Ciò che in questi mesi sta combinando Italgas è davvero qualcosa di pazzesco. Non sappiamo e mai sapremo se per colpa di Italgas stessa, se per colpa dei suoi fornitori o se, con ogni probabilità, per colpa della profonda cialtronaggine del Comune di Roma.
Sta di fatto che si susseguono episodi ai quattro anni della città più o meno sempre con lo stesso plot: strade dopo anni finalmente riqualificate un minimo (per quanto si possa interpretare "riqualificare" a Roma, ovvero rifare qualche millimetro d'asfalto e buttare giù una segnaletica spray che durerà 10 giorni al massimo) vengono la settimana successiva immancabilmente spaccate, aperte, divelte. La chiusura è sempre tardiva (per legge deve passare molto tempo con la chiusura provvisoria) e comunque, anche nella fase finale, raramente di qualità.
E' un enorme occasione perduta perché questa di Italgas (che ha sventrato e sventrerà tutta la città) poteva essere l'unica possibilità di modificare e riadattare alla contemporaneità delle strade che sono lì da cent'anni e che nessuno ha mai pensato di riprogettare. Italgas per fare questo lavoro ha e aveva a disposizione decine di milioni di euro e aveva l'obbligo di riqualificare una volta sostituite le tubature. Invece di vivere la cosa come un disagio, la si poteva considerare un passaggio strategico, dando delle indicazioni ad Italgas per il ripristino (paletti, orecchi anti sosta selvaggia e molto altro). E' stato fatto ma forse sul 5 o sullo 0,5% delle strade, sul resto si è lasciata l'azienda abbandonata e libera di fare o di non fare.
Ma lasciamo da parte la clamorosa opportunità mancata e perduta e saliamo un attimo di livello chiedendoci una cosa: perché per sostituire le vecchie tubazioni e mettere quelle attualmente a norma Italgas ha dovuto sbuzzare tutta la città, bloccare il traffico, talvolta (come questa estate) fermare la circolazione della rete tramviaria, generare disagi, degrado, ritardi? Semplice: a Roma manca una infrastruttura fondamentale: i canali sotterranei di servizi. Un altro grande regalo dalle classi dirigenti inqualificabili che hanno amministrato questo territorio nei decenni passati pensando esclusivamente al proprio tornaconto personale, ad alimentare la sacca della corruzione e a depredare il denaro pubblico.
Riconoscete questo luogo dove ora sono partiti nuovi lavori Italgas? Leggete qui... |
A Roma, dunque, ogni cambiamento tecnologico si trasformerà in emergenza. Oggi c'è il gas, ma domani ci sarà la luce, poi i sarà il telefono, la cable tv, poi i sarà l'acqua (che ha condotti vecchi e velenosi, tra l'altro). Il sottosuolo della città non è percorso da gallerie di sottoservizi all'interno delle quali gli operai possono operare, sistemare guasti, sostituire tubazioni. No. Questo accade in tutte le città occidentali, ma non a Roma. Il sottosuolo della città si presenta, in ogni punto, come il groviglio di cavi che vedete in questa foto scattata in alcuni lavori aperti tra Via Labicana e Via Merulana. Non esiste nulla di simile da nessuna altra parte del mondo nei paesi sviluppati. Ecco perché, ad esempio, quando fanno un intervento sulla rete elettrica spaccano un condotto dell'acqua, quando intervengono sul gas fanno saltare la luce e così via. Roba da megalopoli di paese sottosviluppato.
Investire in canali di servizi finalmente? Ma che state scherzando! Questo significherebbe che non ci sarebbero più scuse per l'asfalto ammalorato, significherebbe togliere mille pretesti, significherebbe interrompere il gioco del chiudi e riapri che vale decine di milioni l'anno per le ditte degli amici e milioni l'anno in corruzione, regali, finanziamenti alle campagne elettorali: all'estero il concetto di "scavo" proprio non esiste. Ecco perché a Roma hai le "buche" (cosa sconosciuta altrove) e le avrai per sempre. In gran parte sono dovute al fatto che esistono mille entità autorizzate a scavare (e poi a ricoprire alla bell'e meglio) nelle strade e nei marciapiedi della città.
In una città che si è abituata a vivere nell'inefficienza e nell'inefficienza ha trovato la sua dimensione (seppure a danno di quasi tutti i cittadini per bene), solo con una rivoluzione violenta cambi le cose, non certo riformando. Perché un sistema che sulla malagestione prospera, non firma in calce alla sua condanna a morte. Ecco perché parlare di canale di sottoservizi a Roma è uno dei tabù assoluti: funzionari, dirigenti, capi politici, assessori, portaborse. Ci sono migliaia di persone che campano grazie al caos, migliaia di persone che esistono sulla faccia della terra solo perché Roma si ostina - nel silenzio dei suoi residenti - ad essere l'unica città del terzo mondo in Europa.
Niente da fare, non ci si arriva con la ragione, non c'è speranza. Questa città è servita da dementi che hanno il cervello appena sufficiente per camminare.
RispondiEliminaCon le soluzioni che ci sono oggi, i materiali innovativi a disposizione ancora andiamo ad interrare le tubazioni e poi è fantastico il modo con cui chiudono e riasfaltano queste buche. Da terzo mondo, ci manca solo che per acciaccare l'asfalto usano gli scarponi.
Questo è uno dei temi fondamentali per il riassetto della città, che non verrà mai affrontato. A Londra e Parigi la cosa è stata fatta due secoli fa. Qui forse potrebbe avvenire per i nuovi quartieri.
RispondiEliminaQuesti sono quegli interventi che non portano voti/consenso perché invisibili ai più, ma che sono fondamentali per avere i servizi ben mantenuti ed efficientati: riguardo le acque ad esempio si stima che ci sia una grandissima perdita proprio nella rete di acquedotti e distribuzione che comporta uno spreco molto alto di una risorsa che potrebbe diventare sempre più rara anche in Italia.
