Ciò che sta succedendo nella Commissione Commercio di Roma Capitale (presieduta da Orlando Corsetti, del PD) riguardo al tema dei cartelloni e della pubblicità esterna è da analizzare con la massima attenzione. Perché è simbolico e rappresentativo delle condizioni in cui è la città.
Vivete nella capitale più degradata d'occidente? Non riuscite a fare impresa in maniera civile? La politica vi sembra sempre dalla parte dei "cattivi" e mai da quella dei "buoni"? Pagate tasse svedesi pur avendo servizi africani? Vivete in un luogo pericoloso? Brutto? Che non sfrutta nella maniera più assoluta le proprie potenzialità? Quello che sta succedendo nella Commissione Commercio in questi mesi vi fa capire molto per spiegare il perché di questa situazione che favorisce crimine e malavita umiliando città e cittadini.
Cosa succede? Succede che, giustamente, sindaco e giunta, una volta eletti, hanno deciso (o hanno fatto credere di aver deciso) di voler risolvere uno dei problemi più atroci che la città vive da decenni: la cartellonistica pubblicitaria. Nessuna città, riguardo a questo tema, è ridotta come Roma. I cartelloni sono un servizio a rete e dunque un monopolio naturale (come la nettezza urbana, l'illuminazione pubblica, il trasporto pubblico locale o la distribuzione dell'acqua), ecco perché altrove, in ogni città occidentale, le ditte che si dividono il business sono al massimo tre o quattro (così da Madrid a Parigi, da Londra a New York). A Roma sono 400, forse di più. Il mercato e il comparto è talmente gettato nel caos che non si sa neppure quante siano le ditte ad operarvi ne quanti siano i cartelloni (di cui una enorme maggioranza collocati in contrasto al Codice della Strada e ad altre leggi) installati sul territorio. Ovviamente questa situazione ha richiamato crimine e malavita ed ecco che alcune ditte sono diretta espressione delle mafie che nel settore dei cartelloni hanno trovato un ambito dove i margini di guadagno rassomigliano a quelli del traffico di organi, di armi o di stupefacenti.
Il risultato è evidente a tutti: la città è sfigurata da centinaia di migliaia di cartelli e cartelletti, gli incidenti (anche mortali) sono all'ordine del giorno, il Comune guadagna da questo settore una 15ina di milioni contro i 40 o i 60 potenziali: insomma ogni anno tutti noi perdiamo decine e decine di milioni pur di garantire la sopravvivenza ad una feccia imprenditoriale che, oltre a rubarci soldi, ci ruba il cielo, ci ruba il panorama, ci ruba la sicurezza. Senza neppure darci nulla in cambio: non dimentichiamoci che all'estero grazie alla cartellonistica si pagano servizi fondamentali, che a Roma semplicemente non possono esistere a causa di questo caos criminale, come il bike-sharing, le mappe e gli altri servizi per i turisti, le toilette pubbliche e molto altro.
Questa situazione, grave da sempre, è stata aggravata in maniera decisiva da Alemanno e dalla sua giunta che ha favorito in tutti i modi lo sviluppo e il rafforzamento di questa autentica mafia. Sia perché ha stravinto contro Alemanno (se vinci 65 a 35 significa che devi cambiare tutto quello che ha fatto chi ti ha preceduto, non metterti d'accordo con chi ha fatto i danni che tu devi riparare) sia perché si è ritrovato in un momento storico particolare (le concessioni scadono il 31.12.2014 e finalmente si possono togliere dalle grinfie dei camorristi assegnandole previo bando internazionale), il sindaco Ignazio Marino si è sempre detto - e così l'assessore al commercio Marta Leonori - convinto di riformare il settore, fare dei regolari bandi, mettere finalmente una pietra sopra ad una situazione che altre città (Parigi, ad esempio) hanno vissuto in passato, ma hanno risolto decine di anni fa.
