Cosa c'è dietro ai cassonetti gialli per i vestiti usati? A Torino o a Napoli gli abiti vanno ai poveri, ma a Roma? L'inchiesta andata in onda ieri a diMartedì su La7
Sarebbe bello sapere i "vertici societari" del consorzio TiRiciclo a chi fanno riferimento nell'Amministrazione comunale di Roma e/o all'AMA. Potrebbe anche trattarsi di percorsi per finanziare illecitamente il/i partiti della maggioranza al governo romano e ai vertici della municipalizzata AMA? Perchè la magistratura non prova a vederci chiaro? Perchè le buone intenzioni ed il senso di solidarietà dei cittadini romani vengono - come al solito - calpestati?
E pensare che ho sempre ritenuto che i miei abiti che non mettevo più potessero avere una seconda vita aiutando chi più ne ha bisogno. Ancora una volta questa città e i suoi amministratori si fanno beffa dei cittadini onesti e del loro senso di solidarietà, Mai più azzeccato il nome "ROMA FA SCHIFO"
Secondo me non c'è niente di male in tutto ciò. NESSUNO ha mai detto che sono cassonetti caritatevoli. Tant'è che sul cassonetto stesso c'è scritto che serve per il RICICLO degli abiti usati. Meglio che in discarica o in mano ai mercatini clandestini degli zingari (purtroppo) no?
che scorrettamente lascino pensare alla gente che gli abiti vadano in beneficenza, daccordo, ma è altrettanto vero che i gestori dei cassonetti gialli non lo hanno mai detto, tantomeno è scritto sui cassoni. Diciamo che sono stati omertosi..., ma non hanno diffuso false informazioni. Io mi ero incuriosita tempo fa perchè vedevo scritto sopra nomi di associazioni diverse , e su internet mi sono andata un pò ad impicciare. Ormai porto le cose direttamente alla caritas, lasciando decidere a loro la destinazione delle cose regalate.
Bisogna vedere a chi vanno i soldi: se sono associazioni e cooperative oneste e pulite è un discorso, ma se intitolati sono pregiudicati di ogni sorta o intestatari di decine di licenze da bancarellaro che poi affittano ai bengalesi FORSE VA UN PO' MENO BENE...c'è stato un bando pubblico trasparente per l'assegnazione dell' appalto? Pagano le tasse? O si è regalato pubblico ai soliti noti? Di caritatevolein Italia è rimasto tanto poco.
A Napoli credo sia lo stesso: in effetti la sorella di mia moglie che abita a Napoli in un negozio di abiti usati ha visto la tipica busta in cui li si raccoglie ed ha fatto due più due. E' probabile (immagino e spero) che una percentuale dei proventi della vendita di questi vestiti vada alla caritas. Solo cosi si giustificherebbe tutto quanto. Direi che a questo punto la caritas deve delle spiegazioni.
Ma vabbè ma 40 anni fa quello de "abiti usati americani2 a S. Lorenzo ma che faceva pe' voi?
Nel 2003 per uno spettacolo teatrale dove dovevamo emergere da una montagna di stracci e vestiti, andammo dalla comunità Capodarco allo Statuario (comunità che fa lavorare i disabili)Dio solo sa quanta roba trovammo, da sprofondarci tipo sabbie mobili.
I ragazzi della comunità selezionavano i tessuti e producevano nuovi vestiti che rivendevano....
Qui pare che a ogni piè sospinto c'è na cosa che deve fa schifo pefforza...daje
io credo che fare dietrologia sia inutile e anche dannoso. Se qualcuno ci guadagna ( e notate che c'è tutto un indotto dietro) assolvendo ad una funzione utile sia per il decoro che per l'ambiente (in fondo sempre di riciclo si tratta e un nuovo vestito per essere prodotto comunque inquina) allora va bene. Anzi, visto che ci guadagna forse potrebbe essere il candadito ideale a dirigere l'AMA che con la raccolta differenziata potrebbe farci i soldi e magari diminuire la bolletta migliorando il servizio. Non credete?
