece, il treno continua il suo percorso. Si arriva al febbraio ’ 91: la Cassazione civile rinnova il giudizio di secondo grado sul fallimento, dando alla Corte di Appello una serie di indicazioni recepite successivamente (dicembre ’ 91) nella decisione che ha annullato il fallimento personale dei Caltagirone. Il resto e’ storia recente: nel gennaio di quest’ anno l’ Iccri impugna la revoca del fallimento della Corte d’ Appello di Roma, preannunciando ricorso. Infine, la pace. Oltre a non ricorrere in Cassazione contro la sentenza d’ appello, l’ Istituto rinuncia ai crediti bancari pregressi (circa 450 miliardi) vantati verso i Caltagirone derivanti dalle fidejussioni a suo tempo rilasciate. E i fratelli, cosa dicono? Francesco e’ salomonico: ] La vertenza Iccri.Caltagirone, che ha avuto risvolti civili e penali, risale alla fine degli anni ' 70 con lo scoppio dello scandalo Italcasse, nel quale sono state coinvolte 19 societa' del gruppo Caltagirone. Fin dall' inizio, il dramma. Il tribunale civile di Roma dichiara il fallimento personale dei potenti fratelli, contro i quali e' stato avviato un procedimento per bancarotta fraudolenta. Un crac da mille miliardi. Nell' aprile ' 86, pero' , il giudice istruttore Vittorio Bucarelli proscioglie i Caltagirone con formula piena. Ma l' Iccri non condivide la decisione. L' Istituto e' stato condannato al risarcimento del danno (e i Caltagirone non scherzano, arrivando a chiedere anche 1.500 miliardi) e alle spese di giudizio. Botta e risposta."
Nel gennaio dell' 87 la sezione istruttoria rimette tutto in discussione revocando il provvedimento di proscioglimento. Ma nel settembre successivo la Cassazione proscioglie definitivamente i costruttori Caltagirone per quanto riguarda l' aspetto penalistico della vicenda. In sede civile, invece, il treno continua il suo percorso. Si arriva al febbraio ' 91: la Cassazione civile rinnova il giudizio di secondo grado sul fallimento, dando alla Corte di Appello una serie di indicazioni recepite successivamente (dicembre ' 91) nella decisione che ha annullato il fallimento personale dei Caltagirone. Il resto e' storia recente: nel gennaio di quest' anno l' Iccri impugna la revoca del fallimento della Corte d' Appello di Roma, preannunciando ricorso. Infine, la pace. Oltre a non ricorrere in Cassazione contro la sentenza d' appello, l' Istituto rinuncia ai crediti bancari pregressi (circa 450 miliardi) vantati verso i Caltagirone derivanti dalle fidejussioni a suo tempo rilasciate. E i fratelli, cosa dicono? Francesco e' salomonico: "Rispetto al danno economico e morale subito in questi anni dalla mia famiglia, l' accordo e' totalmente insoddisfacente sul piano finanziario. Ma la soddisfazione morale e l' onore riconquistato valgono piu' di qualsiasi compenso economico". Onore: questo si' che serve, oggi."
La "mafia" che dici tu non è un problema nazionale, ma globale! Si chiama semplice criminalità organizzata. Nulla a che vedere con la mafia tradizionale che è, purtroppo, fenomeno storico e culturale prima che criminale. A Roma non ho mai sentito nessuno rinnegare lo Stato, anzi direi proprio il contrario: il settore pubblico a Roma è intoccabile come la Madonna.
Qui la storia in forma più dettagliata e legata ai misteri dell'epoca:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/11/02/la-business-story-dei-caltagirone.html
Paolo Baffi ricorda le pressioni piduiste per la sistemazione del debito di caltagirone:
https://www.google.it/search?q=ndrangheta+2+gennaio+2015&ie=utf-8&oe=utf-8&gws_rd=cr&ei=dxmIVvy5LInXaqy6nYAH#q=scandalo+caltagirone+ital+casse
Le mazzette prese da andreotti per agevolare calatgirone e mafiosi vari tramite elargizioni italcasse (banca etruria, nihil novi sub sole):
http://www.linkiesta.it/it/blog-post/2011/09/29/lignoranza-del-passato-e-il-desiderio-di-sapere-29-settembre-1978-lo-s/2082/
Impicci attuali caltagirone banche:
/scandalo-mps-tutti-gli-interessi-di-caltagirone-suocero-doro-di-casini-e-di-letta-goldman-sachs/
Te l'ha spiegato il Generale Dalla Chiesa otto post fa, come funziona la mafia, non è don carmine che imbraccia la lupara con donna carmela che cucina la pasta al nero di seppia, quello è o'Presepe, la copertura folk come è di copertura il ridanciano casamonica.
