Di FEDERICA ANGELI (La Repubblica)
E' una galassia complicata quella degli stabilimenti balneari di Ostia, quella che si muove all’ombra del Lungomuro, ovvero un muro di cemento che impedisce ai cittadini di vedere il mare dalla strada e che ora sta diventando una delle battaglie più importanti del sindaco Ignazio Marino.
A raccontare cosa si è mosso oltre la muraglia sono le carte di inchieste da Anco Marzio a Mafia Capitale che nel X Municipio dai primi anni Duemila, hanno documentato chi sono i proprietari dei lidi, i loro legami con la criminalità organizzata e con quel mondo della politica che serve per firmare carte, concedere, dare. Con le buone o che le cattive maniere.
E’ del 2004 l’operazione della squadra mobile “Anco Mazio” che per la prima volta parlò di mafia a Ostia e smascherò l’affaire che, già allora, ruotava attorno al mare. Dicono le carte che Roberto Pergola (er Negro) e Faraj Sulaiman (l’iracheno), due esponenti di spicco della Banda della Magliana ottennero i chioschi sul litorale ponente, la gestione dei parcheggi del porto di Ostia e altre attività commerciali minacciando e intimidendo l’allora direttore dell’ufficio tecnico Claudio Saccotelli (che per ben due volte ha avuto l’incarico nel X Municipio, dal 2002 al 2008 e ancora dal 2013 fino allo scioglimento della giunta Tassone). Oggi l’iracheno gestisce ancora il parcheggio del presidente del porto Mauro Balini, proprietario lui e la sua famiglia, di tanti stabilimenti a Ostia: lo Shilling, il Kursaal, il Belsito, il Plinius, Anima e Core, oltre a due chioschi, uno in piazzale Magellano e un altro, l’Akuna Matata. Il presidente del porto ha affidato la gestione di quest’ultimo chiosco a Cleto di Maria, ex narcotrafficante arrestato con 350 chili di cocaina a metà degli anni Novanta e nel 2013 dalla Mobile per 416 bis (ma poi fu scarcerato e assolto), già autista personale di Vito Triassi, capobastone dell’omonimo clan legato ai CaruanaCuntrera, come racconta Alba Nuova. A oggi è Cleto di Maria che gestisce quel bar sulla spiaggia.
Mauro Balini, nipote di Vittorio, imprenditore morto nel 1999 che fece la sua fortuna grazie ai diritti televisivi di serie come Dallas o Dinasty che Berlusconi gli concesse, non è nell’elenco degli arrestati di Alba Nuova, ma più volte compare nelle carte. «Sin dalle prime conversazioni registrate sull’utenza del Balini scrive il gip nell’ordinanza è stato possibile avere conferma dell’esistenza di un ambiente economicofinanziario inquietante, all’interno del quale agivano appartenenti alla criminalità organizzata. Ed è apparso evidente prosegue il gip che il Presidente Balini fosse in interessenze inquietanti con ambienti malavitosi». Durante l’inchiesta la squadra mobile infatti scoprì che Mauro Balini manteneva la famiglia di uno dei due componenti del gruppo di fuoco che gambizzò Vito Triassi, Roberto De Santis (detto “Cappottone”) e che il fratello di quest’ultimo aveva due attività commerciali all’interno del porto. Ancora: «E’ Balini a mantenere importanti rapporti con elevate personalità anche militari racconta ancora l’ordinanza è Balini a trattare con Cmc Ravenna; con Epd Limited London; con Italia Navigando, avvalendosi di significativi intermediari. Accedere a lui equivale ad accedere ai piani alti e scalzare i suoi abituali collaboratori equivale ad inserirsi nel circuito degli affari presentabili».
Sempre in Alba Nuova compare il nome del concessionario di un altro stabilimento di Ostia, Il Capanno. Si tratta della famiglia Giacometti, il cui capostipite Silvio, nel 2004, in “Anco Mazio” viene indicato come «braccio destro di Frau (Paolo, ndr), ucciso nel 2002, uno degli eredi della vecchia banda della Magliana. E nel febbraio 2011 un’informativa delle forze dell’ordine spiega che Roberto Giacometti possedeva «un ingente patrimonio immobiliare e societario in parte fittiziamente intestato». Nel settembre del 2013 uno della famiglia Giacometti incontrò il senatore del Pdl, Luigi Grilli: era preoccupato dell’entrata in vigore delle nuove norme europee in materia di concessioni e dei suoi guadagni di 4 milioni di euro in pericolo.
Ad Alfredo Colaci, sposato con la figlia di Vincenzo Triassi, è rimasta la gestione della spiaggia delle suore sul lungomare Toscanelli, e quella di un ristorante all’interno dello stabilimento “Le Dune” di Renato Papagni, presidente della Federbalneari, il sindacato che tutela, appunto, i balneari di Ostia.
Anche Miami e Las Vegas avevano ed hanno la loro mafia, ma Viva Dio andate a vedere cosa sono diventate e come sono curate: li' non ci trovi neanche un pezzetto di carta per terra.
RispondiEliminaDa noi neanche la mafia riesce a far lavorare spazzini o addetti alle aree verdi: immensa tristezza !!
Ostia è bellissima, ha un mare che negli ultimi anni è molto migliorato, ha una pineta con la macchia mediterranea, ha gli scavi di ostia antica immensi, è vicina all'aeroporto di fiumicino, è tutta pianeggiante ideale per fare dello sport e per usare la bici come mezzo di trasporto.