io con i vestiti usati li straccio e ci faccio da stoppino per future molotow da tirare a questi stronz1.....meglio darli alla parrocchia che li rigira a qualche poveraccio
Ripetiamo qui quanto detto alla redazione e purtroppo non apparso nel servizio sulla raccolta degli abiti usati, andato in onda nel programma “diMartedì”: la cosa che noi di HUMANA riteniamo importante è che gli operatori dichiarino cosa fanno con gli abiti che raccolgono. Purtroppo ciò accade raramente. HUMANA non è al momento presente a Roma, ma in altre città del Lazio, fra cui la Albano Laziale. In tutta Italia vi sono circa 5000 contenitori gialli di HUMANA e le 960 Amministrazioni pubbliche con le quali collaboriamo sono informate da sempre su quanto facciamo con gli abiti donati e sui progetti che riusciamo a realizzare nel Sud del mondo proprio grazie alla generosità di milioni di italiani.
Anche alla giornalista di La7 abbiamo spiegato, come spieghiamo a tutti da 16 anni, ciò che facciamo con i vestiti: in parte li spediamo in Africa, dove sono venduti per ottenere fondi da investire nei nostri progetti di sviluppo attivi localmente. Qui gli abiti sono regalati solo in casi di emergenza. La parte di vestiti non spedita in Africa è venduta in Europa, al dettaglio e all’ingrosso, per ottenere fondi per gli stessi progetti di cui sopra. Questa informazione è riportata su tutti i nostri contenitori, su entrambi i lati. Quindi chiunque doni gli abiti a HUMANA sa esattamente dove vanno a finire. Ciò peraltro è ampiamente spiegato anche sul nostro sito www.humanaitalia.org (dove pubblichiamo anche i nostri bilanci annuali) e su tutti i materiali di comunicazione che distribuiamo. Queste informazioni sono invece spesso difficili da reperire nel caso di molti altri enti (spesso aziende senza le necessarie autorizzazioni), di dubbia natura, che non danno alcuna spiegazione sull’utilizzo degli abiti. Non ci sarebbe nulla di male a donare i propri abiti usati anche a realtà che della raccolta ne fanno soltanto un profitto, senza alcuna finalità umanitaria o sociale, ma è importante che i cittadini ne siano pienamente consapevoli e che questa informazione sia riportata in modo chiaro su tutti i contenitori, cosa che molto spesso non avviene. Per questo invitiamo tutti a non scoraggiarsi e a continuare a donare i propri vestiti, prestando però attenzione all’ente al quale si sceglie di destinarli!
Naturalmente HUMANA è sempre felice di poter informare chi voglia capire cosa succede ai vestiti che dona. Per informazioni sui contenitori presenti in Lazio, potete scriverci all’indirizzo roma@humanaitalia.org o telefonare al numero 06-91.45.291
però non le spariamo dai... quelli di Napoli stanno, nel 99% dei casi, nei cosidetti "pann ammerican"...se poi dobbiamo sparar c@gàt€ allora facciamolo
Anche io inconsciamente ho sempre pensato che andassero GRATUITAMENTE ai bisognosi... farci del business sopra mi sembra anomalo, soprattutto in un momento di difficoltà come questo... Nel mio municipio il cassonetto giallo è addirittura dentro la parrocchia per cui ritengo necessario quanto meno avvisare il parroco della reale finalità della raccolta e per quanto mi riguarda da ora in poi porterò i miei abiti usati ad altre associazioni (es. CEI). Grazie del servizio!
