Nel 2012 la Maison Valentino dello stilista romano d'adozione Valentino Garavani venne acquistata per la somma montre di 700 milioni di euro dall'Emiro del Quatar. Con quella somma il sovrano dello staterello del Golfo si portò a casa non solo il blasone, ma anche alcune prestigiose proprietà immobiliari tra cui il palazzo Valentino in Piazza Mignanelli.
L'acquirente, giusto per capirci, è un fondo sovrano che amministra qualcosa come 135 miliardi di euro (il 10% dell'intero Pil italiano!) con operazioni di grandissima portata in tutto il mondo. Sono i proprietari di Harrods, del Baglioni di Firenze, del Gallia di Milano, di tutti i nuovi grattacieli di Milano, di al Jazeera, del Paris Saint Germain e di molto molto altro.
E vogliono e volevano investire a Roma.
La prima mossa è stata spendere ancora, anche dopo l'esborso dei 700 milioni. Il fondo sovrano infatti è andato avanti ed ha acquisito circa 1000 metri quadri di spazi commerciali che giacevano inutilizzati e abbandonati in piena Piazza di Spagna. Li ha restaurati, ha fatto intervenire l'architetto David Chipperfield (uno dei più importanti studi del pianeta) che ha realizzato una boutique di altissimo livello (andate a vederla) e così ha investito ulteriori 100 milioni di euro. La strepitosa boutique sarà celebrata giovedì quando, nell'ambito di AltaRoma, dopo 25 anni Valentino tornerà a sfilare in città.
Perché lo ha fatto se aveva Palazzo Mignanelli? Lo ha fatto perché il progetto di sviluppo della maison è molto più ampio e prevede il debutto nel mondo degli hotel griffati (come Bulgari, Armani ecc). Il primo a livello mondiale dovrebbe essere appunto quello di Piazza Mignanelli, peccato che l'Emiro del Qatar non abbia considerato la faccia di tolla dei nostri uffici, delle nostre soprintendenze, dei nostri regolamenti e regi decreti, dei nostri funzionali pubblici secondo i quali, sotto sotto, l'arrivo di grandi somme di denaro, grandi investimenti, grandi imprenditori non è una opportunità ma una minaccia: non sia mai che poi, se la città si trasforma in un posto normale, ci tocchi metterci a lavorare per davvero. E così l'hotel è bloccato o procede con lentezze assolutamente non compatibili a nessun investitore serio. E così spunta il vincolo che ti fa perdere anni, decenni (pensiamo al gruppo Hyatt che vorrebbe aprire da anni un grandissimo hotel a Via del Corso e non riesce a venire a capo delle scartoffie. E tutto rimane in abbandono). Quando l'unico vincolo dovrebbe essere quello di consentire alla città di trasformarsi, di svilupparsi, di diventare appetibile per gli investimenti stranieri, di permettere ai propri cittadini di lavorare, di trovare opportunità senza dovere scappare all'estero.
Per non dire degli spazi e dei palazzi. Tutelarli significa mettervi sopra dei vincoli che hanno come diretta conseguenza l'abbandono (nessuno può investire laddove i vincoli sono stringenti) oppure significa permettere che gli edifici vengano curati, restaurati, vissuti?
Sarebbe simpatico organizzare un incontro all'americana, face-to-face, tra il soprintendenziale di turno e il ragazzo neolaureato che potrebbe venire assunto nel nuovo hotel e che invece resta disoccupato a causa delle scelte scellerate e ideologiche di qualcuno. Chissà cosa si direbbero.
Il punto nodale è che - a Roma così come accade in ogni grande sistema urbano - chi porta soldi, investimenti, qualità, riqualificazione, posti di lavoro, ricchezza, benessere deve avere i tappeti rossi. Ben puliti, profumati e spazzolati. Deve avere corsie preferenziali e percorsi garantiti. E non è un'istanza per favorire i "padroni" o gli "speculatori" (così parla ancora una minima percentuale di città che però influisce grandemente sulla restante), è al contrario una istanza per favorire i poveri, i disagiati, le persone in difficoltà, le quali sono in un contesto simile possono avere un giorno l'opportunità lavorativa per riscattarsi.
L'acquirente, giusto per capirci, è un fondo sovrano che amministra qualcosa come 135 miliardi di euro (il 10% dell'intero Pil italiano!) con operazioni di grandissima portata in tutto il mondo. Sono i proprietari di Harrods, del Baglioni di Firenze, del Gallia di Milano, di tutti i nuovi grattacieli di Milano, di al Jazeera, del Paris Saint Germain e di molto molto altro.
E vogliono e volevano investire a Roma.