Rispetto a questa volontà di riforma si è espressa l'Avvocatura Comunale, si è espresso anche il Tar e il Consiglio di Stato perché alcune ditte hanno ovviamente fatto ricorso. Ricorsi naturalmente rigettati. Nonostante tutto ciò la Commissione Commercio, in un vomitevole consociativismo destra-sinistra (come se quel risultato clamoroso 65 a 35 non fosse mai esistito), ha continuato a esprimersi in maniera completamente opposta ai voleri - corretti - di Sindaco e Assessore. La strategie dilatoria è arrivata al limite: pure di salvare il deretano alle ditte criminali che hanno dilaniato la città, la Commissione è apparsa disposta a tutto. Con tutte le armi e gli ammenicoli propri di chi, da politico di serie C, vuol perdere tempo cercando di sfangarla anche questa volta. Le ultime trovate, per rispondere alla paura nera delle ditte-mafiose-romane (non lo diciamo noi, lo ha detto Alemanno stesso eh!), cercano di inserire nei bandi che si dovranno fare il prossimo anno, una "premialità" per le "ditte virtuose". Cercando, cosa impossibile, di distinguere le poche ditte serie e oneste (che purtroppo serie e oneste non lo sono state mai fino in fondo, neppure per sogno), dalla enorme marmaglia delle ditte criminali e ndranghetiste. La Commissione sa benissimo che una cosa del genere è legalmente impossibile, che verrebbe impugnata, che interromperebbe la approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari, ma proprio per questo proseguono. Cercano di pasticciare l'iter per farlo fallire. Lo capisce anche un bambino. Il tutto in un contesto in cui dai partiti di destra (in commissione ci sono personaggi del calibro di Alemanno e Bordoni) fino alla lista civica per Marino tutti si sono fatti convincere - chissà come - a difendere le indifendibili ditte "romane".
Nelle ultime settimane le riunioni della Commissione - sempre con un bel nulla di fatto, solo per perdere tempo e fare cagnara - si sono succedute in maniera concitata. Ne potete trovare cronaca quotidiana su Cartellopoli, Bastacartelloni e Vas. Le società che hanno stuprato e umiliato Roma per trent'anni hanno finalmente le ore contate, ma cercano di fare di tutto - compreso il tentativo di far saltare il tavolo - per garantirsi una sopravvivenza che, dentro le leggi, non possono avere.
Quello che dovrà succedere il prossimo anno (a meno ché il Sindaco non avalli scelte illegali) è scritto: le autorizzazioni scadranno, si faranno dei bandi, senza ovviamente nessuna premialità per nessuno visto che sarebbe illegale e impugnabile, chi vincerà i bandi installerà finalmente un sistema di pubblicità esterna civile e, in cambio, darà alla città molti più soldi e molti più servizi. Senza questo processo, ad esempio, Roma non potrà mai avere un bike-sharing, servizio quanto mai strategico per la mobilità urbana.
Quello che ormai emerge piuttosto chiaramente è l'orientamento del PD ad andare verso una soluzione di compromesso di bassissimo profilo che porterà forse sì alle gare, ma in un contesto che dire antiquato è poco. Anche l'assessore Leonori ultimamente pare esprimersi in questo modo e la cosa è avvilente. C'è grande paura che una battaglia perdente sul Prip possa minare la sopravvivenza della giunta stessa visto che gli interessi criminali del PD in questo ambito sono praticamente pari agli interessi criminali di Forza Italia. Ovviamente a danno dei cittadini. Cosa si farà?
- 10 lotti di gara tutti uguali con dentro un mix di cartellacci di diverso formato distribuiti in modo uniforme su tutto il territorio
- nessun lotto destinato all'arredo urbano, a progetti di pubblica utilità o alla mobilità sostenibile. Questi progetti, peraltro possibili, dovranno preventivamente passare in Assemblea Capitolina (come dire: non si faranno mai!)
