Ignazio Marino hai chiesto
collaborazione ai cittadini e noi cogliamo la palla al balzo per
invitarti a chiedere ai vertici di Atac i dati, le percentuali,
sull'anomala "dispersione" dei pezzi di ricambio dei bus capitolini.
Nel 2012 si era partiti con
un'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza della quale poi non abbiamo avuto più notizia. Qualche persona seria
(perché qualcuno nelle Municipalizzate che ci crede esiste!) aveva
parlato di pezzi di ricambio non originali venduti al prezzo di
quelli originali e di uno strano intreccio delle aziende fornitrici
(una sorta di cartello: sono sempre le stesse) con la COTRAL
(Zingaretti ne è a conoscenza?). Da alcune verifiche della Guardia
di Finanza, già nel 2012, sarebbe emerso che più di una ditta
avrebbe lavorato sia per l'azienda dei traporti pubblici capitolini
sia per la Spa controllata dalla Regione i cui pullman collegano la
maggior parte delle località del Lazio.
Carburante comprato a prezzi
maggiorati (cosa che sta tornando alla ribalta in questi giorni) e
pezzi di ricambio non originali venduti come tali. Questo potrebbe
essere un ulteriore filone che potrebbe aver portato alla creazione,
in Atac, di un sistema parallelo se non contingente a quello della
clonazione dei titoli di viaggio. Tutto da verificare, ovviamente, ma verifichiamo! E poi l'elemento su cui chiedere
chiarezza è un altro, ulteriore: la percentuale totale dei pezzi "dispersi"
che a noi risulta essere molto alta, talmente alta (oltre il 40%) da far ipotizzare,
facilmente (ma lo ripetiamo, è una pura ipotesi che speriamo anzi si possa smentire), un sistema interno/esterno (dipendenti Atac/Aziende
Forntitrici) del tutto simile a quello che sta venendo fuori oggi con
la clonazione dei biglietti.
Ma facciamo un esempio: se un bus ha necessità di cambiare un copertone, ATAC si attiva con le aziende fornitrici attraverso una formale richiesta, ovvero un ordine. Il copertone in questione giunge nell'officina centrale ATAC per poi essere smistato all'officina periferica ovvero quella più vicina a dove il bus con copertone forato si trova. Tra questi passaggi: richiesta, arrivo del pezzo di ricambio ad officina centrale e successivo invio dello stesso ad officina periferica, il pezzo magicamente e piuttosto sistematicamente tende a "disperdersi". ATAC pertanto è costretta ad acquistarne un altro ed, in alcuni casi, un altro ancora.
Ma facciamo un esempio: se un bus ha necessità di cambiare un copertone, ATAC si attiva con le aziende fornitrici attraverso una formale richiesta, ovvero un ordine. Il copertone in questione giunge nell'officina centrale ATAC per poi essere smistato all'officina periferica ovvero quella più vicina a dove il bus con copertone forato si trova. Tra questi passaggi: richiesta, arrivo del pezzo di ricambio ad officina centrale e successivo invio dello stesso ad officina periferica, il pezzo magicamente e piuttosto sistematicamente tende a "disperdersi". ATAC pertanto è costretta ad acquistarne un altro ed, in alcuni casi, un altro ancora.
Anche qui, come nel caso della clonazione dei
Biglietti, ATAC avrebbe potuto risolvere la questione alla radice
dotandosi di un semplicissimo sistema di tracciabilità del pezzo
RFID (Radio Frequency
IDentification o Identificazione
a radio frequenza) tecnologia che permette
l'identificazione e/o memorizzazione dati automatica di oggetti,
animali o persone attraverso la capacità di memorizzazione di dati
da parte di particolari dispositivi elettronici (detti tag) e
sulla capacità di questi di rispondere all'"interrogazione"
a distanza da parte di appositi apparati fissi o portatili chiamati
per semplicità "lettori", comunicando (o aggiornando) le
informazioni contenute. Tornando all'esempio del copertone, una volta
giunto in officina, bastava che un addetto vi apponesse un'etichetta
elettronica per consentire il monitoraggio del copertone in tutti i
suoi spostamenti all'interno delle officine fino alla sua
collocazione sul bus dove un altro addetto avrebbe provveduto a
staccarla chiudendo la relativa pratica. La domande è d'obbligo:
perché ATAC non si è dotata di un tale sistema benché gli fosse stato proposto? E chi si è avvantaggiato dello scandalo Ricambiopoli?
Questa è una buona domanda. Tra l'altro si parla anche della politica come beneficiaria di queste malversazioni (si parlava dei biglietti clonati ma non ho dubbi si possa estendere anche a ricambiopoli).
RispondiEliminaCui prodest?
Chi ha veramente beneficiato di tutto questo (oltre ai corrotti "interni")?
Spero che la magistratura apra al più presto uno squarcio di luce sulle tenebre di questa società allo stato terminale.
