Premessa: qualche giorno fa uno dei blog del nostro network, Bike-Sharing Roma, è stato intervistato niente meno che dalla agenzia Bloomberg (forse la più importante in America e non solo) riguardo alla situazione disastrosa del bike-sharing a Roma. Uno scempio che dura da anni, che si è compiuto con Alemanno e che Marino ha suggellato.
Scosso dalla cattiva stampa internazionale e dall'enorme visibilità dell'articolo (eccolo), Ignazio Marino si è svegliato dall'abituale torpore e ha deciso di reagire. Come? Finalmente dando velocità all'approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari ed alle successive gare per l'assegnazione della cartellonistica in città dalla quale potrebbero scaturire (come accade da Parigi a Milano) le risorse per far partire un bike-sharing serio? Niente di più lontano. Ha cercato di metterci una pezza nel peggior modo possibile. Ha inventato di sana pianta un bike-sharing a pedalata assistita da 6 stazioni. Avete letto bene: sei stazioni!
L'articolo di Bloomberg diceva: "Roma dimostra al mondo come non si gestisce un piano di bike-sharing". E, per tutta reazione al durissimo articolo, il Comune di Roma continua a dimostrare al mondo esattamente questo. Come non si gestisce un bike-sharing. La risposta è appunto una mini bike-sharing a pedalata assistita da sei stazioni. Potete leggere qui la rassegna stampa relativa. Una mostruosità assoluta, senza alcun paragone da nessuna altra parte al mondo, che dovrebbe essere pronta a novembre. Un ulteriore e ridicolo servizio "sperimentale" in un settore dove non c'è nulla da sperimentare, e dopo anni e anni di sperimentazione. Sei stazioni che, se domani finalmente si dovesse compiere la gara per un bike-sharing vero, dovrebbero tra l'altro essere smantellate. Una follia che serve al sindaco esclusivamente per tagliare a novembre un nastro in tema di biciclette. Il peggiore atteggiamento possibile per una amministrazione che continua a peggiorare la sua posizione specie sui temi per i quali ha preso i voli: sostenibilità, ambiente, mobilità contemporanea. Una vergogna, una truffa agli elettori.
La speranza per tutti coloro che hanno a cuore - un giorno, chissà quando - lo sviluppo di un reale bike-sharing a Roma è che questa autentica porcheria vada deserta, che nessuno manifesti attenzione per questa proposta che il Comune punta ad approvare dopodomani nel CdA di Roma Mobilità. Di certo non parteciperanno, riteniamo, le ditte serie che in tutto il mondo gestiscono i grandi schemi di bike-sharing cittadini. Le realtà di qualità fuggono via in un contesto del genere privo di progettualità, visione, lungimiranza, lucidità.
E' del tutto evidente che nessuno utilizzerà queste bici, che andranno in malora come le precedenti, che il servizio non sposterà di un millimetro le problematiche del traffico e della mobilità a Roma (a Parigi un ottimo bike-sharing ha convinto ad usarlo il 10% della popolazione, con risultati clamorosi sulla mobilità, sull'affollamento dei mezzi pubblici). Una presa per i fondelli di cui l'amministrazione dovrebbe vergognarsi.
Come dovrebbe vergognarsi chi sta alimentando i temporeggiamenti sul Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari. Qualsiasi bike-sharing che si rispetti, infatti, non può che essere legato alla grande riforma dei cartelloni pubblicitari. Riforma che Ignazio Marino ha promesso ("dovrò andare in giro con la scorta" ha detto facendo giusto riferimento al livello di mafia e camorra che c'è un questo settore e che va appunto debellata), ma che non si sta compiendo. Solo all'interno di un ottimo Prip ci sarà spazio per dedicare una parte della superficie pubblicitaria che la città mette a disposizione per il bike-sharing. Il Prip appare in dirittura d'arrivo e al contempo la Giunta, per reagire in maniera folle e nevrastenica ad articoli sulla stampa internazionale, mescola le carte pasticciando tutto il settore.
Ricordiamo che all'interno del Prip ed alle indispensabili gare che assegneranno solo ad operatori meritevoli e di qualità la gestione degli spazi pubblicitari di Roma, si può - riservando il 6% della superficie - arrivare ad ottenere un serio schema di bike-sharing da 330 stazioni. Più grande dello schema di Milano. Avete letto bene: solo con il 6% dei mq che la città metterà a bando. Con 330 stazioni cambiamo faccia alla mobilità della città, connettiamo bike e car-sharing, rendiamo modulare lo spostamento tra mezzi pubblici di superficie - metro - car sharing (specie ora grazie ai flussi liberi di Car2Go e Enjoy) e biciclette. Una rivoluzione che va seguita, alimentata, sulla quale occorre concentrarsi con tutti gli sforzi. Non fare cagnara e casino come stanno facendo il Sindaco e l'assessore Improta con questo assurdo provvedimento del bike-sharing a pedalata assistita. Perché è evidente che per avere subito e di corsa queste 6 stazioni si rischia di mettere i bastoni tra le ruote alle 330 stazioni potenziali di domani. E di certo - se quello era l'obbiettivo - non si tiene a bada la stampa internazionale che dopo il montaggio delle 6 ridicole stazioni telefonerà di nuovo a noialtri e verrà resa edotta sullo scempio in atto. Dunque cui prodest?