La prima mossa è stata spendere ancora, anche dopo l'esborso dei 700 milioni. Il fondo sovrano infatti è andato avanti ed ha acquisito circa 1000 metri quadri di spazi commerciali che giacevano inutilizzati e abbandonati in piena Piazza di Spagna. Li ha restaurati, ha fatto intervenire l'architetto David Chipperfield (uno dei più importanti studi del pianeta) che ha realizzato una boutique di altissimo livello (andate a vederla) e così ha investito ulteriori 100 milioni di euro. La strepitosa boutique sarà celebrata giovedì quando, nell'ambito di AltaRoma, dopo 25 anni Valentino tornerà a sfilare in città.
Perché lo ha fatto se aveva Palazzo Mignanelli? Lo ha fatto perché il progetto di sviluppo della maison è molto più ampio e prevede il debutto nel mondo degli hotel griffati (come Bulgari, Armani ecc). Il primo a livello mondiale dovrebbe essere appunto quello di Piazza Mignanelli, peccato che l'Emiro del Qatar non abbia considerato la faccia di tolla dei nostri uffici, delle nostre soprintendenze, dei nostri regolamenti e regi decreti, dei nostri funzionali pubblici secondo i quali, sotto sotto, l'arrivo di grandi somme di denaro, grandi investimenti, grandi imprenditori non è una opportunità ma una minaccia: non sia mai che poi, se la città si trasforma in un posto normale, ci tocchi metterci a lavorare per davvero. E così l'hotel è bloccato o procede con lentezze assolutamente non compatibili a nessun investitore serio. E così spunta il vincolo che ti fa perdere anni, decenni (pensiamo al gruppo Hyatt che vorrebbe aprire da anni un grandissimo hotel a Via del Corso e non riesce a venire a capo delle scartoffie. E tutto rimane in abbandono). Quando l'unico vincolo dovrebbe essere quello di consentire alla città di trasformarsi, di svilupparsi, di diventare appetibile per gli investimenti stranieri, di permettere ai propri cittadini di lavorare, di trovare opportunità senza dovere scappare all'estero.
Per non dire degli spazi e dei palazzi. Tutelarli significa mettervi sopra dei vincoli che hanno come diretta conseguenza l'abbandono (nessuno può investire laddove i vincoli sono stringenti) oppure significa permettere che gli edifici vengano curati, restaurati, vissuti?
Sarebbe simpatico organizzare un incontro all'americana, face-to-face, tra il soprintendenziale di turno e il ragazzo neolaureato che potrebbe venire assunto nel nuovo hotel e che invece resta disoccupato a causa delle scelte scellerate e ideologiche di qualcuno. Chissà cosa si direbbero.
Il punto nodale è che - a Roma così come accade in ogni grande sistema urbano - chi porta soldi, investimenti, qualità, riqualificazione, posti di lavoro, ricchezza, benessere deve avere i tappeti rossi. Ben puliti, profumati e spazzolati. Deve avere corsie preferenziali e percorsi garantiti. E non è un'istanza per favorire i "padroni" o gli "speculatori" (così parla ancora una minima percentuale di città che però influisce grandemente sulla restante), è al contrario una istanza per favorire i poveri, i disagiati, le persone in difficoltà, le quali sono in un contesto simile possono avere un giorno l'opportunità lavorativa per riscattarsi.
Ogni timbro una posizione di potere ed una mazzetta !!!
RispondiEliminaBravissimi il blog sta martellando sul vero degrado romano da cui discende ogni degrado! La rendita di posizione del pubblico che impedisce la creazione di una economia sana e sviluppata a cui a sua volta e' legata la mentalità del romano medio. Martellate cosi siete dei grandi! E dove e' il tizio che difende la sovrintendenza a proposito? Nulla da dire?
RispondiEliminaSono le stesse dinamiche che ha sfondato l'Italia perché impedisce la creazione di una economia sana e di mercato. Roma come il mezzogiorno, peso per la parte produttiva di Italia grazie ai troppi neoborbonici che si permettono di bloccare l iniziativa privata e ai tantissimi che nella società malata dell'Urbe aspirerebbero a fare la stessa cosa. Purtroppo Roma e' l avanguardia delle forze del male del clientelismo e parassitismo che ha vinto contro le forze calviniste delle regioni produttive e le porte greche dell abisso infernale della recessione infinita sono aperte....ne usciremo?
RispondiEliminaOttimo articolo. sarebbe interessante anche puntare il faro sul caso di Palazzo Rivaldi (via del Colosseo). Ne ha parlato qualche giorno fa il blog Diarioromano. Si tratta di un edifico enorme che si affaccia su via dei Fori, abbandonato da decenni e ora utilizzato da senzatetto che ci abitano dentro e dal cantiere della metro c che ne utilizza il parco per la sosta dei veicoli. L'edificio è del '500, con soffitti lignei decorati e, pare, anche decorazioni murali. Vi sembra normale che in una situazione di penuria di soldi venga lasciato deperire così? Una follia. Appartiene all'ente Santa Maria in Aquiro, di fatto alla Regione, Provincia, Comune.