Comunque lo scrivente è convinto che in Italia (ed in particolare al SUD ed a ROMA) le società di trasporto (e le utilities) non possano essere pubbliche. A causa dello scarsissimo senso civico e della collettività che caratterizza chi vi abita non possono non diventare occasione di malversazioni, malaffare e clientelismo. Fosse per me privatizzerei tutto.
Apro una nota a margine: ma per parentopoli non si parla di fare proprio nessun provvedimento di espulsione delle tante persone assunte grazie a questo schifo? Che si dice a Roma relativamente a questo?
beh, le voci sugli strani giri nelle officine Atac si moltiplicano quindi evidentemente sotto c'è qualcosa. triste che chi sa non vada da un magistrato a denunciare, cosa che dimostra ancora una volta che il clima di omertà e collusione diffuso è a livelli altissimi e non c'è nessuno in grado di far rispettare al legge in questo paese.
RispondiEliminaQueste sono pure illazioni prive della benché minima evidenza o prova. Che Atac sia allo sbando è evidente, non credo sia una buona ragione per inventarsi teoremi. Chi sa denunci alla magistratura fornendo prove, altrimenti produce inutili danni costringendo l'azienda a investire le sue poche risorse in avvocati anziché in autisti.
RispondiEliminaNon vi sembra una cosa sin troppo semplice staccare un'etichetta da un copertone?!
RispondiEliminacredo che la domanda sia legittima e si è citata una inchiesta specifica della guardia di finanza partita nel 2012. I dati sono interni all'azienda. Roma fa schifo ha chiesto la cortesia, in un momento di caos totale, di comunicare i dati ufficiali di questa anomala "dispersione" di pezzi di ricambio, rispondendo alla richiesta di Marino. Se non sei ad alti livelli in atac non puoi accedere a questi dati. Domanda legittima... sperando in una tempestivo chiarimento.
RispondiEliminaNon dimentichiamoci dell'AMA, un'altra azienda sgangherata che si regge anche grazie alle esose tasse sui rifiutiech enon credo sia indenne dai problemi di corruzione e malversazione riscontrati in ATAC.
RispondiEliminaGuarda che Atac già ce l'ha questo sistema: utilizza etichette elettroniche clonate.
RispondiEliminaauhauhahuauhuhauha
RispondiEliminae CONCORSOPOLI non vi interessa?
RispondiEliminaOra, anche in rapporto ai risultati delle ultime elezioni, vi inviterei a modificare il vostro logo in "Roma fa schifo, come l'Italia, ma solo al 20% dei suoi abitanti" e fatela finita, ve dovete da abituà a convive con l'80% de piccoli mafioncelli beneficiati dal condono prima confessionale e poi eucaristico che vi circonda
A volte le cose sono sotto gli occhi di tutti ... Basta leggere le targhe dei bus Atac per dapire tante cose...
RispondiEliminaAnonimo 10:56 in che senso?
RispondiEliminaChissà forse se tutti questi ladri venissero arrestati, ci sarebbero le risorse per il personale, per la sorveglianza, la pulizia, la manutenzione, etc.
RispondiEliminaEh ma non lo sapremo mai, perché in questo Paese questi personaggi non pagano mai per le loro malefatte, anzi continuano ad arricchirsi.
E' inutile aspettarsi che la dirigenza ATAC (e i politici che la nominano e la coprono) paghi per le malefatte. La classe politica e dirigenziale è allo stesso tempo controllata e controllore. E ciò vale per tutti gli schieramenti politici.
RispondiEliminaL'unica soluzione ormai è nelle mani dei cittadini. Qui ci vogliono gli squadroni della morte. Questi ladri non temono le leggi (che si fanno da soli), ma basterà impiccarne qualcuno per cambiare registro.
Io sono per la privatizzazione di questi servizi che lo stato evidentemente in Italia non è in grado di gestire.
RispondiEliminaGuardate cosa però sta succedendo a Genova
http://www.corriere.it/cronache/13_novembre_20/sciopero-selvaggio-genova-piedi-sindaco-doria-aggredito-aula-ba96c460-51ad-11e3-a289-85e6614cf366.shtml
Sarei curioso di sapere cosa accadrebbe a Roma se un sindaco annunciasse la privatizzazione dell'ATAC...
@bat21: privato o pubblico fa lo stesso.
RispondiEliminaUna piccola curiosità: ma come mai sui giornali già non se ne parla più? Eppure la notizia non è di poco conto!!!! che sia già partita l'opera di insabbiamento??? Tanto noi Italiani siamo ormai assuefatti a questo ed altro per cui ........ Che pena questa città e questo paese in mano a predatori senza scrupoli!!! Ma la colpa è anche nostra che non abbiamo il coraggio di scendere in piazza e pretendere che questa gentaglia vada a spazzare le strade!!!
RispondiEliminaL'ATAC, mi risulta, gestisce anche la sosta delle strisce blu, quindi la produzione e commercializzazione dei parcometri orari ed elettronici.
RispondiEliminaCome facciamo a sapere se anche qui (o a maggior ragione qui, visto con ci può essere rendicontazione dei titoli utilizzati) non ci siano duplicati in giro????