La speranza è che la cosa si blocchi (è anche uno spreco, roba da Corte dei conti), la speranza è che qualcuno impugni questa schifezza, la speranza è che nessuno partecipi alla fornitura che il Comune richiederà con il solo e ridicolo scopo di avere qualche stazione di bike-sharing falsamente funzionante in centro giusto per non farsi vedere in abbandono dai giornalisti stranieri a spasso tra Piazza Barberini e Pantheon. Una amministrazione immatura e puerile che ci fa vergognare oggi ancora di più: fermateli!
Scosso dalla cattiva stampa internazionale e dall'enorme visibilità dell'articolo (eccolo), Ignazio Marino si è svegliato dall'abituale torpore e ha deciso di reagire. Come? Finalmente dando velocità all'approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari ed alle successive gare per l'assegnazione della cartellonistica in città dalla quale potrebbero scaturire (come accade da Parigi a Milano) le risorse per far partire un bike-sharing serio? Niente di più lontano. Ha cercato di metterci una pezza nel peggior modo possibile. Ha inventato di sana pianta un bike-sharing a pedalata assistita da 6 stazioni. Avete letto bene: sei stazioni!
L'articolo di Bloomberg diceva: "Roma dimostra al mondo come non si gestisce un piano di bike-sharing". E, per tutta reazione al durissimo articolo, il Comune di Roma continua a dimostrare al mondo esattamente questo. Come non si gestisce un bike-sharing. La risposta è appunto una mini bike-sharing a pedalata assistita da sei stazioni. Potete leggere qui la rassegna stampa relativa. Una mostruosità assoluta, senza alcun paragone da nessuna altra parte al mondo, che dovrebbe essere pronta a novembre. Un ulteriore e ridicolo servizio "sperimentale" in un settore dove non c'è nulla da sperimentare, e dopo anni e anni di sperimentazione. Sei stazioni che, se domani finalmente si dovesse compiere la gara per un bike-sharing vero, dovrebbero tra l'altro essere smantellate. Una follia che serve al sindaco esclusivamente per tagliare a novembre un nastro in tema di biciclette. Il peggiore atteggiamento possibile per una amministrazione che continua a peggiorare la sua posizione specie sui temi per i quali ha preso i voli: sostenibilità, ambiente, mobilità contemporanea. Una vergogna, una truffa agli elettori.
La speranza per tutti coloro che hanno a cuore - un giorno, chissà quando - lo sviluppo di un reale bike-sharing a Roma è che questa autentica porcheria vada deserta, che nessuno manifesti attenzione per questa proposta che il Comune punta ad approvare dopodomani nel CdA di Roma Mobilità. Di certo non parteciperanno, riteniamo, le ditte serie che in tutto il mondo gestiscono i grandi schemi di bike-sharing cittadini. Le realtà di qualità fuggono via in un contesto del genere privo di progettualità, visione, lungimiranza, lucidità.
E' del tutto evidente che nessuno utilizzerà queste bici, che andranno in malora come le precedenti, che il servizio non sposterà di un millimetro le problematiche del traffico e della mobilità a Roma (a Parigi un ottimo bike-sharing ha convinto ad usarlo il 10% della popolazione, con risultati clamorosi sulla mobilità, sull'affollamento dei mezzi pubblici). Una presa per i fondelli di cui l'amministrazione dovrebbe vergognarsi.
Come dovrebbe vergognarsi chi sta alimentando i temporeggiamenti sul Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari. Qualsiasi bike-sharing che si rispetti, infatti, non può che essere legato alla grande riforma dei cartelloni pubblicitari. Riforma che Ignazio Marino ha promesso ("dovrò andare in giro con la scorta" ha detto facendo giusto riferimento al livello di mafia e camorra che c'è un questo settore e che va appunto debellata), ma che non si sta compiendo. Solo all'interno di un ottimo Prip ci sarà spazio per dedicare una parte della superficie pubblicitaria che la città mette a disposizione per il bike-sharing. Il Prip appare in dirittura d'arrivo e al contempo la Giunta, per reagire in maniera folle e nevrastenica ad articoli sulla stampa internazionale, mescola le carte pasticciando tutto il settore.
