Oltre ad essere scadente, incoerente, ripetitivo, inconcludente, giustificazionista, superato di almeno trent'anni, disattento, spocchioso, ignorante e impreparato, il dibattito "civico" nella nostra città presenta anche dei tic che è bene, una volta per tutte, smontare.
Già il discorso sulla città è inesistente o fa schifo, se poi lo infarciamo di frasi sfatte e di concetti vuoti è davvero la fine. Nella solita insufficiente manciata di secondi radiofonici abbiamo abbozzato questo ragionamento ospiti, ieri mattina, a Radio Anch'io, una delle trasmissioni radio più seguita delle terre emerse. Dopo un dibattito tra Sabella, Marchini, Esposito e quant'altri, il dibattito ha pericolosamente virato verso il "senso civico" e i curatori di Radio1 forse proprio per quello ci avevano chiamati: per confermare che a Roma c'è poco senso civico, o per segnalare come un bel grumo di senso civico si stia coagulando attorno al nostro blog. Abbiamo invece cercato di impostare la cosa in maniera molto diversa, cercando di smontare i falsi miti e gli equivoci che aleggiano attorno a tre pericolosi concetti. Sono tre concetti belli, alti e nobili, ma che nella pozzanghera romana vengono strumentalizzati. Lo sarebbero anche a Parigi o a Berlino se non si garantisse una sorta di 'presidio' istituzional-amministrativo, ma tant'è. Da noi, fintanto che i prepotenti avranno la meglio sulle persone per bene e rispettose del prossimo e della città, anche le robe serie e fondanti vengono trasformate in grimaldelli a fin di male. E allora eccoli i tre miti da sfatare.
1. SENSO CIVICO
E' una cosa complessa. Molto amplia. Non necessariamente attiene al fatto di "fare" qualcosa di concreto. Anzi. Quella è più protesta, quella è più una forma di manifestazione. Tra l'altro una manifestazione (quella di pulire la città, intendiamo, sostituendosi a chi dovrebbe farlo per mestiere, profumatamente foraggiato dalle tasse versate) che ha molto più senso quando si pulisce sotto casa di altri (Retake) piuttosto che quando si pulisce sotto casa propria (Gassmann). Senso civico è anche essere preparati, informarsi, capire cosa succede, criticare e proporre solo se si è approfondita una partita, un argomento. Altrimenti tacere, per evitare di aggiungere confusione a confusione. Ma il senso civico è terrificantemente sopravvalutato: "eh ma manca il senso civico" è la giustificazione perché alcune cose non funzionano, quando non funzionano semplicemente perché non ci sono adeguati controlli e sanzioni. Le persone che salgono sull'autobus senza pagare non lo fanno per assenza di senso civico, lo fanno perché siamo tra le poche città al mondo dove si può entrare senza pagare. Metti questo sistema anche a Zurigo e nel giro di sei mesi neppure gli svizzeri pagheranno più il ticket, così come, di converso, metti un cafone romano a Londra e vedrai che pagherà tutto il dovuto fino all'ultimo penny.
2. BENE COMUNE
Altro appello che si fa ad ogni spron battuto è quello del bene comune. Giusto, bello, già. Peccato perché che sotto questo label si sono nascosti e si nascondono migliaia di farabutti che considerano qualsiasi cosa gli interessi bene comune e con questa scusa se ne impossessino ai danni della collettività, ai danni dei legittimi proprietari e ai danni della "concorrenza". Questa idea secondo cui se rubo un immobile e ci faccio una palestra con tariffe più basse (ovvio, non devo pagare l'affitto, non devo pagare le tasse, non devo pagare le bollette) sto facendo un servizio in nome del bene comune è da spazzare via.