La mafia è la formula con cui potere economico, mediatico, politico e di milizia criminale si articolano secondo un progetto concepito nei palazzi del potere, e gestito da certe caserme.
Era in germe nei rapporti che intrattennero con gli Stati Uniti certi partigiani, prima di diventare i politici dell'Italia liberata, concordando sostegno in cambio di pervasive infiltrazioni nella politica nazionale. Di qui la strutturazione di una società che coincide con una sorta di gladio permanente, a sostegno della masso-mafia.
Naturalmente si sta parlando non di rapporti ufficiali, ma di corsie privilegiate ricercate da elementi corrotti delle istituzioni per il raggiungimento dei reciproci fini di potere.
La massoneria è quella parte di mafia che consente di operare a livelli più raffinati, per esempio a livello di informazione, oscurando alcune notizie, esaltandone in modo abnorme altre, consentendo così, che so, di trasformare uno dei più pericolosi criminali sulla piazza in uno degli imprenditori più riveriti.
Trovamele su internet due righe sul processo per traffico d'armi dei caltagirone.
E su internet trovi anche la fotoriproduzione del papiro di Ossirinco.
Lo scambio di favori come base per la distribuzione di utili idioti in tutti i gangli del potere. Questa è l'evoluzione decisiva della mafia nelle intuizioni della p2.
Ma già nei documenti ottocenteschi si parla della mafia come di qualcosa che pervade TUTTA la società italiana.
Figurati tu oggi se questa degli ex eversori già al soldo della mafia siciliana e dei servizi corrotti, che si aggiornano e si rifanno il pedigree al fard del politically correct, in "network" con la ndrangheta per garantirsi appalti in tutta la penisola, non è mafia. E che è? Programmazione aziendale?
Grazie in eterno Sommi Procuratori Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino.
Cerca di essere sintetico e di rispondere sotto ai commenti ai quali vuoi replicare, altrimenti diventa molto scomodo discutere con te.
Non è questione di lupara e di folclore, quello di cui parlo io è un fenomeno storico che ha radici nel brigantaggio postunitario e nella resistenza dei borbonici agli "invasori" piemontesi. Ecco da cosa deriva la mafia: uno Stato alternativo (che raccoglie tasse, cioè il pizzo; che amministra il territorio; che gestisce una giustizia parallela; che ha un esercito) per coloro che rinnegano lo Stato italiano. Qualcuno una volta disse che è uno Stato senza moneta. Quello di cui parli tu è totalmente un'altra cosa, in larga parte scaturita dalla tua immaginazione. Per esempio, molti dei fenomeni che tu attribuisci alla mafia italiana stanno accadendo in tutto il mondo e sono il risultato della globalizzazione. La parola mafia ha un preciso significato e non è quello che intendi tu. La mafia è un fenomeno dell'Italia meridionale; il resto sono cose, magari altrettanto gravi, che non è corretto chiamarle mafia. Sempre che il tuo obiettivo non sia proprio quello di fare confusione e mescolare le due cose.
Guarda, a parte il fatto che il direttore d'orchestra lo vai a fare nella banda del tuo paese, io capisco che pensavate di aver eliminato il problema ammazzando una quarantina di persone ai tempi d'oro, e che la rassegnazione non è facile, ma come vedi, forse, nella tua e vostra idiozia, la verità cammina con le sue gambe.
Se comunque tu signor nessuno, sicario di un sistema di rincretiniti, vuoi spiegare ai Magistrati dell'anti-mafia, ai Carabinieri, alle persone sensate, e nello specifico ai Pignatone, ai Lupacchini, a chi indaga per mafia su unicredit, sulle cooperative, sul porto di Civitavecchia e su quello di Imperia, cosa è la mafia, e con questo speri che qualcuno ti dia retta in questa fase storica, bè, come dire, la speranza è l'ultima a morire.
