L'invasione dei risciò. Colosseo, Vittoriano e Piazza Navona nascoste dietro ad una nuvola di tricicli a pedali senza licenza, regole, autorizzazione

16 dicembre 2014




















Passate al Colosseo e fateci caso. L'Anfiteatro Flavio, finalmente ripulito, staziona dietro ad una coltre di sei, sette, otto risciò a pedali che si piazzano davanti, lungo la carreggiata, in attesa di clienti. Un numero di operatori che è sempre andato aumentando e che, oggi, è diventato ingestibile. La classica illegalità, anzi il classico buco-normativo alla romana dove chi se ne approfitta si infila. 
Si partì dal 2010 quando la Giunta Alemanno si inventò questo sistema, che doveva essere gratuito, per l'inserimento dei detenuti. Insomma turisti portati in giro per l'area centrale non da guide preparate e competenti, ma da avanzi di galera con tutto il rispetto. E va bene. Da quel momento i risciò a pedalata assistita sono aumentati enormemente e sono diventati a pagamento (25 euro da Colosseo a San Pietro, per dire, con grande felicità dei taxisti che aspettano di 'affittare' a Piazza Venezia...) e hanno occupato il territorio in maniera militare.
 Li trovi al Colosseo, stazione privilegiata, ma anche a Piazza Venezia o a Piazza Navona. Una quantità enorme e ingestibile. La classica storia romana, dicevamo, che ricorda quella dei camion-bar: 25 anni fa autorizzati per vendere generi di conforto ai tanti tifosi accorsi in città per il Mondiale del 1990, oggi trasformati in operatori che accampano diritti acquisiti grandi come una casa. Si sta facendo esattamente la stessa cosa per l'incapacità, la corruzione o la connivenza di non governare i fenomeni che si presentano. Ovvio che poi la cosa degeneri e diventi ingestibile.  

Qui le conseguenze per il decoro, per il libero mercato, per la sicurezza dei viaggiatori sono facilmente intuibili tra l'altro. Eppure si lascia fare. I vigili urbani non sanno nulla, sanno solo dire che "i risciò si sono decuplicati". Ma non sanno chi li ha autorizzati a stare lì ne se possono o non possono starci e se possono o non possono fare trasporto viaggiatori dietro pagamento.

28 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

Seguo sempre con interesse il sito internet e condivido le critiche, le battaglie e le denunce che porta avanti.

Tuttavia in questo caso non mi sento di appoggiare in toto questa denuncia.
Per il semplice fatto che:
- i risciò rappresentano un esempio di mobilità sostenibile (di cui Roma avrebbe tanto bisogno)
- non inquinano e non sono assordanti come le macchine..
- magari potrebbero spingere pure qualche romano a prendere la bici anzichè la macchina o lo scooter...






Anonimo ha detto...

Anche a Londra ci sono ma nelle vie commerciali o all'uscita dei locali, hanno licenza ufficiale e sono regolati.
20 autorizzati vanno bene, 200 guidati da chi non si sa e dietro il racket di pochi no, altrimenti si finisce come con i finti gladiatori.....

Anonimo ha detto...

Anche a Berlino ci sono, basta regolamentare.. http://www.visitberlin.de/it/luogo/berlin-rikscha-tours-escursioni-a-berlino-in-riscio

Anonimo ha detto...

Il problema che vedo io non e' tanto quello dei risciò in se per se ma sulla domanda "Sono autorizzati? Hanno licenza?"

Quando vivevo a Londra me li ricordo tutti con la loro bella licenza in vista.

Me li ricordo anche in Germania ed Austria, dove ho vissuto, perfino qui a Zurigo (di solito son "guidati" da studenti che si guadagnano due soldi portando in giro i risciò con pubblicita' annessa) ed il minimo comun denominatore era ed e' la regolamentazione.

E' lo stesso a Roma? O come al solito ci mettiamo quattro sconosciuti dalla dubbia provenienza che vengono sfruttati da qualcuno che ci guadagna piu' di quanto dovrebbe senza pagare un euro di tasse?

Anonimo ha detto...

Mi sarei aspettato un dettagliato reportage sullo stato dei meravigliosi impianti che ospiteranno le fabulose Olimpiadi del 2024.
Tipo, che so, la piscina di Tor Vergata.

ing.nic ha detto...

Ma benvengano i risciò: non sfruttano i cavalli, non inquinano, non fanno rumore.
Sarebbe bello che fossero tutti esteticamente simili e ben tenuti, ma il primissimo problema da affrontare è che paghino le tasse.
Basterebbe mettervi a bordo un dispositivo satellitare che registri le "corse", per le quali sarebbero obbligati ad emettere ricevuta. Facoltà ai vigili di fermare in qualunque momento i mezzi per verificare che abbiano il dispositivo in regola, pena sequestro a vita del mezzo e sospensione della licenza.