RispondiEliminahttp://www.diarioromano.it/citta-in-rovina-palazzo-rivaldi-al-tempio-della-pace/
Ma sì, apriamo "agli stranieri", che i loro profitti li portano all'estero (o pensate che li lascino in Italia?) e che in cambio offriranno ai nostri giovani tanti bei posti da camerieri, commesse e lavapiatti.
RispondiEliminaL'idea di usarli noi, quegli spazi storici e NOSTRI, non viene a nessuno?
Sarà che alla fin fine abbiamo la vocazione a esser servi...
Ma si Giovanni 10:49 am chiudiamoci nell autarchia di un certo mascellone deficiente che piace tanto a certi ovini e vedrai che risultati....chi si augura che quegli spazi vengano valorizzati da qualunque imprenditore di qualunque nazione e' saggio e ha capito cosa e' una economia moderna.
EliminaMadonna ma che ridicoli, come se Emiri e multinazionali come l'Hyatt non lavorassero in tutto il mondo in Paesi corrotti anche peggio dell'Italia, e fossero verginelle che non hanno mai "oliato" determinati ingranaggi. Ma basta a far passare emiri multimiliardari e multinazionali statunitensi come dei poveretti, alla faccia di larghissime fette di popolazione che stentano in tutto, delle vittime. Ma ci vuole proprio la faccia come il culo a far passare il lupo per cappuccetto rosso, giacchè raccontare fiabe ai bimbi qui sopra.
RispondiEliminaMa se l'amministrazione comunale non ci guadagna??? Che senso ha?? creare posti di lavoro (e aiutare centinaia di famiglie disperate).....loro devono mettersi in tasca qualcosa, altrimenti non si fa nulla!! il nostro è un paese di corrotti!! E non centra nulla se sei un imprenditore italiano o straniero, è il nostro sistema che non funziona, pieno di leggi infinite, in mano poi a persone completamente incompetenti, e in prima linea c'è la "soprintendenza dei beni culturali". Nessuno di questi signori...Regione...Comune...Provincia....etccc pensa al bene di questo paese. Però ci chiedono sacrifici, perché dobbiamo pagare i nostri debiti, ma senza creare posti di lavoro. E quando poi arriva qualcuno che vorrebbe investire, noi lo facciamo scappare...
RispondiEliminaMah...sinceramente non vedo nessun problema di investimenti stranieri a Roma. Le grandi multinazionali straniere direi che nel centro storico hanno una presenza massiccia. Inoltre molte tra le più celebri aziende italiane sono ormai in mano a proprietà straniere. Evidentemente la situazione per investire in Italia non deve essere così complicata come la dipinge Roma fa schifo.
RispondiEliminaRiccardo quanto dici e' assolutamente falso. Uno dei problemi dell'economia italiana e' che non riesce ad attirare gli IDE. E' uno dei crucci piu grandi di ogni ministro dell economia, ma non ci si riesce perché per attrarre quelli bisogna togliere merda e parassitismo nostrano...ma forse tu eri ironico....spero....
EliminaE quali sarebbero le cose che non vanno? Per esempio quale sarebbe il vincolo che ti fa perdere anni o decenni?
RispondiEliminaMa la nostra PA e come sottoinsieme la nostra sovrintendenza di bastoni tra le ruote assurdi ne sa mettere. 12:12 pm. Direi che sa fare solo quello invece di lavorare positivamente per agevolare impresa e cittadini, infatti non e' un caso se siamo i penultimi della classe europea davanti ai greci
EliminaFaccio notare che stai parlando dell'emiro del Qatar, vai a leggere qualche articolo di politica internazionale per capire chi è e cosa fa.
RispondiEliminaaltro pessimo articolo, RFS che ti succede? stai diventando un qualsiasi giornale da edicola. Hai capito, gli Emiri e le multinazionali esempi di onestà...
RispondiEliminaallucinante...ma togli questo articolo, ma per favore.
RispondiEliminaMa questi che schifano i posti di lavoro qualificato in boutique e alberghi di lusso, in palazzi storici rimodernati, sono gli stessi che difendono con le unghie i posti di lavoro dei camion bar e delle bancarelle? Come se Tredicine fosse meglio dell’emiro del Qatar.
RispondiEliminaPuoi sempre andare a vedere come se la passano i lavoratori in Quatar, per esempio quelli che costruiscono gli stadi per i mondiali di calcio che si giocheranno d'inverno perché d'estate ci sono 50 gradi.
