Centri sociali all'attacco della dignità e della civiltà. Sbeffeggiati, umiliati e derisi i volontari di Retake Roma. Il rispetto non deve passare a Garbatella e Ostiense

Non è detto che sia colpa loro. Il ritardo mentale, la tara intellettuale, l'handicap neurologico non possono essere considerati una colpa. E chi frequenta un centro sociale nel 2014 (esperienze che avevano un qualche senso trenta anni fa, ma che sono scomparse dalla faccia dell'occidente evoluto da decenni non a caso) è molto facile che sia affetto da questi disturbi.

E quando hai disturbi mentali e quando ti ostini a tenere in piedi un format fuori dalla logica, fuori dallo spazio, fuori dal tempo e fuori di testa, è molto facile che la deriva sia l'arroccamento, l'insicurezza, il desiderio di farsi dei nemici tutt'intorno per sentirsi sicuri, la violenza, la prevaricazione, l'odio, il fascismo. Sì, il fascismo. Non è la prima volta che lo teorizziamo: i poveretti dei movimenti romani (il caso è quasi solo romano ormai, le altre città italiane hanno simili problemi ma confinati davvero a sparitissime minoranze folkloristiche) non sono altro che dei coattelli, fascistelli, prepotentelli sovente figli di papà che razzolano negli spazi occupati con l'iPhone da 900 euro tra le mani e il babbo notaio o primario. Salvo eccezioni ovviamente, che ci sono sempre, ma l'andazzo è assolutamente questo. Lo dimostra il fatto che il comportamento (abusi, famocomecaxxocepare, violenza, pugni&cazzotti, spregio delle forze dell'ordine, occupazioni illegali) sia esattamente lo stesso quando si parla di centri sociali di sinistra (sinistra???) e di centri sociali di destra (destra???) e ci si perdoni se utilizziamo in maniera impropria, bestemmiandole, queste categorie politiche ottocentesche che meriterebbero ben altro rispetto che non venire associate a quattro perditempo, nullafacenti, scansafatiche. Le modalità, dicevamo (e fatelo dire a noi che attacchiamo allo stesso livello gli uni e gli altri) sono le stesse. Fascismo, comunismo, chiamatelo come vi pare: per noi sono romanari prepotenti fascistelli coattelli decerebrati. Poco importa se frequentino Casa Pound o La Strada, tanto per capirci. Gente insicura che per avere un ruolo nella società deve necessariamente vivere sopra le righe, ignorando la legge, soprattutto mancando di rispetto a tutti coloro che la legge la rispettano. 

E se Casa Pound - questa è una notizia che vi diamo - ci ha querelati e ci ha trascinati in tribunale (udienza settimana prossima, aiutateci con le donazioni qui a fianco perché gli avvocati purtroppo costano cari e noi le bollette, le utenze e gli affitti li paghiamo, non come altri che su quello risparmiano e possono investire su cause legali assurde contro semplici cittadini) perché si è sentita diffamata rispetto ad alcuni articoli in cui stigmatizzavamo le loro affissioni abusive massacranti Piazza Vittorio e dintorni, a Ostiense e Garbatella è successo ancora di peggio. 

Come avrete saputo Retake Roma (iscrivetevi, partecipate, create il vostro gruppo di quartiere) ha ripulito molta parte dell'Ottavo Municipio e in particolare le fermate del trasporto pubblico (perché chi usa i mezzi pubblici a Roma deve essere umiliato, ma questo non può continuare). Ma come è successo al Pigneto, sul ponticello pedonale che unisce le due parti di quel quartiere, anche qui movimenti e centrosocialari hanno pensato bene che ordine, pulizia, decoro e rispetto non erano l'ambiente ideale per loro e hanno deciso di ri-imbrattare tutto con affissioni abusive. Il bene comune e l'attenzione, tra l'altro, che si deve ad architetture storiche di rilievo come la straordinaria Stazione Piramide della Metro B. Ma c'è di più. Non è bastato l'atto violento e prevaricatore - fascista, insomma - di andare a sporcare laddove semplici cittadini volontari (mamme, babbi, nonne, bambini) avevano appena pulito, no, c'è stato di più. I bellimbusti dei centri sociali, i coattelli di cui sopra, gli sbruffoni sono andati anche su Twitter a vantarsi delle loro gesta e ad insultare i retakers, a sbeffeggiarli, a sfidarli con toni, appunto, da mafiosetti di quartiere, da bulletti da strapazzo: "avete impiegato un'ora e mezzo per pulire e noi in  un attimo risporcheremo". Cose allucinanti, accompagnate da autentici manifesti ideali dove si teorizza il primato dell'abuso sul rispetto pubblicati su blog cervellotici (leggete qui). Un autentico scontro di civiltà che dovrebbe essere all'attenzione non solo dei media, ma anche delle forze dell'ordine. Non è infatti pensabile che gente adulta e vaccinata smetta da sola, senza un "aiutino" istituzionale, di comportarsi in maniera inaccettaible e incivile. Ma se questo aiutino non arriva come possiamo sperare di convertire al rispetto ed alla civiltà chi considera questo come fumo negli occhi?

Ieri sera i volontari hanno ripulito per l'ennesima volta le aree interessate. Le patetiche e risibili affissioni abusive, incollate da quattro prepotenti sui bellissimi travertini di una stazione storica, sono finite in una busta nera dell'immondizia. Quanto durerà? Quanto impiegherà l'immondizia a ritornare sui muri per mano di chi solo nell'immondizia ama vivere, muoversi, operare, far crescere i propri figli? Durerà pochissimo, lo dicono i fatti: in nottata il centro sociale in questione aveva già ri-imbrattato. Non ancora Piramide, ma San Paolo si. La buona notizia? I retakers, impagabili, alle 9 avevano già pulito tutto. C'è un'altra, ulteriore, guerra civile. Piccola e marginale solo all'apparenza. Non vi resta che decidere da quale parte state e comportarvi di conseguenza. 
Nel decidere leggetevi alcuni stralci della conversazione qua sotto, presa da questo blog. Dove l'unica argomentazione, in un dialogo su Facebook, che i rappresentanti dei movimenti si dimostrano in grado di modulare è "mezze seghe" ad una ragazza che gli implorava di smetterla di sporcare tutto. Perché per loro chi si adopera contro il degrado è un "esaurito". Solo violenza, solo prevaricazione, solo cafonaggine.