Vi segnaliamo il caso del Planetario e Museo Astronomico di Roma, che da un anno (28/1/2014) è chiuso al pubblico per lavori di messa a norma e "riqualificazione" del Museo della Civiltà Romana.
E' bene chiarire che i lavori non riguardano il Planetario stesso, ma solo l'edificio che lo contiene, molto più vecchio: il Planetario era stato inaugurato nemmeno 10 anni prima della chiusura, il 26/5/2004, ed era stato dichiarato a norma a seguito delle ispezioni del Ministero del Lavoro.
Non c'è dunque alcun motivo tecnico che obblighi il Comune a chiudere il Planetario, tuttavia la Sovrintendenza ai Beni Culturali ha preferito chiudere l'intero sito, sacrificando anche il Planetario e bloccando a tempo indeterminato tutta la sua attività. La scelta ricade quindi nell'ambito politico.
Ma se ricordate i casi del Teatro Valle e del Cinema America, entrambi sigillati da mesi per "messa a norma", si può cominciare a sospettare che quello della "messa a norma" sia lo stratagemma politico adottato come metodo sistematico da un'amministrazione che, non sapendo trovare soluzioni, pur di non impelagarsi in situazioni complesse preferisce chiudere tutto a tempo di fatto indeterminato. E' questa la gestione del bene pubblico?
Nel caso del Planetario, per quale motivo si sia preferito agire in questo modo, invece di cercare una soluzione per renderlo fruibile (anche senza Museo Astronomico) mentre i lavori procedono, rimane un mistero.
Si potrebbe pensare che non ci fossero i soldi per mantenerlo: e invece il Planetario era uno dei Musei che portava soldi al Comune, con un incasso stimato in 6-700.000 euro all'anno, come ha correttamente fatto notare l'opposizione.
Non solo: la riapertura del Planetario è attualmente vincolata alla conclusione dei lavori, una totale assurdità considerando le enormi dimensioni del Museo della Civiltà Romana.
Sarebbe logico fare in modo che le attività del Planetario potessero proseguire (o almeno riprendere al più presto) mentre il cantiere si sposta nelle varie ali del Museo della Civiltà Romana, ad esempio dando priorità a quella parte dei lavori che interessa l'atrio di accesso al Planetario. Invece nessuno ci ha voluto pensare, tantomeno la Sovrintendenza.
Questa scelta impone al Planetario una pausa forzata che ha il sapore di un accanimento crudele, insensato e totalmente inutile. Infatti dalla lunga chiusura il Planetario non trarrà alcun beneficio: i lavori non lo toccheranno nemmeno, come si può evincere dal bando pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, nel quale non compare neppure la parola "planetario".
Del resto, tutto ciò accade in un contesto generale in cui tutti sanno che gran parte degli edifici pubblici non sono a norma, eppure nessuno li tocca: che dire allora degli altri musei comunali, delle scuole e di molti altri edifici e spazi sociali? Dovrebbero chiudere immediatamente tutti? In questo contesto la chiusura del Planetario - che per giunta è già a norma - suona addirittura come una beffa.
Per cercare di mantenere alta l'attenzione sul Planetario e chiederne la riapertura, abbiamo lanciato mesi fa una petizione online. Vi suggeriamo di leggere il testo e gli aggiornamenti successivi, perché ricostruiscono bene la vicenda e le sue conseguenze e vi permettono di farvi un'idea di cosa è successo.
Purtroppo finora la petizione ha raccolto solo un migliaio di firme, troppo poche per ottenere ascolto.
Questo anche a causa del fatto che la chiusura del Planetario non fu nemmeno data esplicitamente come notizia: all'indomani della chiusura apparve solo un laconico comunicato del sindaco e dell'allora assessore alla cultura Flavia Barca, in cui si sbandierava il fatto che c'erano i soldi per fare i lavori al Museo della Civiltà Romana (in sé una buona notizia), quindi il sito veniva chiuso senza neppure nominare il Planetario. I pochi media che hanno riportato la notizia della chiusura si sono limitati a riprendere quelle frasi, senza approfondire.
