Via Magnanapoli, un tratto di 60 metri, vista da sopra le scalinate, da via di Quattro Novembre, lascia un immagine indelebile. Vista irrepetibile per apprezzare parte del Foro di Traiano, la Colonna di Traiano ed il Vittoriano, unica scena da non dimenticare. MA, appena si comincia a scendere dai gradini, si intravede sporcizia sui gradini, pavimento mezzo san pietrini e mezzo cimentato senza criteri, e macchine e motorini parcheggiate illegalmente bloccando questa meravigliosa veduta di Roma. In qualsiasi altra capitale europea questo tratto di 60 metri, sarebbe diventato un passaggio degno della scena che si apre davanti ai nostri occhi increduli.
mnz
8 commenti | dì la tua:
Nobile gara tra facce di bronzo!
Renata Polverini si dimette per le ruberie di vari consiglieri della Lista Polverini che sostengono la la giunta Polverini, e tappezza Roma di manifesti:"Questi li mando a casa io", come se glieli avesse prescritti il medico curante.
Il suo collega lombardo Roberto Formigoni, indagato per corruzione e finanziamento illecito come già per questo e altri reati, altri 12 consiglieri regionali, non solo non si dimette: ma vibra di sdegno per gli scandali (altrui) e propone di abolire le regioni, come se la colpa fosse delle regioni non dei governatori che rubano.
Luigi Crespi, spin doctor di Alemanno, dichiara che il fratello Ambrogio viene calunniato ingiustamente per i voti al clan della 'ndrina, ma come se nulla fosse il 5 ottobre scorso lui, Ambrogio e la moglie Natascia Turato, tutti consulenti di Alemanno, raggiungono un accordo con i fallimenti civili per la bancarotta fraudolenta della società di famiglia HDC.
Hanno tutti la faccia come il culo!!!
Da: www.cinquegiorni.it/
Il fratello dello spin doctor di Alemanno, AMBROGIO in manette
Le vicende dei due sono già finite altre volte sotto i riflettori della cronaca
Le vicende dei fratelli Crespi sono finite altre volte sotto i riflettori della cronaca. Luigi, ad esempio, fu il sondaggista di fiducia di Silvio Berlusconi sino a quando se lo inimicò finendo addirittura in carcere per la bancarotta della sua società Hdc.
Condannato a 7 anni per bancarotta Luigi Crespi
Dopo di che tornò in auge come spin doctor e curatore dell'immagine dell'allora ministro Mara Carfagna, sino a quando un paio d'anni fa entrò in Campidoglio per risollevare l'immagine piuttosto cupa e sfocata di Gianni Alemanno.
Alemanno in picchiata tenta la carta Crespi
Suo fratello Ambrogio ha sempre lavorato con lui gestendo il sito "Clandestinoweb" sino a quando i due fratelli alla fine del 2009 decisero di lanciarlo come testata giornalistica che fini per chiudere la primavera dell'anno successivo. I due fratelli godevano di importanti entrature, anche in Rai, per poter ambire ad un loro spazio editoriale originale, ma fu a questo punto che incapparono il 20 aprile 2010 nell'arresto di Fabio (figlio) e Gian Gaetano Caso (padre) che nel frattempo erano entrati nella compagine editoriale de "Il Clandestino quotidiano".
L'accusa ai Caso fu allora di abusivismo bancario per oltre 200 milioni di euro, 9 milioni di euro di fatture false, 80 milioni di euro di fittizi aumenti di capitale sociale, bancarotta fraudolenta per una serie di società, tentata truffa aggravata nei confronti della Regione Abruzzo per l'ottenimento illecito di fondi pubblici, falsità, calunnia aggravata e resistenza a pubblico ufficiale. Gian Gaetano era stato anche l'ex editore del giornale sportivo "Dieci" e de "Il Globo".
L'arresto avvenne a seguito di una inchiesta condotta a Roma per la quale furono indagate 14 persone nell'ambito dell'operazione "Capital Watering". "Il Fatto Quotidiano" riferì allora che la società editrice de "Il Clandestino" si era intanto fusa con "Campanile Nuovo", già editoriale di Mastella, poi passata ai Caso, allo scopo di ottenere i contributi pubblici all’editoria.
Scrisse allora Ambrogio sul Clandestinoweb: «ABBIAMO AVUTO più che una SENSAZIONE di ESSERE STATI VITTIME di una TRUFFA che, tra l’altro, ha coinvolto collaboratori e giornalisti. Oggi dalla lettura delle agenzie abbiamo preso atto di uno scenario agghiacciante, al di là di qualsiasi pessimistica immaginazione. Mi auguro che la famiglia Caso possa chiarire, spiegare, giustificare, motivare e uscire da questa vicenda in modo positivo».