E' purtroppo un'ulteriore piaga nota ed ovviamente ancora aperta: http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/08/10/news/il_racket_degli_abiti_usati_le_mani_della_camorra_sul_riciclaggio_dell_ama-93488934/
CHIESA ORTODOSSA BIELORUSSA ESLAVA http://chiesaortodossadoritobizantino.webnode.it/news/condanne-e-vecchi-merletti/
Per quanto riguarda i cassonetti gialli su Roma, è in atto una colossale truffa, infatti AMA che può occuparsi solo di rifiuti emette un falso bando pubblico, e appalta ad aziende compiacenti il ritiro, creando di fatto un cartello, con la mendace affermazione che gli abiti usati sono rifiuti, cosa già smentita dalla Magistratura Italiana e dalle direttive comunitarie europee. Nel momento in cui chiediamo di posizionare anche noi, come Parrocchia, alcuni cassonetti, parliamo di 60 contro i 4000 di AMA, prima ci viene concessa l'Autorizzazione e poi revocata dicendo che ne abbiamo messi di più dei 17 autorizzati... dimenticando che abbiamo richiesto un'integrazione da 17 a 60 con tanto di protocollo e data di presentazione, però la nostra richiesta sparisce dagli archivi del XV Municipio, e ci scrivono che il protocollo è vero (infatti ne abbiamo copia) ma la lettera fisicamente non c'è più. Ovviamente abbiamo denunciato il tutto agli organi competenti. Sappiate, che al momento, ciò che mettete nei cassonetti gialli che espongono sigle di varie cooperative oppure il marchio AMA o anche non espongono nessun adesivo, viene venduto e intascato solo da dette aziende... le mazzette non abbiamo prova di dove vanno, comunque sicuramente non in beneficenza. I nostri cassonetti, pochissimi, espongono ben visibile che raccogliamo a scopo umanitario, e chiunque può venire a verificare il percorso che fanno gli abiti che donate alla Chiesa.
I cassoni gialli sono operati da una cooperativa di tipo B, una ONLUS, che recupera oltre il 90% di quello che viene gettato e dà lavoro a persone svantaggiate, è in questo la beneficenza. Informatevi meglio
"I cassoni gialli sono operati da una cooperativa di tipo B, una ONLUS, che recupera oltre il 90% di quello che viene gettato e dà lavoro a persone svantaggiate, è in questo la beneficenza. Informatevi meglio"
Per prima cosa sarebbe bene che tu ti firmassi, se nulla hai da nascondere, la tua risposta poi, è una sequela di castronerie... usi il termine "viene gettato", caro ANONIMO, chi utilizza i cassonetti gialli NON GETTA MA DONA, ed è proprio per questo che queste "Cooperative" non possono operare tramite AMA, perché SE VOI TRATTATE RIFIUTI LO DOVETE DIRE, ma già l'uso del contenitore giallo indica una raccolta per DONAZIONE. E dove finisce il 90% di quello che recuperate? E' beneficenza, secondo te, rivendere ciò che altri DONANO a persone che non hanno di che vestirsi? Dove finiscono i denari che realizzate da questi contenitori? Pensaci... a meno che lo scrivente ANONIMO non è un rappresentante di una delle cooperative coinvolte nella truffa in atto. F.to Monsignor Brugoni
Alla fine si tratta di riciclo, non ci vedo nulla di male, meglio così che riempire discariche o inceneritori. Volendo chi non è d'accordo può portare gli abiti usati direttamente al centro caritas parrocchiale.
Le castronerie le dici tu Nazareno Brugoni, se vuoi mettere le manotte sulla differenziata per prenderti tu i ricavi non c'è bisogno che ti scaldi tanto. Sui cassonetti c'è il sito, fai come me, con tanta umiltà cristiana: informati, leggi, studia, e controlla la tua ira. C'è scritto: li opera una cooperativa di tipo B, una ONLUS. E' raccolta differenziata, chi raccoglie vende gli stracci e reinveste in attività sociali. Come Humana. Lo hanno scritto: si vende e si usa per il sociale. E' inutile che ti agiti per i soldi. Hanno un sito in cui spiegano che riutilizzano il 90 per cento di quello che sta nei cassoni che altrimenti andrebbe in discarica. Chi distrugge i vestiti invece di differenziarli li trasforma in inquinamento. Anche OVIESSE recupera i vestiti mi pare, che c'è Nazareno, ti dà fastidio anche questo? PS ci sono diversi utenti Anonimi, ti sei innervosito perché ho detto una cosa ovvia e giusta?
MA DATEVI UNA SVEGLIATA ITALIANI !!!! Si parla di 2 milioni d euro l anno solo a Roma. Per quale assurdo motivo non può essere lo STATO stesso o l AMA ed il comune ad incassare tale cifra per poi detrarla dalle bollette dei rifiuti o meglio per spederli per progetti utili a tutti. Bisogna sempre privatizzare tutto perché altrimenti non ci mangerebbe sopra il.solito raccomandato mafiosetto. Non capisco il povero di intelletto che afferma che non ci sia niente di male in tutto cio. Le pubblicità che trovate scritte sui cassonetti sono studiate ad hoc per ingannare.
