Affissioni dei partiti. Il problema è solo Roma
31 gennaio 2012
Ci si rovella il Parlamento nazionale, ma il problema è pressoché solo romano (come i cartelloni, come le bancarelle, come mille altri problemi che, non ce ne accorgiamo, esistono solo da noi). Qui siamo a Fiumicino, che fino a qualche anno fa era Roma e faceva schifo come Roma, ma che oggi indipendente. Sugli impianti di pubbliche affissioni a Fiumicino si paga la tassa, degli operatori autorizzati affiggono i manifesti, nessuno si sogna di coprirli come fa a Roma il racket para-mafioso degli attacchini.
Monti Tiburtini, manco uno stabilimento balneare di Baia Domizia
Come sapete dopo il post sulla stazione Rebibbia, lo stato delle pavimentazione esterne delle stazioni della Metro B nella tratta da Monti Tiburtini a Rebibbia è in condizioni a dir poco penose, con numerose piastrelle ormai mancanti, sconnesse o rotte. Potete immaginare la soddisfazione che ho provato osservando alla stazione di Monti Tiburtini un operaio che sostituiva le piastrelle nei punti più critici.
Soddisfazione che è presto svanita, osservando che il lavoro è stato fatto come spesso accade in maniera a dir poco approssimativa. Già pochi giorni dopo le nuove piastrelle si muovevano, ed alcune erano già saltate via, ripristinando la preecedente situazione di pericolosità per gli utenti della stazione.
Mi chiedo: ma com'è possibile fare un lavoro così e com'è possibile che nessuno controlli? Ho fatto una segnalazione ai PICS che l'hanno a loro volta girata al Municipio V. Ora scrivo anche ad ATAC. Speriamo si possa porre rimedio quanto prima a questo schifo, senza attendere anni se tutto va bene, o la prossima caduta.
Antonio Privitera
Incubo a Via dei Giubbonari
30 gennaio 2012
Come potete ben vedere il problema del Centro Storico di Roma sono i dehors dei ristoranti...
Aumenta di brutto il degrado e aumentano i siti per segnalarlo
27 gennaio 2012
Dopo Decoro Urbano è nato anche AidYourCity. Segnali positivi e evidenti della fine dell'annosa pazienza dei cittadini nei confronti di città che sono tutti, a livello italiano, un fallimento (poi Roma è un caso a parte).
Che dire, ci fa piacere segnalare ma ci rendiamo conto che purtroppo in una città come la Capitale, dove basta fare una foto in un punto qualsiasi di qualsiasi strada di centro o periferia per immortalare una ventina di abusi di vario ordine e grado, beh, gli strumenti di segnalazione servono davvero poco. Trovare una città completamente coperta di segnalazioni rischia di essere inutile e di rendere impossibile l'obbiettivo di questi strumenti ovvero di focalizzare l'attenzione sugli episodi di degrado. A Roma non ci sono episodi di degrado in mezzo alla normalità, c'è qualche episodio di normalità in mezzo ad un mare di degrado!
