A metà luglio abbiamo letto sulla stampa cittadina di una iniziativa finalmente ottima e in linea con le esperienze di qualità a livello occidentale: detenuti che per scontare la spesa si occupano di tenere pulito il verde pubblico. Primo esperimento Piazza Cairoli.
Ci siamo messi un promemoria e dopo 1 mese esatto siamo andati a vedere come procede il progetto e abbiamo trovato alcuni elementi positivi (senza nascondere quelli negativi). Indubbiamente il progetto è una buona idea sotto mille punti di vista (non ultimo proprio quello della rieducazione che è lo scopo principe della detenzione) e non si vede perché non espanderlo ad altre aree. Riguardo a Piazza Cairoli in particolare sono tanti i problemi strutturali: il verde è disastrato e, per quanto pulito non dà mai il meglio di se. La piazza non è dotata di servizi (se fosse a Lisbona avrebbe il suo fantastico chiosco, chiamato anche a tener pulito), è circondata di manufatti orribili (centraline, armadi urbani, edicole) tutti completamente imbrattati.
Insomma il buon lavoro dei detenuti (qui sopra vedete cosa accade durante il giorno, qui sotto invece vedete cosa accade durante la sera, evidentemente i carcerati "staccano" con gli stessi orari di uno spazzino dell'Ama: cosa anche questa abbastanza assurda), viene un po' vanificato dalle circostanze e dal contesto. Ma potete farvi una vostra idea grazie ai due video girati giusto ieri.
Ci siamo messi un promemoria e dopo 1 mese esatto siamo andati a vedere come procede il progetto e abbiamo trovato alcuni elementi positivi (senza nascondere quelli negativi). Indubbiamente il progetto è una buona idea sotto mille punti di vista (non ultimo proprio quello della rieducazione che è lo scopo principe della detenzione) e non si vede perché non espanderlo ad altre aree. Riguardo a Piazza Cairoli in particolare sono tanti i problemi strutturali: il verde è disastrato e, per quanto pulito non dà mai il meglio di se. La piazza non è dotata di servizi (se fosse a Lisbona avrebbe il suo fantastico chiosco, chiamato anche a tener pulito), è circondata di manufatti orribili (centraline, armadi urbani, edicole) tutti completamente imbrattati.
Insomma il buon lavoro dei detenuti (qui sopra vedete cosa accade durante il giorno, qui sotto invece vedete cosa accade durante la sera, evidentemente i carcerati "staccano" con gli stessi orari di uno spazzino dell'Ama: cosa anche questa abbastanza assurda), viene un po' vanificato dalle circostanze e dal contesto. Ma potete farvi una vostra idea grazie ai due video girati giusto ieri.
Resta da menzionare un fatto: per tener pulito quello che forse è lo spazio verde più centrale della città e che fino a ieri era in condizioni da emergenza sanitaria, una azienda come Ama e un Comune come quello di Roma che messi assieme hanno più dipendenti della Fiat-Chrysler, si sono dovuti rivolgere ad un gruppetto di galeotti...
Bellissima iniziativa, tra l'impunita' e la galera esiste la possibilita' dei lavori socialmente unici, specialmente a Roma dove, malgrado 63000 lavoratori, stipendiati da tassazione scandinava, sembra che che ci siano solo 3 spazzini, 2 vigili urbani e 1 giardiniere, visto le condizioni della citta'.
RispondiEliminaIl tuo fantastico chiosco farebbe la fine dei manufatti orribili, sarebbe completamente imbrattato dai taggaroli. E il chioscarolo dopo aver riverniciato una volta, due volte, tre volte, si romperebbe i coglioni e lascerebbe stare.
RispondiEliminaAssolutamente favorevole. Bellissima iniziativa, un detenuto ci costa più di 3 mila euro al mese. E' giusto che quelli non pericolosi lavorino per reinserirsi e ridare qualcosa alla comunità.
RispondiEliminaSi potrebbe pensare ad un presidio fisso, in alcuni punti strategici, di detenuti per mantenere pulito e scoraggiare vari comportamenti incivili: buttare carte e bottiglie per terra, parcheggiare a cazzo, importunare i turisti con la paccottiglia made in bangla.
Contrario invece al chiosco privato nel bene pubblico, considerata la realtà di Roma ci ritroveremo con altri padroncini che riempiono i chioschi di immi(n)grati sfruttati e si impadroniscono degli spazi circostanti, avete presenti i tavolini abusivi?
Lavori forzati!
RispondiEliminasarebbe bello fare un servizio sullo scempio delle centraline elettriche: anche in piazza cairoli ce n'è una, orribile, proprio a ridosso del giardino 800esco.
RispondiEliminaUn presidio fisso di detenuti??? Ma stiamo delirando?
RispondiEliminaLa manodopera esiste eccome, basta utilizzarla. Penso alle migliaia di impiegati fancazzisti dell'amministrazione pubblica (Comunale, Provinciale e Regionale) oppure alle centinaia di dirigenti che si potrebbe riutilizzare proficuamente nella cura del verde pubblico. No?
Ciao
Ovviamente la mia proposta include la riduzione dell organico pubblico sovradimensionato da sostituire con un misto di detenuti e
RispondiEliminaPA. Il presidio aiuterebbe anche i detenuti a integrarsi migliorando la qualità della loro vita.
Aggiungo i profughi che abbiamo a Roma su cui ci mangiano le cooperative varie visto che ci costano 40 euro al giorno potremmo anche valorizzarli con iniziative di questo tipo. E al contempo sforbiciata la pA
RispondiEliminaMichele
A seguì le stronzate de 'sto blog se diventa tutti prede rincojonite cò lo smartphone 'n mano 'nvece de no zaccagno e de 'n fero nell'antra.