- nessuna deroga per progetti speciali (inutile ripetere che in tutto il mondo, ma davvero ovunque, i criteri per realizzare progetti smart non possono essere identici a quelli presi in considerazione per piantare dei cartelloni)
Questo non è il Prip che verrà inviato in aula ma è assai probabile che questo sarà il Prip che passerà a valle degli emendamenti. In sostanza nel 2014 con la grande opportunità della scadenza delle concessioni, Roma sceglie anziché una strada di riqualificazione, di progetti smart city, di rinnovamento anche tecnologico ed estetico, di fare 10 gare per impiantare dei vecchi cartelloni sulle strade.
- nessun lotto destinato all'arredo urbano, a progetti di pubblica utilità o alla mobilità sostenibile. Questi progetti, peraltro possibili, dovranno preventivamente passare in Assemblea Capitolina (come dire: non si faranno mai!)
- nessuna deroga per progetti speciali (inutile ripetere che in tutto il mondo, ma davvero ovunque, i criteri per realizzare progetti smart non possono essere identici a quelli presi in considerazione per piantare dei cartelloni)
Questo non è il Prip che verrà inviato in aula ma è assai probabile che questo sarà il Prip che passerà a valle degli emendamenti. In sostanza nel 2014 con la grande opportunità della scadenza delle concessioni, Roma sceglie anziché una strada di riqualificazione, di progetti smart city, di rinnovamento anche tecnologico ed estetico, di fare 10 gare per impiantare dei vecchi cartelloni sulle strade.
Un enorme danno economico per la città, un enorme danno occupazionale (i progetti speciali, come il bike-sharing, oltre a far bene ai cittadini ed ai turisti generano centinaia di nuovi posti di lavoro qualificati, non gli immigrati clandestini mandati a incollare manifesti sui cartellacci abusivi), un enorme danno per l'erario della città che perderà così un sacco di soldi, un enorme danno per i servizi che non avremo a differenza di tutte le altre città del mondo, un enorme danno per la legalità visto che gli illegali saranno favoriti come lo sono sempre stati. Una truffa, una frode democratica, perché Ignazio Marino è stato eletto esattamente per risolvere problemi come questo e invece, piegandosi al crimine camorrista che c'è dentro al PD, si sta piegando a soluzioni che non risolvono nulla. Perché?
Ciò che sta accadendo in Commissione Commercio e' davvero vergognoso! Stanno tentando di salvare il culo ai responsabili della devastazione totale di ogni angolo di Roma. Inaccettabile.
RispondiEliminail bello è che in Italia per favorire le clientele politiche si stanno creando dei mercati chiusi e assolutamente risibili se visti in un contesto internazionale. le resistenze al cambiamento e le difficoltà con l'Europa, ad esempio, nascono proprio da questo. in un mondo sempre più globalizzato e aperto noi ci chiudiamo nell'illusione e la pretesa di difendere gli interessi di pochi. non riesco a vedere grandi numeri, aumento dei clienti e degli investimenti in questo settore, è come pensare di proteggere il mercato delle cabine telefoniche nell'era degli iphone… contenti loro...
RispondiEliminale risposte sono tutte dentro l'articolo, la città è amminisrtata da politicanti da strapazzo di serie C (Orlando Corsetti ne è il campione), il cui unico interesse è tutelare interessi particolari e i propri, della città non frega niente a nessuno... iter procedurali infiniti per mascherare la vuotezza della sostanza e per non cambiare niente facendo finta di aver aver cambiato tutto, ma i cittadini oggi sono molto più organizzati e attenti, il politico da stapazzo degli anni 70 vincerà la sua meschina battaglia personale, ma perderà la propria dignità di fronnte alla città e alla cronaca di Roma (non voglio parlare di storia perchè alemanno, bordoni e corsetti sono degni di essere dimenticati il più fretta possibile)
RispondiEliminacommissioni, appelli, controappelli, controcommissioni, ricorsi, delibere, bla, bla, bla...
