Come molti di voi sanno nella giornata di ieri gli attacchi contro il lavoro e il ruolo di questo blog hanno subito un salto di qualità. Dagli attacchi sparuti, puntuali e sporadici sui social network si è arrivati ad un'aggressione frontale, personale, basata su dossier facilmente smentibili ma costruiti con quel minimo di perizia e malizia giornalistica tale da suggestionare il lettore che non trovi il tempo di approfondire un istante. E con tante settimane di lavoro (e un nutrito staff di persone) alle spalle.
Molti ci hanno detto: "davvero vi abbassate a rispondere a chi sostiene che un blogghetto fatto a gratis con Blogger e gestito da qualche cittadino a tempo perso possa essere lo strumento di lobbing di una multinazionale da miliardi di fatturato?". In effetti non ci sarebbe da rispondere e le risposte iniziali le abbiamo già date ieri. Raccontare Roma fa Schifo come corporate blog della azienda Astaldi (se Astaldi vuole sponsorizzarci comunque è la benvenuta!) è una follia nella forma ancor prima che nei fatti che snoccioleremo sotto.
Tuttavia il salto di qualità c'è stato anche a livello di coinvolgimento di aziende e persone. Ne deriva che il grumo di diffamazioni e calunnie tocca fior di aziende quotate generando danni di immagine incalcolabili di cui si chiederà conto. Mettendo in cattiva luce persone, professionisti, gente per bene. L'obbiettivo è ottenere risarcimenti elevati, da girare tutti in beneficenza a vantaggio di centri per il recupero mentale e il disagio psichico: con dedica a chi ha compilato l'inchiesta. E raggruppando il materiale utile alla difesa giudiziaria è emerso molto di più di quello che ci aspettavamo, da qui la necessità di un secondo post (qui il primo) a beneficio di quei lettori più disattenti cui l'inchiesta in questione avesse lasciato qualche dubbio.
Quale è l'assunto? Roma fa Schifo "ignora le vicende" (testuale) dello scandalo della Metro C per coprire la società Astaldi che è una delle componenti del Consorzio Metro C. A corroborare questo assunto tutta una serie di intrecci, conoscenze, coincidenze che hanno come punto di partenza questa trasmissione radiofonica che, oltre un anno fa, con le stesse identiche modalità attaccava il blog: sempre anonimato, sempre il finto contributo dall'esterno, sempre le stesse bugie e soprattutto sempre le stesse deduzioni. Se avete tempo ascoltatela perché è il presupposto di quanto ha pubblicato DinamoPress ieri. Questi signori sono mesi che cercano appigli per fare dossieraggio col fine di denigrare Roma fa Schifo e dopo un anno stanno ancora al punto di partenza: non sono riusciti a trovare nulla. Come vedremo l'ansia di pubblicare qualcosa che infanghi il lavoro del blog li fa tuttavia sbagliare in maniera marchiana.
La cosa che più riteniamo grave, ma anche che più ci sorprende visto che stiamo parlando comunque di un sito con una sua redazione e una sua autorevolezza, è che si dichiari in premessa che ci si è presi più di qualche giorno per verificare le fonti. Peccato però che sarebbe bastata qualche ora per confutare totalmente gli assunti iniziali. Sarebbe bastato un search nel blog, sarebbe bastato andare a ritroso nella nostra pagina Facebook o nel profilo Twitter. Non è vero, infatti, che Roma fa Schifo non ha parlato della Metro C. Ne ha parlato moltissimo e in termini molto duri, come vedremo in seguito.
Facciamo un appello ai lettori affinché ci aiutino a ritrovare tra le migliaia di post, e le decine di migliaia di tweet e post su Facebook tutti gli elementi che dimostrino in maniera cristallina come gli addebiti siano pura diffamazione. Noi abbiamo trovato qualcosa, ma moltissimo altro c'è visto che questo è un argomento che abbiamo toccato con frequenza e visto che nessuno ci ha mai neppure lontanamente chiesto di andarci leggeri su Metro C. Infatti ci siamo andati alle volte molto, ma molto pesanti come si accorgerà chi avrà la pazienza di leggere tutto e come ravviserà con molta facilità il giudice.
DinamoPress dice testualmente che non facciamo "nessun cenno" ai ritardi sull'apertura dell'infrastruttura. Ma di contenuti in questo senso a nostro nome è piena la rete. Qui sopra si parla di "terribile ritardo" e siamo nell'aprile 2013, all'epoca noi smascheravamo la cena di Alemanno e Poletti con Buzzi e i Casamonica (la famosa foto diventata simbolo di Mafia Capitale uscì sul nostro blog un anno e mezzo prima che si arrivasse all'inchiesta Mondo di Mezzo da parte del Procuratore Pignatone), DinamoPress che faceva? Ma usciamo dalla logica di guerra-tra-blog e restiamo nelle diffamazioni. Qui, ancora prima, siamo a gennaio 2013 e si parla di prolungamento dei tempi e di "lestofanti" dell'amministrazione comunale che stanno facendo "inguacchi" con questa infrastruttura. Ma di Metro C parlavamo, sempre facendo riferimento ai tempi prolungati di cantiere, fin dall'aprile del 2011: 5 anni fa! Sarebbe bastato cercare un attimo e leggere qui.