RispondiElimina"....una azienda come Ama e un Comune come quello di Roma che messi assieme hanno più dipendenti della Fiat-Chrysler, si sono dovuti rivolgere ad un gruppetto di galeotti.." Parole sante: QUESTO E' IL VERO SCANDALO !!!
RispondiEliminaUna citta' tenuta neanche avesse il personale di Cervara..mancano sempre le risorse umane quando sappiamo benissimo che sono tutti assenteisti o imboscati !!
A me sembra si tratti di 4 detenuti - volontari - AI DOMICILIARI che A ROTAZIONE (1 al giorno)intervengono per 4 ore con l'accompagnamento di 1 supervisore (operatore sociale = cooperativa) un vigile urbano e 2 addetti dell'AMA per caricare i sacchi dei rifiuti e fornire e ritirare l'attrezzatura utilizzata (abbigliamento - da cambiare ogni giorno - rastrello, guanti etc.).
RispondiEliminaQueste 4 persone "controllano" che tutto si svolga regolarmente e siccome tutto si svolge "regolarmente" guadagnano in questo modo il loro stipendio, SENZA ALZARE PAGLIA!
Credo sarebbe meglio utilizzare detenuti a lunghi periodi, con la palla al piede e A MANI NUDE con 1 soldato con fucile.
Dimenticavo:
RispondiElimina2 turni di 12 ore (per la notte 2 PALLE al piede.
come al solito ipocrisia e falsità, utilizzare detenuti o immigrati? si molto bello e come per il retake de sto cazzo la domanda è sempre la stessa, perché chi deve lavorare con determinate mansioni NON lo fa, o gli è impedito dai suoi capi??? vedi AMA e ATAC in maniera differente con una marea di personale inutile negli uffici??
RispondiEliminaperché favorite il LAVORO GRATUITO???, capito stronzi, GRATUITO!!!!
perché io, come tanti altri sono costretto a lavori con contratti a tempo, e zero tutele, e mi devo trovare davanti a chi VIENE messo a lavorare gratis(dateglieli e viamo se li rifiutano...) e invece per me e tanti altri zero concorsi, zero assunzioni...e visto che ve piace tanto sparare cazzate pure zero contributi pensione, cosi la prossima volta ve la pagherà un detenuto ( col massimo rispetto visto che credo nella riabilitazione) la pensione col suo lavoro gratuito....imbecilli!!!!
D.
Per come la vedo io non è lavoro gratuito. I detenuti e i profughi sono gente che viene mantenuta senza produrre nulla.
RispondiEliminaChiedere un ritorno non è solo logico, ma è anche giusto moralmente corretto e probabilmente benvoluto dagli stessi.
Certo come evidenziava un commentatore qui sopra bisogna innanzitutto diminuire il pantagruelico organico della PA.
Dopo bisogna organizzare il lavoro in maniera funzionale, ad esempio basterebbero due addetti delle forze dell'ordine a gestire una decina di detenuti che lavorano su una zona medio piccola. Senza bisogno di palle al piede e fucili. Tanto i condannati per crimini piccoli e non violenti non avrebbero alcun ritorno a creare casini e rischiare un aumento della pena, e per loro è sicuramente più bello passare una giornata a lavorare all'aria aperta che stare 24 ore in carcere.
Per il commentatore D. mi spiace che non riesci a trovare lavoro. Onestamente non penso che gestire intelligentemente quelle che per ora sono solo perdite (detenuti e profughi sono soldi a fondo perduto che tutti noi buttiamo via, sono soldi sottratti anche alle pensioni) ti ostacolerà. La colpa è dello stato che permette la verognosa tiritera dei contratti a termine iterati all'infinito.
Con affetto,
Michele
Tutti a guardare il dito (il detenuto pulitore) e nessuno si accorge della luna: come e' possibile che un ora dopo il servizio il giardino sia rifotto ad una discarica del genere?!
RispondiEliminasaluti
Cittadino Romano e Italiano ha detto...
RispondiEliminaRoma. funerali casamonica con la musica del padrino. le istituzioni e i loro rappresentanti locali eletti o in divisa guardano , blog di protesta e giornali locali tacciono per convenienza vergogna vergogna .
Da residente in zona, posso riferire che il negozio di piante e fiori dirimpettaio dell'area verde aveva chiesto al Primo Municipio di poter curare i prati e le piante del giardinetto, chiedendo solo l'apposizione di un cartello di piccole dimensioni che rendesse nota l'opera. Sottolineo che situazioni del genere sono normali in altri comuni (Civitavecchia, per restare in provincia).
RispondiEliminaOvviamente il primo municipio ha risposto di no: hai visto mai togliere ai burocrati dell' AMA il potere di rovinare il verde di Roma.
Un comitato spontaneo di cittadini del rione Regola aveva poi chiesto di installare uno scivolo ed un'altalena per i bambini del quartiere (i più vicini si trovano a Piazza San Cosimato o a Villa Sciarra: ossia 15 minuti di auto o bus per far giocare i pupi). La risposta, ovviamente negativa, del municipio è stata motivata dall'esistenza di un vincolo artistico posto dal ministero sul giardinetto (peraltro nato come terreno di risulta dopo l'abbattimento di un palazzo nel XIX secolo). Abbiamo così imparato che i brik di vino in cartone, le bottiglie di birra e le siringhe usate fanno parte del patrimonio culturale italiano.