26 novembre 2011
Cosa succede a Via di Donna Olimpia?
Vi inoltro la foto presa dall'alto del cantiere per il mega parcheggio di via Donna Olimpia, che ha letteralmente sventrato una delle vie più conosciute di Monteverde ed è stato sequestrato qualche giorno fa dalla Polizia Municipale per gravi irregolarità (visibili ad occhio nudo da mesi, visto che enormi piloni di cemento hanno invaso addirittura un pezzo di strada annullando completamente il marciapiede).
Ma questo è solo uno dei problemi.
Infatti, il cantiere è rimasto bloccato per circa due anni, i lavori sono iniziati da qualche mese, ma "l'allarme" per presunte, gravi irregolarità era stato già lanciato lo scorso anno, come riportato da questo giornale locale.
Nessuno nel frattempo ha fatto nulla, i lavori sono continuati, rovinando forse irrimediabilmente via Donna Olimpia, causando gravi difficoltà per pedoni (privi di marciapiede da anni) e automobilisti, fino al sequestro di oggi.
Chi pagherà per gli allarmi inascoltati? Chi porrà rimedio all'enorme voragine che devasta Donna Olimpia? Dopo tre anni, e dopo il sequestro di ieri, ora cosa succederà?
Francesca Romana Ciangola
*Cara Francesca Romana, se ci sono gravi irregolarità è giusto che qualcuno paghi. Ma riguardo ai gravi disagi, più che il cantiere per un parcheggio, ci pare che li creino le auto posteggiate in divieto a fianco ad esso. I cantieri -più o meno invasivi- sono presenti in tutto il mondo, le auto in divieto di sosta, invece, esistono solo in Italia. Dunque speriamo che i lavori ripartano presto e che questi 200 posti auto regolari permettano all'amministrazione di riqualificare questa strada pasoliniana e togliere 200 auto dalla via allargando marciapiedi e garantendo percorsi protetti alle categorie più deboli dei pedoni.
-Roma fa schifo
BASTA MERDUME!
RispondiEliminaSarebbe bello fare una piccola inchiesta di quanti parcheggi sotterranei esistenti sono poi effettivamente utilizzati. "Report" di Milena Gabanelli documentava parecchi casi a Milano di enormi parcheggi sotterranei esistenti, desolatamente vuoti, perché il cittadino preferiva lasciare comodamente l'auto in superficie (anche in sosta vietata) piuttosto che pagare gettoni o biglietti.
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