I 5 motivi per cui il GRAB non è soltanto inutile, ma profondamentedannoso per Roma

29 agosto 2015

La premessa è che più ciclabili si fanno e meglio è. Questo è un postulato che funge da regola aurea. L'altro postulato, tuttavia, è che le risorse sono un bene limitato (anzi, un bene scarso) e dunque tutt'altro che infinito. Ciò significa che se c'è una disponibilità pari a 100, investendo 100 su un progetto si avrà zero da investire sull'altro progetto.
Ecco perché il Grab comincia ora, all'appropinquarsi del Giubileo della Misericordia, ad essere qualcosa di preoccupante. La proposta di per se è interessante e innocua: realizzare (unendo alcune ciclabili già esistenti, adeguando alcune strade e attrezzando alcuni percorsi dentro ai parchi ed alle aree verdi della città) un anello ciclabile di 44 km dedicato ai turisti e ai ciclisti della domenica. Non si capisce come alcune importanti associazioni (VeloLove, Legambiente, Touring Club, Salvaiciclisti ecc) si possano permettere il lusso di pensare ai cicloturisti in una città dove chi va a lavoro, a scuola, a fare la spesa, a cena fuori o ad accompagnare i figli a scuola con la bici rischia la vita ad ogni angolo, ma comunque sono affari loro e dei geni che sottoscrivono la tessera. Sono affari loro finché non arrivano voci di finanziamento. Ed è quello che sta succedendo in queste ore col Ministro Delrio pronto a staccare l'assegno. Proprio quel Ministro che, giustamente, è il modo più rapido e intelligente, usa la bici per andare da Palazzo Chigi a Porta Pia (dove ha sede il suo ministero) ma che poi finanzia ciclabili in campagna invece di proporne una, sacrosanta, su Via XX Settembre ad esempio.
In una città dove non esistono ciclabili urbane (vere, non sentieri lungo l'Appia Antica o Villa Ada) e dove non si trovano i soldi per finanziarle, si trovano invece i milioni necessari a produrre un velleitario circuito per chi la bici la usa non per spostarsi da un punto A ad un punto B bensì per girare in tondo divertendosi e pigliando il sole? E' quanto meno un insulto, una visione della ciclabilità datata 30 anni fa, un voltafaccia per i tantissimi ciclisti urbani che ogni mattina per andare a lavoro ed ogni sera per tornare affollano strade che dovrebbero essere dotate di percorsi ciclabili e che invece offrono soltanto enormi rischi per l'incolumità, stress, insicurezza.


"Il percorso" dicono sul sito del Grab "si snoda principalmente lungo vie pedonali e ciclabili, parchi, aree verdi e argini fluviali (31,9 km, pari al 72,2% del tracciato). Altri 3,6 km (l’8,1%) si sviluppano su marciapiede che possono facilmente accogliere una ciclabile e 6,8 km (il 15,4%) interessano strade secondarie e a bassissima intensità di traffico. Solo 1.900 metri del GRAB sono attualmente congestionati da un intenso flusso di veicoli motorizzati". Ecco Roma ha bisogno esattamente del contrario, ha bisogno di permettere ai ciclisti di utilizzare le grandi direttrici urbane di penetrazione alla città, ha bisogno della ciclabile su Viale Marconi e su Via Nazionale, della ciclabile su Via Nomentana (storia annosa) e e di quella sulla Circonvallazione Gianicolense o su Viale Trastevere così come di ciclabili su Via Appia, Via Prenestina (forse siamo riusciti ad ottenerla strillando come aquile con il sindaco), Via Casilina e così via.
La città ha bisogno poi di migliaia di km di ciclabili leggere (il modello è questo qui sopra, lo potete trovare su Via Portuense subito fuori Porta Portese) che rappresentano una svolta benefica enorme per il traffico urbano: costano pochissimo, riducono o eliminano lo spazio per la sosta selvaggia (è facile distinguere una ciclabile utile da una inutile, è utile quando toglie spazio alle macchine, specie quelle in sosta, specie quelle in sosta abusiva), rendono la strada più facile da pulire per l'Ama, trasformano le auto in sosta da fastidio pericoloso a opportunità di sicurezza. Con i soldi (4 milioni) necessari a fare i 44 km totalmente inutili (se non per qualche turista, ma ne dubitiamo) del Grab si potrebbero portare a termine 400km di ciclabili leggere.