I maledetti de La Destra. Per pubblicizzare una manifestazione, hanno devastato tutta Roma. Tutta
26 gennaio 2012
Bolkestein: la direttiva ammazza-ambulanti e salva-città
25 gennaio 2012
Il piccolo-grande racket dei bancarellari. La loro violenza. La loro prepotenza decennale. La loro sopraffazione. Il loro rubare suolo pubblico restituendo in cambio solo degrado sta per finire. E, anche qui, bisogna dire grazie all'Europa. Di "direttiva Bolkestein" si è sentito molto parlare, ma per capire di cosa si tratta è opportuno leggere questo articolo de Il Tempo. Con tanto di dichiarazioni, in calce, di un politico senza vergogna. Cominciamo a fregarci le mani e a stare all'erta. Dal prossimo anno può cambiare tutto e ormai il processo è inarrestabile. Pensate che sogno: bancarelle gestite da società serie, con prodotti di qualità, con un design accettabile. Camion-bar che finalmente vengono sfilati a clan zingari e messi sul mercato, al miglior offerente. Conquistati da grandi società di ristorazione, chessò Burger King, Autogril, Starbucks. E magari qualcuno preso da qualche ristorante di alto livello. Un sogno che si sta per avverare. E questo governo non fermerà di certo una direttiva che tutti i cittadini europei hanno adottato. Anzi, appunto, la ha anticipata di due anni. Non è, ovviamente, solo un problema economico e di concorrenza (comunque questo sbloccherà una quantità di crescita e di posti di lavoro veri da far paura mentre oggi c'è solo nero, evasione e clandestinità), ma è anche un problema di decoro. Oggi città come Roma sono trasfigurate dalle mafiette che sovraintendono, indisturbate, a questo enorme business che giusto ieri abbiamo conteggiato spannometricamente. 70mila euro per comprarsi la licenza? Beh, considerando che le bancarelle incassano 300mila euro l'anno e considerando che le concessioni sono di 10 anni direi che gli ambulanti che hanno manifestato l'altro giorno in mutande (non a caso un certo politico sui blog viene soprannominato Er Mutanda) non hanno di che lamentarsi. Abbiamo di che lamentarci noi, che vediamo trasformate le aree più belle delle nostre città in spacci di mutande, appunto. E non cascate nella solita puttanata dei posti di lavoro: quelli rimarranno costanti o aumenteranno quando, tra un annetto, finalmente il settore diventerà un settore economico vero, non uno stagno putrido dove sguazzano da decenni personaggi di infimo livello. Ce la faremo!
Dopo il caos-tassisti, ora sono loro i protagonisti della protesta. Con i camioncini, gli striscioni e i megafoni si sono presentati in strada per chiedere l'abolizione della legge Bolkestein, quella che loro chiamano «direttiva ammazza ambulanti». Dopo un comizio al Circo Massimo, i duecento hanno poi urlato le proprie ragioni anche sotto Palazzo Montecitorio. Ma cos'è la legge Bolkestein? Nel 2006 il Consiglio e il Parlamento europeo hanno varato questo testo di legge relativo ai servizi nel mercato interno. Il testo entra nel merito delle concessioni date a chi ha un banco, che sia di vestiti o sia di frutta non cambia nulla, e dice che ogni dieci anni non saranno più rinnovate automaticamente ma torneranno indietro ai Comuni che riassegnerà tali concessioni al migliore offerente con un'asta pubblica a cui potranno partecipare, per la prima volta, anche cooperative e società di Capitali. Un danno per gli ambulanti italiani (da sempre con regole diverse rispetto ai colleghi degli altri Stati europei). Gli operatori, infatti, hanno pagato queste concessioni dai 70 ai 120 mila euro, facendo grandi sacrifici e si ritroverebbero con un pugno di mosche. Non solo. La Bolkestein doveva essere operativa nel 2015, ma a causa dell'articolo 34 del decreto liberalizzazioni è stata anticipata la riconsegna delle concessioni al 2013. Insomma, un'intera categoria rischia di finire a gambe all'aria. «Sono con gli operatori del commercio ambulante - dice il consigliere Giordano Tredicine del Pdl -. Sottoporrò in commissione commercio le loro richieste. Non si può mettere a repentaglio il posto di lavoro di più di ventimila operatori».
Pigliasse un colpo a chi oggi va a questo congresso politico
I figli di puttana del PD (oddio abbiamo detto figli di puttana...) hanno letteralmente incartato la città. Dovunque. Uno schifo mai visto (anzi, visto troppe volte). Leggete cosa dicono i manifesti. Si propongono come una... "nuova classe dirigente". Sì, per andare a dirigere un campo nomadi, un accampamento abusivo. Che schifosi. Che schifosi!!! Ma quando lo capiranno che la gente non ne può più? Che è finito il tempo? Che così facendo si perdono soltanto consensi e si sprona sempre più persone a iscriversi al partito di maggioranza relativa e presto assoluta ovvero quello di coloro che non votano.
