Cosa
hanno di diverso da noi le maggiori capitali europee nella gestione del verde
pubblico? Tanto. E’ soltanto una questione di soldi e manutenzione? Sicuramente
il denaro fa la sua parte, ma altrettanto fanno i cittadini, educati severamente
a rispettare gli spazi pubblici, fruiti dalla comunità, per ricavarne un
vantaggio per tutti.
Sta
di fatto che l’educazione del singolo non basta, sono necessarie infatti leggi
severe e punitive perché si mantenga un
meccanismo mentale di “rinforzo” nella popolazione, che la spinga ad evitare
certi comportamenti. A tal fine è stata citata più volte su questo blog la
famosa “Teoria delle finestre rotte”, per la quale un ambiente inizialmente
degradato richiama ulteriore degrado ed incita i comportamenti più istintuali e
animaleschi negli abitanti del luogo, alimentando una spirale di degrado,
sporcizia e illegalità sempre maggiore. Le gravissime condizioni in cui è precipitato
il verde pubblico della città di Roma negli ultimi anni, motivo di scandalo
nazionale e denunciate recentemente sui principali quotidiani, mi hanno spinto
ad inviarvi questo breve reportage di confronto con la realtà londinese.
Essendo
reduce da un breve viaggio di lavoro, vi propongo oggi qualche foto del verde
pubblico di Londra, città che conta oltre il quadruplo degli abitanti di Roma e
che la supera forse di 5-6 volte in estensione, ma che riesce a gestire con una
semplicità disarmante, razionale, quasi banale tutto il verde pubblico
cittadino, evitando con pochi ma efficaci provvedimenti gli orrori a cui
assistiamo quotidianamente nella nostra città. Premetto che la perfezione non
esiste, ed anche a Londra si incontrano scene di povertà e degrado, sebbene in
misura estremamente ridotta rispetto a noi.
Evitando
le foto dei parchi più famosi, che sarebbero troppo umilianti, ecco invece
qualche spaccato sulla cura e la
gestione delle piccole aree verdi incastonate tra il tessuto urbano, insomma i
piccoli parchi di quartiere, quelli che da noi sono ormai ridotti a discariche,
dormitori pubblici e cacatoi per cani.
Le
foto qua sotto sono di un piccolo parco per bambini vicino Regent’s park, in un punto residenziale poco a nord di Euston road, una zona
semicentrale. Si noti la manutenzione
dell’erba, la raccolta differenziata, il regolamento ben in vista con divieto
di introdurre cani, alcolici, bici, di
fumare, di giocare a palla. Notare l’ incitamento al senso di colpa per gli
zozzoni che lordano il parco con gli
escrementi del cane, e avviso di multa ben in vista.
Qua
in basso ecco Cavendish Square, un piccolo parco a
Westminster, diciamo una zona che per la sua centralità potrebbe essere
paragonata alla nostra Piazza Vittorio?
Si noti la cura dell’erba, le panchine pulite, fruibili da chiunque, i
cestini svuotati e presenti ogni 4-5 mt, gli avvisi ben chiari ed
eleganti. In terra non un pezzo di
carta, non una scritta, non un adesivo. Un piacere fermarsi a leggere, respirando aria pulita, portarci anche i
bambini, voi portereste ormai vostro figlio tra le bottiglie, i bivacchi e i rifiuti di Piazza Vittorio?
Bene, ma qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di aree poco affollate di
turisti e quindi frequentate solo da persone del quartiere, spostiamoci allora in un punto affollatissimo, proprio sotto al London Eye, nei giardini che sono a fianco alle rive del Tamigi, dove ogni
giorno milioni di turisti si fermano
dopo aver passeggiato, bivaccando con
panini ebevande; insomma come in tutti i punti turistici delle grandi
capitali, come da noi. E allora come fa
a non riempirsi di cartacce e schifezze varie? Hanno prodigiose
invenzioni ultra-tecnologiche inapplicabili sconosciute in Italia? Niente affatto, ecco la soluzione: un semplice
ragazzo della nettezza urbana che con una pettorina gialla raccoglie in tempo reale con un bastone prensile tutte le
cartacce lasciate sul prato dai turisti e le mette udite udite in una busta!
