DER
SPIEGEL, Nr. 17/2014 (21.4.2014)
Eternamente bella, in rovina
Per la
canonizzazione di due papi, il 27 aprile pellegrini da tutto il mondo si
recheranno a Roma. in una metropoli che è quasi in bancarotta e sempre più
trascurata, ma è governata da un sindaco poco ortodosso.
Il "Leonardo
Express" rimbomba dall'aeroporto romano nel cuore della città. Dopo 32
minuti è il capolinea: Stazione Termini. Nel tunnel pedonale pubblicità
incollati: "Roma Termini un posto dove vivere" Alle 23.10, silenzio
irreale, nessuna traccia di vita. Avvolti nei loro sacchi a pelo, barboni da
tutto il mondo sono sdraiati all'uscita nord. Qualche volta ci sono un
centinaia di senzatetto che si riuniscono intorno alla stazione per evitare il
congelamento, come se fosse un camino. Sono innanzitutto profughi provenienti
dall'Africa a passare qui la notte. Di
giorno i rumeni sono la maggioranza, in gran parte indisturbati dagli uomini
della polizia di pattuglia, chiedono soldi ai turisti stranieri.
Non avrebbe visto e
vissuto mai "una mix più miserabile di feccia e malvagità" al momento
dell'arrivo in treno a Roma - per motivi di sicurezza sarebbe opportuno
trascorrere a Termini "meno tempo possibile”: L’arrabbiato commento è di
turista londinese è stato postato sulla pagina facebook di Ignazio Marino, da
giugno 2013 sindaco di Roma. Il sindaco prende sul serio queste critiche, ma in
modo sportivo. Seduto al suo posto di lavoro nel Palazzo Senatorio (trasformato
da Michelangelo) pare un uomo con la coscienza a posto. Due mesi fa rimproverava ancora i suoi avversari di voler
lasciare la città alle fiamme, come aveva fatto l'imperatore Nerone. Ma lui non
sarebbe disponibile a fungere da
liquidatore ufficiale della capitale.
Che cosa era successo? La città era sull'orlo del fallimento.
Secondo il sindaco l’ultimo salvataggio era un finanziamento d’urgenza di € 600.000.000 da parte del governo in 24 ore.
Alla fine Marino ha ottenuto ciò che voleva, e Roma non bruciava. Ora si
tratterebbe di guardare in avanti, così il Sindaco commenta sotto una foto che
lo ritrae in un abbraccio intimo con Papa Francesco. Perché
il “il 27 aprile, i fari di tutto il pianeta saranno puntati su Roma, con due
miliardi di persone davanti alla TV”
La
Domenica dopo Pasqua, quando i due papi più popolari del 20 ° secolo, Giovanni
XXIII e Giovanni Paolo II, saranno canonizzati dal loro successore Francesco,
pellegrini di tutto il mondo vogliono esserci, e gli hotel della capitale sono
quasi al completo.
Almeno per
un breve periodo i romani "potranno sognare di vivere in una città
veramente europea", perché grazie ai tre milioni di pellegrini la
metropolitana funzionerà anche di notte,
dice in una nota l'associazione "Abitanti del centro storico".
I vecchi residenti si sentono abbandonati dalla politica, impotenti devono assistere alla diffusione di
tanti nuovi fastfood e Bed and breakfast".
L’anno
scorso più di dodici milioni di turisti hanno visitato a Roma, anche se la
Caput Mundi, la capitale del mondo antico, ha perso il suo lustro. Questo
dicono tante persone che ci vivono.
I
visitatori come i pellegrini in arrivo, scrive l’autore Mauro Evangelisti,
devono prepararsi ad un “vecchio aeroporto, tassisti disonesti, ladri,
borseggiatori e strade disastrate come a Cuba. In un appello prima delle ultime
elezioni amministrative, 21 intellettuali lamentavano segnali desolanti di
“decadenza” e “tramonto culturale”.
Uno degli
attori del film premio Oscar “La grande bellezza”, Carlo Verdone, definisce la
sua città a immagine specchio di un “paese completamente fallito”.