Non votate. Non votate finché questi maiali non la smettono di insozzare tutto.
Chiudiamo subito i Municipi
24 gennaio 2012
Sapete per cosa stavano litigando? Per come era stato scritto il bando per l'assegnazione delle Spiagge Libere di Ostia. E questo è il parlamentino del XIII Municipio, il luogo a più grande infiltrazioni mafiose di Roma, che già è ormai una città di mafia. Fate voi i vostri conti e deducetene...
Questa è la gente che amministra i nostri territori e che deve fare scelte strategiche su aree cruciali del demanio come gli arenili. Che altrove sono una risorsa pazzesca per il turismo, la ricchezza, i posti di lavoro. Qui sono preda degli amici dei consiglieri. Di questi consiglieri
Ben presto arriverà pure Bancarellopoli, non disperate
Poi un giorno, quando avremo scardinato altri problemi come stiamo già facendo, partiremo con Bancarellopoli. E saranno cazzi amari perché se sui cartelloni c'è la criminalità organizzata, sulle bancarelle c'è la criminalità organizzata al quadrato. Qualche numero?
9000 bancarelle a Roma
1000 euro di incasso medio ciascuna
9 milioni di euro al giorno che, moltiplicato per 300 giorni (prudenzialmente), fa poco meno di 3 miliardi di euro all'anno di giro d'affari. Commentate da soli.
Chi ci guadagna? Posti di lavoro zero. Tutti clandestini o similia. Decoro della città umiliato. Beni merceologici ultrascadenti, tossici, pericolosi. Morti e feriti a causa della posizione fuorilegge delle bancarelle, dei camion-bar, dei caldarrostari, degli urtisti. I turisti allucinati: non c'è monumento che è possibile fotografare ormai.
Piano piano qualcosa si sta muovendo. In articoli tipo questo di oggi sul Corriere (non su carta, solo su web, guardaunpò) si parla di riforma del settore. Anche qui la procedura deve essere la stessa dei cartelloni: decadimento delle licenze e delle concessioni, messa a bando di poche e strategiche postazioni, obbligo di alta qualità del design e della merce venduta. E enorme guadagno per le casse pubbliche che oggi, di fatto, regalano il suolo ai potentati del banditismo locale.
Ovviamente il problema, anche qui, alberga nell'assessorato al commercio dove siete il vero sindaco di Roma. Anzi di rom, senza a.
Tor Pignattara e altre storie. Di chi è davvero la "colpa"? I blog romani scrivono al Ministro dell'Interno
I blog Roma fa Schifo, RiprendiamociRoma, Cartellopoli, ProPupRoma, Degrado Esquilino, Malaroma e Trafficomatto, in riferimento alle vaste aree di illegalità che colpiscono da molti anni la città di Rom,a hanno inviato una lettera al Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, al Sindaco di Roma Capitale, On. Gianni Alemanno e al prefetto di Roma, dott. Pecoraro, ove sono descritte tali criticità - tutte riassumibili sotto il nome di Economia del Degrado.
QUI IL TESTO DELLA LETTERA
PD. Popolo di Decerebrati
23 gennaio 2012
Eccerto, come no. Non fa una piega il discorso di questo nuovo partito chiamato PD, Popolo di Decerebrati. Visto che a Roma non c'è una corretta gestione delle affissioni, visto che c'è il racket degli attacchini, noialtri che dobbiamo fare, ci tocca affidarci a loro c'è poco da dire... Peccato che Roma il PD l'abbia amministrata per 15 anni, guardandosi bene di farne un luogo diverso da una Kasbah mediorientale. Dove ora sguazza egli stesso.
Imbecille al quadrato chi si iscrive a questo partito.
Imbecille al cubo chi non va su www.facebook.com/imiei a dire cosa ne pensa...