Accidenti, chissà quanto ci vorrà a brevettarlo da noi questo sistema... Insomma con un semplice stipendio, tieni pulita una vasta area dando una sensazione straordinaria ai turisti che la frequentano. Ecco dove vanno, penseranno gli operatori turistici della città, i soldi della city tax che gli ospiti di Londra pagano. I soldi della city tax (altissima, 7 euro a persona al giorno: una follia!) romana dove vanno in vece a finire?
Veniamo ora alla questione dei bagni pubblici. Avete presente quella sensazione di angoscia, quando siete a passeggiare a
via del Corso o al Pantheon, che vi attanaglia
nel momento in cui realizzate di dover espletare i vostri bisogni
fisiologici? Dove posso andare? Troverò un bar, una gelateria dove non fingano
che il bagno sia rotto? Dovrò fare la fila per urinare con comitive di
giapponesi e tedeschi? Non parliamo poi della tragedia di dover fare un bisogno
più consistente. Ecco, stranamente qua la possibilità che un turista possa prima o
poi dover urinare o andar di corpo è concepita, e sono appositamente costruite
eleganti toilettes, in ogni punto turistico, quasi un vanto! Pulite
praticamente in tempo reale meglio del
bagno di casa vostra, bisogna ammettere che è un quasi un piacere pagare un
obolo che va dai 30 ai 50 pence per usarle!
Ecco
qua sotto Leicester Square, una delle piazze più famose del
centro, con la statua di Shakespeare circondata da giochi d’acqua: quando ho visto che sui due lati opposti della
piazza hanno ricavato due giganteschi bagni pubblici uno per gli uomini e uno
per le donne, interrati sotto la piazza e
con tanto di lastra in vetro identificativa gigante che esce dal terreno, con
simbolo stilizzato di un uomo o di una donna, mi sono commosso pensando a cosa
devono affrontare i turisti a piazza di Spagna… Il costo è di 50 pence, ma
dentro ci puoi mangiare in terra, ed è una gioia usarlo senza correre il
rischio di prendere il tifo, o la leptospirosi come da noi.
Chiudiamo
la serie con un altro piccolo giardino a pochi metri da Victoria Station, uno dei principali snodi ferroviari della città, zona centrale,
trafficatissima come in tutte le stazioni, come se da noi fossimo a fianco
della nuova Stazione Tiburtina per capirci. Vi immaginate il nostro contesto?
Ecco il loro, ho potuto sedermi a leggere in attesa del treno in un ambiente
pulito, ordinato, senza essere importunato da nomadi, saltimbanchi, questuanti, parcheggiatori
abusivi, accattoni, senza provare la classica sensazione di paura di essere derubato del
bagaglio e dei soldi, di tirare fuori il cellulare, di poggiare una borsa sulla
panchina. Si notino le panchine con
bracciolo centrale, anti bivacco, la presenza costante di pattumiere, vuote e
di aspetto gradevole, la pulizia e la cura dei viali e dell’erba, per essere a
fianco ad una stazione!
In
conclusione, sebbene il tessuto urbano di Roma sia sicuramente più caotico e
difficile da gestire per certi aspetti, è la mancanza di manutenzione, di
regole e volontà politica di applicarle , oltre che alla condizione di perenne
bancarotta in cui ormai versa la nostra città, che hanno portato alla
distruzione del nostro patrimonio verde cittadino, rendendo i nostri giardini pubblici un luogo atroce,
invivibile, infruibile dalla comunità.