RispondiEliminaPurtoppo è un po trascurata come tutta Roma, speriamo che pian piano le cose si sistemino ed Ostia ritorni agli splendori degli anni passati
cosa vorrebbe dire il primo beota ? la mafia profumata va bene ?
RispondiEliminaChe schifo......
Romanzo Litorale
RispondiEliminaTrammy
Il comune di Roma!, l'unico che riesce a rendere la sua zona marittma, archeologica ed ecologica (come gia detto dall'anonimo delle 19.43) In Dormitorio.
RispondiEliminaE se qualcuno non avesse saputo leggere tra le righe la morale di quest'articolo glie la spiego io:
QUESTE FAMIGLIE MAFIOSE FANNO IL BRUTTO E IL CATTIVO TEMPO DA DECENNI PERCHE' L'AMMINISTRAZIONE GLIE LO PERMETTE. (sarà la scoperta dell'acqua calda, ma è sempre meglio ribadirlo)
Vittorio Balini se ricordo bene importò una serie infinita di film telefilm e cartoni animati che vennero trasmesse dalle tv private di tutta Italia e dovrebbe essere sempre lui con un fratello ad aver fondato Telemare negli anni settanta.
RispondiEliminax aprile 20, 2015 7:43 PM
RispondiEliminasi vede anche dalla foto di questo post che l'agglomerato urbano di ostia fa cagare
palazzi anonimi, architettura deprimente, case fatiscenti, posto degradato, poi il nome "OSTIA" fa schifo è proprio un nome "SFIGATO" volgare, lo dovevano lasciare solo per ostia antica e alla parte nuova dargli un altro nome, poi non parliamo de lungomare che è meglio, per cementificare una spiaggia in quel modo bisogna essere deficenti , masochisti di merda
Risposta ad Aldo
RispondiElimina.. PERCHE' L'AMMINISTRAZIONE GLIE LO PERMETTE ?
Perche` costoro controllano pacchetti di voti fondamentali per il partito
Oltre naturalmente ai vari traffici illeciti
Perche a ostia comandano loro e i diciliani come a san badilio comanda LA camorra
Eliminaperché l'articolo non riporta invece la vera verità di quest'anno?
RispondiEliminaovvero che su 30 concessioni messe in band 22 sono stati date a chi non è colluso con quella feccia, molti di quelli che avevano in passato gestito chioschi e tratti di spiaggia NON sono in regola con i requisiti necessari del bando in particolare con tutto ciò che riguarda l'antiraket e l'antimafia per la prima volta da 30-40 anni non saranno i soliti ladri/spacciatori a lucrare, ma lavoreranno persone per bene ed oneste.....e adesso vediamo se accadranno di nuovo "strani roghi", "movida violenta" ecc....sarà solo ricatto dei ladri nei confronti degli onesti....
He si', purtroppo in Nigeria ci sono ancora tanti problemi di malavita...parliamo della Nigeria, vero?!
RispondiEliminaLa mafia a Ostia? Si risolve con una cassa di pallottole calibro 38 per sterminare questi signori con tutte le loro famiglie...
RispondiEliminaguardate un po' chi è a protestare.
RispondiEliminasi sono accorti di quel pochino di degrado che c'è a Roma.
Spero non siano gli stessi che si erano lamentati dell'area pedonale a piazza di spagna, perché i loro clienti non avrebbero più potuto arrivare con le limousine davanti la porta d'ingresso degli hotel...
http://www.repubblica.it/cronaca/2015/04/21/news/roma_albergatori_in_rivolta_sporcizia_e_caos_trasporti_mettono_in_fuga_i_turisti_-112460660/
RispondiEliminaQuesto blog ormai rilancia ossessivamente gli articoli de "La Repubblica" e cioe' del giornale del PD, ed infatti l' articolo e' pieno di errori ed omissioni.
Innanzitutto l' iracheno non ha mai fatto parte della "banda della magliana" (per i giornalisti tutto e' bono per mettere in mezzo la banda), inoltre come al solito si tirano inballo esponenti politici avversari ma si censurano invece alcune vicinanze tra Triassi e politici di sinistra (basta cercare in internete per trovare addirittura foto).
Inoltre si dimentica la giornalista di sinistra di dire che il porto di Ostia fu un' opera interamente attribuibile alla sinistra e che tutti gli appalti ed i bando vennero fatti dalla coalizione politica di cui fa parte "La Repubblica".
Insomma questo blog sempre piu' filo-Marino.
Andrea Rossi
Tutta brava gente ... che schifo.
RispondiEliminase prendi un articolo di repubblica non ti puoi aspettare che non sia parziale ... è questo il livello del giornalismo italiano nessuno escluso...
RispondiEliminaEcco si’, il problema non e’ che un quartiere di Roma e’ in mano ai criminali. Il problema e’ che la lista dei criminali si concentra sull’80% vicino alla destra e non menziona il 20% vicino alla sinistra. Dai scendiamo in strada a protestare.
RispondiEliminaFinalmente la luce su cose che gli ostiensi conoscono da anni, ma hanno sempre taciuto!
RispondiEliminaGrazie Federica Angeli, Giornalista
Ostia ha dei villini di Libera da Guinness dei primati oltre al municipio di Fasolo. E' piena di villini stupendi. Lo schifo venne con gli anni '50 come in tutta Europa.
RispondiEliminatra balini e papagni il più pulito cia la rogna
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