3. PARTECIPAZIONE
Peggio mi sento. Giù appelli alla partecipazione. I romani partecipano poco. I romani dovrebbero partecipare di più. Ma che iddio ce ne scampi e gamberi! In questa fase storica purtroppo la popolazione di qualità è in altre faccende affaccendata o è ampiamente e felicemente emigrata in città più dignitose. E' rimasta una percentuale di ignoranti, persone in cattiva fede, conservatori che si venderebbero la madre al peggior offerente pur di non cambiare - anche se in meglio - le proprie abitudini. La partecipazione, a Roma, fa più danni delle scelte effettuate dai decisori politici, pubblici e amministrativi. Se quelli sono scadenti e fanno poco, la partecipazione popolare è peggio e, in luogo di far poco, punta a far nulla o a tornare indietro. Tutte le volte che ci è capitato di prendere parte a processi di partecipazione - ci sono le dovute eccezioni, è chiaro, ma sono quelle che confermano la regola! - abbiamo sempre notato grumi e metastasi di cittadini pronti a tutto pur di bloccare lo sviluppo della città. Bloccare il tram, bloccare la ciclabile, bloccare il parcheggio interrato, bloccare il cantiere della metropolitana, bloccare l'allargamento dei marciapiedi. Il paradigma della "partecipazione" a Roma (è un problema italiano, è vero, ma a Roma si accentua di parecchio) ce lo hai nelle riunioni di condominio e nello squallore dei comitati di quartiere (l'ultima notizia? Oggi quello di Tor di Valle, una zona fetente e vomitevole che potrebbe essere riqualificata dal progetto del Nuovo Stadio della Roma, hanno denunciato il progetto stesso alla Procura della Repubblica, che ha dovuto far partire una inchiesta). Tanto basta. Che questo modello venga portato nella filiera delle decisioni amministrative è follia in questa fase. I decisori che sono pagati per farlo decidano per il meglio, tanto è facilissimo farlo: basta copiare quanto fatto in tutto il mondo su problemi che tutti avevano e che oggi sono rimasti solo qui.
Quanto detto è assolutamente reale e mi trovo d'accordo quasi con tutto quello che è stato detto, eccetto nella parte in cui si cerca di sfatare il mito della partecipazione. Premettendo che io stesso non credo ai benefici della partecipazione di ogni singolo cittadino, ma solo di gente competente, mi trovo in disaccordo con alcuni esempi fatti a riguardo. Uno è quello dello nuovo stadio della Roma di Tor di Valle e tutto il progetto che ne segue, il quale è un lampante caso di futura speculazione. Che gli abitanti della zona si siano opposti non può che essere una cosa positiva, senza togliere che anche esperti di un certo calibro, come Portoghesi, si siano mobilitati per evitare che questo progetto venga approvato. Piuttosto c'è da domandarsi se la gente che si sta opponendo lo fa con cognizion di causa e se così non fosse allora domandarci se effettivamente a Roma il popolo viene correttamente informato su quanto accadrà.
RispondiEliminaLa cosa che mi ha sempre stupito a Londra e' che li' anche il piu' truce coatto borgataro si ferma con la macchina sulle striscie pedonali quando passa un pedone o fa diligentemente il biglietto quando sale sull'autobus.
RispondiEliminaEvidentemente centinaia di anni dove le regole sono state fatte rispettare hanno sortito il loro effetto.
Portoghesi Chi?
RispondiEliminaQuello che ha fatto quella merda di piazza san silvestro?
Beh allora...
Bravi RFS, questo è il nocciolo del problema!
RispondiEliminaRoma è differente dalle altre città perché abitata in gran numero da esseri subumani, idioti ed arroganti.
Dobbiamo ammettere come secoli di cattolicesimo forzato abbiano marchiato in peggio le coscienze e continui a farlo. Non nascondiamoci dietro un dito!
La vera differenza di Roma con le altre città è il VATICANO!
Presenza ingombrante che solo apparentemente si è defilata ed invece impera felice e radiosa come non mai.
Uno dei motori del malcostume e di pratiche innominabili sul territorio da sempre.
Una matrice di ignoranza e superstizione, una pesantissima eredità per una città che vorrebbe diventare 'normale'!
Forse un giorno ce la farà. Forse ... ciao
Io non credo che a Bologna si fermino alle strisce perché lì ci sono più controlli e sanzioni. Lì c'è più senso civico appunto, cioè il sentirsi parte di una comunità: se non mi fermo sulle strisce perdendo 3 secondi un altro rischia la vita. Ferma un campione di 100 bolognesi e avrai queste risposte. A Roma neanche capiscono la domanda.
RispondiEliminaIl senso civico ispira la partecipazione. Se manca il primo manca la seconda e questa è lasciata agli innumerevoli e improbabili personaggi di importazione (esempio: gli ultimi due sindaci, i casamonica, i ministeriali meridionali, ecc..), gente che sente Roma come un posto di passaggio e solo un'occasione da sfruttare finché possibile, lecitamente e non.
Quindi noi che paghiamo sempre il biglietto del bus/parcheggio, non buttiamo mai rifiuti per terra, salutiamo i condomini, guidiamo rispettando le regole, ecc., non lo facciamo per senso civico???
RispondiEliminaPartecipazione, bene comune, senso civico sono tre parole civetta, tipo "integrazione", "tolleranza", "inclusività", cioè parole vaghe che postulano un bene che non è tale per veicolare una montagna di abusi.