Ecco perché a Roma le licenze dei taxi devono quanto prima aumentare. E di molto
Come spesso purtroppo capita ormai all'asfittico sistema mediatico dei quotidiani (per tacere dei tg) nessuno ha riflettuto in maniera seria sul problema dei taxi al di là delle polemiche.
L'onere tocca a noi. Tocca a noi il compito di tratteggiare in maniera incontrovertibile quale sia il quadro reale del problema, al netto delle ideologie, dei corporativismi, della prepotenza delle categorie e della pochezza intellettuale dei relativi sindacati.
La situazione sta in questi termini: non è vero che le licenze sono attualmente troppe. E comunque non è vero a Roma. E così spaziamo via il primo equivoco che ha rischiato di far pagare a Napoli e a Milano quello che è un problema squisitamente romano. Romano e basta. Milano, secondo le più accreditate analisi internazionali, ha uno dei servizi taxi migliori in Europa. Roma ha l'ultimo. Napoli ha una quantità di taxi (poi bisogna vedere il loro comportamento, spesso folkloristicamente truffaldino verso turisti e non, che infatti da Napoli ormai scappano anche grazie ai tassinari) esorbitante rispetto al quoziente di abitanti+turisti.
Ecco perché raddoppiare toutcourt le licenze non era corretto. Perché avrebbe impattato negativamente su realtà che già hanno un numero corretto di auto bianche. Ed ecco perché l'autority istituita dal Governo è la soluzione ideale perché, città per città, potrà valutare. E potrà farlo senza avere la spada di damocle del consenso, utilizzata fino ad oggi in maniera camorristica dai taxi di tutta Italia e in specie di Roma ("tu mi lasci in questa situazione qui che fa schifo ma mi sta bene e io ti faccio votare; se tu provi a riqualificare il mio settore io dico a tutti di non votarti": si chiama racket e va perseguito, non blandito come fa la cattiva politica alemanniana). Potrà notare, un'autority indipendente, che mancano degli "slot" a Firenze, magari a Bologna, chessò a Rimini. E sicuramente a Roma dove il numero dei taxi è ridicolo rispetto alle caratteristiche della città, rispetto al numero di turisti (oltre 11 milioni di arrivi, quest'anno; dunque un milione al mese in media!), rispetto alla quantità di sedi internazionali, hub trasportistici e quant'altro.
La verità è che i taxi a Roma sono pochi, pochissimi. E mal distribuiti. L'autority lo verificherà con facilità e imporrà all'amministrazione comunale di rilasciare nuove licenze. Tutto bene. Per inciso qui è mortalmente vergognoso leggere di tassinari che sono diventati tali grazie alle liberalizzazioni di Bersani, combattere contro i loro futuri colleghi che lo diventeranno grazie alle liberalizzazioni di Monti. Il ritratto di una categoria egoista, ripiegata su se stessa, che non sa interpretare il suo spirito di servizio.
Ma i tassisti dicono: non c'è mercato, stiamo fermi ore in attesa di clienti, più siamo meno guadagniamo perché, ripetono come dischi rotti, la torta è sempre la stessa. Ecco l'errore. La torta può e anzi deve aumentare. Come? Con opportune politiche sul traffico e sulla sosta. Opposte alle politiche messe sul tappeto dalla atroce amministrazione Alemanno.
Questa amministrazione, dal primo momento (niente più contravvenzioni, niente più strisce blu, niente più ztl notturna, niente più corsie preferenziali, niente più blocco per le microcar...) ha favorito il trasporto privato sfavorendo quello pubblico di linea (bus, tram, metro) e non di linea (taxi). Ma contro queste misure che li hanno danneggiati in maniera terrificante i taxi non hanno mai scioperato? Perché? Vale più la lealtà politica contro un pessimo sindaco che il proprio portafoglio? Oppure i loro rappresentanti sindacali non sono mai stati in grado di spiegare agli iscritti come stanno realmente le cose?