Il nuovo
premier Matteo Renzi chiede riforme radicali. Da quando la bancarotta è stata
evitata last-minute alla fine di febbraio, la città è sottomessa a una sorta di
amministrazione controllata del Governo. Per decreto al sindaco è stato imposto
un severo rigore di bilancio. Questo sarebbe chance di ritorno, ha detto il
sottosegretario all’economia renziano. Roma dovrebbe fungere da esempio per il
resto del paese.
Ma dove
cominciare? La prima impressione di molti pellegrini è una statua di 5,5 m,
dedicata a papa Giovanni Paolo II, e saggiamente collocata con le spalle alla
piazza della stazione – dove le siringhe dei tossicodipendenti nuotano nel
fango e dove sono parcheggiati i carelli della spesa pieni delle povere cose
dei senzatetto.
Un uomo pelato
energico cammina in mezza alla folla di questa mattina. Dice: “Prima cosa,
bisogna riconquistare lo spazio pubblico di questa città. In tutta Roma è
difficile trovare una strada in cui uno ci si sente in Europa - cioè dove tutto funzionerebbe".
Massimiliano
Tonelli conosce benissimo le zone ombre della capitale. Il 35enne giornalista è
uno dei blogger più letti ma anche più odiati della città. Il suo biotopo sono
le strade, piazze e sponde del fiume di Roma, e i suoi nemici naturali sono
tutti coloro che violentano la bellezza della Città Eterna.
Tonelli
tiene conferenze alle unversità. Nel 2010 è stato premiato “Romano dell’anno”,
perché non si fa scrupoli quando si tratta di lottare per la sua città natale.
I nomi dei blog che ha fondato e ai quali collabora insieme a migliaia di cittadini ne sono una dimostrazione: “Roma fa schifo” o
“Cartellopoli”.
Anche il
sindaco raccogli i contributi di romafaschifo.com in una cartella gialla.
Perché in questo blog i romani di tutti i strati sociali forniscono prove
dell’anarchia quotidiana con immagini e testi. Per esempio: maiali che cercano
cibo nei cassonetti strapieni dei quartieri di periferia. Venditori di souvenir
che fanno i bisogni nelle rovine antiche. Depositi di portafogli rubati e
buttati, capanne in mezzo alla città, come a Mumbai.
Vuole
iniettare questo messaggio nella testa del sindaco: che “tutto quello che vede
nel suo quartiere, non è normale, che non ci si deve abituare a questo”. Chi
legge il suo blog osserverebbe la metropoli con occhi più svegli. “Questo vale
per tanti angoli della città. Dai, andiamo fare un giro”.
Primo
stop, Colosseo. Tonelli chiede: perché il Comune tollera questi cavalieri con
la spada di legno, finti romani, che posano per i turisti, incassando un ricco
compenso? O i venditori di occhiali da sole del Bangladesh, che giocano a
nascondigli con la polizia prima di disfarsi della loro merce falsificata?
Oppure questi signori con il cartello fantasioso “Colosseo Tour Guid”, visita
guidata per cinque persone per 150 euro?
“Tutto
illegale, economia sommersa, non pagano tasse, imbruttiscono la città e alla
meglio lasciano solo rifiuti”, s’arabbia Tonelli. “E sono i romani a pagare per
la rimozione dell’immondizia”.
Anche la
direttrice del Colosseo, Rossella Rea, parla di una sporcizia “da terzo mondo”
intorno al più famoso Anfiteatro del mondo. Solo per la visita privata del
presidente degli USA del 27 marzo tutta la zona è stata sgombrata dai fachiri,
venditori ambulanti e finti legionari. “Se Roma va sempre più in rovine, non è
perché la città sia quasi fallita, ma al contrario. Mancano gli introiti perché
regna l’illegalità” dice il blogger Tonelli.
Adesso
attraversiamo il centro storico, lungo il Tevere, dove stracci di plastica
sventolano dagli alberi come bandiere tibetane della preghiera. E poi verso il
ponte presso il Museo per l’Arte contemporanea, dove immigrati rumeni hanno
costruito una piccola tendopoli con focolai, proprio in mezzo del patrimonio
UNESCO dell’umanità.