RispondiEliminae dobbiamo pagare le tasse locali più alte d'italia per mantenere questi parassiti incapaci che generano solo burocrazia e non risolvono un cazzo di niente ?
un sindaco degno di tale nome, il giorno dopo essere stato eletto, avrebbe subito mandato delle squadre di operai a rimuovere tutti i cartelloni. E se non fossero bastati avrebbe organizzato ronde di volontari, perché di gente disposta a ripulire roma ce n'è tanta se si comincia a dare l'esempio dall'alto.
La gente deve riprendersi la città e bisogna trovare un modo per farlo fuori dai partiti papponi. Ci vuole un movimento civico spontaneo apartitico, fatto di volontari, ma anche leggi e regolamenti snelli ed efficaci perché la burocrazia è voluta dai parassiti che su essa e con essa mangiano a spese nostre.
MARINO VATTENE !!! SEI UN MISERO, UN INCAPACE, UN FALLITO !!!
Se davvero fosse così non la devono passare liscia: massima rilevanza su internet e diffusione a tutti i quotidiani stranieri possibile. Ovviamente rendere nota la cosa anche ai mezzi d'informazione che ancora hanno un barlume di onestà.
RispondiEliminaFarò personalmente di tutto per non votare e non far votare PD ed eventalemnte Marino se un Prip i
Così delineato dovesse passare.
Tutto il potenziale di informazione sulla rete deve essere coinvolto, sarebbe uno SCANDALO ancor più grave degli anni della giunta del sindachetto e del suo compare bordoni.
Finalmente un'analisi più comprensibile e rispondente alla realtà! in una situazione di abusi di ogni tipo, dove chiunque parla senza nessuna preparazione o cognizione di causa, amministratori per primi, devo dire che Marino ed i suoi hanno la palma per i peggiori!!!
RispondiEliminaFinalmente un'analisi più comprensibile e rispondente alla realtà! in una situazione di abusi di ogni tipo, dove chiunque parla senza nessuna preparazione o cognizione di causa, amministratori per primi, devo dire che Marino ed i suoi hanno la palma per i peggiori!!!
RispondiEliminaMi pare che fino ad ora, CASOMAI, Marino e la Leonori sono gli unici che stanno tenendo un indirizzo chiaro.
RispondiEliminaForse i vari bordoni, alemanno,ad oggi anche corsetti ecc....qualche responsabilita' in piu' sulla totale devastazione di Roma ce l'hanno! O vogliamo negare pure l'evidenza?!! Quindi basta sparare cazzate su Marino. Indirizzate i vostri strali sui devastatori!!!
siamo stanchi di chiacchiere e questo sindaco è il campione delle chiacchiere
RispondiEliminacon marino la situazione è degenerata, dai cartelloni alle bancarelle, dall'immondizia ai trasporti, dal vandalismo all'accattonaggio
qui serve l'esercito, qui serve la legge marziale, roma è totalmente fuori controllo
questo sindaco se ne deve andare. SUBITO !!!
non avete capito che a roma ci vogliono i militari....altrimenti è un pollo da spennare in mano a questi banditi
RispondiEliminatutto ok, il PD sta facendo le solite porcate, però sentir dire dagli elettori di Alemanno e Bordoni che la colpa è di Marino e Leonori è troppo! vi ricordo che questo scandalo è esploso proprio durante la giunta precedente, difficile pensare non ci siano responsabilità...
RispondiEliminaMi sembra che l'articolo sia chiarissimo. Se Marino e la Leonori fanno finta di nulla e consentono a Corsetti di aiutare la camorra dei cartelloni diventano suoi complici.
RispondiEliminaSe non si danno da fare vuol dire che questa situazione va bene anche a loro.
Ma chi è l'anonimo cretino che sa solo dare addosso a Marino, pure in una situazione come questa dove il sindaco e l'assessore sono gli unici a tenere botta contro la mafia cartellonara!?!
