No. Non è così che si gestiscono i problemi del suolo pubblico. La politica dei vincoli non porta da nessuna parte. I divieti di questa natura non servono. Anzi servono, e moltissimo, all'abusivismo. E' come per i cartelloni: le attuali leggi, se rispettate, porterebbero sulla piazza romana ad una presenza legale di zero cartelloni. Ovviamente non è pensabile che la città rinunci a questa che se ben governata è anche una risorsa e così, in presenza di normative, non-rispettabili, si scatena l'abusivismo. La stessa cosa succede in mille altri ambiti, come quello della sosta selvaggia: pieno di divieti e isole pedonali fittizie che nessuno rispetta e che servono solo per posteggiare a gratis e disordinatamente.
Sui camion-bar si sta compiendo lo stesso errore. E guardacaso dietro c'è la soprintendenza che dopo quarant'anni si accorge che l'area è vincolata. Ma i vincoli devono essere risorse, non moloch. La questione non è eliminare in toto i camion-bar ed il commercio ambulante, ma trasformare tutto in una risorsa. Come dice, ad esempio la direttiva Bolkenstein che il prossimo anno si abbatterà come una meteora sulla sconfinata camorra del commercio ambulante italiano (ma il problema, come altrove, è soprattutto romano), le postazioni vanno messe a bando: deve vincere il migliore. Sull'asse Fori-Colosseo, ad esempio, la sfida non deve essere azzerare il commercio ambulante, bensì ri-assegnare le postazioni togliendole di mano ai clan pseudo-criminali che le possiedono ora. Con regolari bandi di gara dove dovrà vincere il migliore e dove dovrà essere premiata la qualità. Camion bar dal design gradevole, con cibo di alto livello, con prezzi regolari, con servizio all'altezza. Lo stesso può succedere per l'oggettistica.
L'approccio della Soprintendenza, invece, non fa altro che buttarla in caciara. E otterrà, nella migliore delle ipotesi uno di questi due risultati: o i camion-bar e zozzeria varia sarà tolta qualche giorno per poi tornare (come ha già minacciato il grande alfiere dello schifo bancarellaro romano, Davide Bordoni); oppure le postazioni saranno ricollocate altrove, qualche metro più in là, o in altri quartieri, magari andando a ingolfare di commercio ambulante quartieri prestigiosi come Parioli, Trastevere o Prati (per tacere delle consolari o delle uscite di ogni metropolitana) che soffocano sotto ad una coltre di bancarelle che hanno dell'incredibile (naturalmente continuiamo ad augurare ogni male a chi vi compra).
La strada per risolvere questo problema è un'altra: trasformare questi stracciaroli, questi mutandari, questi bibbitari inauduti in punti vendita di alta qualità. Questo eliminerebbe gli operatori scadenti che ci sono oggi, porterebbe una nuova imprenditoria sana in città, qualificherebbe il territorio e l'arredo urbano. Vietando tutto, lo abbiamo appreso dalle mille partite perse, automaticamente si tollera tutto.
E COMUNQUE
AVERE UN ASSESSORE CHE RITIENE IMPOSSIBILE COMBATTERE RACKET E DEGRADO SOLO PERCHÉ QUESTO È LÌ "DA TRENT'ANNI" È UNA ROBA DI UN'UMILIANTE CHE LA METÀ BASTA... CHE SCHIFO, CHE GENTE DA VOMITO.