Caro Marco Visconti, in quale città europea una rassegna che si macchia di tali abusi potrebbe regolarmente svolgersi?

Ogni volta che si esce di casa, a Roma, al mattino, si pensa che il giorno precedente si è raggiunto il fondo. Più giù di così, nella classifica del degrado urbano, della violenza che i privati perpetrano quotidianamente alla loro stessa città. Poi la sera torni a casa e capisci che il fondo non è ancora stato toccato. Che ancora ci sono dei... "margini di miglioramento" per umiliare una capitale europea, renderla irriconoscibile, stuprarla.

Guardate che roba. E cercate di rispondere alla domanda del titolo. Non ci sono veramente parole. Non ci sono più. L'unica speranza che abbiamo - ed è atroce dirlo - è che l'enorme quantità di violenza ed aggressività che questo degrado sta generando si direzioni contro questa marmaglia, contro questa gentaglia che la ha causata. Per ora, in attesa di essere massa critica e di avere la capacità anche logistica di organizzare vere e proprie rivolte contro questi signori, passiamo da mail (info@oktoberfestcapannelle.it) e siti web (www.oktoberfestcapannelle.it) e relativi numeri di telefono. Nella speranza che Comune e aziende municipalizzate (in questo caso l'Ama e i suoi nuovissimi cassonetti) imparino a denunziare, querelare, fare causa e costituirsi parte civile. Nella speranza che la magistratura (o anche la Polizia Municipale) abbiano modo di trattare questi animali come si meritano. Questo festival, ad esempio, dovrebbe, banalmente, avere revocate in un nanosecondo tutte le autorizzazione e potrebbe svolgersi solo l'anno prossimo, se i responsabili pagheranno la salata multa per sanare i loro abusi adesivi.

Ci vuole poco, a trasformarsi in un posto civile. Quel che fa rabbia è che ci vuole poco!