Il 1 Gennaio 2012 la Dirigenza ATAC
decise di consentire a tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine di
viaggiare gratis a bordo di bus, tram e metro di Roma. La Municipalizzata del
Trasporto Pubblico con uno scarno
comunicato d’allora comunicava che «a partire da oggi, e fino a nuove
indicazioni, il personale di Atac preposto a controlli e verifica, nonché gli
agenti delle stazioni metropolitane e gli addetti ai varchi elettronici,
consentiranno la libera circolazione sui mezzi Atac al personale in divisa dei
seguenti corpi: Polizia di Stato, Polizia Locale di Roma Capitale, Polizia
Provinciale, Polizia Penitenziaria, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del
Fuoco, Corpo Forestale. Per il personale
in borghese – aggiungeva - sarà
consentita la libera circolazione previa esibizione delle tessere di servizio
al personale Atac». Tale decisione di
ATAC veniva presa a seguito delle pressioni fatte da La Destra e dal
SULPM - sindacato unitario lavoratori
polizia municipale - all’allora
Sindaco Alemanno quando, qualche giorno prima, si era presa la decisione, per ragioni meramente economiche e di bilancio,
di bloccare tutti i titoli relativi al
2012, congiuntamente a quelli del Metrebus Parking . Il SULPM, a sostegno delle
proprie ragioni, evidenziava come l'accesso degli agenti su un mezzo pubblico
costituisse un'azione di tutela passiva della sicurezza, con grossa
potenzialità di deterrente sulla microcriminalità che ogni giorno agisce sui
passeggeri e pendolari che, stipati nelle ore di punta, diventano facili
vittime di ladruncoli e borseggiatori.
Questi i fatti ai quali non possono non
seguire le nostre considerazioni sull’argomento.
Punto 1: L’enormità del numero di soggetti coinvolti
Considerati
tutti i corpi coinvolti ed il fatto che essi insistanto in una metropoli come
Roma è facile immaginare l’enorme numero
di persone dalle quali l’Azienda, arbitrariamente, ha deciso di non voler pretendere
alcunchè. Ma attenzione: il “privilegio”, tecnicamente riguardante gli
operatori della Capitale, è di fatto fruito da tutti coloro in visita a Roma
per ragioni di servizio o personali. Un’anomalia dovuta alla blocco di validità
dei titoli e tessere a favore di una più ambigua scelta che permette a chiunque sia in divisa o abbia un tesserino di
servizio di entrare liberamente gratis. A che numero di provilegiati dunque si giunge?
Punto 2: L’ATAC
non è nelle condizioni economiche per consentire privilegi.
In
situazione di quasi-fallimento, “gratis” dovrebbe essere considerato morto da
ATAC. Si sarebbe dovuto optare per una sorta di convenzione come quelle che
ATAC faceva (e che speriamo ripristini al più presto) per gli studenti. Soluzione decisamente più logica ed
in linea con le difficoltà economiche del comparto trasporti. La funzione della
deterrenza, sebbene abbia un suo fondamento teorico, non lo è nella pratica,
salvo rarissimi casi, cosa che sosteniamo con certezza assoluta documentando
quotidianamente sul nostro blog la presenza fissa ed indisturbata di
borseggiatori in stazioni considerate “chiave” per la presenza di turisti!
Punto 3: Degenerazioni,
storture e pretese
Spesso,
da situazioni come queste, in un paese come il nostro dove anche l’impiegato
delle poste si sente in diritto di minacciare e millantare conoscenze per
essersi piccato dopo aver visto pubblicate sul nostro blog una serie di foto
raffiguranti suoi parcheggi creativi ed illegali nei pressi del suo posto di
lavoro (vedasi il post di qualche settimana fa), si declinano quasi
sistematicamente delle degenerazioni. Storture alquanto fastidiose e sicuramente
non legali che si concretizzano in quello che al cittadino medio dà sicuramente
più fastido ovvero il vero e proprio abuso di potere attraverso la pretesa dell’allargamento del “privilegio” a
parenti ed affini.
Alcuni
lavoratori in ATAC (fonti attendibili) c’hanno infatti riferito di aver assistito a scene vergognose:
personale delle Forze dell’Ordine si è spesso presentato al gabiotto in
borghese e, mostrando il tesserino, accompagnato da parenti ed affini,
pretendeva l’ “allargamento del privilegio” anche ai propri accompagnatori.
Casi non certo isolati e che fanno ulteriormente perdere danaro e credibilità ad un’azienda ridotta alla canna del gas,
umiliando peraltro lo spirito, sicuramente positivo almeno nelle sue intenzioni originarie, che aveva portato alla concessione. E torniamo alla domanda già
fatta: A che numero di privilegiati dunque si giunge? Ma soprattutto la
deterrenza non è esistita: il crimine in metro è aumentato enormemente. Abbiamo
fatto entrare centinaia e centinaia di agenti a gratis ogni giorno in metro e
il risultato quale è stato? Aumento degli scippi, aumento dell’insicurezza,
alcune stazioni sono state prese d’assalto e di fatto requisite da gang di
zingari. Quotidianamente. Sempre alcuni lavoratori ATAC ci riferiscono che
quando gli agenti in borghese vedono la mal parata, a quel punto, pur di fare
il loro mestiere, decidono di comprare un biglietto e timbrarlo. Dunque quando
è tutto tranquillo scroccano, quando c’è qualche problemuccio pagano per non
far sapere in giro che c’è un esponente delle forze dell’ordine in stazione.
Allucinante, ma vero. E vogliamo parlare dei varchi per disabili aperti? Spesso
gli addetti alla stazione li lasciano così per evitare di dover passare la
giornata ad aprirli e a chiuderli visto che il flusso di poliziotti,
carabinieri e quant’altri è continuo e ammonta a centinaia di persone al
giorno. E in assenza dell’addetto di stazione? Varchi aperti per tutti. Per
garantire un assurdo privilegio alle forze dell’ordine, dunque, ATAC rinuncia a
decine di milioni di euro l’anno che se ne vanno in evasione, in gente che vede
le porte aperte e si infila.
Chiediamo
per concludere, in un momento in cui si spera venga fatta una reale pulizia
nell’Azienda dei Trasporti Capitolina, che vengano valutate tutte le situazioni:
anche quelle di questo tipo. Se non è possibile trasformare la gratuità degli
accessi in normale agevolazione, si evitino le sbavature evidenziate: il tempo
delle vacche grasse è finito. Per tutti!