Anonimo ha detto...

Ma tanto per parlare

Anonimo ha detto...

io mi muovo spesso in bici in intermodalità, e vedo di buon occhio il servizio di risciò . Ma deve essere regolamentato , non tanto con licenze che ritengo profondamente ingiusta, ma di requisiti da soddisfare . Il mezzo deve essere idoneo, deve essere assicurato, chi conduce deve avere una fedina penale immacolata e requisiti psico-fisici idonei. Sono posti di lavoro , ben vengano ma non nella totale anarchia.
Ma vedrete che finchè non succederà un incidente o un fatto di cronaca nessuno farà nulla

Anonimo ha detto...

eh sì, nella città sepolta sotto 2 MILIONI di automobili i risciò sono proprio un problemone grave. Poi quelli che li guidano sono avanzi di galera. Mica come i tassisti romani che sono persone specchiate e colte...

Anonimo ha detto...

è evidente che è una cosa che puzza di racket da lontano un chilometro.
questo è uno dei massimi dell'iniziativa privata e dell'"imprenditorialità" italiana: risciò abusivi, bancarelle di stracci, finte frutterie che vendono alcool, piadinerie ogni 50 metri, NCC abusivi di altri comuni ecc. ecc.

a proposito di racket e imprenditoria all'italiana, vogliamo forse parlare delle minacce di morte ricevute dall'assessore a proposito della faccenda di piazza Navona...?

http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/14_dicembre_16/piazza-navona-ambulanti-minacciano-minisindaco-assessore-8a5ec48a-84f8-11e4-bef0-810da32228c1.shtml

Anonimo ha detto...

Non c'è niente da fare. Se al romano non je spieghi l'articolo avrai una serie di commenti a cazzo tipo "Ma er risciò è mobbilità sostenibbile!".

IL PROBLEMA NON è IL RISCIO IN SE', il problema è che sono tutti illegali, cioè insicuri, non pagano le tasse e fanno ingrassare i mafiosi che comandano la vostra città! Come già fatto notare i risciò ci sono in molte altre città europee, tutti con regolare licenza e tasse pagate.

Complimenti poi al solito fenomeno "AHO MA EMBECE DE PARLA DE QUESTO PERCHE' NUN PARLATE DELLOLIMPIEDI??"

Anonimo ha detto...

I veicoli sono assicurati?
Che succede se investono qualcuno?
Che succede se si cappottano e i turisti si feriscono gravemente, considerato che le polizze di assicurazione di viaggio NON coprono tutto cio' che accade su veicoli a noleggio che dovrebbero prevedere polizze a se' stanti?
Prima di essere in disaccordo con RFS fatevele du domandine sensate.

Anonimo ha detto...

Oddio è arrivato pure il troll mentecatto con l'argomento del giorno (che ovviamente non c'entra un cazzo con l'articolo) E FOTO FARZATE DE A PANDAAA!!! RFS RISPONNI ACCUESTO, MA E FOTO SO FARZATE O NO?

Povero troll malato di mente, non rispondetegli per favore, in arrivo una vagonata di messaggi.

Anonimo ha detto...

attenzione a non sviluppare ossessioni
e prima i camion bar (e siamo d'accordo)
e poi gli abusivi cingalesi (e siamo d'accordo)
e poi i centurioni romani
e poi i venditori di castagne
e adesso pure i risciò
dateve na regolata, senza contare che è assurdo accusarli di deturpare il paesaggio
de sto passo al colosseo ce dovrebbero annà solo quelli distinti e ben vestiti, che le persone brutte e zozze rovinano le fotografie

Anonimo ha detto...

sono belli e vanno sicuramente aumentati !

Anonimo ha detto...

E le biciclette con cui questo blog scuce gli scroti abitualmente sono assicurate? Se investono un bambino chi paga?

Anonimo ha detto...

E niente troll de merda, nun te se fila nessuno :D
Speriamo che crepi presto.

Anonimo ha detto...

a quelli che attaccano un servizio sostenibile spiegatemi che città volete per i vostri figli ?
smog ?

Anonimo ha detto...

IL RICATTO DEGLI URTISTI SULLA FESTA DELLA BEFANA
Piazza Navona, gli ambulanti cacciati
minacciano minisindaco e assessore

Rissa sul caso delle licenze ridotte da 115 a 72: annullato il consiglio municipale. Interrogazione ad Alfano del deputato pd Chaouki. Urtista apostrofa Cioffari: «Sono quello che ammazzerà di botte l’assessore». Il capogruppo Sel: l’abbiamo denunciato

Anonimo ha detto...