La verità è sotto gli occhi di tutti: chiudendo la ZTL, facendo una Area C dopo il successone di Milano, facendo rispettare i divieti di sosta, ripristinando e aumentando le corsie preferenziali, sostituendo alle file di auto in doppiafila delle piste ciclabili, estendendo la tariffazione della sosta e reprimendo ogni abuso i romani smetteranno in massa di utilizzare l'auto privata. Alcuni di loro inizieranno a venderla. E tutti i cittadini inizieranno a capire che utilizzare il taxi, quando occorre, è un risparmio rispetto a possedere una vettura, non una spesa.
Il lavoro raddoppierebbe o triplicherebbe. E se si raddoppiano le licenze, ma il lavoro triplica, sono tutti più ricchi e tutti vincono: la città è più decorosa e più bella, può accogliere più turisti, i romani risparmiano, si azzera il tasso di stress da automobile colpevole di decine di migliaia di malattie cardiovascolari all'anno che impattano per miliardi sul sistema sanitario regionale, l'inquinamento si comprime, la congestione va a farsi benedire. Già, la congestione: abbiamo dovuto anche sopportare, e qui chiudiamo, il ragionamento di alcuni tassinari (per dire a che livello di demenza sono coloro che ne gestiscono i sindacati) che hanno affermato: "andiamo in strada tutti quanti così gli facciamo vedere come si blocca la città con 8mila vetture". Ma cari tassinari miei, in una citta con 2 milioni e trecentomila auto 8000 taxi sapete che percentuale è? Ma è in generale, quando affermano che troppi taxi paralizzano il traffico della città, che i tassisti ci dimostrano di non aver capito nulla. Di essere delle zucche vuote, delle scimmiette ammaestrate che non hanno neppure lontanamente in pugno quanto strategico sia il loro ruolo nella mobilità cittadina. Più taxi ci sono e meno auto ci sono, perché una fetta della popolazione (o di proposito o perché spronata da opportune politiche) prenderà il taxi invece di prendere l'auto. Insomma a differenza dei loro colleghi di Londra, di New York, di tutto l'Oriente, i tassinari romani non pensano di essere un volano strategico della mobilità urbana, pensano di essere cosa? Ce lo spiegate, per cortesia...?
Svegliatevi una buona volta. Lo sciopero di oggi fatelo contro Alemanno, il vecchio assessore Marchi (detto "sciagura") e il nuovo Aurigemma. Se non c'è lavoro per voi è perché le loro politiche -a differenza delle politiche dei loro parigrado in TUTTA Europa- favoriscono non chi si sposta in taxi, ma chi si sposta in auto. E' un caso unico in occidente. Ed è lì, il problema. Solo lì.
Il Parcheggio di Ponte Mammolo. Storia di ordinario abbandono
21 gennaio 2012
Vi invio una foto che finalmente stamattina mi sono deciso a scattare al parcheggio della stazione metro di Ponte Mammolo, quello a cui si accede da via delle Messi d'Oro, per capirci.
Ve ne parlo perché circa un mese e mezzo/due mesi fa, il parcheggio sopraelevato realizzato in struttura metallica è stato definitivamente chiuso.
Su Google Maps potete vedere tale parcheggio "a mezzo servizio", ossia quando ne era stata chiusa solo una metà in seguito al cedimento di un palo di sostegno (quello a cui la foto si riferisce), che ormai è lì puntellato penso da almeno 4-5 anni.
Anche se agli orari in cui frequento io la stazione mattina e sera, ancora il parcheggio non è stracolmo, è facile immaginare che nelle ore centrali della giornata sia invece pieno, contando anche quelli che decidono di parcheggiare in posti inventati o riservati ai disabili.
La mia domanda però è questa: come si fa a lasciare DA ANNI una struttura così, semplicemente puntellata e recintata (tra l'altro, in modo ridicolo)? Non sarebbe meglio sistemarla una volta per tutte?
Ed ora che anche la seconda metà è stata chiusa, quanto altro tempo dovremo aspettare per poterla riutilizzare?
Ringraziandovi per il sempre pronto servizio che svolgete.