La raccolta degli indumenti usati è un recupero come tutti i materiali differenziati ci sono costi come tutte le attività anzi qui anche dei costi maggiori per le normative Anbientali e per i costi di posizionamento dei cassonetti a aministrazioni e concessionari di rifiuti e non sono spiccioli per la concorrenza commerciale e di soggetti estrani alla attività con dubbiose capacità e dietro fantomatiche onuls caritatevoli di cooperazione l'anomalia e che alla gara di ama non si trovavano pubblicazione e preventivamente designate a cooperative che oggi si scopre coinvolte in organizzazioni delinquenziali bisogna cancelare tali soggetti che inquinano le attività oneste,bene fa la procura a indagare svegliNo i pensieri degli italiani che non credono che c'è una giustizia che fa giustizia
Caro Nazzareno Brugoni, Parroco della PSEUDO chiesa bielorussa eslava, perchè non racconti di quando non vendevi i vestiti ai mercatari di Via Suzzara, ALL'INTERNO della pseudo chiesa, vestiti RACCOLTI con cassonetti abusivi che dicevi di donare in Brasile (ahah) e perchè non dici che la Polizia ti ha denunciato gia due volte per traffico di rifiuti tu che da collaboratore di giustizia ti sei trasformato in prete dalla sera alla mattina vedi questo link ( http://www.misteriditalia.it/stragi1993/lasentenza/10VALUTPROVE.pdf) e prendi in giro con minacce tutti i municipi? QUelli come te li conosciamo bene, calunniatori di gente CHE LAVORA ONESTAMENTE e che tu vuoi coprire di merda. Perchè non racconti della nuova pseudo chiesa di via cassia quella che con i tuoi compagni avete truffato perizie truccate e dove dici che dai da mangiaree alla gente, ma chi vuoi prendere in giro?? i PROSSIMI DELLA CUPOLA SIETE VOI! ci penserà la giustizia Anche perche sono anni che ci provate a mettere le mani su roma tu e i tuoi compari del meridione, ma non riuscirete a portare via il lavoro alla gente con le calunnie, ci hai provato inh tutti i modi ma questa non e una citta di stupidi e come sentono la tua puzza subito tutti si scansano!
Cassonetti gialli ci sarebbe molto da dire ma mi limito ad invitare tutti a fare molta attenzione alle associazioni che stanno dietro a tutto questo. HUMANA ? conoscete forse un progetto in Italia di questa associazione ? avete mai sentito o conosciuto un suo esponente ? come hanno fatto però ad ottenere un appalto così importante ? aiutano i bisognosi in paesi poveri ? Quali paesi ? non mi dire quelli con delle belle dittature che se paghi ti lasciano fare quello che vuoi ? Mi dispiace so che è triste ma soprattutto sulla povera gente c'è sempre qualcuno pronto a fare i suoi interessi. Consolatevi sapendo che c'è anche altrettanta gente e sono la maggioranza per fortuna che invece che ce la mette tutta per aiutare con la massima onestà. Restiamo critici ed umani
Sarebbe bello sapere i "vertici societari" del consorzio TiRiciclo a chi fanno riferimento nell'Amministrazione comunale di Roma e/o all'AMA. Potrebbe anche trattarsi di percorsi per finanziare illecitamente il/i partiti della maggioranza al governo romano e ai vertici della municipalizzata AMA? Perchè la magistratura non prova a vederci chiaro? Perchè le buone intenzioni ed il senso di solidarietà dei cittadini romani vengono - come al solito - calpestati?
RispondiEliminaBelle cose. Fanno i soldi con la roba nostra. A 'sto punto, tanto vale portarli da soli nei mercatini.
RispondiEliminaE pensare che ho sempre ritenuto che i miei abiti che non mettevo più potessero avere una seconda vita aiutando chi più ne ha bisogno. Ancora una volta questa città e i suoi amministratori si fanno beffa dei cittadini onesti e del loro senso di solidarietà, Mai più azzeccato il nome "ROMA FA SCHIFO"
RispondiEliminaQualcuno ci guadagna, ok, ma così chi non ha risorse economiche può vestirsi pagando pochi euro. Meglio così che buttati no?
