Che poi il bello è che sono le stesse istituzioni a non crederci in questi progetti, ed il bello è che sono loro che li dovrebbero promuovere. Che schifo.
Brontolo, hai ragione. Questo infatti ci da la misura di quanto siano degli impostori (in senso letterale) gli amministratori.
Per definizione l'impostore per meglio spacciare le sue menzogne le circonda e le ricopre con apparenze. Come questo Bike sharing. Non c'è mai stata la volontà del bike sharing, ma solo di mettersi la medaglietta nei confronti internazionali e nazionali dicendo di averne uno.
Che tristezza piena di rabbia, e pensare che il "VELIB" (vèlo+libertè, bicicletta e libertà) ha rivoluzionato gli spostamenti nella città di Parigi. Quanti spostamenti medio/brevi potrebbero farsi in bicicletta in questo modo, ad esempio metro Policlinico-Università, oppure metro Cavour-piazza Colonna. E invece col cazzo, noi ci teniamo le bancarelle da quarto mondo e la doppia fila selvatica. Viene voglia di dire, che città di merda ! Carlo
Premesso che se quello spazio è riservato al bike sharing non ci dove parcheggiare nessun altro non posso che restare perplesso di fronte a un servizio del genere in una città come Roma. Pensare che il bike sharing abbia successo è veramente folle e decontestualizzato dalla realtà della città, perché un servizio del genere funzioni ci vuole una cultura e un'organizzazione che a roma non c'è e forse non ci sarà mai.
Insomma questo bike sharing mi sembra solo un spreco di soldi o meglio un pretesto per distrubuire soldi ad "amici" su un progetto che a Roma è nato morto.
Ci sono modi molto più utili di spendere i soldi... arredo urbano? parcheggi interrati?
Che primato!
RispondiEliminaChe poi il bello è che sono le stesse istituzioni a non crederci in questi progetti, ed il bello è che sono loro che li dovrebbero promuovere. Che schifo.
RispondiEliminaBrontolo, hai ragione. Questo infatti ci da la misura di quanto siano degli impostori (in senso letterale) gli amministratori.
RispondiEliminaPer definizione l'impostore per meglio spacciare le sue menzogne le circonda e le ricopre con apparenze. Come questo Bike sharing.
Non c'è mai stata la volontà del bike sharing, ma solo di mettersi la medaglietta nei confronti internazionali e nazionali dicendo di averne uno.
IMPOSTORI
Quando ho parlato del car sharing mi hanno visto come un ufo. Non lo sa nessuno che esiste a Roma...
RispondiEliminaChe tristezza piena di rabbia, e pensare che il "VELIB" (vèlo+libertè, bicicletta e libertà) ha rivoluzionato gli spostamenti nella città di Parigi. Quanti spostamenti medio/brevi potrebbero farsi in bicicletta in questo modo, ad esempio metro Policlinico-Università, oppure metro Cavour-piazza Colonna. E invece col cazzo, noi ci teniamo le bancarelle da quarto mondo e la doppia fila selvatica. Viene voglia di dire, che città di merda !
RispondiEliminaCarlo
Premesso che se quello spazio è riservato al bike sharing non ci dove parcheggiare nessun altro non posso che restare perplesso di fronte a un servizio del genere in una città come Roma. Pensare che il bike sharing abbia successo è veramente folle e decontestualizzato dalla realtà della città, perché un servizio del genere funzioni ci vuole una cultura e un'organizzazione che a roma non c'è e forse non ci sarà mai.
RispondiEliminaInsomma questo bike sharing mi sembra solo un spreco di soldi o meglio un pretesto per distrubuire soldi ad "amici" su un progetto che a Roma è nato morto.
Ci sono modi molto più utili di spendere i soldi... arredo urbano? parcheggi interrati?
Ma ci sono le bici? Perchè io non vedo più bici dello sharing da mesi e mesi... che fine hanno fatto?
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