A causa
dell’illegalità naturalmente Roma “attrae un certo tipo di immigrazione”, dice
Tonelli. La colpa principale di questo grande degrado sarebbe comunque degli
abitanti storici. “Questa città è malata per la mancanza di senso civico”. Il
fatto che il Museo della Civiltà Romana sia stato chiuso all’inizio dell’anno
per problemi di sicurezza sembra fare parte di questa immagine. Dopo ripetuti
scontri a Trastevere, quartiere di divertimento notturno, si parla addirittura
dei coinvolgere l’esercito. “Siamo in guerra qui, la situazione è fuori
controllo” dice l’assessore comunale Orlando Corsetti. Il presidente della circoscrizione
ha fatto sapere che i soldi per asili nidi, ospizi e l’assistenza ai disabili
basterebbero solo fino a maggio”.
Grande
dramma nella Città Eterna o solo Opera buffa?
Chi vede
il sindaco di Roma, pedalando in abito scuro e cravatta in Via del Corso sulla
bici elettrica, si tranquillizza per un po’: Se il capo della città va in giro
così, apparentemente tranquillo, scortato da 6 poliziotti, la situazione della
capitale italiana non può essere così terribile.
Fu una
sensazione quando Ignazio Marino vinse sull’avversario del partito di
Berlusconi nel giugno 2013. Contro lo sfidante avevano pesato il fatto che il
figlio di una svizzera e di un siciliano aveva lasciato Roma a 14 anni per
tornare a 35 – per far carriera negli USA e in Inghilterra come medico. Il
chirurgo Marino assistette al primo trapianto del fegato di un babbuino
sull’uomo.
Il Sindaco
dice che si intende per questo di tagli, e che l’esperienza passata gli è
utile. “Togliere i tumori è la parte più facile. Poi bisogna cucire tutto e far
ripartire l’organismo”. Marino annuncia interventi massici. “Mi hanno lasciato
una città piena di buche, con un sistema scolastico sfinito, con una povertà
crescente. Inoltre 14 miliardi euro di vecchio debito, in parte di un periodo
che sale alla candidatura di Roma del 1960 per gli Olimpiadi.
Quando
assunse l’incarico non aveva ancora compreso la “dimensione del disastro”, ma
ora nessuno potrebbe distoglierlo dai suoi propositi: “Spendo solo i soldi che
ci sono. Per decenni hanno fatto in un altro modo in questa città”.
A molti
romani questo sindaco appare un po’ bizzarro. Con i suoi calzini azzurrini a
strisce, il suo accento non romano e la sua visione di un centro storico
pedonalizzato. Il suo primo atto d’ufficio, la chiusura dei tratto stradale
vicino al Colosseo fu aspramente criticato.
Tuttavia
Marino rimane fedele a se stesso a alla sua gestione poco ortodossa. Una volta
cade davanti ai Ministero dei Beni Culturali e si rovina i pantaloni, l’altra
volta attraversa il ponte sul Tevere in bici e chiede alle guardie svizzere
dove parcheggiare, prima di incontrare Papa Francesco. Per il degrado alla
stazione Termini propone che gli oltre 8000 senzatetto di Roma potrebbero
essere impiegati come ausiliari nelle biblioteche.
Ha buone
intenzioni, questo sindaco. Ed è fiero di non essere cresciuto nelle paludi
della politica romana, di essere indipendente e senza problemi economici.
Proprio questo gli darebbe mano libera, dice Marino: “Ho l’incredibile
vantaggio di non dover far carriera. Questo significa che posso prendere delle
decisioni impopolari.”
Esempi?
L’AMA e l’ATAC (di proprietà del Comune) hanno accumulato negli anni un debito
di tre miliardi di euro. Inoltre il 18 % dei collaboratori dell’AMA è sempre in
malattia, e in agosto la quota dei malati dell’ATAC era il 22%. “Non
accetteremo più una situazione del genere”. Dice Marino.