Il degrado in cui versa la manutenzione del verde romano è ormai su
tutti i giornali, un vero scandalo nazionale, e concausa sicura dei recenti
allagamenti che hanno recato danni per milioni di euro lo scorso inverno. Il
ritorno al nostro medioevo, provenendo da questi luoghi, è noto a tutti, e sempre traumatico: l’odore lancinante di
urina di cane (e non solo di cane) che impregna i nostri marciapiedi, i viali dei parchi, le
panchine. Le nostre aiuole secche,
spelacchiate, piene di cartacce, escrementi, fazzoletti, gomma, plastica,
mozziconi luridi di sigaretta che marciscono per anni nei nostri parchi generando
un danno ambientale incalcolabile, esponendoci ad aumentato rischio dimalattie. Il degrado anche
visivo, a cui siamo sottoposti quotidianamente, con squallidi graffiti sulle
nostre mura antiche di 2000 anni, che in
questi paesi si sognano e osannerebbero come monumento nazionale nello
splendore più impeccabile, e che noi lasciamo invece marcire, sbriciolare,
divorare dalle erbacce, usare come pattumiera. La decadenza a cui assistiamo è specchio di
una decadenza economica e anche morale in cui è precipitata la società romana,
in cui manca, se mai è esistito, un senso di appartenenza a qualcosa,
unificante, di amore per la propria città, di rispetto per il territorio. E’ questa la vera ricchezza, la vera libertà, un qualcosa che tutti hanno e nessuno ti puo’ togliere, che ha un valore
intrinseco immenso, una ricchezza collettiva, di fruire di un ambiente
gradevole, pulito, sicuro, di respirare aria pulita, di sentire di nuovo il vero odore dell’erba.
Molti
dei provvedimenti mostrati nelle foto,
sono banali e non certo dispendiosi o irrealizzabili, si tratta solo di avere volontà politica e coscienza civica
per attuarli, nel frattempo, speriamo
che almeno l’informazione e la sensibilizzazione della gente tramite anche blog
come questo, possano risvegliare qualche animo. Sino a quel giorno, non resta che ammirare dagli altri con umiltà
quello che noi abbiamo perso.
Provvswat
si ma non facciamone una questione economica, primo perché di soldi ce ne sarebbero a volontà se solo ci fosse la voglia di andarli a prendere dove sono(su questo blog se n'è parlato spesso) secondo perché Roma faceva schifo anche quando i soldi c'erano. non è un problema di soldi e nemmeno di immigrati(anche in questo Londra ci surclassa) credo che ormai si sia capito qual'è il problema di questa disgraziata città (e di tutta l'Italia meridionale)
RispondiElimina.....non sono i soldi, o almeno lo sono solo in quanto mal amministrati (per non dire rubati)!
RispondiEliminaQuale altra città ha un monumento che rende 42 mil di euro l'anno, come il colosseo? Ma che ci fanno con quei soldi?
anni fa sono tornato da un viaggio a Londra.. sbarcato a Ciampino (bus invaso da zingari) e arrivato alla stazione ANAGNINA ... mi sono guardato intorno e accasciatomi su un parciapiede sono crollato in un pianto di disperazione !!!! uno shock !!!
RispondiEliminaqui ormai ci si stupisce solo se troviamo qualcosa che funzioni o che sia sfuggita al degrado !!!
RispondiEliminaGrazie Marino per il contributo che stai dando a tutto questo !!! I ROM ringraziano!!!
Roma e Londra non si possono paragonare. La gestione super efficiente inglese ce la sogniamo. Nemmeno se avessimo miliardi di euro riusciremmo a fare altrettanto, perché manca un requisito fondamentale in noi romani: il senso civico e della cosa comune. Nonché la certezza della pena e i poliziotti che -quando serve- agiscono subito e di brutto.
RispondiEliminaHo parenti inglese, sia a Londra, sia nelle campagne inglese a più di 200km a nord, dove di certo non stanno benissimo (un po' come al sud da noi). Vi posso assicurare che regna lo stesso ordine e la stessa pulizia. Al 'calore' caciarone e spesso falso dell'italiano medio ho sempre preferito l'ordine e il rigore del Regno Unito. Siamo decisamente sopravvalutati in quel senso, poco ma sicuro. Tuttavia, ci piace crogiolarci nell'idea che bel tempo e buona cucina rendano la qualità della vita migliore, a prescindere da tutto. Sapessimo davvero gestire le nostre risorse, saremmo davvero il paese più bello del mondo. La continua immigrazione selvaggia e il conseguente imbarbarimento e degrado non faranno che farci sprofondare. Come forse meritiamo.
