Sostiene Inches: il mercato di Piazza Alessandria è nelle seguenti condizioni...

21 agosto 2010





I cittadini residenti hanno richiesto l’intervento del consigliere municipale Massimo Inches presidente del Gruppo La Destra e coordinatore nel 2° municipio, per denunciare la situazione d’igiene esplosiva, a rischio contaminazioni, in cui versa il mercato coperto di piazza Alessandria.

Giunto all’ingresso principale, davanti il civico 6 di Piazza Alessandria, vengo accolto da un coro di proteste dai venditori ambulanti, che mi fanno notare una profonda buca sulla carreggiata stradale, col cedimento dell’asfalto circostante, transennata oltre un mese fa dall’Acea e lasciata in stato d’abbandono, con la rete di protezione arancione ed i paletti di ferro sparsi intorno; il giorno prima una signora si era incastrata con la ruota della propria auto ed era potuta uscirne fuori grazie agli operatori che l’avevano spinta e liberata.

Una volta entrato nel mercato coperto, devo fare molta attenzione a non inciampare sulle vistose buche presenti nella pavimentazione, poi mi dirigo nei due corridoi interrati, dove si trovano i bagni pubblici ed i magazzini degli operatori.

Mentre scendo le scala, sporche e ricoperte da cartacce, avverto immediatamente un odore nauseabondo, tipico degli insediamenti di nomadi; lo spettacolo che si presenta ha dell’incredibile, tanto da far pensare di trovarsi realmente in un campo rom: cartoni, vestiti, coperte sparsi ovunque, con tanta tanta immondizia; in uno dei due corridoi trovasi la stanza dove sono ubicati tutti i contatori elettrici dell’Acea, con la porta spalancata, accessibile a chiunque, con grave stato di pericolo; come se non bastasse, dell’acqua goccia da un controsoffitto in un’altra zona del corridoio, bagnando una plafoniera accesa e formando una pozzanghera sul pavimento. Alcuni dei bagni esistenti sono ridotti a latrine, tanto da rischiare sicure contaminazioni, entrandoci dentro. Entrambi i locali interrati dispongono di una porta con maniglione antipanico, che conducono verso le uscite di sicurezza; una volta aperte le porte, ci troviamo in presenza di gabinetti a cielo aperto, le cui scale sono vistosamente utilizzate ed insozzate da sbandati e cittadini somali ubriachi, al punto tale da renderle completamente inutili ed inagibili, stante l’enorme quantità di rifiuti organici, bottiglie rotte, ed immondizia presenti.

Per scendere in questo inferno bisogna essere molto forti di stomaco ed avere molta rabbia in corpo, con la determinazione di voler risolvere i problemi nel quartiere.

Pensando che ci troviamo in una struttura del 1935, stile Liberty, nel quartiere Trieste, ridotta in questo modo, simile alle favelas brasiliane, nel completo degrado ed abbandono, viene naturale ribellarsi, soprattutto perché questo è il mercato coperto rionale, dove si commerciano prodotti alimentari, dove si presume che avvengano controlli degli ispettori annonarie e dei funzionari dell’igiene pubblica della Asl.

In questa vergognosa situazione d’inciviltà, come si può pretendere poi che gli operatori rispettino le norme sul commercio al dettaglio, come si potrebbe contestare la mancanza di un cartellino indicante il prezzo di vendita o una cassetta di frutta appoggiata di troppo in terra, se scendendo nei piani interrati rischiamo contaminazioni, di restare attaccati ai contatori della luce o ci piove in testa dal soffitto?

Invierò immediatamente segnalazioni agli uffici preposti e presenterò una interrogazione nel municipio, per eliminare questo schifo; chi è responsabile della situazione che si è venuta a creare dovrebbe venire per una settimana all’ingresso del mercato e chiedere scusa ai cittadini.
Massimo Inches \ consigliere municipale II Municipio

1 commenti | dì la tua:

Stefano ha detto...

Benone...
... Però se gli "operatori" partecipassero a mantenere pulito sarebbero i primi a trarne vantaggio. Dobbiamo sempre aspettare che sia la pubblica amministrazione a fare ?!

“Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il proprio dovere”.
Giovanni Falcone

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