Ricordiamo che all'interno del Prip ed alle indispensabili gare che assegneranno solo ad operatori meritevoli e di qualità la gestione degli spazi pubblicitari di Roma, si può - riservando il 6% della superficie - arrivare ad ottenere un serio schema di bike-sharing da 330 stazioni. Più grande dello schema di Milano. Avete letto bene: solo con il 6% dei mq che la città metterà a bando. Con 330 stazioni cambiamo faccia alla mobilità della città, connettiamo bike e car-sharing, rendiamo modulare lo spostamento tra mezzi pubblici di superficie - metro - car sharing (specie ora grazie ai flussi liberi di Car2Go e Enjoy) e biciclette. Una rivoluzione che va seguita, alimentata, sulla quale occorre concentrarsi con tutti gli sforzi. Non fare cagnara e casino come stanno facendo il Sindaco e l'assessore Improta con questo assurdo provvedimento del bike-sharing a pedalata assistita. Perché è evidente che per avere subito e di corsa queste 6 stazioni si rischia di mettere i bastoni tra le ruote alle 330 stazioni potenziali di domani. E di certo - se quello era l'obbiettivo - non si tiene a bada la stampa internazionale che dopo il montaggio delle 6 ridicole stazioni telefonerà di nuovo a noialtri e verrà resa edotta sullo scempio in atto. Dunque cui prodest?
La speranza è che la cosa si blocchi (è anche uno spreco, roba da Corte dei conti), la speranza è che qualcuno impugni questa schifezza, la speranza è che nessuno partecipi alla fornitura che il Comune richiederà con il solo e ridicolo scopo di avere qualche stazione di bike-sharing falsamente funzionante in centro giusto per non farsi vedere in abbandono dai giornalisti stranieri a spasso tra Piazza Barberini e Pantheon. Una amministrazione immatura e puerile che ci fa vergognare oggi ancora di più: fermateli!
20 commenti | dì la tua:
Quello che mi meraviglia è che a Roma si insista ancora con le biciclette come se fosse un mezzo di trasporto rivoluzionario per la città.
Ma avete presente voi e soprattutto Marino & C. com'è fatta Roma? Ci sono almeno 7 colli da scalare ma chi ce la fa? Ma pensiamo a smantellare le stazioni di bike sharing ormai deserte e pensiamo a fare un servizio pubblico che funzioni.
Stronzate. Roma ha delle potenzialità ciclabili ENORMI.
Non ci resta che sperare in un commissariamento del Comune di Roma e in elezioni anticipate, augurandoci che si riesca finalmente ad eleggere un sindaco degno di questo nome. L'incapacità di questa amministrazione è desolante.
ottimo articolo
Forti i due commenti sotto: "The Romans are all a bunch of gypsies"... "Gypsies sometimes are better than the Romans. At least, the Gypsies wake up early and they make some efforts to survive (even if this means stealing, pickpocketing, collecting iron or ransacking trash cans). Romans are totally lazy bums, they don't care a f... of their city, they only want to live on doing nothing and renting out their filthy apartments)"
Grande Marino! Poche idee, ma confuse... ma dopo Alemanno che abbiamo fatto per meritarci pure questo idiota?
Oddio questi commenti mi mettono grande tristezza 15:12 PM.
Per colpa di parecchi che sono in linea con il commenti albionici la restante parte di popolazione romana onesta e lavoratrice ne fa le spese.
@bat21: E mica ho detto che sono in linea. Ma la media romana è purtroppo molto scadente, e come sempre ne fa le spese chi non c'entra nulla. Però questa è l'impressione che dà Roma a chi viene da fuori. E mi sembra che più volte anche tu nei tuoi post sei stato d'accordo con questo ;) Adesso non ci facciamo rode solo perché sono iscritti in inglese, lo sai benissimo che c'è molta verità, purtroppo.
Si certo c'è' eccome un fondo di verità però mi sono intristito. Leggere una opinione simile da parte di uno straniero non può non rendere tristi!
Grande bat, vicino alle opinioni degli stranieri.
Slop slop slop.
Anche qui ha detto la sua lo snaturato romano Bat21. Nella vita dovrai essere una pizza da paura.
Roma può essere salvata soltanto con un'azione forte e senza precedenti. Ci vuole una petizione firmata da milioni di cittadini per denunciare questa giunta e chiedere il commissariamento della città. Credo che ormai no ci sia alternativa allo scioglimento di ogni istituzione cittadina (ad iniziare dalle malefiche municipalizzate) e ripartire da zero. Nel frattempo i servizi essenziali (trasporti, illuminazione, sicurezza, pulizia, etc) possono essere mantenuti in vita chiedendo l'intervento della protezione civile e dell'esercito. Roma è in un punto di non ritorno, è bene che i romani si sveglino e capiscano che siamo finiti in mano a un pazzo incompetente che sta trascinando la città verso il baratro definitivo.
elezioni subito, nella speranza che il cielo ci mandi un Rudolph Giuliani che applichi davvero la "tolleranza zero"
roma è una città in coma quasi irreversibile e servono misure pesanti ed efficaci
basta con questi politicanti incapaci alla marino, qui serve gente con le palle
@ 8:58 AM: "snaturato romano"...io direi "risvegliato romano"...