Purtroppo credo sia assolutamente inutile confrontarci con altre citta',comunitarie o meno.Perderemmo il confronto sotto mille punti di vista.basta andare al colosseo per capire cosa intendo:ed e'e' un semplice esempio.Per tenere un minimo di ordine,ma un minimo,bisogna impiegare divise a profusione,che poveretti con i mezi che questo paese da'loro son costretti a fare i pupazzi e a correre dietro ad una orda di venditori,abusivi,e gentaglia varia che senza alcun titolo si arrabbatta a tirare la giornata...andate a new york,a calgary,londra ,berlino,etc etc,basta una divisa per far rispettare regole..Il problema e'politico...A new york basta una poliziotta per tenere ordine in quel che per noi puo'essere un posto come fontana di trevi.Guai a buttare una sola cicca...la gente stessa ti riprende.Qui tutto viene messo in discussione:regole,autorita',provvedimenti,multe e ordini vari..Siamo allo sbando ormai,c'e'solo da prenderne atto.Se nn cambia politica ma anche modo di vedere le cose della gente comune nn c'e'piu'nulla da fare.Buona giornata.
RispondiEliminaPremesso che quando un famoso sindaco leghista su al nord mise i braccioli antibivacco sulle panchine si levarono i cori dei sinistrati di turno che dagli al razzista, e che è vero che Roma non è mai stata Londra ma neanche è mai stata ridotta così, e che le aree verdi dove ti giri ospitano barboni per lo più stranieri quindi non nascondiamoci dietro un dito: ma i chioschi di Tonelli ndo' stanno?
RispondiEliminaTonelli, dove sono i chioschi che vuoi piazzare in ogni fazzoletto verde di Roma? Solo in una foto vedo una specie di baracca coperta da un telo verde scuro che non si capisce cos'è. Per il resto vedo giardini anche piccoli che sono come dovrebbero essere, come per esempio quel giardinetto di cui parlavi al Prenestino tempo fa, che portavi ad esempio per dire che vanno affidati ai chioschettari che così li mantengono puliti.
Tonelli io non sono contro i chioschi a prescindere ma sono contro le estremizzazioni. C'è bisogno solo di applicazione delle leggi, non di un chioschi in ogni dove.
A € 100,00 per ogni multa per la cacca dei cani a Roma saremmo tutti ricchi. Solo che bisogna poi farle quelle multe... non riempirsi la bocca di chiacchiere.
RispondiEliminaMa che diciiiiiiiiiiiiiiiiiii
RispondiEliminaRoma è grossa millemilamilioni de chilometriquadrati, er comune de roma è più grosso de quello de parigiiiiiiiiiiiiiiiiiii ma nun se pòòòòò controllàààààààààà
Ma noi c'avemo er ponentino checcefregaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Lo so è la risposta peggiore ma è la risposta tipica dell'idiota romano che negli anni d'oro del veltronismo infestava i forum come skyscrapercity
La situazione attuale è figlia di quell'idiozia (che il gestore di questo blog ben ricorderà), oltre che di marino ovviamente
Marco1963
il referendum tra monarchia e repubblica ci ha rovinato!!!
RispondiEliminaParlando di verde pubblico, Londra ha al suo interno (si intende con Grande Londra la superficie enorme compresa entro il loro raccordo anulare) un oasi naturalistica con cervi e daini: Richmond.
RispondiEliminahttp://www.ilpost.it/2014/09/23/il-primo-giorno-dautunno-richmond-park/
Nessuno ha mai pensato di costruirci per "valorizzare" la zona, tantomeno stadi. Qui a roma (in piccolo) quando qualcuno fa notare che ci sono zone importanti dal punto di vista naturalistico partono in quarta quelli che straparlano di sviluppo e di monnezza.