L'antica sede del Planetario |
Del Planetario fino a oggi si è parlato pochissimo, e sempre in subordine al Museo della Civiltà Romana. Così questa istituzione scientifica, che ha peraltro una storia assai ricca e antica (fu il primo planetario aperto fuori dalla Germania, nel 1928), subisce senza colpa il fatto di essere ostaggio di un sito non a norma.
Già in passato le sorti del Planetario di Roma sono state travagliate: nel 1981 fu "sfrattato" dalla sua sede storica nella Sala Ottagona, alle Terme di Diocleziano, e da allora Roma rimase senza planetario per ben 23 anni, quando il nuovo Planetario fu inaugurato all'Eur. Se la storia insegna qualcosa, abbiamo più di una ragione per temere per il futuro del Planetario.
E dire che nei 10 anni scarsi in cui è stato attivo, il Planetario dell'Eur è riuscito a diventare un polo di attrazione e un punto di riferimento per la comunicazione e la didattica dell'astronomia a Roma e in tutta Italia. Come documentano i Dossier Musei del Touring Club Italiano, per alcuni anni il Planetario e Museo Astronomico sono stati nella top 10 dei musei scientifici più visitati del Paese, e in dieci anni ha ricevuto quasi un milione di visitatori (per una media di 90000 all'anno), tra scuole, famiglie, turisti, bambini, e naturalmente tanti cittadini romani di ogni età.
Come riconoscimento per l'attività di divulgazione scientifica, al Planetario è stato anche dedicato un asteroide dall'International Astronomical Union, il pianetino 66458 Romaplanetario.
Ora invece Roma è tornata ad essere l'unica capitale d'Europa senza un planetario di rilievo.
Oltretutto, il grosso rischio di una chiusura così prolungata è che quando finalmente il Planetario sarà riaperto (le proiezioni parlavano di due anni per i lavori, ma uno è già passato inutilmente), la tecnologia abbandonata a se stessa, nella polvere e nell'umidità, sarà ormai da buttare: allora sì che serviranno seri lavori di riqualificazione.
Perciò è importante che voci indipendenti come la vostra si sollevino per dare un quadro più preciso dei fatti ai cittadini, che sono stati privati di due musei in un colpo solo dalla sera alla mattina, con una giustificazione che finora è smentita dai fatti.
Il trattamento che il Planetario ha ricevuto dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali sa di sciatteria e disinteresse, preoccupante segno del fatto che la scienza a Roma è trattata come una cultura inferiore.
In generale, troviamo scandaloso che in una città capitale d'Europa possano scomparire di colpo due musei, e restare chiusi senza prospettive, senza che nessuno debba renderne conto ai cittadini.
Su facebook si sta radunando una community che cerca di sensibilizzare gli utenti sull'importanza di riaprire il Planetario:
Dopo un anno di attese inutili, non vogliamo che ne passi un altro senza che il Planetario possa tornare a vivere e ad accogliere i suoi visitatori.
E' ora che qualcuno chieda conto all'amministrazione comunale e alla Sovrintendenza ai Beni Culturali di ciò che è stato - o non è stato - fatto al Planetario, al Museo Astronomico e al Museo della Civiltà Romana. Vogliamo soprattutto che venga presa finalmente in considerazione in via prioritaria l'idea di riaprire il Planetario per ridargli vita e autonomia, e in particolare che l'amministrazione comunale indichi una chiara prospettiva sui tempi necessari e faccia di tutto per rispettarli. Insomma, vogliamo che il sindaco Marino, l'assessore alla cultura Giovanna Marinelli e il sovrintendente ai beni culturali Parisi Presicce si impegnino con i cittadini a restituire rapidamente a Roma il suo Planetario.
Comitato Amici del Planetario
11 commenti | dì la tua:
Sapete come la penso. Leggere queste cose mi fa venire il voltastomaco. Bisognerebbe premere ctrl-alt-canc su tutta l amministrazione (politica e operativa) di Roma. Vorrei vedere cosa ha da dire il solito difensore della sovrintendenza relativamente a questo bel caso.