RispondiEliminaSecondo me non c'è niente di male in tutto ciò. NESSUNO ha mai detto che sono cassonetti caritatevoli. Tant'è che sul cassonetto stesso c'è scritto che serve per il RICICLO degli abiti usati. Meglio che in discarica o in mano ai mercatini clandestini degli zingari (purtroppo) no?
RispondiEliminaportateli da H&M che almeno ve lo dicono chiaro che li utilizzano e li riciclano e in cambio vi danno i buoni sconto. -.-
RispondiEliminache scorrettamente lascino pensare alla gente che gli abiti vadano in beneficenza, daccordo, ma è altrettanto vero che i gestori dei cassonetti gialli non lo hanno mai detto, tantomeno è scritto sui cassoni. Diciamo che sono stati omertosi..., ma non hanno diffuso false informazioni. Io mi ero incuriosita tempo fa perchè vedevo scritto sopra nomi di associazioni diverse , e su internet mi sono andata un pò ad impicciare. Ormai porto le cose direttamente alla caritas, lasciando decidere a loro la destinazione delle cose regalate.
RispondiEliminaBisogna vedere a chi vanno i soldi: se sono associazioni e cooperative oneste e pulite è un discorso, ma se intitolati sono pregiudicati di ogni sorta o intestatari di decine di licenze da bancarellaro che poi affittano ai bengalesi FORSE VA UN PO' MENO BENE...c'è stato un bando pubblico trasparente per l'assegnazione dell' appalto? Pagano le tasse? O si è regalato pubblico ai soliti noti? Di caritatevolein Italia è rimasto tanto poco.
RispondiEliminada tempo ormai dò l'usato direttamente a famiglie ITALIANE in difficoltà che conosco o che mi segnala la parrocchia
RispondiEliminaintorno al riciclo c'è un mare di ruberie. Non fidatevi di nessuno che non conoscete direttamente
e date agli italiani, che ormai sono cittadini di serie B. Le istituzioni e le organizzazioni pensano solo agli immigrati
Parole sante
Eliminaveramente sui cassonetti gialli c'è scritto caritas...
RispondiEliminaA Napoli credo sia lo stesso: in effetti la sorella di mia moglie che abita a Napoli in un negozio di abiti usati ha visto la tipica busta in cui li si raccoglie ed ha fatto due più due. E' probabile (immagino e spero) che una percentuale dei proventi della vendita di questi vestiti vada alla caritas. Solo cosi si giustificherebbe tutto quanto. Direi che a questo punto la caritas deve delle spiegazioni.
RispondiEliminaMa vabbè ma 40 anni fa quello de "abiti usati americani2 a S. Lorenzo ma che faceva pe' voi?
RispondiEliminaNel 2003 per uno spettacolo teatrale dove dovevamo emergere da una montagna di stracci e vestiti, andammo dalla comunità Capodarco allo Statuario (comunità che fa lavorare i disabili)Dio solo sa quanta roba trovammo, da sprofondarci tipo sabbie mobili.
I ragazzi della comunità selezionavano i tessuti e producevano nuovi vestiti che rivendevano....
Qui pare che a ogni piè sospinto c'è na cosa che deve fa schifo pefforza...daje
Tram
io credo che fare dietrologia sia inutile e anche dannoso. Se qualcuno ci guadagna ( e notate che c'è tutto un indotto dietro) assolvendo ad una funzione utile sia per il decoro che per l'ambiente (in fondo sempre di riciclo si tratta e un nuovo vestito per essere prodotto comunque inquina) allora va bene.
RispondiEliminaAnzi, visto che ci guadagna forse potrebbe essere il candadito ideale a dirigere l'AMA che con la raccolta differenziata potrebbe farci i soldi e magari diminuire la bolletta migliorando il servizio. Non credete?
io con i vestiti usati li straccio e ci faccio da stoppino per future molotow da tirare a questi stronz1.....meglio darli alla parrocchia che li rigira a qualche poveraccio
RispondiEliminaAl meno non vanno buttati.