I
pellegrini venuti a Roma per la santificazione dei papi probabilmente non si
accorgeranno di questo - sono stati
imposti turni straordinari. Normalmente, l’ATAC con i suoi 12.000 impiegati e
più direttori della NASA non è in grado di organizzare un numero sufficiente di
bus per il trasporto pubblico romano.
Un
centinaio di veicoli è fermo nei depositi, mancano i pezzi di ricambio. Per
mancanza di batterie è operativa solo la metà dei costosi bus elettrici. Ogni
anno sono cancellate corse per un volume di ca. 16 milioni di chilometri. Cosa
dicono i romani onesti che comprano ancora i biglietti? Che non si
approfittano, come tanti altri “portoghesi”, del fatto che i controlli sono
rari come la neve in agosto?
Non dicono
nulla.
I romani
di vecchia data sono eroi del quotidiano. Aspettano a 38 gradi e sotto le
piogge torrenziali di gennaio alle fermate dell’autobus. Prendono ciò che
passa. Per il privilegio di vivere nella capitale si pagano anche le imposte
più alte sul reddito. Nessun miglioramento in vista. Al contrario, mancano un
miliardo al bilancio 2014. Prossimamente devono essere presentati i programmi
dettagliati per il risparmio. Potrebbe essere tagliato oltre il 50% nel settore
sociale.
E’ vero
che ogni anno solo il turismo porta un fatturato di 8 miliardi di euro. Ma
invece di finire nelle casse del comune, gli introiti si trovano alla fine
nelle casse di quelli che sono vicini al Comune. Un turista su due che acquista al chioschetto
vicino al Colosseo una bottiglia di birra a 5 euro o un panino, arricchisce in
questo modo il benessere di un consigliere comunale della coalizione di
Berlusconi e della sua famiglia, proprietari di queste licenze.
Il Sindaco
è indignato. Viaggia molto e si informa perché altrove funziona meglio. A
Parigi discute sul bike-sharing e la tutela dell’ambiente, a Madrid sui
concetti della “Smart City”. A Riad con un principe saudita, alla cui madre
aveva trapiantato un nuovo fegato, sugli aiuti per i monumenti decadenti della
capitale italiana.
Marino sa
che la salvezza di Roma dalla bancarotta dipende se e in quanto tempo riesce ad
avviare i passi giusti. “Renzi e il suo governo hanno ragione, questa è la
nostra ultima chance” dice. Le aziende municipale dovrebbero essere vendute, i
nomi di alcuni stazioni metro messi all’asta, le tasse di soggiorno alzate fino
a 10 euro a pernottamento. Si tratta di “condurre una delle città del pianeta”
in un futuro migliore, dice Marino.
E molto
grande il proposito del Sindaco, dice Raffaele La Capria. Perché la crisi di
Roma è solo un riflesso della situazione dell’intero paese. “Siamo tutti un po’
depressi, quando pensiamo alla decaduta dell’Italia.”.
La Capria,
91 anni, un vecchio sveglio e modi eleganti, è il decano degli scrittori
italiani. Da oltre mezzo secolo vive nell’ultimo piano di un palazzo a Piazza
Grazioli, da dove guarda in basso su Silvio Berlusconi, che abita alcuni metri
più in giù.
Ma “quello
lì”, dice La Capria, Berlusconi e il suo ventennio, sono solo parzialmente
responsabili per la crisi di Roma. Alla capitale e la sua “borghesia decaduta”
mancherebbe innanzitutto la consapevolezza necessaria per la propria gloriosa
eredità.
La Capria,
uno degli ultimi rappresentanti dell’epoca in cui Fellini, Pasolini e Moravia
coniavano l’immagine di Roma nel mondo, osserva un cambiamento inarrestabile
della società romana, verso il basso.
Molto in
basso, visto dal podio dove i Papa santificherà due dei suoi predecessori, sono
gli uomini di Via della Conciliazione. A 300 metri da S. Pietro dormono
all’aria aperta, sotto le arcate. A destra rumeni, che ascoltano musica fino a
tarda notte, a sinistra i polacchi con damigiane in cartone di vino rosso.