RispondiEliminaE questo cosa c'entra con la città del quarto mondo conosciuta come Roma?
EliminaNiente c'entra Andrea ma l ideologia e' un formidabile scudo dietro cui si trincerano i valorosi guerrieri della nostra PA pur di non lavorare. Quel commento e' indicativo di un modo di pensare che comporta una mentalità molto condivisa. Mio padre mi raccontava che l anagrafe di Roma su bloccò nei '70,in solidarietà al popolo cileno ai tempi del rovesciamento di Allende. Come vedi alibi mentali per evitare ogni forma di lavoro se ne costruiscono sempre facilmente
EliminaOppure puoi andare a vedere i contratti dei bangladeshi che vendono i panini nei camion bar, o le condizioni di lavoro dei caldarrostai. E confrontarli con il trattamento dei dipendenti nei siti gestiti dal crudele fondo di investimento del Qatar a Londra, per esempio.
RispondiEliminaSarebbe interessante se tanti sapzi abbandonati venissero anche ristrutturati ed utilizzati come laboratori per giovani studi professionali tipo designer, architetti o startup o nuove professioni e concessi dal comune ad affitti piu' bassi rispetto al mercato romano. Il comune ci guadagnerebbe comunque e magari un po' di economia verrebbe messa in moto, un po' di denaro fatto girare. Piccole realtà di questo tipo vengono promosse dai singoli municipi, ma hanno grosse limitazioni, sia economiche che temporali. E invece https://www.facebook.com/frontedelportofluviale/photos_stream?tab=photos
RispondiEliminaIdeologia? Siete veramente incredibili.
RispondiEliminahttp://www.amnesty.it/Qatar-non-attua-le-riforme-aumentano-i-rischi-di-un-mondiale-di-calcio-realizzato-attraverso-violazioni-dei-diritti-umani
Signor bat21 non so cosa ci guadagnerei nel commentare con delle falsità questo articolo.
RispondiEliminaBasta guardare i dati della camera del commercio per rendersi conto che sono almeno tre anni che le imprese straniere in Italia continuano a crescere con più velocità di quelle Italiane. C'è addirittura chi sostiene che il bilancio anagrafico imprenditoriale italiano resta in campo positivo solo grazie alla nascita delle imprese straniere.
Alcuni dati del 2015:
http://www.tgcom24.mediaset.it/economia/boom-delle-imprese-di-stranieri-sono-335-000-una-ogni-10_2104691-201502a.shtm
Altri del 2014:
http://economia.ilmessaggero.it/flashnews/a-napoli-roma-monza-e-milano-egrave-boom-di-imprese-straniere/585862.shtml
Rispetto questo blog ma la maggior parte delle cose che vengono pubblicate qui sono superficiali e spesso prive di dati reali.
Riccardo bisogna fare analisi comparate con gli altri paesi. http://www.google.it/url?q=http://www.confindustria.it/Conf2004/DbDoc2004.nsf/F3C75941AE4D62EEC12579DD0052CB13/%24File/Gli%2520IDE%2520in%2520Italia_i%2520numeri_DEF.pdf&sa=U&ved=0CAsQFjAAahUKEwiCo4HazsrGAhVCOhQKHQOhArQ&usg=AFQjCNFQl9NvpPSdKmaxEtu8Tuv_EAaI5g
EliminaSono anni che esiste il problema Ide in Italia (non solo a Roma) a causa di tutti i difetti strutturali che frenano la nostra stessa economia tra cui, come dice correttamente l articolo, l orrida burocrazia. Quindi e' corretto. Ma ammettiamo e non concediamo che ci sia un riposizionamento con i dati degli altri paesi, se la pa rimane la schifezza che viene narrata nell'articolo rimane solo un fuoco di paglia che si spegne presto, quindi l'articolo rimane assolutamente correttissimo in tutti i sensi ed anzi e' nella categoria di maggior interesse
Ed ancora sono in recupero ma ancora pochi rispetto ai paesi stranieri http://www.bnpparibas.it/it/2014/07/28/bnl-focus-il-recupero-degli-investimenti-diretti-esteri-sullultimo-numero/
EliminaFinisco ringraziando esplicitamente Tonelli per aver acceso il faro su questo problema gravissimo, voi un po' meno per gettare cortine fumogene su un problema gravissimo...
Ed ancora sole 24 ore 2015 http://www.infodata.ilsole24ore.com/2015/06/16/nel-2014-gli-investimenti-diretti-esteri-in-italia-hanno-sfiorato-i-22-miliardi/?refresh_ce=1
EliminaPecunia non olet
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