1. ignora il piano quadro della ciclabilità
Dopo anni di calvario Roma ha approvato nel 2012 un Piano Quadro della Ciclabilità. Un documento ufficiale che dice dove vanno e non vanno fatte le ciclabili in città e ne prevede diverse centinaia di chilometri. Invece di attuare il Piano Quadro, che non è il massimo della vita (è molto poco coraggioso) ma potrebbe cambiare in meglio la faccia di una città disegnata per le macchine che manco Los Angeles negli anni Settanta, si pensa a nascondere i ciclisti a Villa Borghese o lungo le banchine perennemente allagate del Tevere? Roba da non credere. E se è vero, come pare, che il progetto Grab si porta dietro anche la realizzazione di 22 bike lanes confacenti al Piano Quadro della Ciclabilità, non si capisce perché per avere queste, che dovrebbero essere dovute, ci dobbiamo prendere nel pacchetto anche il Grab. Come dire che per fare una cosa buona, economica e utile devi accollarti anche una roba totalmente campaga in aria per compiacere associazioni e amici che poi potranno tornarti utili.


2. fa un danno culturale relegando la bici a strumento di svago
Questa forse è una delle cose peggiori. Considerare le biciclette come qualcosa di "bello", "pulito" ed "ecologico". Roba da fricchettoni che non vogliono inquinare. Ridicolo e superato dovunque. In tutte le città occidentali, anche quelle - si pensi a Londra e a Parigi - dove fino a 10 anni fa tutto sembrava fatto su misura per le auto, la bici è oggi considerata lo strumento di trasporto più smart per coprire distanze sotto i 5km. In città come Parigi, che era il regno delle maghine ancor più di quanto non lo sia Roma, oggi la bicicletta copre il 10% degli spostamenti urbani. E nessuno si sognerebbe di finanziare piste ciclabili dentro il Bois de Boulogne... Perché Graziano Delrio dunque non si pone il problema di investire cum grano salis i pochi soldi che destina alla ciclabilità?

3. consente a chi amministra di poter dire che ha fatto km di ciclabili
E distoglie l'attenzione. Con la nenia della "ciclabile urbana più lunga del mondo" il Grab è il perfetto grimaldello per chi amministra. Senza fare nulla, senza torcere il capello a nessuno, senza cambiare mezza abitudine urbana, senza togliere sosta selvaggia, sosta abusiva e ostacoli alle biciclette e ai pedoni puoi andare in giro per il mondo - supportato da fior di associazioni che ci sanno fare con la visibilità e gli uffici stampa - a dire che hai fatto la ciclabile più lunga delle terre emerse. Poco importa che non sia vero, poco importa che non serva a nulla: ci pensano i pr a convincere i giornali. Vuoi mettere? Ecco perché il Grab oltre ad essere inutile è profondamente dannoso: fornisce un pretesto, una scusa, un appiglio ad una politica sempre poco lucida e poco capace di incidere. Non solo avremo ciclabili inutili e pretestuose, ma non potremo neppure più protestare perché il Sindaco e l'assessore ai trasporti potranno risponderci "ehi, ma cosa volete? Abbiamo fatto 44km di pista e ne parlano in tutto il mondo: siamo una città ciclabile ora!!!". 

4. distrae soldi da progetti più significativi
Lo abbiamo detto in premessa: i soldi non sono infiniti e i finanziamenti per la ciclabilità quelli sono, occorre concentrarli al massimo affinché il singolo euro serva a portare un ciclista urbano in più per strada e serva a migliorare confort, benessere e sicurezza dei tanti ciclisti urbani che già hanno deciso di mettere in pratica questo che oggi è uno sport estremo lasciando l'auto a casa o vendendola.
Praticamente Roma rimarrà senza ciclabili urbane, rimarrà senza direttrici radiali lungo le consolari e le strade principali, rimarrà con una carneficina di ciclisti e con una quantità immensa di ciclisti potenziali che non lo diventano a causa delle condizioni delle strade, rimarrà senza un bike-sharing (fattore dirimente di ciclabilità come Parigi, Milano, Londra, Barcellona e New York insegnano), ma avrà l'anello del Grab. Più che ridicolo!