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Ce n'è anche per Caltagirone. Le sue aziende di costruzioni fanno parte del Consorzio Metro C assieme ad Astaldi. Qui Roma fa Schifo segnala come Caltagirone strumentalizzi il suo giornale per ottenere i pagamenti dell'opera. Ma DinamoPress dice che non diciamo "Nemmeno una parola, nemmeno quando, nella seconda metà del 2013, scoppiala guerra tra assessorati con lo stop ai pagamenti voluto dall'Assessore Daniela Morgante". Perché mentono? O meglio: perché non hanno controllato? |
Di ritardi parliamo anche fin dal marzo 2014, in questo articolo, che non solo segnala i tempi dilatati dell'apertura (è sui tempi dilatati che il General Contractor, di cui fa parte la ditta che terrebbe per le palle il nostro blog decidendo quello che il nostro blog può o non può dire, lucra cospicui aumenti di stanziamento), ma segnala come i costruttori (di cui fa parte la medesima ditta) non siano in grado di tenere in sicurezza il manufatto appena realizzato, lasciandolo alla mercé dei vandali.
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Perché DinamoPress dice che abbiamo ignorato i ritardi? Quando abbiamo detto che non erano importanti lo abbiamo fatto con questo sarcasmo. Bastava controllare. |
DinamoPress scrive testualmente: "Quando il primo troncone della Linea C di Astaldi viene finalmente inaugurata le cose non vanno tanto bene. Il sindaco Ignazio Marino rimane bloccato in un vagone per problemi tecnici con le nuove porte. Su Romafaschifo nemmeno un accenno a questo difetto dell'opera".
Ma non bastava, anche qui, controllare? Si sono presi tanti giorni per verificare le fonti, scrivono, e poi cadono in gaffe come questa? Ammettiamo la difficoltà di barcamenarsi tra decine di migliaia di tweet e post, ma delle due l'una: o si rinuncia a dimostrare teoremi inesistenti e inventati, oppure se lo si fa ci si prende la briga di lavorarci davvero. Non con la mano sinistra.
E così siamo a novembre 2014 e finalmente l'infrastruttura apre, ma prima di allora, ad ottobre 2014 abbiamo trovato questo nostro tweet. Un attacco diretto al General Contractor: extra costi e infiltrazioni della malavita. Ma allora perché il pool di cervelli messi insieme da DinamoPress
sostiene testualmente che Roma fa Schifo non fa cenno "al lievitare dei costi, alle infiltrazioni mafiose nei subappalti"? Semplice: lo sostiene solo per infangare, per diffamare, per calunniare, per gettare discredito su un progetto che sta cambiando la mentalità di tanti cittadini a Roma. Ma non contenti di chiamare in causa la mafia nel 2014, chiamammo anche in causa la 'Ndrangheta nell'aprile 2013. In questo tweet qui sotto che evidentemente il pool di diffamatori di DinamoPress non ha voluto considerare. Come è possibile che Roma fa Schifo stia attenta a non far male a Astaldi e poi lanci questi tweet? Chi ce lo spiega?
Oh, sia chiaro: accanto a questi post di attacco su chi costruisce la metro troverete anche nella nostra time line decine di tweet che invece sono ampiamente a favore della linea. Siamo convinti che Roma si debba dotare di altre metropolitane per essere una città civile e lo sosteniamo da sempre. Quello che non sosteniamo, a differenza di ciò che afferma l'inchiesta diffamatoria, è chi costruisce speculando. Quelli li abbiamo sempre attaccati. Ma andiamo avanti, anche se questa è solo una piccola parte dei contenuti che si possono trovare sui nostri mezzi. Una parte dell'infrastruttura finalmente apre in periferia, dicevamo, e iniziano i nostri post di denuncia a valle dell'apertura. Basati sui manufatti che finalmente si potevano vedere e che finalmente (prima di allora non era possibile) i cittadini potevano segnalare.
Sempre il 9 novembre 2014, giorno dell'apertura, facevamo en plein. Il tweet che vedete sopra, questo post Facebook e un post in cui si parla di "distruzione" dell'infrastruttura per mezzo dei vandali. Anzi, il post Facebook data 6 novembre: a rovinare la festa dell'inaugurazione. Eppure Roma fa Schifo viene raccontata come ufficio stampa di chi questa infrastruttura - fatiscente ancor prima di aprire - l'ha costruita. Il lancio Facebook qua sopra fa 300 condivisioni e viene visto da 50mila persone. Una bella operazione d'immagine pro-Astaldi non c'è che dire...