RispondiEliminaIntegrazione in particolare vuol dire: mischiare delle sub culture di criminali con una cultura millenaria, per attivare una progressiva demolizione sociale.
RispondiEliminaNon c'è niente da integrare tra uno zozzone che si pulisce i piedi davanti al suo negozio di frutta disposta in codice per lo spaccio e la civiltà di Augusto e di Leonardo da Vinci.
Visto come travaglio subito ha gioito nel poter far leva su un bambino annegato - per colpa loro che istigano questo esodo criminale! - e oscenamente fotografato per dotare i mafiosi di un piede di porco - è il caso di dirlo -ricattatorio per zittire la gente per bene che non ne può più di questo schifo.
RispondiEliminaCome previsto, saltuarie mattanze pilotate a questi assassini per imporre il proseguio della sostituzione etnica, favorire il traffico di armi e lo smercio di finmeccanica.
RispondiEliminache bravi che siete.
Come previsto, saltuarie mattanze pilotate da questi assassini per imporre il proseguio della sostituzione etnica, favorire il traffico di armi e lo smercio di finmeccanica.
RispondiEliminache bravi che siete.
Maurizio Battista - che amo - vi direbbe: Roma e' grande, tanto grande - ossia la traduzione di: Se a Pariggi ci fusse lu mere sarebbe una piccola Beri.
RispondiEliminaIn effetti come fai - penso al Belgio - ma non solo, dove OGNI palazzo pulisce a spese sue la strada su cui si affaccia - bello no ? Ma se poi fai 10 metri e ti trovi sommerso da mondezza, cassonetti strapieni - ti cascano le braccia e regredisci al: ma chi me lo fa' fa' - annate affanculo e mo' butto pure io do capita capita/
RispondiEliminaVa bene ... Evidentemente di senso civico e di partecipazione non ne capite un tubo, e ci può stare.
RispondiEliminaMa se si è ignoranti, come giustamente avete anche scritto, si tace. Post imbarazzante.
Al di là dello schifo delle scritte in sé e per sé, ma ci rendiamo conto di che gente esiste? Ti nasce un figlio e tu al massimo -ammesso che abbia un senso imbrattare un muro per questo- riesci a esprimere la tua gioia associandolo alla tua squadra del cuore?!?! E' questo il massimo livello espressivo da associare a una nascita? E ci stupiamo che Roma (e l'Italia) stiano come stanno? Che paura...
RispondiEliminaGiusto... Parole sacrosante.. Ma perché hai scritto allora?
RispondiEliminain questo blog si parla alla fine solo del popolino....dei pezzenti mentali, degli analfabeti, dei tifosi, degli zingari.....purtroppo è la conferma che la mancanza di cultura, di opportunità, di libertà di pensiero rendono la persona simile alla bestia che vede gli altri solo come ostacoli al proprio godimento....questi scrivono sui muri del Grassi di Ostia e altri ospedali riservati ai morti di fame che sono costretti a frequentarli....di sicuro se uno ha i soldi va in una clinica privata tirata a lucido....io mi chiedo se la colpa è delle persone che si sono ridotte a questo scempio o del sistema che ci fa nascere tutti diversi e che da a pochi molto e a tanti nulla....
RispondiEliminai poveracci cercano una redenzione attraverso i propri figli....non sanno che faranno la loro stessa fine schifosa....costretti ad imbrattare il muro di un ospedale e disegnare come bimbi le maglie della propria squadra del cuore, mentre il riccone di turno ha già pronta e spianata la strada per il proprio rampollo.....popolo pecore
sarà che sono del nord, ma francamente non condivido l'affermazione che chi non paga il biglietto non lo fa per assenza di senso civico, ma perchè non ci sono sanzioni..!! sicuramente senza sanzioni i furbetti han vita facile, ma chiunque credo si renda conto che se nessuno paga, non ci sono neppure soldi per far andar i mezzi, pagar gli stipendi agli autisti, investire in mezzi nuovi...
RispondiEliminaE trovo odiosa la mentatà ahimè piuttosto diffusa che "paghino tutti gli altri fessi ed io che son furbo non pago"...
personalmente sanzioni o non sanzioni pagherei in ogni caso... forse non è senso civico propriamente inteso, ma onestà e buon senso sì.!
STAT ROSA PRISTINA NOMINE
RispondiEliminaNOMINA NUDA TENEMUS
tre parole che al criminale comunista servono a sfasciare città, a giustificare lo spaccio, l'abusivismo e a rubare case
tre parole che al criminale contrattualizzato servono a costruire una fabbrica in mezzo a un parco nazionale e un condominio sull'Appia Antica
Le parole di moda sono sempre un grimaldello per compiere infamie.