5. umilia il lavoro delle associazioni romane
Non siamo mai stati teneri con le associazioni romane. Anzi pensiamo che se la situazione della ciclabilità in città è disperata è anche e soprattutto a causa di associazioni che hanno lambiccato per anni sulla "ciclabile per Fiumicino" quando invece si trattava di ottenere una ciclabile su Corso Vittorio Emanuele o di lottare pancia a terra per avere un serio schema di bike-sharing sul modello di Milano, Parigi, Barcellona o Londra che è il primo passo verso la trasformazione della ciclabilità da una roba di nicchia a una roba di massa. Ma qui si esagera: dopo anni di lotte e di negoziati arrivano delle associazioni che si materializzano totalmente dal nulla, propongono un progetto, vanno su tutti i giornali del mondo, ministri e sindaci si inginocchiano e poi arrivano i finanziamenti? Ma una roba del genere annulla, azzera e spazza via tutto l'impegno civico profuso fino ad oggi a Roma sul tema. Cioè basta essere ammanicati e si ottiene ascolto, non importa il valore, l'impatto e l'utilità del progetto. Umiliante. Ma l'umiliazione sarebbe pure accettabile in presenza di progetti seri; beh non è questo il caso..

22 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

Ma sulle ciclabili si possono usare le bici elettriche? Io ho una parziale invalidità quindi devo per forza aiutarmi con qualche ausilio. Stavo pensando di vendere la macchina e comprare una bici elettrica, vista la configurazione collinare di Roma è possibile utilizzarla? Riesce ad aiutare in salita con uno sforzo minimo da parte dell'utente?

Anonimo ha detto...

Sono biciclette a tutti gli effetti, quindi puoi usarle sulle ciclabili, così come dentro parchi e aree verdi. E si, aiutano notevolmente lo sforzo muscolare, rendendo una salita agevole come fosse pedalare in piano. Certo, parliamo di salite dolci ovviamente, non della panoramica di monte Mario... Però provala prima, ci sono molti posti dove puoi noleggiarne una...

Anonimo ha detto...

Si, assolutamente si. Le bici a pedalata assistita fanno le salite con uno sforzo minimo e, se in regola con la potenza del motore, sono equiparate alle biciclette tradizionali.

Anonimo ha detto...

Inizialmente avevo accolto favorevolmente l idea del GRAB, ma leggendo i motivi di cui sopra..... penso che abbiate ragione... si ridurranno a 44 Km di abbandono totale.. come del resto oggi lo sono al une ciclabili... e poi è vero che và cambiato il concetto di uso della bicicletta non solo come mezzo di svago ma soprattutto per il lavoro e piccoli spostamenti... Gabriele

Anonimo ha detto...

Elettrica o meno, attenzione alla prostata ed ai nervi lì sotto. Comprati una sella apposita. O al limite togli la sella e mettici uno strap on così ti titilli lo sfintere mentre girovaghi per la città più bella del monno.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con il vostro articolo. Aggiungerei anche, chi oggi potrebbe utilizzare la bicicletta x spostamenti brevi sulle piste ciclabili non lo fa xke la manutenzione e la pulizia non esistono. Trovi vetri di bottiglia ovunque che ti fanno rischiare di bucare al primo metro percorso (vedi pista ciclabile della Togliatti). Grazie x quello ke fate!!!

Anonimo ha detto...

Una veltronata allo stato puro, tipo la notte bianca (qualcuno se le ricorda ? qualcuno ne sente il bisogno ?)
Questo personaggio, anche se è andato via da 7 anni, in certi ambienti fa ancora danni, purtroppo

Marco1963

Unknown ha detto...

Parole sante. Obiettivamente siete sempre un km avanti.

Unknown ha detto...

Se per fare il GRAB ci vogliono 100 "risorse", per far diventare veramente ciclabile Roma ce ne vogliono 1.000.000. Per cui il confronto non è molto corretto.

Stefano ha detto...

Stiamo parlando della stessa amministrazione che voleva fare il bike-sharing con SEI stazioni in pieno centro.
È evidente che non sanno a cosa serva la bicicletta.

Anonimo ha detto...

...di cui un paio a all'interno di villa borgese e villa ada. Secondo loro erano posti strategici per il Bike-sharing.

Anonimo ha detto...

Fino a che non torna la monarchia ai lavori inutili ti ci devi rassegnare. E lavori che distolagno masse di esibizionisti in tenuta tecnica e caschetti dai marciapiedi e dalle strade per riversarli in una sorta di ruota da criceti, bè, ti dirò, ne ho sentite di peggiori.

tramvinicyus ha detto...

Ma perché secondo voi la fanno? Marino... Marino... Marino....parole... parole parole....

Anonimo ha detto...

si le bici elettriche, nei limiti di una certa "potenza", possno girare trnauillamente sulle ciclabili

Anonimo ha detto...

Condivido spesso le battaglie di Romafaschifo.
L'articolo e le critiche sono giuste. Però mi permetto di fare qualche appunto.