Non è sufficiente far sparire in una settimana da internet ogni notizia sul traffico d'armi imputato ai caltagirone per cancellarlo dalla storia, né le supercazzole di anonymous riescono a nascondere la mistificazione mafiosa che lo ha congegnato, anzi, se possibile, la sottolineano, nel ridicolo più debordante.
Che poi la mafia non è mai stata o'Presepe come volete voi, fin dalle inchieste ottocentesche vi si è riconosciuto lo schema entro cui si radicavano le connivenze sistemiche tra criminalità comune e corruzione, ridotte nella cognizione comune a organizzazione anti-Stato da una narrazione che faceva comodo a tutti. Le dimensioni che questo sistema ha assunto con l'evoluzione tecnologica, col narcotraffico e con le ingerenze criminali nella politica estera, legate di necessità a sistemi di marchiano spionaggio e di boicottaggio interno, sono poi quelle attuali, rese aberranti dall'ampio consumo di stupefacenti anche da parte di chi manovra il gioco.
Ciò detto l'associazione mafiosa SECONDO IL CODICE PENALE è qualunque associazione a delinquere che si serva di mezzi mafiosi, per cui servirebbe molto meno a dichiararla di quella fogna infernale che è stata sturata a Roma, che fa da collettore tra clan siciliani, ndrine calabre, criminalità albanese e chi più ne ha più ne metta, coprendo tutta Italia.
Se la vuoi chiamare cecilia invece di mafia, fa pure, sempre alla luce del 416 bis si finisce, spiacente per voi, cari.
Porcodio ma tu sei un autentico malato mentale. Stai dicendo che io sono un mafioso? Che c'entra Anonymous e Caltagirone? Troll o ritardato, ti lascio al tuo monologo (e credo che a parlare da solo tu sia abituato).
Queste sono le definitive parole di uno dei collaboratori del Generale Dalla Chiesa, pubblicate in un libro appena uscito a cura di Fabiola Paterniti, e fondamentale.
1) ..."Per non parlare dell'uccisione del mio generale a Palermo, abbandonato non dallo Stato, perché io credo ancora nello Stato, ma da mascalzoni investiti di responsabilità pubbliche".
2)"Prendo atto che talvolta la resa può essere ugualmente onorevole che continuare a far parte di un sistema fondato su poteri che non nascono dalle leggi."
3) "Quando andai negli Stati Uniti nel carcere di Filadelfia, per l'inchiesta Andreotti- Pecorelli, il boss della mafia Gaetano Badalamenti, a verbale chiuso, mi fissò, mi prese il braccio e mi disse: ' Colonnello, stavamo dalla stessa parte'. Io ebbi uno scatto, e lui ribadì: 'Stavamo dalla stessa parte'."
E non era un insulto.
Più chiaro di così.
Eccolo là, all'ultimo stadio ricorre sempre ai consigli degli psicopazzi drogati piduisti che li aaddestrano.
Sì, hai ragione, sono tutti pazzi tranne te, torna nella tana a sentire radici nel cemento, fino al prossimo lancio di bombe carta, soggettone.
Magari fatti variare un po' gli insulti dalla centrale, sennò veramente prima o poi ti portano via legato.
Sempre per restare in tema di corruzioni vere o presunte realizzate dai componenti IGI, un capitolo a parte meritano i fratelli imprenditori-editori Leonardo e Francesco Gaetano Caltagirone, titolari della Vianini Lavori. Entrambi sono stati rinviati a giudizio nell’estate del 2001 per corruzione in atti giudiziari, per una tangente versata in concorso con il commercialista Sergio Melpignano, ai giudici romani Orazio Savia ed Antonino Vinci (quest’ultimo recentemente scomparso), che indagavano sul cosiddetto scandalo dei ‘palazzi d’oro’ che vedeva coinvolti, tra gli altri, i due fratelli costruttori. In passato un’altra indagine aveva interessato i fratelli Caltagirone per un presunto versamento di un contributo per un miliardo e 600 milioni a favore del cassiere della DC Severino Citaristi per ottenere una variante al piano regolatore sull’area milanese del Portello. Nel 1994 i Caltagirone furono anche sottoposti a misura cautelare, ma quattro anni più tardi, l’inchiesta fu archiviata dal PM Antonino Vinci.