Che vergogna sindaco Aledanno. TALIS PATER, TALIS FILIUS!!!
anonimo delle 10:24 m:
tutti i seguenti soggetti hanno ricevute dettagliate notizie sulla questione del giorno, riguardante il rapporto tra Alemanno e famiglia Crespi. Adesso vediamo cosa fanno, soprattutto i consiglieri comunali.
ilportaborse.com/
http://www.paolomasini.net/2012/10/10/omniroma-comune-masini-pd-arresto-ambrogio-crespi-alemanno-chiarisca/#comment-277;
http://www.udc-campidoglio.it/;
www.pdcampidoglio.com/;
http://www.gemmazuni.it/contatti;
ZOZZONI!!!
perchè ti risulta che a roma valorizzino qualcosa?
figurati se stanno a pensà a quei 60 metri di strada
tanto i turisti ci vengono lo stesso, perchè c'è il papa cìè il colosseo ecc..
bravo anonimo delle 4:44 p, comunque vedi di pagare la tassa per l'immondizia, servono soldi per continuare a far abbuffare questi cialtroni.
A ROMA SI DICE: NON SI MUOVE FOGLIA CHE LUIGI (CRESPI) NON VOGLIA.
GRAZIE AL DUO ALEMANNO/CRESPI AVVIENE ANCORA QUESTO:
NUOVO CASO DOPO LA SOSTITUZIONE DELL'AD E I VELENI PER IL CONTRATTO CON CERRONI
Ama, il patto per le super-promozioni
Nell'azienda spuntano biglietti anonimi su bacheche e muri con i nomi e i passaggi di qualifica: dieci sindacalisti in carica avanzano di due scatti. L'ipotesi dello scambio
Il metodo non è elegantissimo, a metà tra la delazione e il «tanto peggio tanto meglio». Segno che il gioco, tra i 7.500 dipendenti dell'azienda, s'è fatto cattivo: biglietti anonimi che spuntano nelle bacheche dell'Ama. Negli stabilimenti. Nelle rimesse. Nelle sedi zonali. Tutti uguali. Foglietti non firmati, attaccati con una puntina dopo essersi accertati che nei corridoi non ci fosse anima viva. Nessun titolo o slogan. Solo nomi. E cognomi. E passaggi di qualifica.
L'ultima bufera sull'Azienda municipalizzata ambiente, già fortemente stressata da Parentopoli, dai continui cambi al vertice e dai veleni legati al maxicontratto per Malagrotta proposto a Manlio Cerroni e poi bloccato, chiama in causa uno dei poteri interni: i sindacati.
I «pizzini», infatti, altro non sono che la lista deirappresentanti dei lavoratori promossi alla chetichella la scorsa estate. Una procedura che, ieri, ha fatto gridare allo scandalo il consigliere comunale pdl Fabrizio Santori, finora unico antagonista di Alemanno alle primarie per il candidato sindaco: «Pretendo immediatamente di vedere i documenti, chiusi nei cassetti dell'Ama, su alcune progressioni di carriera non so quanto motivate. Basta! É ora che prevalga il merito e non l'aberrante logica dello scambio di favori!».
Ma la questione, adesso, va ben oltre le storie professionali dei 10 sindacalisti «in carriera». Intanto perché fa emergere una spaccatura tenuta sottotraccia: «All'inizio dell'estate - rivela Carlo Podda, segretario della Funzione pubblica Cgil di Roma e Lazio - anche noi fummo avvicinati dai vertici Ama, che ci sondarono, diciamo così, in relazione a un accordo sulla promozione dei nostri rappresentanti». E cosa avete risposto? «Dicemmo di no, ovvio. Figuriamoci! Nel nostro statuto c'è scritto che i capi dei sindacati non possono fare neanche i concorsi, e ci mettiamo ad accettare promozioni durante il mandato?» Dunque, pare di capire, l'intesa è stata raggiunta da tutti meno voi... «Ah, questo non lo so - ribatte Podda -. Quel che è certo è che, a luglio e di nuovo a settembre, come Cgil abbiamo scritto al direttore del personale Passi, all'amministratore delegato dell'Ama e al sindaco Alemanno per motivare la nostra contrarietà e chiedere chiarimenti. Ma non ci è stata data risposta».
caro blog, continua a far finta che nulla accade, ma ricordati che arriverà il momento che rimarrai travolto anche tu. tu sai e taci!!!
DISSE ER MERLO AR TORDO, SENTIRAI ER BOTTO SE NUN SEI SORDO.
Quanto c'hai rotto li cojoni co sto crespi. fatti curare da uno bravo qui si parla di degrado, i tuoi problemi personali con questa gente risolviteli da solo.
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