Jacek,
l’unico del gruppo che non beve, ha studiato agrimensura nel suo paese. Da 25
anni vive a Roma, da 11 mesi per strada. Ha 67 anni, vorrebbe lavorare, e per
questo continua ad aver cura di sé: abbigliamento ordinato, doccia mattutina in
un ospizio per senzatetto, lettura serale sotto la luce abbagliante neon in un
sottopassaggio a S. Pietro.
Nella
bibbia Jacek conserva una foto. Ritrae il suo compaesano Giovanni Paolo II.
Il 27 aprile, giorno della santificazione, Jacek si alzerà come tutte le mattine all’alba. Poserà i suoi averi dietro un muretto e si metterà in cammino, verso S. Pietro, per mischiarsi tra i pellegrini. Come se fosse uno di loro.
Il 27 aprile, giorno della santificazione, Jacek si alzerà come tutte le mattine all’alba. Poserà i suoi averi dietro un muretto e si metterà in cammino, verso S. Pietro, per mischiarsi tra i pellegrini. Come se fosse uno di loro.
Grazie
RispondiEliminaGrazie per la traduzione.
RispondiEliminaLa traduzione di un articolo che dimostra, se mai ce ne fosse bisogno , di come questa città è vista all'estero.
RispondiEliminaGrazie a chi ha tradotto questo articolo.
Se c'è una cosa che mi ha urtato più di ogni altra è stato il lavoro certosino svolto da AMA e dai vigili da 3/4 giorni prima fino all'evento della canonizzazione dei papi. Abito in zona Pio XI e da quando vivo a Roma non ho mai visto pulire così bene le strade che conducono in p. S.Pietro, persino lo spartitraffico di Leone XIII hanno pulito e quante auto sono state portate via, da guinness. (Bastava però percorrere le vie interne per trovare il solito schifo). Dal giorno dopo il nulla.
RispondiEliminaRappresenta una presa per i fondelli inaudita da parte delle amministrazioni locali, in quanto i cittadini romani giorno dopo giorno stanno affogando nello sporco e nella microcriminalità, in un disagio senza fine.
Un grazie di cuore a chi ha tradotto l'articolo!!
RispondiEliminavabbè, direi che ci è andato pure leggero... non parla per esempio del fatto che Roma - fuori le Mura - stia diventando una delle città più brutte del mondo
RispondiEliminaGrazie ai traduttori. Segnalo che, sul sito dello Spiegel international, l'articolo è integralmente tradotto in inglese.
RispondiEliminaCosì, dagli Stati Uniti all'Oceania, tutti potranno leggere....
Per fortuna che l'hanno tradotto, io non ci dormivo.
RispondiEliminaMa guarda, manco io ci dormivo, mentre me stavo a scopà tua madre.
RispondiEliminaAl momento propizio ha voluto condividere però la lauta gioia con tua sorella, in quanto ha detto che è abituata a farsi inculare dai negroni e romeni che spopolano a Roma.
Tiette stà città di merda! Anzi, crepa pure
Se te scopi mi' madre te scopi i morti, mio sorella ha i pisello, in ogni caso faresti tutto cio' per cui sei contro. Complimenti per la leonaggine da tastiera.
RispondiEliminacomplimenti per l'articolo.... è la pura verità comunque. Grazie Marino.
RispondiEliminaDa oggi Marino è ZingaMarino.....il primo supereroe del popolo Rom (ma anche di quello Sinti e dei camminanti tutti)
RispondiEliminaMeno male che c'è il pagliaccio tonelli, difensore di roma...che omo triste...che magari tra una foto al degrado e l'altra fa pure a mignotte...come s enon si sapesse che tutto il blog è fasullo e che gli utenti son tutti finti...
RispondiEliminaIn risposta all'anonimo prima di me vorrei semplicemente dire che è un poraccio...
RispondiEliminaLa sua unica utilità consiste nel giustificare il nome del blog.