Secondo me il Bike Sharing deve partire dalle periferie e dai quartieri.
Ad esempio a me piacerebbe vedere Ostia piena di stazione di Bike Sharing posizionate in punti strategici come piazze, lungo mare e vicino le scuole e le stazioni del treno Roma-Lido
La municipalizzata ATAC faccia uscire tutti i dirigenti dalla sede di via Prenestina basta scaldare sedie e aria condizionata. Avete rotto il c...o doveva andare sulle linee di trasporto a migliorare il servizio, siete pagati per questo invece di non fare un c..o e rompere i coglioni ai poveracci che lavorano seriamente sia dipendenti che lavoratori delle ditte appaltatrici.Ne girano certi veramente scandalosi, arroganti del tipo io comando e te sei lo schiavo. SIGNORI nulla fare e' arrivato il momento di lavorare e farla finita dei stipendi con gettiti infiniti, toglietevi la camicetta bianca e le scarpe da f...... e lavorate!!!!!!!!
Ao ma lo sai che hai proprio ragione. ...ma chi li ha sciolti sti cani sperduti e nulla saper fare?
Soluzione: basta semplicemente chiudere il bar dentro la sede atac a via prenestina....sti porci stanno sempre infilati la dentro!!! Forse è la volta buona che vanno a lavorare seriamente e a guadagnarsi lo stipendio .
Biciclette? ma secondo voi il rOMANO si mette a FATICARE sui settecolli? manco fosse tutta pianura ci andrebbe in bici.
potete pure fare mille KM di ciclabile. sarebbero deserti come lo sono le (poche) ciclabili che ci sono
Marzo 2015
Il mio recente giro dei bei musei romani mi ha sorpreso con la novità introdotta dal sindaco di turno, il tale Marino. Alla cassa avviene che se sei di Roma non paghi del tutto mentre tu Italiano paghi sui 6 o 7 €, oppure ai Musei Capitolini tu Italiano paghi 13 o 15 € e il Romano 2 €.
Sulle prime mi è venuto da sorridere di compatimento per queste discriminazioni che sono ed erano tipiche delle economie fallimentari dei paesi a guida socialista, che avevo sperimentato nella defunta CSSR, nella defunta DDR, nella defunta Federativa Yugoslava. In Cina per entrare ai giardini pubblici (anche in Russia se volevi entrare ai giardini pubblici dovevi pagare) gli Han pagavano 2 Yuan, io Nasolungo (così siamo definiti noi Europei) ed i Fratelli Separati di Taiwan dovevamo pagare 12 Yuan.
Ma poi mi è montata l'indignazione.
Questo Comune di Roma, che ricorrentemente è corso da scandali e sperperi enormi, sopravvive grazie ai frequenti soccorsi-donativi che i vari Governi mettono sulle spalle degli Italiani. Con quale faccia tosta ha potuto il Marino ricorrere a questo mezzuccio ridicolo ed inefficiente, anche demagogico, che dimostra tanta ingratitudine verso chi paga tasse a suo soccorso ?
Il bello è che ogni scandalo nuovo fa dimenticare quello appena trascorso che aveva fatto scorrere tanto inchiostro sui giornali.
Ora si parla, poco ormai, di Mafia Capitale e non si parla più dei vigili assenteisti, dell'ATAC che per anni sotto varie amministrazioni ha stampato e venduto biglietti falsi. Non si parla più del Bike Sharing, costato milioni per le bici (che erano sempre rotte o bucate), per la rete informatica, per le tessere, per l'organizzazione di Direttori, Presidenti, Vice e Segretari. E costato inutilmente a me polentone per la tessera e per la ricarica. Eppure da noi funziona da anni, e abbiamo anche noi Zingari, Romeni, Albanesi, Magrebini in quantità.
Non si parla più di Affittopoli.
Non si parla più del Marrazzo (da noi il Presidente del Consiglio Regionale Ballaman è stato costretto alle dimissioni dalla carica e dal partito per avere usato l'auto d'ufficio per andare privatamente all'aeroporto e deve rimborsare i 16.000 € di danno erariale che si stima abbia causato. Il Capogruppo del PD Moretton è stato condannato a rimborsare 60.000 € di spese pazze dei suoi controllati. A Roma 16.000 o 60.000 € fanno un baffo (il Marrazzo pagava ogni botta 5.000 € ai suoi prostituti).
E vogliono rifarsi con qualche Euro sui musei.
Ma che cittadini ha questa bellissima, meravigliosa città di merda?
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