RispondiEliminaRipetiamo qui quanto detto alla redazione e purtroppo non apparso nel servizio sulla raccolta degli abiti usati, andato in onda nel programma “diMartedì”: la cosa che noi di HUMANA riteniamo importante è che gli operatori dichiarino cosa fanno con gli abiti che raccolgono.
RispondiEliminaPurtroppo ciò accade raramente.
HUMANA non è al momento presente a Roma, ma in altre città del Lazio, fra cui la Albano Laziale. In tutta Italia vi sono circa 5000 contenitori gialli di HUMANA e le 960 Amministrazioni pubbliche con le quali collaboriamo sono informate da sempre su quanto facciamo con gli abiti donati e sui progetti che riusciamo a realizzare nel Sud del mondo proprio grazie alla generosità di milioni di italiani.
Anche alla giornalista di La7 abbiamo spiegato, come spieghiamo a tutti da 16 anni, ciò che facciamo con i vestiti: in parte li spediamo in Africa, dove sono venduti per ottenere fondi da investire nei nostri progetti di sviluppo attivi localmente. Qui gli abiti sono regalati solo in casi di emergenza. La parte di vestiti non spedita in Africa è venduta in Europa, al dettaglio e all’ingrosso, per ottenere fondi per gli stessi progetti di cui sopra.
Questa informazione è riportata su tutti i nostri contenitori, su entrambi i lati. Quindi chiunque doni gli abiti a HUMANA sa esattamente dove vanno a finire. Ciò peraltro è ampiamente spiegato anche sul nostro sito www.humanaitalia.org (dove pubblichiamo anche i nostri bilanci annuali) e su tutti i materiali di comunicazione che distribuiamo. Queste informazioni sono invece spesso difficili da reperire nel caso di molti altri enti (spesso aziende senza le necessarie autorizzazioni), di dubbia natura, che non danno alcuna spiegazione sull’utilizzo degli abiti. Non ci sarebbe nulla di male a donare i propri abiti usati anche a realtà che della raccolta ne fanno soltanto un profitto, senza alcuna finalità umanitaria o sociale, ma è importante che i cittadini ne siano pienamente consapevoli e che questa informazione sia riportata in modo chiaro su tutti i contenitori, cosa che molto spesso non avviene. Per questo invitiamo tutti a non scoraggiarsi e a continuare a donare i propri vestiti, prestando però attenzione all’ente al quale si sceglie di destinarli!
Naturalmente HUMANA è sempre felice di poter informare chi voglia capire cosa succede ai vestiti che dona. Per informazioni sui contenitori presenti in Lazio, potete scriverci all’indirizzo roma@humanaitalia.org o telefonare al numero 06-91.45.291
Io ME NE FREGO! Prima di gettare qualsiasi cosa nei rifiuti LA DISTRUGGO. I vestiti li taglio ...
RispondiEliminaperò non le spariamo dai...
RispondiEliminaquelli di Napoli stanno, nel 99% dei casi, nei cosidetti "pann ammerican"...se poi dobbiamo sparar c@gàt€ allora facciamolo
Anche io inconsciamente ho sempre pensato che andassero GRATUITAMENTE ai bisognosi... farci del business sopra mi sembra anomalo, soprattutto in un momento di difficoltà come questo... Nel mio municipio il cassonetto giallo è addirittura dentro la parrocchia per cui ritengo necessario quanto meno avvisare il parroco della reale finalità della raccolta e per quanto mi riguarda da ora in poi porterò i miei abiti usati ad altre associazioni (es. CEI). Grazie del servizio!
RispondiEliminaE' purtroppo un'ulteriore piaga nota ed ovviamente ancora aperta: http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/08/10/news/il_racket_degli_abiti_usati_le_mani_della_camorra_sul_riciclaggio_dell_ama-93488934/
RispondiEliminaCHIESA ORTODOSSA BIELORUSSA ESLAVA
RispondiEliminahttp://chiesaortodossadoritobizantino.webnode.it/news/condanne-e-vecchi-merletti/
Per quanto riguarda i cassonetti gialli su Roma, è in atto una colossale truffa, infatti AMA che può occuparsi solo di rifiuti emette un falso bando pubblico, e appalta ad aziende compiacenti il ritiro, creando di fatto un cartello, con la mendace affermazione che gli abiti usati sono rifiuti, cosa già smentita dalla Magistratura Italiana e dalle direttive comunitarie europee. Nel momento in cui chiediamo di posizionare anche noi, come Parrocchia, alcuni cassonetti, parliamo di 60 contro i 4000 di AMA, prima ci viene concessa l'Autorizzazione e poi revocata dicendo che ne abbiamo messi di più dei 17 autorizzati... dimenticando che abbiamo richiesto un'integrazione da 17 a 60 con tanto di protocollo e data di presentazione, però la nostra richiesta sparisce dagli archivi del XV Municipio, e ci scrivono che il protocollo è vero (infatti ne abbiamo copia) ma la lettera fisicamente non c'è più.