Ao ma perche' non ve ne annate a Londra, contenti voi e contenti noi. Logico e semplice! Poi quello che s' e' messo a piangere quando è venuto da Londra, mejo che se fa da nocchiata!
RispondiEliminaVe sete dimenticati pure da situazione econo mica presente e passata nei vostri poetici e fantasiosi paragoni.
L'erba del vicino e' sempre a minore, fate e dite pure!
Non è che ci sia molto da dire, come al solito... concordo con chi dice che la situazione del verde pubblico romano è figlia del menefreghismo e del non-rispetto/mancanza di volontà di imporre le regole che ha fatto la storia di questa città. Ho votato con convinzione Marino, con la speranza che potesse finalmente dare una svolta alla situazione di questa città dopo i quattro anni di "sceriffato" post-fascista, che doveva portare "ordine" ma non ha fatto altro che far mangiare pochi prescelti. Purtroppo, devo constatare che la situazione non è migliorata affatto, anzi è peggiorata. Quello che manca in questa città è la volontà. Non di cambiare, ma di affrontare, da parte della politica, quei portatori di interesse, quelle caste abituate a pensare che tutto ciò che hanno sia un loro diritto acquisito. E la volontà dei cittadini di sentirsi parte di una SOCIETA', dove le regole ci sono per far vivere bene TUTTI, e non solo sé stessi. Finchè non si cambierà questa mentalità, a Roma non cambierà nulla.
RispondiEliminaMi fate ridere I CERVI . I DAINI QUI SE SO MAGNATI PURE LE PAPERE DEL LAGHETTO DELL'EUR
RispondiEliminaVuoi mettere le aiuole fiorite con le baracche e gli accampamenti?
RispondiEliminaNon ce paragone
IL CONCIME CE L'AVEMO CHIAMAMO LA BARBONA DE TERMINI
RispondiEliminaCommento delle 10:38 direi eccelso.
RispondiEliminaVivo in una zona working class, tipo Torpignattara a Roma, a 10 minuti ho un parco di 26 ha dove vado a correre: neanche i giardini del Quirinale sono tenuti allo stesso modo: quante lacrime mi scappano quando penso a Roma.....
1.43 pm, pure tu piangi, sintomo preoccupante!
EliminaAo ma qua nessuno e' felice, tutti piangono.
"manca un requisito fondamentale in noi romani: il senso civico " ma PROPRIO per questo ci sono forze dell'ordine, sindaco, assessori e amministrazione. Sono PAGATI per educare (anche con multe) le persone, ma semplicemente non fanno il loro lavoro
RispondiEliminaMa che voj commentà, ma che voj commentà.....qui c'è solo da piagne !!!
RispondiEliminaMariamaddalerna
come dimostra lo stato del verde pubblico nel resto d'europa, è la concezione di pubblico che fa dell'italia tutta un paese sottosviluppato.
RispondiEliminaPrendiamo ad esempio Roma.
Orde di speculatori e palazzinari, si spartiscono ogni giorno la torta devastando la città e cementificando il verde. Un parco pubblico viene lasciato a se stesso, invaso dal degrado e dalla scarsa sicurezza. Questo per anni. La gente esausta si lamenta ma non cambia nulla. Fino al giorno in cui l'assessore, il consigliere comunale o municipale di turno dice che visto che il parco è in quelle condizioni tanto vale affidarlo a un privato che ci farà la sua bella palestra, piscina, parcheggi ecc, ma che lascerà una parte al pubblico, ben sistemato e pulito ( la truffa dei punti verde qualità).
I cittadini, che non capiscono che proprio perchè una cosa è pubblica dovrebbe essere tenuta col massimo rispetto e cura, si trovano d'accordo, e sono proprio loro, convinti da quattro gangster in giacca e cravatta a far si che il loro stesso patrimonio venga svenduto e che il loro parco venga in realtà privatizzato e messo al servizio delle strutture private.