In realtà anche a giugno 2014 parlavamo di sistemazioni superficiali (le sistemazioni superficiali le fa lo stesso Consorzio che scava le gallerie dunque ogni attacco su marciapiedi e progetto architettonico delle stazioni è un attacco al General Contractor e dunque, ci dispiace per loro, ad Astaldi) in questo articolo. DinamoPress scrive testualmente: "fino a dicembre 2014 non c'è mai una critica ai lavori". Giudicate voi mettendo insieme tutto il materiale qui sopra. E magari aggiungeteci, giusto per gradire, il tweet qui sotto.
Ma all'apertura del primo troncone abbiamo intensificato la presa su quello che reputavamo e reputiamo un autentico scandalo: secondo i nostri lettori, infatti, come abbiamo riportato in svariati articoli, chi costruisce la Metro C si è imbertato (ci si perdoni la semplificazione) o ha dirottato da altre parti le risorse destinate alle strade, ai marciapiedi, alle stazioni: proponendo realizzazioni in economia e scadenti a danno della città. Uno scandalo che siamo certi emergerà e del quale abbiamo iniziato a parlare da subito. Appena i cantieri si sono iniziati a smontare. Attaccando duramente chi l'opera l'ha progettata e realizzata.
E qui arriva il bello. Il 10 dicembre 2014 in risposta a questo lettore segnaliamo "incapacità, corruzioni e ruberie" e dell'evidenza del fatto che si stiano mangiando i soldi. Ma cosa dovevamo dire di più per non essere tacciati di prezzolati dal Consorzio Metro C che è il diretto responsabile di queste pessime opere che condanniamo da mesi? E che dire del titolo? "Disastro Metro C", "progettata da cani". Il 3 dicembre 2014 avviciniamo i progetti della Metro C di Roma a quelle di "Addis Abeba o Algeri, nonostante i miliardi spesi". Qui l'articolo. Il 7 dicembre 2014 associamo direttamente le orribili sistemazioni superficiali della metro con "la malapolitica e il malaffare". Testuale. Ma andiamo avanti perché il materiale è potenzialmente infinito: ci accusano di aver taciuto su una questione sulla quale in realtà ci siamo spesi dozzine e dozzine di volte.
Un passaggio interessante è quello del 1 dicembre 2014. In quella data riceviamo e pubblichiamo una nota diretta a noi del Movimento 5 Stelle che smonta pezzo per pezzo il sistema del General Contractor di cui fa parte Astaldi. Se siamo schiavi di Astaldi perché abbiamo pubblicato questo articolo che parla di tutte le cose di cui DinamoPress ci accusa, senza neppure aver fatto mezza googlata, di non parlare? E perché abbiamo replicato in calce che la Metro C è "una zozzata galattica e lo sanno anche i bambini?" dando ragione, su quel versante, alle tesi del M5S? E arriviamo a gennaio 2015 dove in questo articolo arriviamo a chiederci cosa "ci sia sotto" alla debacle dei cantieri in un'opera che fa schifo a dispetto di "finanziamenti enormi". La cosa incredibile è che l'ultimo post sul nostro Facebook che rilancia le inchieste su Metro C è di domenica 29 marzo 2015, l'attacco di DinamoPress secondo cui noi nascondiamo le inchieste su Metro C per tutelare Astaldi è del 30 marzo 2015. Siamo al paradosso e ci chiediamo sinceramente il perché si sia arrivati a questo punto.
Dopo aver letto tutto questo materiale potreste affermare come fa DinamoPress, calunniando e diffamando, che Roma fa Schifo "ignora le vicende della grande opera"? Come si fa a dire una cosa del genere? Ma soprattutto perché si arriva ad affermare il falso in maniera così plateale?
Sappiamo di non essere simpatici (lungi da noi il volerlo essere), sappiamo di essere aggressivi, insopportabili, di raccontare la storia di questa città in una maniera completamente inedita rispetto a come la si è sempre raccontata. E comprendiamo perfettamente che questo dia enorme fastidio a chi vuole che le cose rimangono come sono sempre state. Ma quando si arriva al dossieraggio di questo livello, mettendo nel calderone persone, aziende, società quotate che utilizzerebbero in maniera coperta blog civici come copertura significa che si è superato uno step fondamentale.
Ci auguriamo che una inchiesta giudiziaria ci permetta di poter chiedere a queste persone perché sono arrivate a questo. Cosa li ha spinti a farlo: se interessi o se, come è probabile, solamente idiozia. Ci auguriamo però che l'escalation di aggressività e di violenza contro questo progetto si fermi al testo scritto perché abbiamo la sensazione che si sia oltrepassata una soglia e da qui in avanti la paura non è solo quella di essere ingiustamente diffamati e calunniati. Se in mesi di lavoro sono riusciti a partorire questa clamorosa figuraccia, quale sarà il prossimo tentativo di fermarci? Se ne inventeranno un'altra, scriveranno che dietro Roma fa Schifo c'è il Bildelberg, Obama o l'Isis? Oppure adotteranno altre strategie di aggressione? Paura, francamente, prima ancora di pena.