1: Roma, purtroppo, è lontana anni luce da Parigi e da Londra. La stragrandissima maggioranza dei cittadini romani sono automobilisti e meno dello 0,1 per cento usa la bici. Considerato ciò mi pare difficile realizzare ciclabili che portano in centro togliendo posti auto alle macchine. Molto più fattibile è il grab in quanto, essendo lontano dal centro, non "danneggia" l'uso della macchina (non toglie posti auto e non restringe la carreggiata).

2: Il grab unisce, potenzialmente, zone periferiche con percorsi, sulla carta, sicuri per chi va in bici. Potrebbe comunque essere utile a quei romani che da una periferia, devono spostarsi, per lavoro, in un altra periferia e che con il grab possono spostarsi in bicicletta. Non credo che sia un opera che serve solo per chi usa la bici per svago.

3: Visto l'andazzo generale delle cose e visto che il Piano quadro ciclabilità non verrà mai realizzato (troppo ambizioso per una città arretrata come Roma), ho l'impressione che non esiste una alternativa fattibile al grab. Per cui tra il grab e nulla preferirei che si faccia il grab.

Anonimo ha detto...

Le grandi ciclabili, di per sé positive, se progettate in malafede sono solo un modo per togliere di mezzo i ciclisti e farsi belli ai convegni internazionali e nelle classifiche delle città più ciclabili. Servono poche grandi ciclabili, e una rete fitta di corsie ciclabili, zone ciclopedonali, zone trenta, un bikesharing funzionale, noleggi seri e soprattutto tanti rack per le biciclette, che altrimenti non possono essere parcheggiate in modo sicuro e legale. Ai commuter servono percorsi brevi e diretti, con il minimo dislivello possibile e soprattutto sicuri.
Tutto il resto è fuffa. Ai commuter non serve un anello, né tantomeno un asse, serve una rete, integrata nel contesto urbano, facendo le corsie dove servono e non dove non danno fastidio.

Quanto ai turisti, chi si sciroppa 44 km in gran parte in periferia e lontano dalle attrazioni turistiche quando il suo albergo e il noleggio di biciclette sono entrambi in centro? Che si valorizzino piuttosto percorsi ad alta valenza paesaggistica e turistica. Che si valorizzino le vie di accesso e uscita da Roma lungo i grandi flussi turistici secondo il progetto Eurovelo.

Andrea

Anonimo ha detto...

Sono decenni che, pur in un ambito di malinconica rissosità tra prime donne, i CICLISTI ROMANI hanno presentato progetti concreti e in linea con le realizzazioni già fatte nell'Europa Felix dove le ciclopedonalizzazioni sono state i principali interventi urbanistici effettuati con successo e beneficio per la mobilità e la fruizione civile e turistica delle città.

Questo in piccoli e grandi centri più o meno ricchi, ma anche poveri, dei paesi scandinavi, anglosassoni, tedeschi, iberici e balcanici (Ryanair costa meno delle FS per eventuale rapido inequivocabile e, soprattutto, sconfortante raffronto).

Non capire che questi sono gli interventi che qualsiasi urbanista preparato, politico onesto, cittadino non telelobotomizzato promuovono ed auspicano per il bene della propria vita quotidiana è VOLER ESSERE FUORI DAL MONDO: per tigna? per disonestà almeno intellettuale? per stupidità, notoriamente peggiore della cattiveria?

Negare la grande rilevanza del GRAB dal punto di vista della fruibilità ciclistica, della salvaguardia di territori ancora non massacrati, della grande visibiltà internazionale e relativi benfici turistico-ambientali rientra in questo gioco al massacro in cui non a caso si sfidano quali primari tristi protagonisti politici mediocri, blog di prime donne e una pletora di piccoli uomini rosi tra invidia e miseria umana

Anonimo ha detto...

Anche se non condivido le battaglie e i toni che utilizzate di solito, questo progetto mi pare in effetti un po' superfluo.
Finirebbe per essere la classica cosa per far guadagnare la solita gente e del quale i politici potrebbero vantarsi.
Le ciclabili servono soprattutto al centro città, nel territorio urbano. un raccordo così lungo non sarebbe utilizzabile se non da pochi. Per distanze così lunghe servono le metropolitane.
Poi, per lo meno andrebbero riqualificate le ciclabili già presenti e in stato di abbandono.

Jennifer ha detto...

Ciao a tutti,
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Mrs.JENNIFER LISA
Che Dio vi benedica.

Jennifer ha detto...

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Unknown ha detto...

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