Oltre metro, treni ed autostrade, i tentacoli dei grandi costruttori non potevano non estendersi ai grandi appalti di ‘Malpensa 2000’, la realizzazione del nuovo e inquinante aeroporto di Milano, su cui sono piovute le immancabili indagini giudiziarie. A gestire i due aeroscali del capoluogo (Linate e Malpensa), la Sea, azienda a capitale pubblico-privato, affiliata al gruppo IGI. Il suo vicepresidente, il democristiano Roberto Mongini, fu arrestato nel 1992 perché considerato uno dei ‘cassieri’ dell’intero sistema tangenti di Milano. Per il giro di mazzette alla Sea, a conclusione delle indagini, quarantaquattro persone tra politici, amministratori e dirigenti dell’azienda, sono state rinviate a giudizio. Per ottenere alcuni appalti nel nuovo aeroscalo di Malpensa, il costruttore Paolo Pizzarotti, a capo dell’omonima società che ha una delle vicepresidenze IGI, avrebbe consegnato a Bettino Craxi una tangente di 500 milioni in tre tranche. Secondo il costruttore parmense, per i lavori di ‘Malpensa 2000’, esisteva un preciso procedimento spartitorio: una società provvedeva alla DC, un’altra al PSI e un’altra ancora al PCI. Nonostante i soldi a Craxi, Pizzarotti era il referente per lo scudocrociato. “Personalmente ho provveduto a versare il denaro alla DC nelle mani del senatore Severino Citaristi per un importo complessivo di circa un miliardo, un miliardo e 300 milioni”, ha dichiarato Pizzarotti. Il costruttore fu costretto a diversificare ulteriormente la contribuzione, provvedendo, pare, ad ungere qualche funzionario del PCI-PDS di Milano (177).
www.edscuola.it/archivio/interlinea/ponte3.htm
Inutile poi ricordare come questa feccia faccia capo a quei faccia da pirla dei rotschild, alla cui scalata è da sempre necessaria l'eliminazione di modelli umani superiori, ossia pressoché tutti coloro che riescano ad articolare una frase senza sbavare e senza bestemmiare. Alla fine del collegamento sottoindicato trovate le aziende italiane legate a sti psicotici, aziende su cui si basa la follia collettiva di questi malati di mente e assolutamente da evitare come la peste.
http://www.nocensura.com/2012/02/dossier-la-famiglia-piu-potente-del.html
Naturalmente c'è anche finmeccanica, ovvio.
Utile invece ricordare come lo stesso casaleggio sia in cordata rotschild, "io ved'nu monn'dint'a gui nisciuno condesda lu pardid...".
Il che contribuisce a chiarire quanto sia uno specchietto per le allodole la serietà di qualche grillino e di Grillo di fronte agli scopi reali del movimento, e di chi lo sostiene.
Contribuisce inoltre a comprendere come mai la massoneria si sia così radicalmente insediata in Vaticano, da essere riuscita non solo a defenestrare Ratzinger, ma anche a trasformare la Chiesa in un'accolita di scimuniti in stile valleluja, il miglior modo per condurla all'autodistruzione, visto che i rotschild, di cui caltagirone è il prestanome più in vista, e quindi il più blindato, come è noto, sono da sempre i detentori del controllo sulla banca Vaticana, con tutto ciò che ne consegue.
Ciò infine spiega la deviazione criminale impressa dalla mafia alla psichiatria, tramite l'estremizzazione dell'approccio di scuola americana, nota per la larga e inopportuna somministrazione di farmaci, impiegati per via pseudo medica a scopo di condizionamento e di repressione, nonché atti a formare il repertorio di insulti con intento inibitorio dei vari sguatteri del potere mafioso.
Questa è la sentenza in cui carminati compare a processo per mafia insieme a badalamenti.
Quanti processi per mafia ha attraversato? Quanti per omicidio?
E sta fuori di galera. E ancora qualcuno continua a dire che è solo una gendi ghe lavore.
Stavolta non ce la farete.
http://www.laprivatarepubblica.com/overruling/Pecorelli%20-%20I%20grado%20-%2024-9-1999.pdf
Carminati, Caltagirone e la storia (marcia) d'Italia. Tutto, comunque e malgrado le disperate censure, nella sentenza Pecorelli.
Meno male che ci sei te a insegnarci come dobbiamo lavorare, come stare con i nostri figli ecc...
Ma come ti permetti di giudicare come faccio il mio lavoro?!
Siete dei pazzi frustrati incazzati col mondo!
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