Ovviamente abbiamo denunciato il tutto agli organi competenti.
Sappiate, che al momento, ciò che mettete nei cassonetti gialli che espongono sigle di varie cooperative oppure il marchio AMA o anche non espongono nessun adesivo, viene venduto e intascato solo da dette aziende... le mazzette non abbiamo prova di dove vanno, comunque sicuramente non in beneficenza.
I nostri cassonetti, pochissimi, espongono ben visibile che raccogliamo a scopo umanitario, e chiunque può venire a verificare il percorso che fanno gli abiti che donate alla Chiesa.
I cassoni gialli sono operati da una cooperativa di tipo B, una ONLUS, che recupera oltre il 90% di quello che viene gettato e dà lavoro a persone svantaggiate, è in questo la beneficenza. Informatevi meglio
RispondiEliminaPeccato che diano lavoro solo ad extracomunitari....nessun italiano come dipendente,solo chi dirige é italiano....
EliminaPortateli direttamente alla Caritas se volete aiutare qualcuno!!!
RispondiEliminauna conoscenza ha trovato le mie cose che avevo messo in un cassonetto giallo in friuli nei mercatini di padova!!! pensa te!!!
RispondiEliminaCaro ANONIMO CHE SCRIVI...
RispondiElimina"I cassoni gialli sono operati da una cooperativa di tipo B, una ONLUS, che recupera oltre il 90% di quello che viene gettato e dà lavoro a persone svantaggiate, è in questo la beneficenza. Informatevi meglio"
Per prima cosa sarebbe bene che tu ti firmassi, se nulla hai da nascondere, la tua risposta poi, è una sequela di castronerie... usi il termine "viene gettato", caro ANONIMO, chi utilizza i cassonetti gialli NON GETTA MA DONA, ed è proprio per questo che queste "Cooperative" non possono operare tramite AMA, perché SE VOI TRATTATE RIFIUTI LO DOVETE DIRE, ma già l'uso del contenitore giallo indica una raccolta per DONAZIONE.
E dove finisce il 90% di quello che recuperate? E' beneficenza, secondo te, rivendere ciò che altri DONANO a persone che non hanno di che vestirsi? Dove finiscono i denari che realizzate da questi contenitori? Pensaci... a meno che lo scrivente ANONIMO non è un rappresentante di una delle cooperative coinvolte nella truffa in atto.
F.to Monsignor Brugoni
Alla fine si tratta di riciclo, non ci vedo nulla di male, meglio così che riempire discariche o inceneritori. Volendo chi non è d'accordo può portare gli abiti usati direttamente al centro caritas parrocchiale.
RispondiEliminaLe castronerie le dici tu Nazareno Brugoni, se vuoi mettere le manotte sulla differenziata per prenderti tu i ricavi non c'è bisogno che ti scaldi tanto. Sui cassonetti c'è il sito, fai come me, con tanta umiltà cristiana: informati, leggi, studia, e controlla la tua ira. C'è scritto: li opera una cooperativa di tipo B, una ONLUS. E' raccolta differenziata, chi raccoglie vende gli stracci e reinveste in attività sociali. Come Humana. Lo hanno scritto: si vende e si usa per il sociale. E' inutile che ti agiti per i soldi.
RispondiEliminaHanno un sito in cui spiegano che riutilizzano il 90 per cento di quello che sta nei cassoni che altrimenti andrebbe in discarica. Chi distrugge i vestiti invece di differenziarli li trasforma in inquinamento. Anche OVIESSE recupera i vestiti mi pare, che c'è Nazareno, ti dà fastidio anche questo?
