E poi dicono che non ci sappiamo organizzare. La filiera dell'economia del degrado e dell'illegalità funziona che manco in Svizzera

Giovedì scorso mi fermo a una cabina per fare una telefonata, ma la cabina risulta inaccessibile: avanzi di cibo, pacchi, e due secchi d'acqua schiumata. Arriva uno dei responsabili del deposito improvvisato, ed elimina i pacchi, il secchio grande e la spazzatura, consentendomi di entrare. Non è troppo scortese, ma senz'altro molto stupito: come, in Italia le cabine del telefono servono per telefonare, e non per impilare la merce dei venditori ambulanti?
Il telefono è, come sbagliarsi, fuori uso, ma costretto a usare il cellulare approfitto del po' d'ombra della cabina. A un certo punto sento strani schiamazzi, mi affaccio, e vedo un giovane accanto alla cabina che fa gesti concitati verso un bar lì da presso. Di fronte al bar alcuni avventori (?) a loro volta cominciano ad agitarsi in direzione del venditore, che corre a nascondersi... Dove? In un altro bar.
Cosa succede? Sta passando una pattuglia dei vigili urbani, e con perfetta organizzazione l'abusivo viene avvertito del pericolo. Passata la pattuglia, il venditore esce con un gran sorriso, e tre-quattro cartoni nuovi di zecca di
arbre magic pronti per il semaforo...
Ma siccome il futuro è multitasking, poco dopo una signora molto compunta, aria da professoressa e piega di parrucchiere, arriva con un mocho vileda nuovo di zecca e un detersivo per l'altro compare. Questa è l'Italia, cari signori: e poi dicono che non siamo organizzati.
Nella foto lo stato della cabina dopo le cortesi pulizie degli occupanti.
M. Ossi, Roma