Daniele Mattei
I taxi solo il primo passo verso la normalizzazione delle nostre città?
20 gennaio 2012
Se davvero hanno tolto le licenze dei taxi dal racket della politica che sta nei comuni italiani trattasi di svolta niente male. Ci si domanda cosa stia aspettando il Governo a togliere dalle competenze dei comuni anche altre concessioni e autorizzazioni come il commercio su suolo pubblico (bancarelle, camion-bar etc) e i cartelloni... Roba utilizzata dai pessimi amministratori a fine clientelare, come merce di scambio per ottenere voti in cambio del massacro della città. Che sia un primo passo?
Mattinata normale. Nel far west di Monteverde
Ecco perché non si raccolgono a Roma i rifiuti differenzati. I cassonetti sono bloccati dalle macchine (e camion in questo caso) in secondo fila. I dipendenti AMA, pagati da noi, aspettono con pazienza (suonando il clacson per svegliare tutto il quartiere Monteverde) che il conducente si degni di scendere per liberare la strada. Che altro possono fare? I vigili che sono passati pochi minuti prima non hanno pensato che la situazione richiedeva un intervento di urgenza? No, è solo una mattina normale a Roma.
Tom Rankin
Segnatevi la data per questo decoro day nel 18esimo Municipio
19 gennaio 2012
SABATO 21 GENNAIO ORE 10.00
APPUNTAMENTO: PARCO GIOVANNI PAOLO
(VIA MORICCA)
3° DECORO DAY NEL 18° MUNICIPIO
RIPULIAMO IL QUARTIERE!!!
Coordinati dal 18 Municipio, associazioni, comitati, volontari e
cittadini insieme per un quartiere più pulito e vivibile
La sporco non è il nostro ma il quartiere sì.
APPUNTAMENTO: PARCO GIOVANNI PAOLO
(VIA MORICCA)
3° DECORO DAY NEL 18° MUNICIPIO
RIPULIAMO IL QUARTIERE!!!
Coordinati dal 18 Municipio, associazioni, comitati, volontari e
cittadini insieme per un quartiere più pulito e vivibile
La sporco non è il nostro ma il quartiere sì.
Partecipano all’iniziativa:
I volontari del 18° Municipio (decorourbano@municipio18.it )
RIPRENDIAMOCI ROMA ( riprendiamociroma@yahoo.it )
CITTADINANZATTIVA ( cittadinanzattiva_aurelia@
RETAKE ROMA (movimento spontaneo di cittadini per il decoro, retakeroma su facebook)
E' ufficiale: la prima candidatura olimpica senza nuove infrastrutture per la mobilità
Vi parrà incredibile, ma nel dossier della candidatura olimpica di Roma 2020 -ennesima troiata di Alemanno per sviare gli sguardi dalla città reale, rilanciando di 10 anni- non ci sono infrastrutture per la mobilità, di fatto. Ne la metro C (che a questo punto si farà per il Giubileo del 2050, forse); ne la metro D, che si farà per quello del 2100; nessuna linea di tram (il prolungamento dell'8 di ducento metri, fino a Piazza Venezia, doveva partire a settembre: lo avete visto voi?); niente di niente.
Il dossier olimpico è impressionante. Si terranno le gare nelle stesse zone dove si svolsero le Olimpiadi 60 anni prima. Gli impianti saranno quelli del 1960. Riciclaggio urbano! Per carità, può essere una virtù. Evidentemente a Londra, dove hanno usato i Giochi per riqualificare un intero quadrante di città coinvolgendo i più grandi architetti del mondo, so tutti scemi! E' agghiacciante che si terranno gare in luoghi dove per scelta NON verrà portata la metropolitana...
Il dossier olimpico è impressionante. Si terranno le gare nelle stesse zone dove si svolsero le Olimpiadi 60 anni prima. Gli impianti saranno quelli del 1960. Riciclaggio urbano! Per carità, può essere una virtù. Evidentemente a Londra, dove hanno usato i Giochi per riqualificare un intero quadrante di città coinvolgendo i più grandi architetti del mondo, so tutti scemi! E' agghiacciante che si terranno gare in luoghi dove per scelta NON verrà portata la metropolitana...