PS ci sono diversi utenti Anonimi, ti sei innervosito perché ho detto una cosa ovvia e giusta?
MA DATEVI UNA SVEGLIATA ITALIANI !!!! Si parla di 2 milioni d euro l anno solo a Roma. Per quale assurdo motivo non può essere lo STATO stesso o l AMA ed il comune ad incassare tale cifra per poi detrarla dalle bollette dei rifiuti o meglio per spederli per progetti utili a tutti. Bisogna sempre privatizzare tutto perché altrimenti non ci mangerebbe sopra il.solito raccomandato mafiosetto. Non capisco il povero di intelletto che afferma che non ci sia niente di male in tutto cio. Le pubblicità che trovate scritte sui cassonetti sono studiate ad hoc per ingannare.
RispondiEliminaIo prendo i vestiti vecchi, li taglio in quattro o cinque parti con le forbici e poi li getto nei contenitori gialli. Così sel la prendono nel c...
RispondiEliminaLa raccolta degli indumenti usati è un recupero come tutti i materiali differenziati ci sono costi come tutte le attività anzi qui anche dei costi maggiori per le normative Anbientali e per i costi di posizionamento dei cassonetti a aministrazioni e concessionari di rifiuti e non sono spiccioli per la concorrenza commerciale e di soggetti estrani alla attività con dubbiose capacità e dietro fantomatiche onuls caritatevoli di cooperazione l'anomalia e che alla gara di ama non si trovavano pubblicazione e preventivamente designate a cooperative che oggi si scopre coinvolte in organizzazioni delinquenziali bisogna cancelare tali soggetti che inquinano le attività oneste,bene fa la procura a indagare svegliNo i pensieri degli italiani che non credono che c'è una giustizia che fa giustizia
RispondiEliminaCaro Nazzareno Brugoni, Parroco della PSEUDO chiesa bielorussa eslava, perchè non racconti di quando non vendevi i vestiti ai mercatari di Via Suzzara, ALL'INTERNO della pseudo chiesa, vestiti RACCOLTI con cassonetti abusivi che dicevi di donare in Brasile (ahah) e perchè non dici che la Polizia ti ha denunciato gia due volte per traffico di rifiuti tu che da collaboratore di giustizia ti sei trasformato in prete dalla sera alla mattina vedi questo link ( http://www.misteriditalia.it/stragi1993/lasentenza/10VALUTPROVE.pdf) e prendi in giro con minacce tutti i municipi? QUelli come te li conosciamo bene, calunniatori di gente CHE LAVORA ONESTAMENTE e che tu vuoi coprire di merda. Perchè non racconti della nuova pseudo chiesa di via cassia quella che con i tuoi compagni avete truffato perizie truccate e dove dici che dai da mangiaree alla gente, ma chi vuoi prendere in giro?? i PROSSIMI DELLA CUPOLA SIETE VOI! ci penserà la giustizia
RispondiEliminaAnche perche sono anni che ci provate a mettere le mani su roma tu e i tuoi compari del meridione, ma non riuscirete a portare via il lavoro alla gente con le calunnie, ci hai provato inh tutti i modi ma questa non e una citta di stupidi e come sentono la tua puzza subito tutti si scansano!
Emanuele S.
bruciamoli sti cassoni
RispondiEliminaCassonetti gialli ci sarebbe molto da dire ma mi limito ad invitare tutti a fare molta attenzione alle associazioni che stanno dietro a tutto questo.
RispondiEliminaHUMANA ? conoscete forse un progetto in Italia di questa associazione ? avete mai sentito o conosciuto un suo esponente ?
come hanno fatto però ad ottenere un appalto così importante ? aiutano i bisognosi in paesi poveri ? Quali paesi ? non mi dire quelli con delle belle dittature che se paghi ti lasciano fare quello che vuoi ?
Mi dispiace so che è triste ma soprattutto sulla povera gente c'è sempre qualcuno pronto a fare i suoi interessi.
Consolatevi sapendo che c'è anche altrettanta gente e sono la maggioranza per fortuna che invece che ce la mette tutta per aiutare con la massima onestà.
Restiamo critici ed umani