RispondiEliminaPer carità, il sindaco ha colpe gravi sulle tante delusioni che ha dato in questo primo anno. Ma in materia di cartelloni invece che col sindaco bisogna prendersela con la solita premiata ditta bordoni-alemanno (sempre più collusi con la mafia cartellonara), col presidente corsetti e financo con i nuovi campioni di consiglieri di biase e battaglia, curiosamente interessate a tutelare alcune ditte romane.
Insomma, per una volta sarebbe bene sostenere sindaco e assessore in questa battaglia, altrimenti finirà che l'avrà vinta il vasto schieramento avverso che punta a salvare lo status quo.
il motivo principale per cui speravo in un cambiamento con la nuova giunta era proprio quello sulla materia della cartellonistica (grazie Alemanno. hai distrutto una città!).
RispondiEliminaebbene questa giunta si gioca il mio personale voto.
e spero che molte migliaia di cittadini la pensino come me.
o risolvono e fanno diventare civilizzata questa città oppure con me hanno chiuso per sempre.
Questi politici di merda non hanno ancora capito che l'aria sta cambiando....che i cittadini sono veramente stufi di queste mafie...i cittadini questo schifo non lo vogliono più vedere!
RispondiEliminaArticolo lucidissimo.
RispondiEliminaPersonalmente non voterò mai più Marino o alcun candidato PD se non si mette rigorosamente in ordine questo settore della pubblicità esterna. Roma è inguardabile. Basta con questi affarismi, si pensi al bene comune. BASTA!
Un riemedio soltanto è possibile a questo punto. Intervenga il governo e commissari il settore, I politici romani non ce la portanno mai fare.
RispondiEliminaSono un milanese che pensa che spesso esagerate (nel senso che Milano ha quasi gli stessi problemi di Roma) ma questo è uno di quei casi dove avete ragione; mai visto tutti sti cartelloni insieme dove vivo.. ma poi non credo funzionino veramente perché se c'è troppa pubblicità tutta insieme non ti resta nulla in mente, causa solo fastidio nel passante
RispondiEliminaMa a Milano ci sono i roghi Rom, i rovistatori di monnezza e le bancarelle tanto per fare un esempio?
RispondiElimina;)
Guarda Milano non è Vienna siamo d'accordo ma dire che è quasi come Roma mi sembra una esagerazione...
@incazzato
RispondiEliminadove sta cambiando l'aria che tra PD e FI alle elezioni hanno preso il 60%??? non hai ancora capito che dopo i risultati delle europee i cartellonari hanno stappato bottiglie di champagne?
Forse fare una ricerca dello stato inesistente, mancante rapito, a "Chi l'ha Visto" sarebbe utile!!!
RispondiEliminaSINDACO DI ROMA MARINO , COME I SUOI PREDECESSORI , SOTTO BRACCIO ,ALLA CAMORRA ROMANA, IL DIO QUATTRINO NON CONOSCE NE SIMBOLI NE COLORI, MA UN SOLO OBIETTIVO, MANGIARSI ROMA A GROSSI BOCCONI... ED I CITTADINI.... MUUUTIIIIIIIIIIIIIIIIII !
RispondiElimina"Ma a Milano ci sono i roghi Rom, i rovistatori di monnezza e le bancarelle tanto per fare un esempio?"
RispondiEliminaSì, sì e ancora sì. E la colpa è difficile che sia dei milanesi visto che a milano i lombardi etnici sono sì e no il 5% della popolazione (quindi se anche ce la mettessero tutta riuscirebbero a fare ben poco casino).
Si si e ancora si? Sono romano e abito a Sesto s. Giovanni (tra non molto mi trasferirò in Isola) e non ho mai visto nulla di tutto questo!
RispondiElimina(ps per la monnezza ero ironico dato che i secchioni a milano non ci sono più da quando avete iniziato la raccolta condominiale che a giudicare da Sesto funziona ottimamente non fosse per l'umido non differenziato).