Al Planetario come al Museo della civiltà romana andavano molte scolaresche, come è logico che sia. Erano veramente esempi di una buona cosa pubblica. Ho paura che paghino il fatto, oltre a trovarsi in Italia, in particolare a Romafia, di essere sul territorio EUR, insieme alla nuvola di Fuksas mai ultimata, all'acquario fantasma, al filobus bu-bu-settette, e via dicendo.
Il nostro è il paese delle incompiute.
Ci sono sempre mille ragioni per bloccare tutto, dal famigerato ricorso al TAR, ai mille pareri che vengono dai soggetti più disparati.
Consolatevi (si fa per dire), che non succede solo a Roma.
altro chiaro esempio di come questa città sia destinata all'oblio, in mano a accattoni della politica, rom e illegalità...continuate così...alle prossime elezioni si presenteranno a votare in cinque...
Una bustarella e la multa non c'è più. Vigili e impiegati: tutti a processo
L'indagine dopo le dichiarazioni di un tassista abusivo che parlo' di un giro di 'tangenti' per "evitare sanzioni che avrebbero comportato il ritiro della patente". Le intercettazioni negli uffici della Prefettura di Roma hanno poi portato alla luce dipendenti assenteisti che risultavano presenti al lavoro grazie alla complicità di altri colleghi
Intascavano mazzette e, in cambio, evitavano di fare le multe oppure facevano sparire quelle gia' fatte. Oppure, sempre per una 'bustarella', agevolavano il rilascio di licenze per taxi e Ncc che pure non avevano i requisiti ne' i titoli per averle.
Il 24 aprile prossimo, davanti ai giudici dell'ottava sezione penale del tribunale, comincera' un processo per una decina di persone tra tassisti e vigili urbani, coinvolti in una inchiesta che chiama in causa anche un poliziotto e alcuni dipendenti assenteisti della Prefettura di Roma, che risultavano presenti al lavoro grazie alla complicita' di altri colleghi. Stralcio, con trasmissione degli atti a Latina, per un altro gruppo di noleggiatori.
Ma pensa tè!E chi se lo immaginava che i solerti VVUU intascassero mazzette per far cancellare le multe???!!!
Ma guarda un pò.
Ma l'argomento è un altro?
Lo staff del Planetario fa divulgazione di prima qualità, li seguo da molto... Abbiamo a che fare davvero con delle eccellenze che stanno resistendo con coraggio in una situazione umiliante.
Invito tutti i lettori di RFS a firmare la petizione per l riapertura del Planetario.
Roma non è né deve essere solo Bosi/Boyez (mi vergogno di abitare dalle sue parti) e le giovani scippatrici in carriera, le buche e l'immondizia. Roma deve dare spazio alle splendide energie celate sotto lo scempio mafioso.
Ahò! Ah ah! Ma 'sti mazzi der planetario! Se te piace tanto l'altri pianeti più de' Roma nostra, restice!
Aaaa' maggica alè!
Ancora un esempio di mala gestio, a meno che ci siano effetive esigenze tecniche, ma dubito.
Ho visitato il planetario e mi sembra che l'area del museo che occupa sia già stata ristrutturata quando venne aperto.
In ogni caso occorre premere per far riaprire il più resto possibile anche il museo della civiltà romana, altro gioiello abbandonato.
Ancora un esempio di mala gestio, a meno che ci siano effetive esigenze tecniche, ma dubito.
Ho visitato il planetario e mi sembra che l'area del museo che occupa sia già stata ristrutturata quando venne aperto.
In ogni caso occorre premere per far riaprire il più resto possibile anche il museo della civiltà romana, altro gioiello abbandonato.
Probabilmente i funzionari della Sovrintendenza ai Beni Culturali che hanno optato per la chiusura del Planetario sono gli stessi che hanno concesso la licenza ad una pregiata bancarella di souvenir proprio davanti la fontana di Trevi
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