Da Wikipedia:

Il risciò o risció è un mezzo di trasporto che, nella sua forma originale, utilizza la forza umana per la trazione del mezzo. Il risciò è composto da un carrello a due ruote sul quale possono prendere posto una o due persone. Il conducente si inserisce tra due lunghe sbarre trainando il mezzo. Il risciò è un mezzo di trasporto molto diffuso in Asia e in Africa, dove è noto anche come pousse-pousse[1].


Un risciò a Calcutta

Un risciò a Calcutta, 2012
Questa forma di risciò è ora illegale in molti paesi. La più grande flotta di risciò a trazione umana è a Calcutta dove l'Associazione dei conducenti si è opposta all'introduzione di questa proibizione. A seguito di queste nuove norme si sono quindi diffusi i ciclorisciò o gli autorisciò. Nel primo caso il conducente muove il risciò per mezzo di una bicicletta a cui è attaccato il carrello, mentre nel secondo il risciò è mosso da un motore motociclistico.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
La parola risciò è un prestito dall'inglese rickshaw, a sua volta adattamento dal giapponese jinrikisha, composto da jin (uomo),riki (forza) e sha (carrozza).[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il primo risciò venne realizzato nel 1869 da un fabbro americano, Albert Tolman, per un missionario, il reverendo Jonathan Scobie, un ministro battista americano, che ne è considerato l'inventore e che lo utilizzò per trasportare la moglie invalida per le strade di Yokohama. Esistono tuttavia numerose altre teorie sull'origine del risciò.

La parola riscio deriva dal giapponese "jinrikisha" (人力車, 人 jin= uomo, 力 riki = forza, potere, 車 sha= veicolo), che letteralmente significa "veicolo a trazione umana".

Intorno al 1880 i risciò apparvero in India, prima a Simla e poi a Kolkata (Calcutta). Inizialmente furono utilizzati dai mercanti cinesi per trasportare le merci e solo dal 1914 venne autorizzato il trasporto delle persone. La diffusione di questo mezzo fu molto ampia in tutto il sud-est asiatico.

Sono diffuse anche ad Amsterdam, la città delle biciclette -composti da biciclette coadiuvate nella pedalata da un motorino elettrico- soprattutto come alternative ai taxi, che, per via dei canali, non sono molto diffusi.

Il risciò nel cinema[modifica | modifica wikitesto]
Il film La città della gioia di Roland Joffé [1992], tratto dal libro omonimo di Dominique Lapierre, ambientato a Kolkata (Calcutta) narra la storia di un conducente di risciò, impersonato da Om Puri, rivelando la durezza delle condizioni economiche e emotive con le quali questi lavoratori sottopagati si confrontano ogni giorno.

Le disavventure di un guidatore di un risciò sono anche alla base del film franco-vietnamita Cyclo di Tran Anh Hung (1995).

Il risciò in televisione[modifica | modifica wikitesto]
In un episodio della serie televisiva americana Seinfeld viene utilizzato un risciò.
In un episodio di Affari di famiglia un signore propone la vendita di un Risciò che però, venne rifiutata.
In un episodio di Life Bites c'è una gara di risciò

Anonimo ha detto...

Da Wikipedia:

Il risciò o risció è un mezzo di trasporto che, nella sua forma originale, utilizza la forza umana per la trazione del mezzo. Il risciò è composto da un carrello a due ruote sul quale possono prendere posto una o due persone. Il conducente si inserisce tra due lunghe sbarre trainando il mezzo. Il risciò è un mezzo di trasporto molto diffuso in Asia e in Africa, dove è noto anche come pousse-pousse[1].


Un risciò a Calcutta

Un risciò a Calcutta, 2012
Questa forma di risciò è ora illegale in molti paesi. La più grande flotta di risciò a trazione umana è a Calcutta dove l'Associazione dei conducenti si è opposta all'introduzione di questa proibizione. A seguito di queste nuove norme si sono quindi diffusi i ciclorisciò o gli autorisciò. Nel primo caso il conducente muove il risciò per mezzo di una bicicletta a cui è attaccato il carrello, mentre nel secondo il risciò è mosso da un motore motociclistico.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
La parola risciò è un prestito dall'inglese rickshaw, a sua volta adattamento dal giapponese jinrikisha, composto da jin (uomo),riki (forza) e sha (carrozza).[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il primo risciò venne realizzato nel 1869 da un fabbro americano, Albert Tolman, per un missionario, il reverendo Jonathan Scobie, un ministro battista americano, che ne è considerato l'inventore e che lo utilizzò per trasportare la moglie invalida per le strade di Yokohama. Esistono tuttavia numerose altre teorie sull'origine del risciò.