Comunque sarebbe un lavoro che vedrebbe impegnata la città in buoni 20-30 anni di cantieri, e dubito fortemente ciò potrà mai avvenire se non a seguito di uno spopolamento sostanzioso.
http://www.youkosoitalia.net/tecnologia-giapponese/la-struttura-logistica-di-una-strada-cittadina-giapponese/
RispondiEliminaO Tonelli, ecco il tuo errore: quando dici "paesi sviluppati". Perchè ti ostini? È come se dicessi "Roma, a differenza di tutte le altre città della Georgia...". Roma non è in Georgia, e purtroppo questo non è un paese sviluppato. È triste, è infinitamente triste, ma è così.
RispondiElimina....Le altre Città...le altre Città... Le Altre città.. Tonelli SVEJATEEEEEEEEEEEE!!! Roma non è una città.
RispondiEliminaE' un insieme di abitati, buttati lì alla meglio. Parioli compreso, EUR ( un pò meno ), Prati e Ostiense(una parte) ancora un pò meno... ( ma guai nominare chi l'aveva pensate queste cose, vero? P.s. Non sono uno con la statuetta in camera..per niente, ma... )... Secondo: A ROMA ce stanno i ROMANI, nun ce stanno i giapponesi...i Tedeschi ..etc..etc..
FATTENE UNA RAGIONE. E morice contento.
Molti non ci crederanno ma a Roma qualche tratto con i sottoservizi in tunnel ci sta. Abitando a Torrevecchia (dio ve ne scampi) per scendere a valle con la piena percorro la Trionfale, e ancora ricordo le madonne invocate quando, credo una quindicina d'anni esono, chiusero per qualche mese la suddetta strada nel tratto che percorre il quartiere valbovina(balduina). Motivo: la realizzazione di 1 km di galleria per sottoservizi...
RispondiEliminaAlcuni mesi oesono, passando all'altezza di villa stuart, una ruspa scavava incurante l'asfalto. Da allora gli interventi sul tratto si son moltiplicati (apri e chiudi sempre nello stesso punto) e qualcosa mi dice, ma non lo so invero, che la ruspa, inconsapevole dell'esistenza della galleria di servizio, abbia fatto qualche danno ( se lo ricorderanno in municipio che li c'e' la galleria di servizio? lo sapranno le ditte che li non devono ruspare la strada? :-) )
salud
Ne parlava Rutelli quando era sindaco il secolo scorso, li chiamava "gallerie intelligenti".
RispondiEliminaE' per questo che non sono state mai realizzate: erano intelligenti e quindi incompatibili con questa città disperata...
Vabbè, dopo la fantascienza delle gallerie intelligenti torniamo alla normalità romana.
RispondiElimina4 parcheggiatori abusivi al San Camillo multati di 771 euro a testa
trattasi di persone già conosciute dagli agenti, tutti stranieri di nazionalità nordafricana, pluripregiudicati, tossicodipendenti e sieropositivi.
http://www.romatoday.it/cronaca/parcheggiatori-abusivi-forlanini-san-camillo.html
RispondiEliminaTecnicamente i tubi del gas non possono andare in cunicoli chiusi prima di dire stronzate documentatevi
RispondiEliminaI tubi del gas no, ma tutti gli altri si, cazzo
RispondiEliminaMa lo volete capire che a Roma ci sono i romani? Ma li vedete ogni giorno nei loro gesti quotidiani? Non c'è speranza. Roma è una città ad immagine e somiglianza di chi la abita.
RispondiEliminaUsare i marciapiedi per passare i tubi? Dai meno fastidio e spendi meno. Gas su un lato e elettricità sull'altro.
RispondiEliminaPoche ore fa. Due donne ed un uomo sulla sessantina, non anziani. Distinti, aspetto dignitoso. Le signore sono sul marciapiede, il signore è sulla strada, incurante delle macchine che passano, vicino a un incrocio. A pochi centimetri dai loro piedi, quasi al centro dell'ideale triangolo formato dalle tre persone, una cacca di cane di dimensioni quasi umane.
RispondiEliminaChiacchierano amabilmente, incuranti dell'intralcio che provocano e della puzza di merda,
Fotografia di Roma e dei romani.
Usare i marciapiedi per passare i tubi? Dai meno fastidio e spendi meno. Gas su un lato e elettricità sull'altro.
RispondiEliminaRicordo che a prima delle Olimpiadi del 1960 Via Candia fu chiusa per mesi e costruirono un tunnel tecnologico per tutti i servizi.
RispondiEliminaInoltre tutto il sottofondo della strada fu realizzata una soletta in cemento armato.
Ebbene la strada non ebbe mai più problemi fino alla costruzione della Metro A.
Forse qualcuno si rese conto di aver realizzato una cosa troppo ben fatta su cui era poi impossibile "ruspare", e non ricordo di altre strade trattate in questo modo!!!
Meglio continuare a fare "porcherie" su cui si "ruspa".
Sì, infatti. All'estero l'asfalto e i marciapiedi sono fatti a inserti che vengono sollevati e ricollocati in caso di lavori superficiali, e le ditte sono tenute a rimborsare qualunque falla alla superficie stradale di cui sono responsabili entro i quindici anni dalla messa in posa.
RispondiEliminaQui abbiamo proprio una legislazione che supporta la speculazione corruttiva e una Chiesa che giustifica ideologicamente il parassitismo.
Ovvia, l'abbiamo capito che il problema è la mafia. E' talmente quello e talmente ampio, che le eccellenti notizie in merito alle indagini sull'argomento vengono apertamente boicottate dai giornali.