E qui ritorniamo al perchè un paese è sottosviluppato. Perchè ha una classe politica corrotta e mafiosa, un'imprenditoria criminale e un popolo totalmente ignorante, inconsapevole e vigliacco.
Qui invece c'è un parco occupato da pericolosi delinquenti, che si chiudono dentro con la catena impedendo l'ingresso a chiunque, ricoprendolo di cacche.
RispondiEliminahttp://www.romafaschifo.com/2013/07/un-parco-pubblico-sequestrato-da-dei.html
Sarebbe molto più facile farsi un viaggio andata e ritorno per Saturno che convincere (dopo tantissimi email a loro) AMA di installare più cestoni in ogni strada e giardini. Si trova uno ad ogni 200 metri in moltissime strade e giardini.
RispondiEliminatra i commentatori mancano quei classici squallidi provincialotti che dicono che è facile tenere pulita Londra perché è più piccola di Roma...
RispondiEliminaAHAHAAHAAAH
Essere romani è un dono, solo un romano po' amà 'sta città, anche se li zozzoni, che non sentono l'orgoglio, la fierezza e la fortuna di appartenere a questa città e godono ad insozzarla. Talvolta lo fanno con le loro immondizie, talvolta con le insulsaggini, di chi ha conosciuto qualche altra realtà residenziale e fa il saccente. Riccardo Brandi
RispondiEliminaCi lamentiamo, ci lamentiamo... e ce lamentamo. Però la mancanza di cura dei beni comuni è un retaggio antico a Roma, talmente evidente che persino i disciplinatissimi (a casa loro) stranieri quando arrivano qui si lasciano andare beatamente all'incuria. Tanto chi dice niente? In un paese che non punisce i reati più gravi, che scarcera dopo 24 ore gli scippatori e che mantiene al governo rei e pregiudicati cosa vuoi che contino quattro o più vandali zozzoni ...ma quanti romani, che su questo blog e su altri si indignano, sono mai intervenuti per segnalare, fermare o redarguire un maleducato per una qualsiasi cosa, magari semplicemente una cacca di cane non raccolta? Il problema è che ognuno in questa città, in questa nazione, guarda il suo orticello... figurarsi se ha tempo di quardare i parchi: troppo grandi, no? Come si dice a Roma... è la capoccia che ha da cambià.
RispondiEliminaAnna
il problema è sempre lo stesso,educazione dei cittadini,regole certe e certezza della pena,amministratori decenti e con le manipulite. Avremmo un paese che non solo non risentirebbe della crisi ma potrebbe anche creare lavoro.Mi sono dimenticato una cosa di cui ne abbiamo molta ma ne faremmo volentieri a meno:omertà e menefreghismo. Provate ad andare a rivedere il significato di "res publica"Ciao a tutti.
RispondiEliminaEtica del lavoro, senso civico rispetto delle regole.. quello che manca da parte di tutti e la colpa è ripartita in egual misura tra governanti e governati...
RispondiEliminaChe il problema da Roma in giù si chiami civiltà no?
RispondiEliminaSenza andar a Londra basta da Firenze in su. Eppure quando romani e meridionali salgono nelle città del nord si comportano bene. Come mai? E che ve lo dico a fare?
Però c'è una cosa da meditare con grande attenzione, c'è stato un breve periodo che da Roma in giù tutto sembrava funzionare, era il periodo che mancavano pochi punti percentuali affinché un movimento politico del nord si affermasse con un referendum sulla secessione dell'italia in due nazioni. La corda si sta spezzando, lodevoli centri di studi europei danno l'italia divisa in due nazioni entro il 2022. E nel frattempo sono diventati 3 i partiti che vogliono la secessione.
La storia insegna, quando una nazione si divide, una delle parti diventa povera e non sarà mai e ripeto mai possibile per chi sta nella parte povera emigrare in quella ricca.
Facciamo molta ma molta attenzione, non è un gioco.