Il grande caos di Piazza Navona (e ora speriamo di divertirci con il lavoro della Procura della Repubblica) ha oscurato molti altri casini più o meno grandi che interessano il Primo Municipio. Dalle luci di Natale agli altri mercatini invernali (e ce ne sarebbe da approfondire) fino alla storiaccia dei castagnari.
Non si è fatta distrarre però una giornalista del Corriere della Sera che la settimana scorsa ha scoperto che a Roma i venditori di caldarroste stanno lì solo in virtù di una sospensiva del Tar che il Comune non ha, guardaunpo', mai impugnato e che dunque è andata in prescrizione. A questo si è aggiunto, in questi giorni, il rinnovo senza ombra di uno straccio di bando e di gara di 4 postazioni di castagnari (indovinate chi è il titolare) nella zona di Prati che, secondo alcune normative, sarebbe dovuto dover rinnovare automaticamente - bah - fino al 2017, anno in cui entrerà in vigore la normativa Bolkestein (anche se abbiamo scarse speranze).
Ebbene queste 4 ordinanze noi ce le maneggiavamo in mano ormai da qualche giorno. Premesso che non siamo sicuri che fosse stato obbligatorio rinnovarle senza bando, ma detto questo la cosa ci permette di riflettere sui costi che queste concessioni generano per chi le richiede e le gestisce da anni. E sui guadagni che il Comune ha dal fatto di cedere pezzetti di territorio e pagare un prezzo in termini di decoro.
Il nostro castagnaro, come racconta oggi la bravissima Erica Dellapasqua sul Corriere della Sera, vende le sue castagnucce (perlatro anche a Ferragosto) a 5 euro per un cartoccio di 8 pezzi (buoni eh, bisogna dirlo, ma otto!). Fa 0,625 a castagna.
Ora noi sappiamo, visto che ce lo dicono le carte che pubblichiamo, che la cifra che deve pagare per l'occupazione di suolo pubblico (ovvero quello che lui dà alla città in cambio di quel posto privilegiato dove poter lavorare e far business) è pari a 349€ all'anno (all'anno!!!). Questo significa, ci aiuta l'aritmetica, che al castagnaro sarà sufficiente vendere 558,4 castagne per essersi ampiamente ripagato il costo dei quello che potremmo considerare il suo "affitto". Il che, considerati cartocci da 8 equivale a meno di 70 cartocci. Ipotizziamo realisticamente 15 cartocci all'ora ed ecco il tempo necessario per un castagnaro per ripagarsi interamente l'affitto annuo: quattro ore e mezzo, facciamo cinque per essere buoni.
Ne deriva che non c'è attività al mondo, traffico di organi, di cocaina e di armi inclusa, che consenta dei margini di guadagno pari a questa. Con l'aiuto che questa è una attività perfettamente legale e che non ti mette a rischio. Tanto è dal 1996 che il Tar ha dato la sospensiva e che aspetta una risposta dal Comune per capire se davvero a Roma sono compatibili in queste modalità 40 postazioni di castagnari che somministrano marroni abbrustoliti anche con 38 gradi all'ombra...