Questo mettetelo nella casella "solo a Roma"
18 gennaio 2012
Ecco cosa succede nelle catene di ferramenta/negozi per il fai-da-te. Il reparto bombolette spray. Bisogna pur provarla la bomboletta, no? Si intravedono pure alcune tags. Ad un passo da suddetto reparto vendono anche il protettivo per graffiti, che evidentemente non hanno usato per questo pavimento.
Alessandro
Una volta tolti i cantieri della metro c'è gente che vuole far tornare Piazza Bologna un parking
17 gennaio 2012
Vi preghiamo di commentare voi questa notizia. Perché noi stiamo ancora male. Ma male di brutto. Praticamente c'è un gruppo di cittadini, sotto l'insegna "Aridatece i parcheggi" (potevano farla solo in romanesco poiché solo a Roma potrebbe avvenire una cosa simile) che richiedono all'amministrazione comunale di realizzare parcheggi, non aree pedonali come previsto, laddove oggi ci sono ancora i cantieri della Metro B1.
Sostanzialmente dopo anni e anni di sacrifici per sopportare il cantiere, ora il quartiere dovrebbe tornare quello che era prima, una volgarissima autorimessa a cielo aperto. Non ci sono semplicemente parole del livello a cui è arrivata la popolazione di questa città.
Sostanzialmente dopo anni e anni di sacrifici per sopportare il cantiere, ora il quartiere dovrebbe tornare quello che era prima, una volgarissima autorimessa a cielo aperto. Non ci sono semplicemente parole del livello a cui è arrivata la popolazione di questa città.
Se vi chiedete di chi sono i manifesti abusivi e illegali che stanno stuprando la città in questi giorni...
La città si appropinqua al punto di non ritorno, state attenti a voi
15 gennaio 2012
Eh già...ci sarebbe giusto da meditare se questo è il modo di pubblicizzare "l'antica arte della riscoperta del Sé interiore". Se i risultati di tanta meditazione sono quelli che vediamo qui (volantini abusivi appesi a centinaia su pali, semafori e lampioni di mezza città)...sconsigliamo vivamente di dedicarsi a tale pratica.
Gaio Epulone
Quando la città tocca il fondo (e poi non risale). Quel pasticciaccio brutto dei manifesti abusivi inneggianti alle crociate di Orlando Corsetti...
14 gennaio 2012
Essendoci dietro il Coordinamento dei Residenti del Centro Storico, ahinoi, la cosa non ci sorprende. Nonostante ciò ci auguriamo che lo scoop fatto da Beatrice Nencha su Noiroma (qui) sia prontamente, in qualche modo, smentito. Perché sarebbe di una gravità inaudita, mai vista, lancinante.
Come sapete la nostra posizione rispetto alla battaglia di Orlando Corsetti -figura con la quale abbiamo sovente collaborato, dunque non saremo di certo tacciati di partigianeria menchemmeno contro di lui- sui tavolini abusivi è nota: riteniamo pazzesco, in un situazione di affollamento di abusi sul suolo pubblico (tavolini, certo, ma soprattutto sosta, affissioni, cartelloni, bancarelle, camion-bar, callarrostari, urtisti, vu cumprà e altre monnezze varie) colpire solo uno di questi abusi, senza una logica integrata. Colpirne solo uno significa, in questo momento in una città che-manco-è-una-città, come Roma, permettere agli altri abusi di allargarsi. Succede infatti per i tavolini: si fanno grandi crociate per farli togliere, il giorno dopo al loro posto ci sono le auto in divieto. Uno schifo mai visto. Andate a vedere questa politica come ha ridotto un luogo come Piazza del Fico, un tempo gioviale salotto di persone a bere un drink o a giocare oggi parcheggio a cielo aperto che pare di stare a Kisinau. Nel cuore dell'Ansa Barocca. Per questi esiti combattono Corsetti, i "ristoratori onesti", le associazioni?