La parola riscio deriva dal giapponese "jinrikisha" (人力車, 人 jin= uomo, 力 riki = forza, potere, 車 sha= veicolo), che letteralmente significa "veicolo a trazione umana".

Intorno al 1880 i risciò apparvero in India, prima a Simla e poi a Kolkata (Calcutta). Inizialmente furono utilizzati dai mercanti cinesi per trasportare le merci e solo dal 1914 venne autorizzato il trasporto delle persone. La diffusione di questo mezzo fu molto ampia in tutto il sud-est asiatico.

Sono diffuse anche ad Amsterdam, la città delle biciclette -composti da biciclette coadiuvate nella pedalata da un motorino elettrico- soprattutto come alternative ai taxi, che, per via dei canali, non sono molto diffusi.

Il risciò nel cinema[modifica | modifica wikitesto]
Il film La città della gioia di Roland Joffé [1992], tratto dal libro omonimo di Dominique Lapierre, ambientato a Kolkata (Calcutta) narra la storia di un conducente di risciò, impersonato da Om Puri, rivelando la durezza delle condizioni economiche e emotive con le quali questi lavoratori sottopagati si confrontano ogni giorno.

Le disavventure di un guidatore di un risciò sono anche alla base del film franco-vietnamita Cyclo di Tran Anh Hung (1995).

Il risciò in televisione[modifica | modifica wikitesto]
In un episodio della serie televisiva americana Seinfeld viene utilizzato un risciò.
In un episodio di Affari di famiglia un signore propone la vendita di un Risciò che però, venne rifiutata.
In un episodio di Life Bites c'è una gara di risciò

Anonimo ha detto...

In Italia esiste una legge anche per i risciò basterebbe applicarla.

Da febbraio 2014 il codice della strada ammette l'uso dei velocipedi (risciò) nel servizio di NCC

I velocipedi in Italia ed Europa possono essere anche a pedalata assistita ma con motori fino a 250w purtroppo molti risciò (fra cui diversi anche a Roma e Firenze) montano motori elettrici più potenti che trasformano il "risciò velocipede" in "risciò veicolo elettrico illegale" perchè non omologato nè immatricolato.
Qui dovrebbero intervenire i Vigili Urbani, la Motorizzazione civile e a monte la Finanza per sfoltire la flotta di risciò perseguendo chi usa veicoli illegali importati in Italia ed Europa in modo illegittimo. Questa è la vera frode che provoca pericoli per i cittadini e concorrenza sleale per i risciò che hanno ottenuto la licenza NCC e che sono davvero velocipedi.

Anonimo ha detto...

italia paese di mafiosi e buffoni
devono mangiare sempre gli stessi..
il lavoro non c 'e' noi lo creiamo ed il risultato ?
invidia e infamita'...
caro scrivano l unica cosa giusta che hai scritto e'"buco normativo"
il resto e' tutto falso..
avanzo di essere umano.. ah senza offesa...

Anonimo ha detto...

Caro scrivano io sono una ragazzo disagiato.. purtroppo.. e sono uno dei pedalatori e fondatori di questa coperativa invregola e con carte a posto...richiesta fatta dal comune di roma e non ci hanno ancora mai risposto.... e non per colpa mia..roma a tanti problemi come ce l'ha l'italia.. e non sono i risciò il problema di roma.... perciò ABBUSIVO...ci sarà un altra persona.. magari.!!! Ha roma ci sono molto di più.. di disagi a partire dallo schifo hai fori imperiali per il cantiere per la metropolitani "c". Perciò caro scrivano prima di parlare e scrivere e mettere foto di persone normalissime e brave persone...pensa e rifletti.!! 3* cosa siamo coperativa che offre lavoro a persone disagiate e renserimento per ex detenuti.nella si sbaglia e c'è sempre un seconda possibilità... per tutti.!!! Caro scrivano.... ora concetrati a fare il tuo lavoro e non sparare le cosi dette c........e.!! Ah senza offesa.

Anonimo ha detto...

caro amico sono daccordissimo con te e chi ti risponde e' un pedalatore che sta' al colosseo..
il problema e' che nei paesi civili le licenze vengono date a chi ha i presupposti.. qui nel nostro paese di papponi.. non le daranno mai..
ed il perche' chi lo sa'..
anzi lo sappiamo il nostro paese e' di natura mafiosa..devono mangiare sempre gli stessi..le lobby italiane in ogni campo sono a circuito chiuso.
a meno che nob hai un santo in paradiso o paghi la tangente..

kekko73 ha detto...

tu sei un grande..

kekko73 ha detto...

i riscio' sono assicurati..
e emettiamo regolari fatture..
easy job..

John ha detto...

That's interesting.

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