Contro questa politica ci siamo battuti anche perché pensiamo che i tavolini (che naturalmente devono essere regolarizzati e devono pagare caro il suolo che utilizzano e soprattutto non devono essere brutti catafalchi e tendopoli) siano una risorsa enorme: tasse, posti di lavoro, soddisfazione dei turisti, servizi ai cittadini. E appunto argine verso le altre forme di occupazione di suolo urbano prerogativa di Roma.
Ora c'è un passagio in più però. Ieri sono sbucati migliaia di manifesti, tutti abusivi addirittura affissi sopra pubblicità regolari (come nella nostra foto), che davano sostegno a Corsetti firmati da anonime associazioni e commercianti. La puntuta giornalista Beatrice Nencha ha scoperto che un ristoratore (non certo, ehm, la miglior tavola di Roma, tra l'altro; se siete in zona vi consigliamo caldamente Glass o Bir&Fud per una pizza) di Trastevere ha finanziato l'operazione, ripetiamo, totalmente illegale sia dal punto di vista dei permessi sia dal punto di vista, temiamo, fiscale: esiste la fattura emessa dal racket degli attacchini al quale per forza si devono essere rivolti gli autori del patetico manifesto? Ne dubitiamo.
La ciliegina sulla torta? A questa emerita zozzeria hanno partecipato, con la loro faccia e rivendicando l'operazione, alcune associazioni (appunto il Coordinamento di cui sopra, sul quale però non ci sorprendiamo, ripetiamo, e anche altre realtà) che nell'articolo su Noiroma rivendicano l'operazione e replicano agli appunti di legalità con le risposte che ogni squallido politico imbrattatore dà quando viene pizzicato ("io avevo dato indicazione di affiggere legalmente", si come no...). Leggete le dichiarazioni, resterete di sale come noi. Si tratta delle stesse persone che combattono contro lo scandalo della cartellopoli romana, si tratta delle stesse persone che dovrebbero essere convinte che la comunicazione, nel 2012, percorre altre strade. E che per interessare i cittadini ad una questione non è necessario imbrattare la città, ma si può procedere in maniera, come dire, ecologica: via Facebook, twitter, blog, mail. Si tratta degli stessi cittadini che lottano da anni per togliere dalle strade quegli impianti orribili e assassini che poi invece loro stessi utilizzano per le loro affissioni inneggianti a campagne peraltro non condivisibili e anticiviche poste come sono oggi.
Non esiste dire "abbiamo dato indicazioni di affiggere regolarmente", perché il solo fatto di andare a stampare manifesti (in quale altra città del mondo esiste un atto simile? Parigi forse? Madrid? New York? Berlino? Londra? In qualche altra capitale europea associazioni e gruppi di pressione si fanno vedere mediante affissioni su muri o paline manco fossimo negli anni Quaranta?), il solo fatto di stampare manifesti che verranno incollati con scopa, secchio e colla, dicevamo, è un atto che sta di per se fuori dalla legalità. E fuori dal mondo. E fuori dai tempi.
Diteci se non ritenete anche voi, per i protagonisti in questione ancor più che per Orlando Corsetti stesso, questa storia qualcosa di atroce. Affissioni abusive anonime: di questo si tratta. Ve lo ricordate De Lillo, il vecchio non rimpianto assessore all'ambiente quando faceva potare gli alberi di una zona e poi subito dopo la faceva incartare di manifesti abusivi firmati da inesistenti associazioni? Sono gli stessi metodi della politica romana di serie zeta. Ma perché? Perché solo a Roma è plausibile che dei comitati di cittadini per combattere l'abusivismo -peraltro in questo caso sbagliando bersaglio: mai visto il Coordinamento dire una parola contro la sosta selvaggia che umilia tutto il centro, per esempio- provochino altro abusivismo? E' il teatro dell'assurdo. E del degrado più profondo.
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